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lunes, 24 de octubre de 2011

Da zero a dieci - Luciano Ligabue (2002)


TITULO Da Zero a Dieci
AÑO 2002
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACION 99 min.
DIRECCION Luciano Ligabue
GUION Luciano Ligabue
FOTOGRAFIA Gherardo Gossi
MONTAJE Angelo Nicolini
ESCENOGRAFIA Leonardo Scarpa
VESTUARIO Marina Roberti
MUSICA Luciano Ligabue
REPARTO Massimo Bellinzoni, Elisabetta Cavallotti, Pierfrancesco Favino, Barbara Lerici, Stefano Pesce, Stefania Rivi, Fabrizia Sacchi, Stefano Venturi, Sergio Romano
GENERO Comedia

SINOPSIS Rivivere un weekend a Rimini come vent'anni prima, avere il coraggio di dare un voto alla propria vita e non dimenticare il passato. Libero, Giove, Baygon e Biccio partono per un weekend tutto loro da passare a Rimini in compagnia di quattro "vecchie" amiche...Lara, Caterina, Carmen e Betta sono lì, ad aspettarli per terminare la breve vacanza interrotta, troppo bruscamente, esattamente vent'anni prima. Sarà un'occasione per rivivere le emozioni,per scoprirsi e realizzare i sogni di un tempo... (http://www.film.it/)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
http://www64.zippyshare.com/v/61357885/file.html

Subtítulos (Español)

Recordando con rabia
Cuatro amigos de unos treinta y cinco años deciden reeditar, al cabo de dos décadas, un lejano fin de semana vivido en el verano de 1980. Apartan compromisos, familia y problemas para viajar de Correggio a Rímini, donde los esperan las chicas con quienes salían en aquel tiempo. Comienza así, para los hombres y mujeres en que se han convertido, un accidentado itinerario por la memoria que desembocará en imprevistos retornos de llama, atormentadas confesiones, peleas e intercambios de reproches. La aventura dejará como saldo un muerto, pero será para todos un paréntesis de reflexión y crecimiento.
Segunda obra del roquero Luciano Ligabue, Da zero a dieci se inspira en un esquema ya clásico: el "veinte años después" de un grupo de personas ya maduras, en busca de un sentimiento suspendido entre la nostalgia del pasado y el descontento del presente. Los modelos cinematográficos son numerosos: van de Four friends (1981, A. Penn) al clásico Reencuentro (1983, J. Kasdan); desde Fandango (1985, K. Reynolds) a Compagni di scuola (1988, C. Verdone). De esta última se recoge la idea de que cada protagonista haga un sintético balance de su vida, rematado en este caso por una nota de calificación. Llevada por un sentimiento probablemente sincero, la película no consigue levantar vuelo por el exceso de estereotipos. Para que no falte nada hay un gay y una lesbiana, uno que echa de menos la ideología, otro que lleva mucho tiempo enfermo y está harto de arrastrarse... y hasta se insinúa el recuerdo del atentado de Bolonia. Pero, sobre todo, no hay un patrón común de referencia: en la citada Reencuentro, el Movimiento había sido algo importante para muchas personas y les permitía identificarse. Aquí no hay más que la opaca crisis de unos ex gandules empecinados en no envejecer. Además, sobre la comezón de los treinta y cinco años hay varios antecedentes: en ámbito literario ya lo dijo todo Chejov con su Platonov; en el celuloide, Nanni Moretti puso una inolvidable escena de Palomita roja.
Los intérpretes están muy correctos y los aspectos técnicos también hacen una válida aportación. Dicho esto, esperamos que Ligabue -si así lo decide-
se lance a una tercera prueba como director: su mano para plasmar algunas escenas continúa siendo tan firme como en tiempos de Radiofreccia (1998) y es la de un cineasta sensible y vital.
Francesco Troiano
http://www.italica.rai.it/esp/principales/temas/cine/dazeroadieci.htm

