TITULO
Tre donne: La Sciantosa
AÑO
AÑO
1971
IDIOMA
IDIOMA
Italiano
SUBTITULOS
SUBTITULOS
No
DURACION
DURACION
92 min.
DIRECTOR
DIRECTOR
Alfredo Giannetti
GUION
GUION
Alfredo Giannetti
REPARTO
REPARTO
Anna Magnani, Massimo Ranieri, Rosita Pisano, Nico Pepe, Mario Molli, Renato Romano, Giuseppe Mangione, Carlo Dori, Francesco D'Amato, Benito Artesi, Nino Drago, Vittorio Fanfoni, Ennio Perez, Gianfranco Barra
FOTOGRAFIA
FOTOGRAFIA
Leonida Barboni
MONTAJE
MONTAJE
Renato Cinquini
MUSICA
MUSICA
Ennio Morricone
PRODUCCION
PRODUCCION
GIOVANNI BERTOLUCCI PER EXPLORER FILM 151/2, SILVIA D'AMICO BENDICO' PER GARDEN CINEMATOGRAFICA, RAI TV
GENERO
GENERO
Drama
Sinópsis
Durante la seconda guerra mondiale, Flora Bertuccelli è una matura cantante del café-chantant. Quando le viene proposto di esibirsi davanti ai soldati impegnati al fronte, Flora la considera una valida opportunità per dare una svolta alla sua carriera e vi si getta con entusiasmo. Al suo arrivo, viene accolta da Tonino Apicella, un giovane soldato che da civile era un musicista e che è stato scelto, insieme ad altri, per accompagnarla nelle sue esibizioni. Quando sale sul palcoscenico, però, Flora si trova davanti a soldati mutilati, feriti e stanchi e, commossa, rifiuta di intonare la marcia militare e inizia a cantare "'O surdato 'nnammurato". Lo spettacolo viene interrotto da un bombardamento nemico e Flora e Tonino corrono a mettersi in salvo. La mattina successiva, la coppia sale sull'automobile del comandante, ma sopraggiunge un nuovo bombardamento e Flora d'istinto fa scudo con il suo corpo a quello di Tonino...
TRE DONNE: "LA SCIANTOSA" Film Tv (1971)
Recensione di: Elisa Pratolongo
Il film “ La Sciantosa” fa parte del ciclo “ Tre Donne” di Alfredo Giannetti, realizzato per la televisione all’inizio degli anni ’70 e comprendente anche “ l’Automobile” e “ 1943: un incontro”.
Anna Magnani durante gli anni ’60, dopo “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini era rimasta inattiva per diverso tempo, almeno dal punto di vista cinematografico, interpretando solamente una manciata di film, pellicole comunque minori rispetto alle precedenti, mentre a teatro commosse nuovamente il pubblico con “ la Lupa” nel 1965 e “ Medea” nel 1966.
Non mancavano le offerte, come lei stessa dichiarò, ma erano proposte inaccettabili che saggiamente preferì rifiutare.
Inesorabilmente la grande stagione neorealista si era conclusa ed il cinema stava lentamente cambiando, stava iniziando quella fase di alterna crisi che sarebbe giunta fino ai giorni nostri.
Inesorabilmente la grande stagione neorealista si era conclusa ed il cinema stava lentamente cambiando, stava iniziando quella fase di alterna crisi che sarebbe giunta fino ai giorni nostri.
Intorno al 1968 la Magnani iniziò la collaborazione con Giannetti , col quale girò anche “ Correva l’anno di grazia 1870”, ed entrò così nel mondo della televisione: realtà che lei, così come la maggior parte dei grandi attori, aveva cercato più volte di evitare.
Le tre donne di Giannetti sono piuttosto emblematiche in quanto ripercorrono gran parte della sua carriera, riproponendo alcuni indimenticabili personaggi e rivisitando diversi momenti che la resero celebre.
“La sciantosa”, uscito nel 1971, riporta sullo schermo una figura che Anna interpretò più volte all’inizio del suo iter artistico , rappresenta un po’ gli esordi di questa grande attrice che, formatasi a teatro, approdònel mondo del cinema in un periodo a lei non troppo congeniale; a quell’epoca spopolava il cinema dei “ telefoni bianchi”, film leggeri dalle storie sempre uguali e poco realistiche, ruoli che non potevano calzare appieno a lei che era già proiettata verso un cinema nuovo, verso quel neorealismo del quale fu protagonista assoluta.
