TITULO Fermo con le mani!
AÑO 1937
SUBTITULOS No
DURACION 73 min
DIRECCION Gero Zambuto
GUION Guglielmo Giannini
PRODUCCION Gustavo Lombardo per Titanus
MONTAJE Giacinto Solito
ESCENOGRAFIA Antonio Valente, Nino Macarones
GENERO Comedia
INTERPRETES Y PERSONAJES
Totò: Conte Totò di Torretota
Tina Pica: Giulia
Franco Coop: Vincenzino
Oreste Bilancia: Cavalier Gerolamo Battaglia
Erzsi Paál: Eva Frasorni
Cesare Polacco: Capomastro
Miranda Bonansea: Bambina orfana
Erminio D'Oliva: Direttore d'orchestra
Nicola Maldacea: il suggeritore
Giuseppe Pierozzi: il direttore tecnico
Guglielmo Sinaz: il capo cameriere
Alfredo Martinelli: accompagnatore di Eva
SINOPSIS Un vagabondo trova finalmente lavoro presso un Istituto di Bellezza. Un giorno, essendo assente la massaggiatrice, si traveste da donna e la sostituisce operando su di una cliente. Ne segue uno scandalo che minaccia i rapporti tra la cliente stessa e l'amico di lei che, presente alla scena, non ha reagito con la dovuta energia. Il vagabondo acconsente, perché l'uomo possa riabilitarsi dinnanzi alla signora, a farsi schiaffeggiare in un pubblico locale dietro compenso pattuito. Ma la baruffa che ne consegue conduce i protagonisti in questura dove il vagabondo, nel dare le proprie generalità, apprende di essere da tempo ricercato come unico erede di un cospicuo patrimonio.
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E' il primo film del Principe Antonio de Curtis, in arte Totò. E' l'ultima delle tre pellicole dirette dal regista Gero Zambuto, dopo Acqua cheta del 1933 e L'Avvocato difensore del 1934. Il regista è anche attore: recita infatti in quattro film, l'ultimo nel 1943: Macario contro Zagomar.
Contiene tutti i cromosomi fondamentali della "maschera" del personaggio Totò. Il vagabondo in frac ricalca in alcuni stilemi lo Charlot americano e l'utilizzazione della piccola Miranda Bonansea Garavaglia, presentata come la Shirley Temple italiana, inserisce il film nell' atmosfera generale del cinema americano coevo. Alcune situazioni narrative accentuano fortemente questa impressione, come la classica fuga iniziale e il lungo episodio della trovatella sottratta al suo sfruttatore, la fuga dentro i tubi di cemento e le scene d' interno con la bambina che canta.
Oppure la scena surreale in cui Totò fa il pedicure al vecchio calvo e per ovviare ai cattivi odori si mette una maschera antigas. Il carattere del personaggio è chiaro sin dalla prima scena, quella del risveglio, ripresa in molti altri film, con i mille espedienti per sopravvivere ad un mondo violento e sordo a qualunque nobile sentimento. Totò se la cava "pescando" il pesce dal banco del pescivendolo (situazione ricorrente in "Guardie e ladri" e 'Totò a Parigi") e opponendosi con dignitosa fermezza ai soprusi del padrone di casa. Esilarante la scena in cui imbraccia una scopa usandola come un fucile, ripresa poi in "Figaro qua Figaro là" con uno spiedo infilato in un pollo e successivamente in "Totò contro il pirata nero". . Ma lo stereotipo su cui si voleva costruire lo "Charlot italiano" o lo "Charlot dei poveri", si frantuma proprio per la "napoletanità" e per le particolari qualità recitative di Totò che esplodono continuamente, anche se fortemente caratterizzate dagli stilemi del muto. Il film rientra nello schema della farsa e nella tradizione dei "telefoni bianchi", con la donna, mantenuta e segregata in un appartamento di lusso, con maestro di musica e cameriera.
