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miércoles, 12 de octubre de 2011

Il Ritorno Di Cagliostro - Daniele Ciprì e Franco Maresco (2003)


TITULO Il Ritorno Di Cagliostro
AÑO 2003
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 103 min.
DIRECCION Daniele Ciprì e Franco Maresco
ARGUMENTO Daniele Ciprì, Franco Maresco, Lillo Iacolino
GUION Daniele Ciprì e Franco Maresco
MONTAJE Fabio Nunziata
FOTOGRAFIA Daniele Ciprì
SONIDO Luca Bertolin, Michele Tarantola (presa diretta), Silvia Moraes (montaggio)
MUSICA Salvatore Bonafede
PRODUCCION Giuseppe Bisso per Cinico Cinema, Rai Cinema, Istituto Luce con la partecipazione di Tele+
REPARTO Luigi Maria Burruano, Franco Scaldati, Robert Englund, Pietro Giordano, Mauro Spitaleri, Franco Vito Gaiezza, Gino Carista, Margareth Woodhouse, Tatti Sanguineti, Gregorio Napoli, Maurizio Laudicina, Davide Marotta, Giacomo Civiletti, Pietro Restivo, Giuseppe Pepe, Toni Bruno, Carlo Giordano, Fortunato Cirrincione, Antonietta Scalisi Bonetti.

SINOPSIS Ritrovare le pizze di un antico film, e di lì riscoprire un mondo. È così che con il rinvenimento della pellicola di un film che si credeva perduto – appunto «Il ritorno di Cagliostro» – si scopre la storia della leggendaria Trinacria Film fondata dai fratelli La Marca e dell’opera interpretata dal divo, ormai in decadenza, Errol Douglas. Tra i commenti di critici reali, come Tatti Sanguineti che si presta al gioco della finta ricostruzione storica, ecco che lo spettatore si immerge nei flashback di quella disastrosa produzione, segnata dalle angherie del cardinale Sucato, e di un’epoca del cinema ormai scomparsa. Fino a quando un nano interviene a raccontare la vera storia della produzione, svelando la presenza della mafia, e dando a quest’ultima opera dei registi un’architettura inconfondibile e moderna.(http://www.milanofilmfestival.it/)


Un mockumentary sulla peggior casa di produzione siciliana degli anni ’40 dalla nascita fino alla realizzazione del film che ne determinerà la morte definitiva.
Una disincantata ed amara commedia di Ciprì e Maresco sulla morte dei sogni. Si ride, e si ride tanto, forti di una comicità alla Jared Hess fatta di espressioni, corpi e tic più che di battute, con un gusto per il grottesco tutto particolare e con la loro decennale mania per i nani!!! (qui assolutamente non in veste comica).
Il film funziona, l’effetto comico e spiazzante c’è, la storia è interessante e l’interpretazione di quei due attori a cui si chiede di recitare c’è. Ovviamente è magnifico vedere Englund nella parte dell’attore americano. Il film funziona fino a metà, quando arriva il nano appunto, deus ex machina, che più mettere a posto i destini degli uomini li spiega, dando al fatto una luce completamente nuova, ma ammazzando definitivamente il ritmo del film.
Rimane comunque l’idea magnifica di un film (l’ultimo realizzato dalla casa di produzione) che in un modo o nell’altro porta alla rovina chiunque ne abbia preso parte, e rimane il senso di fine che sovrasta tutti. Bello, con un finale diverso sarebbe stato magnifico.
http://it.paperblog.com/il-ritorno-di-cagliostro-daniele-cipri-franco-maresco-2003-470287/



E' il 2003 e la storia cinematografica del nostro paese cambia per sempre. Vengono ritrovate per caso in Sicilia alcune pellicole della scalcagnata Trinacria Cinematografica, casa di produzione messa in piedi dai fratelli La Marca (scultori) e attiva negli anni '50. Critici e storici si mobilitano per rivalutare il lavoro e l'importanza di una realtà come quella della Trinacria Cinematografica, arrivando a ricostruire i fallimenti, il coraggio e l'imbecillità dei Fratelli La Marca, caratteristiche confluite nel disastroso progetto su Cagliostro, tassello fondamentale per costruire la Hollywood di Sicilia che tanto desideravano. Coinvolto nel progetto un redivivo Errol Douglas, divo alcolizzato sul viale del tramonto, e Pino Grisanti, regista fallito, i due fratelli faranno di tutto per realizzare il loro sogno.
Tutte minchiate, sia ben chiaro. Questo non è mai successo o, perlomeno, non è successo nella vita vera. E' accaduto invece ne "Il ritorno di Cagliostro" lungometraggio in salsa mockumentary della premiata ditta siciliana Ciprì e Maresco che, con questo film, realizzano il loro "8 1/2". In bilico tra Orson Welles e Ed Wood, tra Pasolini e la Cinico TV che ce li ha fatti conoscere, Ciprì e Maresco costruiscono un film irriverente sul mondo del cinema e sui sogni infranti dei perdenti che vi vogliono lavorare. Ma se Ed Wood si fece finanziare il suo "Glen or Glenda" dalla chiesa mormone, i fratelli La Marca si rivolgono naturalmente alla chiesa cattolica, che gli commissiona alcuni film a tema religioso, come ad esempio quello su Santa Rosalia, la patrona di Palermo: il tutto è un pretesto naturalmente per prendere in giro l'istituzione religiosa, dipinta dai due registi in modo altrettanto grottesco e depravato da quello usato per descrivere la loro umanità dispersa e disperata. I religiosi non sono quindi diversi dagli altri uomini nella terra  desolata di Ciprì e Maresco: i loro preti sono corrotti nello spirito ancor prima che nelle tasche, dicono parolacce, sono inetti, ritardati e ballano abbracciati sulle note di musiche jazz.
Insomma, la magia del cinema in Sicilia non può esistere. Tra religione, mafia e un provincialismo genetico, la Sicilia rimarrà senza il suo cinema, senza i suoi sogni e senza le sue speranze. Un anti "Nuovo Cinema Paradiso", questo lavoro di Ciprì e Maresco, molto più crudo e reale e - perché no - anche più poetico della semplicistica poesia tornatoriana.
http://www.pellicolascaduta.it/wordpress/?p=2143

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