Il film si svolge all’epoca della prima guerra mondiale; Flora Bertuccioli è una cantante del “cafè chantant” che dopo anni di successi ora si ritrova a fine carriera e per lo più verte in uno stato di indigenza. Consapevole del suo brillante passato, certa di poter ancora dare qualcosa, è inconsciamente incapace di accettare la sua condizione. Abbandonata dal mondo dello spettacolo, non ha nemmeno più i soldi per pagare l’affitto dell’appartamento di Torino in cui vive con la cameriera Cristina.
E’ la diva che non sa rassegnarsi, è presuntuosa, capricciosa, passa la sua giornata a letto a rimuginare sfogliando un album rilegato in pelle che vorrebbe buttar via. E’ una raccolta di vecchie fotografie in bianco e nero che la ritrae da giovane, un album nel quale scorgiamo tre fotografie di Anna Magnani, tra le quali quella in cui interpreta proprio una sciantosa nel film Cavalleria del 1936, un album che ci apre un suggestiva e forse anche un po’ nostalgica digressione del suo passato artistico.
Nemmeno la proposta del Commendator Saporetti, suo vecchio amico, la potrà rinfrancare anzi sarà per lei inaccettabile, dovendo impersonare una vecchia madre con l’unica prospettiva di poter cantare solamente la chiusura degli atti.
Finchè una mattina viene mandata a chiamare dal comando dei Carabinieri, Flora è perplessa, pensa sia una citazione in vista di un possibile sfratto e cerca di escogitare un modo per non andarci. Convinta a presentarsi apprende che quella convocazione è in realtà un invito a cantare per i soldati al fronte.
Ancora incredula, ritorna a casa ed inizia a provare assieme ad un insegnante che le propone un nuovo genere di repertorio più adatto al tempo che ovviamente non è di suo gradimento e al quale lei si oppone interpretando il suo cavallo di battaglia “ Le rose rosse no”.
Flora ritorna così in possesso della sua vita, ignara di quello che troverà al fronte, parte, accompagnata dalla domestica Cristina, su un treno carico di soldati.
E’ la diva che non sa rassegnarsi, è presuntuosa, capricciosa, passa la sua giornata a letto a rimuginare sfogliando un album rilegato in pelle che vorrebbe buttar via. E’ una raccolta di vecchie fotografie in bianco e nero che la ritrae da giovane, un album nel quale scorgiamo tre fotografie di Anna Magnani, tra le quali quella in cui interpreta proprio una sciantosa nel film Cavalleria del 1936, un album che ci apre un suggestiva e forse anche un po’ nostalgica digressione del suo passato artistico.
Nemmeno la proposta del Commendator Saporetti, suo vecchio amico, la potrà rinfrancare anzi sarà per lei inaccettabile, dovendo impersonare una vecchia madre con l’unica prospettiva di poter cantare solamente la chiusura degli atti.
Finchè una mattina viene mandata a chiamare dal comando dei Carabinieri, Flora è perplessa, pensa sia una citazione in vista di un possibile sfratto e cerca di escogitare un modo per non andarci. Convinta a presentarsi apprende che quella convocazione è in realtà un invito a cantare per i soldati al fronte.
Ancora incredula, ritorna a casa ed inizia a provare assieme ad un insegnante che le propone un nuovo genere di repertorio più adatto al tempo che ovviamente non è di suo gradimento e al quale lei si oppone interpretando il suo cavallo di battaglia “ Le rose rosse no”.
Flora ritorna così in possesso della sua vita, ignara di quello che troverà al fronte, parte, accompagnata dalla domestica Cristina, su un treno carico di soldati.
Siamo nei pressi di Caporetto alla vigilia di quella storica “debacle” che vide l’esercito italiano soccombere sotto gli attacchi delle truppe austro- ungariche e tedesche. Sul posto, ad attendere la famosa canzonettista c’è un soldato, Tonino Apicella, interpretato da un ventenne Massimo Ranieri, che si affeziona subito alla donna; tra loro nascerà un bel rapporto di amicizia e di stima. Condotte all’accampamento le due donne cercano di convivere con la situazione precaria che si presentaloro, una situazione molto diversa di quella lasciata a Torino.