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Da Zero a Dieci
di Luciano Ligabue
Ha esagerato. Purtroppo, dopo Radiofreccia, le aspettative erano alte. Invece ci si è tuffati in questo nuvolo di eccessi, di forzature, e soprattutto di spiegazioni che non lasciano allo spettatore la gioia di rincorrere da solo certe simbologie così decapitate. Dà fastidio questo continuo rincorrere le pagelle e i voti solo per tenere fede ad una riuscita trovata iniziale e soprattutto per celebrare, ovviamente, il motivo che è stato così centrale per Ligabue da assurgere a titolo del film: da zero a dieci è il voto dato dagli altri che incominciano a valutarci appena pronunciato il primo vagito. Questa è la prima ‘Verità’ predicata dal nostro regista che ha diretto e scritto il film prodotto dalla Fandango di Procacci. Un produttore che di certo deve avere insistito molto con Ligabue dopo il successo di pubblico e critica (e di David) riscosso con la sua prima opera cinematografica. Allora il Liga aveva detto che non si sarebbe mai più ributtato in un’esperienza simile: aveva avuto semplicemente una cosa da raccontare e lo aveva fatto, non sarebbe ricapitato. E invece... quest’estate grande movimento in riviera romagnola per le riprese della rock star di Correggio. Ed è sempre da qui, dalle sue origini, che si sviluppano le sue storie e i suoi personaggi, con i quali vuole mantenere un filo conduttore: il Freccia interpretato da Stefano Accorsi è il fratello del nostro protagonista, uno che ama il blues ma non ha sfondato e che, chissà perché?, è sposato ma non ha figli. E’ uno strano dilemma questo, ma la fine del film arriverà a risolverlo convincendolo, chissà perché?, della necessità di procreare. I quattro personaggi maschili. Uno è la nostra voce narrante, presumibile alter ego del nostro Luciano, saggio ma non troppo, è lui la prospettiva attraverso cui lo spettatore viene invitato a guardare il film. Poi c’è l’ultrasimpatico latin lover solo a parole e il coraggioso medico gay dichiarato e infine il più misterioso, l’ammalato condannato alla dialisi in attesa di un altro trapianto. E’ lui che impone su quella prospettiva di normalità di Giove, questo il soprannome scelto per il protagonista, l’eccesso della dimostrazione estrema. I giorni dell’amarcord a Rimini devono essere come tante feste di compleanno per i suoi amici, per fare tutto quello che non si è fatto nelle stesse circostanze, vent’anni prima. Con le donne che c’erano allora e che sono ritornate per loro, fuggiti all’improvviso e senza spiegazioni perché traumatizzati dalla morte, nella tragica strage della stazione di Bologna, dell’amico che stava per raggiungerli in vacanza. La compagnia è in bilico, tra i sensi di colpa che li spingono verso la depressione e la voglia di rivincita che li solleva fino all’eccitazione senza limiti. C’è chi sceglie la roulette russa per rimettere in sesto un equilibrio perduto. C’è chi invece ritorna a casa e decide di metter su famiglia. C’è chi sopravvive ai quarant’anni. C’è chi sceglie che è ora di mettersi i voti da solo.
Cinzia Bovio
http://www.centraldocinema.it/recensioni/15/15b/da_zero_a_dieci__di_luciano_liga.htm




