TITULO Preferisco Il Rumore Del Mare
AÑO 2000
SUBTITULOS Si (Separados)
DURACION 88 min.
DIRECCION Mimmo Calopresti
GUION Francesco Bruni, Mimmo Calopresti
FOTOGRAFIA Luca Bigazzi
MONTAJE Massimo Fiocchi
ESCENOGRAFIA Alessandro Marrazzo
MUSICA Francesco Piersanti
GENERO Dramático
PROTAGONISTAS Silvio Orlando, Michele Raso, Paolo Cirio, Mimmo Calopresti, Fabrizia Sacchi, Raffaella Lebboroni, Andrea Occhipinti
SINOPSIS Rosario è calabrese, ha il padre in carcere e ha perso la madre, vittima di di una faida. Matteo vive agiatamente a Torino e assiste al fallimento del matrimonio dei genitori. Quando suo padre decide di aiutare Rosario i due quattordicenni in crisi finiscono per incontrarsi nella comunità gestita da un coraggioso sacerdote. Cosa ne uscirà?
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Subtítulos
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Rosario ha il padre in galera ed ha da poco perduto la madre, uccisa nel corso d'una faida: il dolore l'ha reso parco di parole, serio, religioso, chiuso in un dignitoso orgoglio ch'è pure la sua unica forma di difesa.
Matteo è l'unico figlio di Luigi, un calabrese trapiantato a Torino, dove ha fatto fatto fortuna: dotato d'un carattere non forte, subisce passivamente l'autorità paterna, ribellandosi indirettamente attraverso piccole trasgressioni spesso neppure portate a termine.
Quando i due ragazzi s'incontrano a Torino, ove Rosario viene ospitato dalla comunità di Don Lorenzo per interessamento di Luigi, comincia un difficile rapporto destinato a cambiare molte cose: ma la conclusione, malgrado la buona volontà di tutti, lascerà ognuno con l'amaro in bocca.
Al suo terzo lungometrayggio, Mimmo Calopresti conferma una dote assai rara fra i registi italiani: la capacità di presentare personaggi vivi e concreti, le cui azioni si traducono in dati di realtà senza mediazioni o stonature.
Matteo è l'unico figlio di Luigi, un calabrese trapiantato a Torino, dove ha fatto fatto fortuna: dotato d'un carattere non forte, subisce passivamente l'autorità paterna, ribellandosi indirettamente attraverso piccole trasgressioni spesso neppure portate a termine.
Quando i due ragazzi s'incontrano a Torino, ove Rosario viene ospitato dalla comunità di Don Lorenzo per interessamento di Luigi, comincia un difficile rapporto destinato a cambiare molte cose: ma la conclusione, malgrado la buona volontà di tutti, lascerà ognuno con l'amaro in bocca.
Al suo terzo lungometrayggio, Mimmo Calopresti conferma una dote assai rara fra i registi italiani: la capacità di presentare personaggi vivi e concreti, le cui azioni si traducono in dati di realtà senza mediazioni o stonature.
La vicenda narrata risulta, qui come nelle opere precedenti, non soltanto perfettamente credibile ma in qualche modo rappresentativa d'uno spicchio di contemporaneità che ci appartiene mentre lo guardiamo: perfino i riferimenti alla cronaca (la corruzione nella quale risulta invischiato Luigi, ad esempio) appaiono meno forzosi del solito, inseriti in un contesto che li giustifica e non se ne fa mera cornice.
Ancor più importante, "Preferisco il rumore del mare" non ha risposte da dare: alla fine, ogni personaggio si ritrova percorso da dubbi, tormentato da un qualche sentimento di colpa; si avverte imperfetto, o comunque inadeguato.
Nulla pare aver senso, né esser meritevole di venir conservato: forse solo la pazienza positiva di Matteo che, nell'ultima sequenza, recupera il libro gettato in mare da alcuni suoi compagni e, con calma, riprende a leggerlo. Forte d'una solità - direbbe Ida Magli – ch'egli non vive come solitudine.
Muchas gracias! Lo suyo es acto de generosidad inmensa. Ya había perdido las esperanzas, pero ceo que recordaba el pedido.
ResponderEliminarMil y sinceras gracias,