Compaiono per la prima volta le famose espressioni quisquilie, pinzellacchere , aufwiedersehen e i lunghi monologhi non-sense come la spiegazione data alla bambina della parola funzionario. Un altro dei cromosomi del film è costituito dalla scena finale, nella quale Totò dirige l'orchestra, che sarà un leit-motiv di tanti film successivi.
Oppure la scena surreale in cui Totò fa il pedicure al vecchio calvo e per ovviare ai cattivi odori si mette una maschera antigas. Il carattere del personaggio è chiaro sin dalla prima scena, quella del risveglio, ripresa in molti altri film, con i mille espedienti per sopravvivere ad un mondo violento e sordo a qualunque nobile sentimento. Totò se la cava "pescando" il pesce dal banco del pescivendolo (situazione ricorrente in "Guardie e ladri" e 'Totò a Parigi") e opponendosi con dignitosa fermezza ai soprusi del padrone di casa. Esilarante la scena in cui imbraccia una scopa usandola come un fucile, ripresa poi in "Figaro qua Figaro là" con uno spiedo infilato in un pollo e successivamente in "Totò contro il pirata nero". . Ma lo stereotipo su cui si voleva costruire lo "Charlot italiano" o lo "Charlot dei poveri", si frantuma proprio per la "napoletanità" e per le particolari qualità recitative di Totò che esplodono continuamente, anche se fortemente caratterizzate dagli stilemi del muto. Il film rientra nello schema della farsa e nella tradizione dei "telefoni bianchi", con la donna, mantenuta e segregata in un appartamento di lusso, con maestro di musica e cameriera.
Compaiono per la prima volta le famose espressioni quisquilie, pinzellacchere , aufwiedersehen e i lunghi monologhi non-sense come la spiegazione data alla bambina della parola funzionario. Un altro dei cromosomi del film è costituito dalla scena finale, nella quale Totò dirige l'orchestra, che sarà un leit-motiv di tanti film successivi.
Tratto da "Totò principe clown" di Ennio Bìspuri per gentile concessione
http://www.antoniodecurtis.org/fermo.htm
http://www.antoniodecurtis.org/fermo.htm
Su Bianco e Nero del 31 maggio 1937, "Questo film non è americano ciononostante è bruttissimo. Ne prendano atto coloro che ci accusano di faziosità. Noi siamo irrimediabilmente faziosi verso tutti i film che rappresentano un attentato alla società artistica e morale del cinematografo".
Marco Ramperti ne L'Illustrazione Italiana del 14 marzo 1937 " Non mancate a Fermo con le mani, dove riappare Erszi Paal e dove si rivela Totò. Pare a me che la ballerina di Budapest non manchi, oltre che di vaghezza e di estro, di fotogenia: ma, soprattutto, subisce l'attrazione di Totò nella magrezza fantomatica e nella snodatura marionettistica di certi suoi passi di danza, dove il pallore e l'automatismo concorrono, insieme con la bravura, a una specie di pauroso incantamento, di allucinazione irresistibile.."
http://it.wikipedia.org/wiki/Fermo_con_le_mani!
Marco Ramperti ne L'Illustrazione Italiana del 14 marzo 1937 " Non mancate a Fermo con le mani, dove riappare Erszi Paal e dove si rivela Totò. Pare a me che la ballerina di Budapest non manchi, oltre che di vaghezza e di estro, di fotogenia: ma, soprattutto, subisce l'attrazione di Totò nella magrezza fantomatica e nella snodatura marionettistica di certi suoi passi di danza, dove il pallore e l'automatismo concorrono, insieme con la bravura, a una specie di pauroso incantamento, di allucinazione irresistibile.."
http://it.wikipedia.org/wiki/Fermo_con_le_mani!
File off line ...
ResponderEliminarAcabo de revisarlos: están en linea.
ResponderEliminarGracias por todas estas maravillosas películas.
ResponderEliminarLa parte 2 está borrada, la puedes resubir, gracias.
Saludos
Acabo de revisar el segundo enlace y funciona
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