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lunes, 10 de octubre de 2011

Johnny Stecchino - Roberto Benigni (1991)


TÍTULO Johnny Stecchino
AÑO 1991
IDIOMA Italiano 
SUBTITULOS Si (Separados)
DURACIÓN 110 min.  
DIRECTOR Roberto Benigni
GUIÓN Roberto Benigni & Vicenzo Cerami
MÚSICA Evan Lurie
FOTOGRAFÍA Giuseppe Lanci
REPARTO Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Paolo Bonacelli, Franco Volpi, Ivano Marescotti, Turi Scalia, Loredana Romito
PRODUCTORA C. G. Group Tiger Cinematografica / Penta Film
GÉNERO Comedia

SINOPSIS Dante es feliz conduciendo el autobús escolar de niños con discapacidad mental, pero no puede evitar pensar que le falta algo en su vida amorosa. Un día casi es atropellado por un coche, y conoce a María. Parece que está encantada con él, incluso le invita a su preciosa villa, en Palermo. Dante no podría estar más contento, pero lo que no sabe es que todo es parte de una trama. Es casi igual al marido de María, un gángster, a quien le iría muy bien fingir su muerte. (FILMAFFINITY)


Parliamo di un film davvero divertente, interpretato, scritto e diretto da uno degli artisti a mio parere più validi del panorama italiano: il grandissimo Roberto Benigni.
La pellicola di cui parlerò riscosse un grande successo per le numerose scene esilaranti ed una trama basata sul classico scambio di persona.
Informazioni: Un film di Roberto Benigni. Italia 1991. Durata 115 minuti. Genere: commedia. Cast: Roberto Benigni (Dante/Johnny Stecchino), Nicoletta Braschi (Maria), Paolo Bonacelli (Avvocato D’Agata), Ivano Marescotti (Dottor Randazzo), Alessandro De Santis (Lillo), Ignazio Pappalardo (Cozzamara).
Dante è un timido ed impacciato conducente di bus toscano: ogni giorno, accompagna una serie di ragazzi down a scuola e spesso e volentieri si diverte con il giovane amico Lillo in giro per la città.
Inoltre, ha una vicenda in sospeso con il Dottor Randazzo: Dante infatti finge davanti all’ispettore di aver riportato un problema permanente alla mano destra a seguito di un piccolo incidente d’auto, cercando così di assicurarsi il pagamento dei danni.
Un giorno l’uomo incontra casualmente Maria, donna misteriosa e bizzarra e se ne innamora perdutamente: per questa ragione, acconsente a seguirla in Sicilia.
Dante non sa che in realtà Maria è la moglie del temibile malavitoso Johnny Stecchino, braccato dalle famiglie più pericolose della regione a causa del suo pentimento.
Maria nota da subito la perfetta somiglianza tra Dante e suo marito e decide di sostituirlo in modo da imbrogliare tutti coloro che vogliono morto il pentito.
Con l’aiuto dell’Avvocato D’Agata Maria riesce quindi a far notare a tutti il fatto che Johnny Stecchino sia tornato libero, suscitando le ire dei picciotti della famiglia Cozzamara.
Dopo una serie di equivoci esilaranti e di incontri davvero divertenti, Dante rischierà di morire al posto del malavitoso pentito: un piccolo escamotage finale gli salverà la vita.
La storia con Maria non continuerà e le strade dei due protagonisti si divideranno.
Il film è semplicemente straordinario.
Seppure basato su delle vicende surreali, la dolcezza del protagonista, abbinata alla durezza del suo sosia, rendono la commedia irresistibile.
Gli attori sono tutti ottimi: il grande, immenso Benigni scatena tutta la sua verve comica; Nicoletta Braschi perfetta nei panni di una donna decisa e caparbia; gli altri protagonisti, perfettamente in linea con la storia.
Non potrete resistere alle gag messe in scena da Benigni che, con la sua mimica unica e con la parlata in bilico tra il comico e l’ingenuo riesce a riempire lo schermo in qualunque sequenza.
Il ritmo è abbastanza veloce e mai noioso; costumi e scenografie estremamente gradevoli.
Altamente consigliato per tutti.
Assolutamente da vedere.
http://cinemaeventi.wordpress.com/2011/03/24/johnny-stecchino/



Roberto Benigni e la satira sociale (Johnny Stecchino - Il Mostro)