"DA ZERO A DIECI": finalmente il film
Se ve lo chiedessero adesso, che voto dareste alla vostra vita, da zero a dieci? Nessuna sorpresa, tanto ogni giorno, da quando si nasce, in qualsiasi situazione ci si trovi c'è sempre qualcuno che ci valuta e soppesa le nostre azioni. E se non c'è nessuno a farlo, allora ci pensiamo noi. E' questa la premessa dell'ultimo film di Luciano Ligabue, "Da Zero a Dieci" appunto.
Quattro uomini che si avviano verso i quaranta un bel giorno decidono di fermare il tempo e tornare indietro di vent'anni, a quel fine settimana a Rimini lasciato improvvisamente a metà. A far loro compagnia, le quattro ragazze che avevano conosciuto in riviera, anzi tre, visto che una ha deciso di non venire,lasciando il posto alla fidanzata di una delle altre. Sì, perché il gruppo ?
animato da una ricca varietà di personaggi: oltre alla coppia lesbica, c'è il medico gay, l'inconcludente maniaco sessuale che millanta "dimensioni" da record, il dializzato vulcanico organizzatore di compleanni, un paio di sposati con prole e una nottambula divorziata e sopravvissuta al cancro.
Obiettivo di quest'operazione d'amarcord fare tutto quello che non hanno realizzato in quel lontano week-end. Ogni sogno, ambizione, rivelazione e stupidaggine deve essere tirata fuori, per non avere più rammarichi, nostalgie e rimpianti e per guardare rinnovati al futuro. Ma non tutto del passato può essere superato e dimenticato, almeno non per ognuno di loro. Soprattutto il motivo per cui nel 1980 dovettero interrompere il loro week-end...
Liga torna dietro la macchina da presa e lo fa sotto il segno del blues. Questa musica e la sua storia, i suoi ritmi lenti, le melodie struggenti, i colori scuri e cupi (di una Rimini vissuta di notte), la sua malinconia ed essenzialità danno forma al film. Che ha anche momenti gioiosi e giocosi, come la divertente parentesi musical di "Libera uscita", che con "Questa è la mia vita" rappresenta il contributo diretto del rocker emiliano alla pellicola, ma sono sprazzi. I personaggi, soprattutto quelli maschili, sono ragazzi costretti a crescere improvvisamente e drammaticamente, non appartengono alla generazione dei "Peter Pan". La vita li ha segnati, lasciando loro addosso ferite che ora si rimarginano ora si riaprono irreparabilmente.
"Da Zero a Dieci" si presenta come un film fatto d'episodi e piccole scene, un po' sfilacciato a causa di una storia-guida debole. E quel che accade non è sempre originale, certe scene sono già viste e prevedibili. Il montaggio è discontinuo e ricorre misteriosamente a soluzioni differenti per marcare passaggi temporali o sottolineare alcuni dettagli. La sceneggiatura rivela chiaramente la paternità di Ligabue, di quell'acuto sguardo capace di afferrare la verità della sua provincia e dell'abilità di esprimerla con un gesto o una parola. Fatti interpretare ad un gruppo d'attori
quasi mai visti, che fanno una buona prova corale senza che alcuno, come invece aveva fatto l'Accorsi di "Radiofreccia", si faccia notare più degli altri.

Le tappe verso "Da Zero a Dieci"
Aveva detto basta. Dopo il primo e fortunatissimo film e un grande album seguito da un'altrettanto trionfale tournee, Luciano Ligabue aveva deciso di prendersi un po' di meritato riposo. Si era parlato addirittura di due anni, per ricaricare le batterie e tornare più grintoso e carico che mai. Ma, si sa, all'ispirazione non si comanda ed ecco che il rocker si vede piombare letteralmente addosso una nuova storia: "proprio quando non ci pensavo, né tanto meno la stavo cercando, è arrivata".
Per quel poco che è stato reso noto è il racconto di quattro uomini e altrettante donne tra i 35 e i 40 anni che, a distanza di vent'anni dal primo incontro, si ritrovano a Rimini per portare a termine un fine settimana interrotto.
Appena avuta l'idea, Ligabue si mette in contatto con il suo produttore, quel Domenico Procacci che aveva avuto la vista lunga, quando era riuscito a convincere il Liga a dirigere la sua prima pellicola. "Radiofreccia" non solo fece ottimi incassi, ma valse al regista numerosi e prestigiosi premi, come il David di Donatello o il Nastro d'Argento come miglior esordiente.
Fin dal primo incontro il lavoro è continuato velocemente, quasi con frenesia, attraverso le stesura della sceneggiatura (definita da Procacci "sincera, onesta, fatta di pancia") fino alle dieci settimane di riprese. Tra giugno e agosto Ligabue si è trasferito da Correggio, suo paese natale e ambientazione del primo film, a Rimini e Riccione, dove ha via via dato vita e spessore ai nuovi personaggi, sotto l'occhio curioso di Internet.
E' stato infatti lo stesso cantante a volere fortemente che un sito che raccontasse giorno per giorno l'evoluzione del film e che fosse arricchito quotidianamente di fotografie, curiosità e di pagine del diario di lavorazione. Adesso, ancora la rete diventa protagonista dell'informazione sul film: Ligabue e il suo staff hanno scelto Italia OnLine per presentare in anteprima assoluta il trailer di "Dazeroadieci" e un video del backstage.
Buona visione! 

