TITULO Cuore Sacro
AÑO 2005
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACION 120 min.
DIRECTOR Ferzan Ozpetek
GUION Gianni Romoli, Ferzan Ozpetek
PRODUCCION Tilde Corsi, Gianni Romoli
MUSICA Andrea Guerra
FOTOGRAFIA Gianfilippo Corticelli
MONTAJE Patrizio Marone
SITIO OFICIAL http://www.cuoresacro.com/
GENERO Drama
PROTAGONISTAS Barbora Bobulova, Andrea Di Stefano, Lisa Gastoni, Massimo Poggio, Erica Blanc, Enrica Ajo', Luigi Angelillo, Gianlorenzo Brambilla, Michela Cescon, Francesco De Vito, Camille Dugay Comencini, Barbara Folchitto, Elisabetta Pozzi, Paolo Romano, Stefano Santospago, Stefania Spugnini, Caterina Vertova.
SINOPSIS Irene ha ereditato l’immensa fortuna di famiglia, e per gestirla è pronta a calpestare le persone più care. Nell’antico palazzo di famiglia scopre che la stanza in cui viveva la madre è ancora intatta, come se la donna ci vivesse ancora. L’incontro con una vivace ragazzina cambierà completamente la sua vita…
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Subtítulos (Español)
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Dirige Ferzan Ozpetek ( Estambul 1959) su cuarta película. Con películas como La finestra di fronte , Hamam y sobre todo Le fate ignoranti, Ozpetek se ha posicionado como una figura relevante dentro del cine italiano.
Cuore Sacro es un cuento agridulce. Irene ( Barbara Bobulova) la cual ostenta una posición social acomodada y forma parte del comité directivo de una gran empresa, entra en conflicto consigo misma cuando fortuitamente conoce a la joven ladrona Benny. Las dos mujeres poco a poco van conociéndose, e Irene se queda prendada por la frescura y vitalidad de la adolescente.
Irene, sin puntos de referencia, sin familia ni amigos que la motiven, desesperanzada, sufre una transformación interior, al abrir los ojos a una realidad existente pero desconocida para ella; los sin techo, aquellos que precisan la ayuda desinteresada de los otros para salir adelante y subsistir. Ozpetek no quiere cargar las tintas haciendo un cine social, si no que busca ese realismo mágico que logró con Le fate ignoranti. En este caso si bien el nivel de la película es alto. Si la música de Andrea Guerra es preciosa y la fotografia ( !qué maravilla la casa que le dejan a Irene como herencia, esos techos inalcanzalbles, casas que son palacios) roza un virtuosismo considerable, no alcanza el nivel de la anterior.
La película es honesta y sincera, Ozpetek no cae en situaciones manidas, si no que se muestra duro, gracias al papel del padre Carras ( Massimo Poggio) que pone en su sitio a Irene y le hace ver que un grano no hace granero. Ese pesimismo recuerda también al Jardinero Fiel ( que hablaba del pozo sin fondo en el que está sumergido el continente africano)
Me ha gustado especialmente la actriz Barbara Bobulova, mostrando un gran dominio de los gestos, pasando fácilmente del llanto a la sonrisa y con un rostro que transmite mil cosas diferentes lo mismo que la película, que nos sugiere un mundo de sentimientos encontrados.
La adolescente, Benny (Camille Dugay) se muestra muy desenvuelta y su breve actuación es reseñable. Lisa Gastoni y Erika Blank, las dos mujeres que interpretan a las tías de Irene, con buenas interpretaciones completan el reparto.
Un film sul 'sacro' che è in ognuno di noi
I poveri sono poveri e a noi dispiace, ma che possiamo farci?"
Così chiosava, in maniera cinica ma realistica, Anthony Hopkins in Casa Howard di James Ivory. Parecchi lustri dopo, il regista più (positivamente) costante degli ultimi anni, prova a dare una risposta molto personale al problema che affligge l'umanità dai suoi albori: il divario tra i ricchi ed i poveri. Il problema resta, come ovvio irrisolto, e, ahimè, il trend positivo di Ozpetek s'interrompe bruscamente. Cuore Sacro, è infatti il peggior film del regista turco, una pellicola affossata da uno script troppo confuso, realizzata in maniera frettolosa e dalla morale finale ampiamente discutibile.
I difetti oggettivi del film sono tutti formali. La messa in scena è barocca e sfarzosa, ha delle belle trovate stilistiche, che ammiccano dichiaratamente al portato religioso che Ozpetek, generalmente sensibile, inserisce in tutte le sue realizzazioni, ma appaiono meri esercizi retorici, privi di spessore etico e morale.