Roberto Benigni, comico toscano popolarissimo a livello mondiale e attore e regista di grande successo, nasce a Manciano di Misericordia, paesino in provincia d’Arezzo, il 27 ottobre 1952.
Ottiene già una certa notorietà nel mondo dello spettacolo verso la metà degli anni ‘70, recitando divertenti e trasgressivi monologhi in teatro e partecipando a trasmissioni televisive (di mamma RAI oltretutto, dove nasce anche il rapporto di amicizia e collaborazione con Renzo Arbore, e arrivando a condurre il festival di San Remo nel 1980).
Nel 1977 avviene il suo esordio come attore cinematografico nel film Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci, fratello del più noto Bernardo.
Da questo momento in poi la sua carriera è sfolgorante e tutta in discesa.
Recita nel tempo in lungometraggi di famosi registi italiani e non tra cui: Marco Ferreri, Blake Edwards, Federico Fellini e Jim Jarmusch, diventa nome da blockbuster in Italia nelle rispettive stagioni d’uscita e vince numerosi premi tra cui un Oscar e il Gran Premio della Giuria al 51° Festival di Cannes.
In questo articolo analizzerò due opere legate a temi molto attuali nell’Italia degli anni ‘90: Johnny Stecchino e Il mostro, nate dalla collaborazione del regista e attore toscano con lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami.
In questi due lungometraggi Benigni conserva tutte le peculiarità che l’hanno caratterizzato fin dall’inizio della sua carriera come: la mordacità, un aspetto di dura critica sociale, una fisicità impressionante e la recitazione sempre al di sopra delle righe ma con una consapevolezza nuova che lo porta ad orchestrare film di genere costruiti su solide basi tecniche e registiche.
Johnnny Stecchino, grande successo del 1991, infatti è una pellicola che mette il protagonista all’interno di gag che rimandano a Totò, ai fratelli Marx e alle commedie americane come A qualcuno piace caldo.
Il titolo del film si deve ad una mania del coprotagonista di questa felice commedia degli equivoci.
Con Il Mostro, lungometraggio del 1994, Benigni conferma un successo di pubblico che lo porta a sfiorare i quaranta miliardi di incasso nel circuito delle sale italiane.
Bella e originale commedia, la cui trama come quella di Johnny Stecchino si basa su uno scambio di personaggi e ne rappresenta i curiosi equivoci e le fantastiche gag che ne sorgono, narra le avventure di un normale cittadino, Loris, accusato di delitti mai commessi.
Film molto semplice, proprio per questo colpisce ancora di più e fa riflettere lo spettatore.
Johnny Stecchino, film prodotto nel 1991 da Mario e Vittorio Cecchi Gori e diretto e interpretato da Roberto Benigni, è unanimemente considerato da critica e pubblico il miglior lungometraggio puramente comico dell’attore e regista toscano.
In questa pellicola, che è una classica commedia degli equivoci dal sapore un po’ retrò e provinciale, Benigni interpreta due personaggi dall’aspetto identico, a parte un piccolo neo sulla guancia destra: Dante, autista innocuo di un pulmino per ragazzi handicappati e il suo sosia Johnny Stecchino, un gangster pentito e per questo ricercato dalla mafia che intende farlo fuori.
Questa brevemente la trama: Nicoletta Braschi, che nel film interpreta la compagna del malavitoso pentito, incontra per puro caso Dante a Firenze e, stupefatta dalla sua somiglianza col boss siciliano, lo convince a raggiungerla a Palermo dove il malcapitato dovrà, in quello che sembra il disegno della donna, diventare inconsapevolmente il bersaglio delle cosche, così da salvare il proprio amato.
Le cose, come è prevedibile, andranno diversamente.
In questa commedia, che presenta uno spacco della Sicilia e della società italiana al limite della perfezione, Benigni mette in scena, oltre alla sua grandissima capacità istrionica, tutta la propria abilità di comico e di mimo.
La vicenda narrata dalla pellicola, che si basa su numerosi equivoci, viene trattata dall’attore e regista di Misericordia con grande verve, intelligenza e giusta dinamicità.
La sceneggiatura, grazie anche alla collaborazione di Benigni con lo scrittore Vincenzo Cerami, è decisamente ben scritta.
I dialoghi sono efficaci e brillanti, il ritmo è serratissimo e le situazioni, le trovate e le battute comiche esilaranti ed originali.
Certe scene, come quella delle banane e della festa a casa del ministro poi, sono da antologia cinematografica.
L’idea di un sosia cattivo e mafioso funziona a meraviglia e i trucchetti adoperati da uno dei personaggi interpretati da Benigni per sembrare un invalido sono spassosissimi.
Insomma un film ideale per chi ama davvero ridere e per chi è appassionato del cinema comico italiano di buon gusto e stile.
http://www.miusika.net/?p=815

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