La storia e i personaggi
Dopo tanto cinema dei trentenni per i trentenni, nel quale peraltro Domenico Procacci è maestro, avendo prodotto "L'Ultimo Bacio" di Muccino, il nuovo film di Ligabue apre un nuovo capitolo generazionale. Sarà la curiosità, saranno i suoi "splendidi quarant'anni", ma i protagonisti
marciano tutti verso gli "anta".
Quattro uomini a Rimini ritrovano quattro coetanee conosciute vent'anni prima. In realtà, si tratta di un vero e proprio incontro tra sconosciuti, visto che gli otto si erano frequentati solo per pochi giorni e i vent'anni successivi li hanno profondamente cambiati.
Nessuna voglia di bilanci, però, né di capire come sono ora, di elencare le delusioni. L'unica cosa che conta è terminare un fine settimana lasciato a metà e arrivare a "guardare in faccia" il vero motivo per cui quel week-end fu interrotto.
Questa sospensione del tempo rappresenta per loro il ritorno ad un'età più aperta, libera e spensierata, la possibilità di ritrovare una "intensità" maggiore e l'occasione per farsi notare da tutta la riviera. Per vedere come va a finire, vivendo intensamente e al limite, gioiosamente e "fisicamente" quei giorni cruciali.
Accanto ai personaggi in carne e ossa, i luoghi si fanno protagonisti attivi della vicenda. Rimini e Riccione, città simbolo del divertimento, della follia collettiva estiva, della frenetica corsa verso lo sballo e l'intrattenimento, assurgono ad un ruolo chiave per questa compagnia di "quasi quarantenni ringiovaniti". 

I protagonisti
La scelta degli attori che avrebbero dato un corpo, un volto e una voce ai protagonisti del film è stata lunga e laboriosa. Ligabue, infatti, non voleva ricorrere alla squadra di "Radiofreccia": la storia è troppo diversa, le età distanti, le corde da toccare differenti da quelle. Senza contare che nel frattempo Stefano Accorsi è diventato l'attore più ricercato dal cinema italiano.
Dopo prolungati e faticosi casting è venuto fuori un gruppo di attori promettenti, anche se poco famosi. L'unico nome che abbia raggiunto una certa notorietà è quello di Elisabetta Cavallotti, già visto nel ruolo della scandalosa e coraggiosa pornostar di "Guardami" di Davide Ferrario, recentemente impegnata sul set dello sperimentale "Hotel" di Mike Figgis. Le altre ragazze
sono Fabrizia Sacchi, vista in "Preferisco il rumore del mare" di Mimmo Calopresti e "Tandem" di Lucio Pellegrini; Barbara Lerici, che ha spesso recitato a teatro per la regia di Carmelo Bene e al cinema con Dario Argento e Guido Chiesa ("Il partigiano Johnny"); la laureanda in Lettere Stefania Rivi ("A domani" di Gianni Zanasi).
I ragazzi sono Massimo Bellinzoni, già diretto da Pupi Avati e Lina Wertmuller; Pierfrancesco Favino, il Marco de "L'Ultimo Bacio"; Stefano Pesce, visto recitare in "Facciamo paradiso" di Monicelli e "Almoust Blue" di Alex Infascelli; Stefano Venturi, anche lui nel cast dell'ultimo film di Mimmo Calopresti.
Il film uscito nelle sale cinrmatografiche l'8 febbraio e in contemporanea non è stata pubblicata la colonna sonora, ma solo un cd singolo del brano "Questa è la mia vita", che ha accompagnato i titoli di coda.
http://www.lucianoligabuefanclub.com/dazeroadiecifilm.htm

4 comentarios:

  1. Los links ya no sirven, lástima.

    Igual se agradece el trabajo hecho. Ligabue es un grupo bastante bueno, no sabía que su cantante hacía cine

    Saludos y suerte

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  2. Amarcord, per favore, ¿puedes resubir esta?
    Grazie!

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