Arrivato il giorno dello spettacolo, Tonino, che è a capo della piccola banda del battaglione, concorda con Flora il brano da cantare. La diva si rende subito conto che davanti a lei c’è un gruppetto di giovani poco avvezzi alle esibizioni e ad un repertorio classico. Tonino le fa ascoltare una nuova canzone “ O surdato nammurato” che ovviamente Flora rifiuta definendolo brano da Avanspettacolo e propendendo per un repertorio a lei più congeniale, ma pressocchè sconosciuto ai soldati. Ma quando Flora sale sul palco si rende conto che davanti a lei non c’è il pubblico che si aspettava, c’è solo un gruppo di soldati, molti dei quali feriti, mutilati che, con gli occhi pieni di tristezza cercano in Flora e nel suo spettacolo un po’ di pace, un momento di evasione che permetta loro di allontanarsi per un breve istante dalla dura realtà della guerra. La donna rimane pietrificata da tanto orrore e quando Tonino attacca con il pezzo stabilito, la marcia militare, Flora non riesce a pronunciare nemmeno una parola. Si toglie a quel punto la corona che si era messa sul capo ed il tricolore che aveva indossato sopra il vestito. E’ questo l’istante in cui comprende la tragica realtà in cui si trova, molto più tragica di quelle sue delusioni, di quella sua scontentezza, di quei suoi problemi quotidiani, davanti a lei si dispiega tutta la crudeltà della guerra.
E quando Tonino si avvicina per suggerirle le parole, pensando ad una dimenticanza, lei semplicemente senza distogliere lo sguardo da quei giovani gli dice: “ Tonino la tua canzone”, “O sudato nammurato”, la canzone del soldato che partito per la guerra ha dovuto lasciare la sua amata. La canta di fronte a quel pubblico vero e sincero per il quale lei quella sera rappresentava tutto, ed il pianto le spezza le parole dell’ultima strofa. E’ il momento più alto del film, un momento assoluto.
E quando Tonino si avvicina per suggerirle le parole, pensando ad una dimenticanza, lei semplicemente senza distogliere lo sguardo da quei giovani gli dice: “ Tonino la tua canzone”, “O sudato nammurato”, la canzone del soldato che partito per la guerra ha dovuto lasciare la sua amata. La canta di fronte a quel pubblico vero e sincero per il quale lei quella sera rappresentava tutto, ed il pianto le spezza le parole dell’ultima strofa. E’ il momento più alto del film, un momento assoluto.
Ma di lì a poco lo spettacolo viene interrotto da un rumore sordo, sono gli aerei nemici che iniziano un serrato bombardamento, il terrore ricomincia a leggersi sui visi degli uomini, Flora e Cristina vengono fatte uscire, ma Cristina muore sotto i colpi nemici.
Flora, atterrita viene condotta da Tonino nell’ospedale da campo dove l’orrore non ha fine, un giovane morente cerca la rassicurante mano di Suor Elisa, una delle tante suore che prestavano servizio come infermiere durante la guerra, gli si avvicina Flora porgendogli le sue e con la morte nel cuore assiste alla fine del giovane. Ora, smesse le vesti della canzonettista, a tu per tu con la precarietà della vita umana, Flora ritrova in sé quell’umanità che il suo cuore, indurito dal tempo e dalle delusioni, aveva smarrito.
Alle prime luci dell’alba Tonino, trovata un po’ di benzina, cerca di condurla con la macchina del Maggiore al sicuro; ma durante la fuga, la mattina successiva a quell’orrenda notte, quando ormai tutto sembrava finito, inaspettatamente un aereo spara sull’auto, Flora salva Tonino facendogli scudo col proprio corpo.
“La Sciantosa” è il primo film del ciclo “ Tre Donne”, venne trasmesso la sera del 26 settembre 1971 e riscosse un grande successo. La stessa Magnani rimase molto soddisfatta come affermò in un’ intervista rilasciata nello stesso anno dopo la messa in onda del film.
“La Sciantosa” ripropone al pubblico un personaggio tipico della prima Magnani sia quella del teatro di rivista che quella cinematografica, ricordiamo in tal senso Fanny di “Cavalleria” , Vanda de “ La Fuggitiva”, Mary de“ L’ultima carrozzella” ma soprattutto Loletta Prima di “Teresa Venerdì”, film del 1941 di Vittorio De Sica, in cui la Magnani interpreta una diva altezzosa, riluttante alle prove lei già primadonna, alla quale Flora de “La Sciantosa” forse maggiormente rimanda.
Un percorso a ritroso di Giannetti che, attraverso questo film, così come con i due successivi, vorrà celebrare e riproporre al nuovo pubblico, ma anche al vecchio che l’aveva conosciuta già trent’anni prima, un’attrice che, messa inspiegabilmente da parte dall’industria cinematografica, aveva ancora tante emozioni da regalarci.
http://www.annamagnanisito.com/tre-donne-la-sciantosa-1971.html
http://www.annamagnanisito.com/tre-donne-la-sciantosa-1971.html
En 1971 el director Alfredo Giannetti realizó cuatro filmes para televisión protagonizados por la gran Anna Magnani bajo el título genérico: “Tre donne”. Los mismos reflejaban, en clave de tragedia, diferentes épocas de la historia italiana desde finales del siglo XIX hasta la segunda mitad del XX, utilizando como hilo conductor la fuerza y valentía de una mujer enfrentada a una sociedad hostil y endémica. Al final una de dichas historias era estrenada en salas comerciales: “Correva l´anno di grazia 1870” siendo publicado el score por el sello italiano CAM, junto a “El bandido de los ojos azules”.