Gli attori sono pessimi. La Bobulova si muove sulla scena con la grazia di un cetaceo spiaggiato ed agonizzante, la giovane Comencini è un monumento vivente all'insopportabilità, mentre gli altri personaggi, sono mere comparse e spariscono di fronte alla sistematica presenza in scena della protagonista che invade silenziosamente ogni ripresa, ogni inquadratura.
Fiacco, insostenibile il ritmo del film: sopravvivere alla parte centrale metterebbe a dura prova un monaco zen al più alto grado di imperturbabilità, con la musica di Guerra che sottolinea ogni passaggio con fare tronfio e rimbombante e la macchina da presa che indugia senza pietà sul bel volto della Bobulova senza un motivo apparente, se non quello di cogliere l'assoluta vacuità delle sue espressioni. I personaggi vanno e vengono, non c'è un minimo di approfondimento, sono presi e buttati via. La climax francescana che è posta come prefinale appare banale e ridondante e il discorso del prete (la Chiesa ne esce a pezzi, e questo è l'unico punto condivisibile) è un campionario di luoghi comuni. Atroce infine il "colpo di scena finale", con tanto di reincarnazione... Qui finisce l'elenco delle storture della pellicola, già bastanti a decretare un pollice verso senza se e senza ma.
Sicuramente non era intenzione del regista approntare un quadro documentaristico o credibile dell'intera vicenda, ma la coltre di noia che avvolge Cuore Sacro, la sua totale incapacità di emozionare, lo scarso appeal dei personaggi, porta a considerare l'opera un poderoso passo falso.
C'è poco da fare: i sensi di colpa borghesi sono irritanti e le loro analisi non portano a nulla, quindi perché insistere?
Così chiosava, in maniera cinica ma realistica, Anthony Hopkins in Casa Howard di James Ivory. Parecchi lustri dopo, il regista più (positivamente) costante degli ultimi anni, prova a dare una risposta molto personale al problema che affligge l'umanità dai suoi albori: il divario tra i ricchi ed i poveri. Il problema resta, come ovvio irrisolto, e, ahimè, il trend positivo di Ozpetek s'interrompe bruscamente. Cuore Sacro, è infatti il peggior film del regista turco, una pellicola affossata da uno script troppo confuso, realizzata in maniera frettolosa e dalla morale finale ampiamente discutibile.
I difetti oggettivi del film sono tutti formali. La messa in scena è barocca e sfarzosa, ha delle belle trovate stilistiche, che ammiccano dichiaratamente al portato religioso che Ozpetek, generalmente sensibile, inserisce in tutte le sue realizzazioni, ma appaiono meri esercizi retorici, privi di spessore etico e morale.
Gli attori sono pessimi. La Bobulova si muove sulla scena con la grazia di un cetaceo spiaggiato ed agonizzante, la giovane Comencini è un monumento vivente all'insopportabilità, mentre gli altri personaggi, sono mere comparse e spariscono di fronte alla sistematica presenza in scena della protagonista che invade silenziosamente ogni ripresa, ogni inquadratura.
Fiacco, insostenibile il ritmo del film: sopravvivere alla parte centrale metterebbe a dura prova un monaco zen al più alto grado di imperturbabilità, con la musica di Guerra che sottolinea ogni passaggio con fare tronfio e rimbombante e la macchina da presa che indugia senza pietà sul bel volto della Bobulova senza un motivo apparente, se non quello di cogliere l'assoluta vacuità delle sue espressioni. I personaggi vanno e vengono, non c'è un minimo di approfondimento, sono presi e buttati via. La climax francescana che è posta come prefinale appare banale e ridondante e il discorso del prete (la Chiesa ne esce a pezzi, e questo è l'unico punto condivisibile) è un campionario di luoghi comuni. Atroce infine il "colpo di scena finale", con tanto di reincarnazione... Qui finisce l'elenco delle storture della pellicola, già bastanti a decretare un pollice verso senza se e senza ma.
Sicuramente non era intenzione del regista approntare un quadro documentaristico o credibile dell'intera vicenda, ma la coltre di noia che avvolge Cuore Sacro, la sua totale incapacità di emozionare, lo scarso appeal dei personaggi, porta a considerare l'opera un poderoso passo falso.
C'è poco da fare: i sensi di colpa borghesi sono irritanti e le loro analisi non portano a nulla, quindi perché insistere?
Andrea Chirichelli
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35487
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35487
parte 2 non si vede...........
ResponderEliminarPerche non si vede?
ResponderEliminarI link sono disponibili.
Hola Amarcord,
ResponderEliminar¿Puedes reponer los enlaces de esta peli? Esta y "Harem Suare" son las únicas que me falta ver de este director.
Saludos cordiales,
A
¡Mil gracias!
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