Ennio Morricone se cuida a lo largo de la extensa edición en dos CDs que ofrece la casa Digitmovies de ofrecer un paisaje dominado por la tragedia, por sinuosos cortes melancólicos y tristes que se alternan con piezas deudoras del tiempo donde se sitúa la acción de estas historias de amor y muerte. Como pieza unificadora, el tema compuesto para la primera entrega de la serie, “Canzone senza parole”, ejerce de tema central tomando siempre un cariz trágico-romántico de bello clasicismo. Durante el segmento “1943: Un incontro” obtendrá una variación funesta con empleo de órgano (“Solitudine”), para mas adelante ser expuesta con idénticos propósitos en “Correva l´anno di grazia 1870” y con acentuado dramatismo y tristeza durante la lucha que contra si misma realiza la Magnani en “L´automobile” (“Una donna sola”, “Fine del viaggio”).
El primer filme, “1943: Un incontro” se centra, en plena Segunda Guerra Mundial, en la historia de una viuda que da protección a un partisano del que acaba enamorada y que en su huida es arrestado y deportado por los alemanes. Junto al tema central comentado, expuesto en “Canzone senza parole” y “Solitudine”, Morricone urde un universo romántico dominado por el tenso dramatismo con aires disonantes de “Attesa inquieta” junto a un acercamiento populista con una melodía para cuerda y guitarra de cierto aire bufo, en especial por el empleo de un sintetizador que genera un efecto posteriormente usado en su spaghetti “Giu la testa”, y que en sucesivas variaciones acaba por entregar a la tuba (“Maschere”). Un trabajo clásico y sencillo que apuesta por la tragedia.
Con el episodio “La Sciantosa” Morricone se deja atrapar por los aires marciales que mezcla junto a melodías elegantes y de cierto hálito romántico. La Primera Guerra Mundial sirve de escenario a una olvidada diva que acepta la propuesta de ir al frente a cantar a los soldados. Allí conocerá a un joven napolitano al que salvará la vida. Lo militar queda asociado a su melodía central (“Tramonto sul campo”) un corte de delicada brisa trágica que se sustenta en la trompeta y los coros. Junto al mismo, la tensión de las trincheras aflora en “Al fronte” con sus aires disonantes a la cuerda y empleo percusivo monótono. Una melodía elegante, conectada al recuerdo de tiempos mejores en la carrera de la cantante, aparece en el corte “Allegria”, un vals romántico de estilo belle-epoque. Una partitura presentada en solo cuatro cortes de impronta melancólica y de apoyo drescriptivo.
La acción se traslada a la Roma de 1870 en el segmento “Correva l´anno di grazia 1870”. Una mujer de coraje rescata a su marido, prisionero por su condición de liberal. Una vez logrado su objetivo, la mujer sufre la muerte del mismo en sus brazos. Con un mayor glosario de estilos, Morricone recorre el romanticismo de corte épico tan asociado a su estilo con altas dosis de dramatismo en el bellísimo “Muratori e Carbonari”, la inocencia y la infancia a través de un dulce y etéreo tema con “Come un sogno”, delicados y luminosos pasajes de honda raíz mediterránea en “Roma antica” y en la hermosa “Passeggiata sulla via del mare” o el estilo patriótico conectado al Resurgimiento romano de finales del XIX con la espléndida “Sulla via del Campidoglio”. Quizás el episodio, musicalmente hablando, mas interesante de los cuatro.
Justo lo contrario que “L´automobile” excesivamente deudor de los ritmos setenteros que acompañan la historia de una ex-prostituta que decide comprarse un coche para celebrar una nueva vida llena de esperanza e independencia. Un accidente automovilístico la enfrentará a la dura realidad. A pesar del interesante “Correndo in automobile”, alegre y vivaz en sus arreglos pop sobre romántica cuerda, varios cortes inciden en una temática moderna dominada por el pop-rock (“Quattro route per essere libera”, “La festa di Sabato”) o la psicodelia (“Fuggire lontano”) ocultando la raíz dramática de la historia, raíz que se vislumbra tímidamente en el particular homenaje de Morricone a la Magnani con “Per Anna”.
Miguel Ángel Ordóñez
http://www.scoremagacine.com/Resenas_det.php?Codigo=309&letra=
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Potresti aggiornare i link? Questi non sono più attivi.
ResponderEliminarGrazie mille