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lunes, 30 de mayo de 2011

Hamam il bagno turco - Ferzan Ozpetek (1997)


TÍTULO Hamam il bagno turco
AÑO 1997 
SUBTITULOS Si (Separados)
DURACIÓN 101 min.
DIRECTOR Ferzan Ozpetek
GUIÓN Ferzan Ozpetek
MÚSICA Pivio & Aldo De Scalzi
FOTOGRAFÍA Pasquale Mari
REPARTO Alessandro Gassman, Halil Ergün, Francesca D'Aloja, Carlo Cecchi, Serif Sezer, Mehmet Gunsur, Basak Köklükaya, Alberto Molinari
PRODUCTORA Coproducción Turquía-Italia
GÉNERO Drama

SINOPSIS Un joven italiano recibe en herencia un viejo hamam, un baño turco, situado en la ciudad de Estambul. Su antigua propietaria, la Madame, había sido su tía, que había emigrado a aquel país hacía muchos años. El hombre deja a su mujer en Italia y va a intentar arreglar los papeles para vender el inmueble lo antes posible. Allí se aloja en casa de los antiguos empleados de su tía, un matrimonio con un hijo y una hija... (FILMAFFINITY)



Roma. Il giovane architetto Francesco, sposato con Marta, compagna di lavoro e nella vita, un giorno riceve un telegramma dalla Turchia che lo informa di uno stabile che egli ha ereditato da Anita, sorella della madre trasferitasi ad Istambul. Una volta giunto nella capitale turca per vendere lo stabile, un giorno, accompagnando un anziano signore, apprende dell’esistenza degli hamam, i bagni turchi. Quando scopre che anche l’immobile che egli ha ereditato è un hamam, chiede all’avvocato che si sta occupando della vendita di poterlo visitare. Qui conosce la famiglia di Osman, il custode dell’edificio. Ospite, man mano Francesco impara costumi ed abitudini del luogo e leggendo le lettere che Anita spediva a sua sorella, indaga su ciò che convinse sua zia a trasferirsi ad Istambul. Il giorno della vendita dell’immobile, apprende dal suo avvocato che l’acquirente, una facoltosa signora, ha intenzione di acquistare l’intero isolato per costruirvi un centro commerciale. Francesco decide allora di non vendere e convince tutti quelli del quartiere a fare altrettanto, mettendosi contro la potente signora. Un giorno arriva anche Marta ad Istambul, informata dalle intenzioni di Francesco di rimettere in vita il decadente hamam che ha ereditato. Dopo un paio di giorni in cui i due s’incontrano poco, una sera Marta entra nel bagno turco e scopre Francesco mentre bacia Memo, il figlio di Osman. La sera seguente, a cena, mentre si festeggia il futuro matrimonio di Fusun, la figlia del padrone di casa, Marta litiga con Francesco ed oltre a metterlo al corrente di aver assistito alla scena, lo informa della sua relazione con un altro uomo. La coppia decide di dividersi ma la mattina che Marta dovrebbe partire, Francesco è accoltellato sotto casa e quella, corsa all’ospedale, apprende della sua morte. Un’infermiera le consegna la sua fede nuziale, Marta la sua l’aveva gettata. La donna occupa il posto del marito e si sostituisce alla zia in uno scambio epistolare con Memo, partito lontano da Istambul.
Con questa pellicola, grazie alla Sorpasso Film di Marco Risi e Maurizio Tedesco, esordisce un nuovo regista, turco ma italiano di adozione (ha studiato e vive a Roma). Con un tema difficile quanto provocatorio, il giovane Ozpetek racconta una storia (ed un cinema) dalle forti tinte tradizionali (“L’hamam è tradizione, un luogo che solleva lo spirito…” insegna Memo a Francesco) che rispetta lingue originali e quelli che sono un po’ gli stereotipi del cinema che racconta l’altro (nella prima cena a casa di Osman per esempio, utilizza due diverse inquadrature, una di gruppo per la famiglia turca ed una su Gassman come singolo). Omaggiando la sua Turchia, Ozpetek si affida alle parole scritte dalla zia di Francesco per regalare il quadro migliore della capitale Istambul, poetica e melanconica. Interessanti i tratti psicologici che portano ad una vera e propria sostituzione tra la zia Anita e Francesco, ed infine anche con Marta, forse la reincarnazione vera della donna fuggita ad Istambul. Ozpetek stesso, non rinuncia a questo scambio, quando racconta il piacere che aveva la zia nello spiare gli uomini nel loro intimo, e spiando egli stesso nell’animo di Francesco, che scopre la propria omosessualità (emozionalità dunque). Tra gli stereotipi, a dir il vero ben rappresentati comunque, l’uso del cibo che strizza l’occhio alla passione quanto al folklore (a quest’ultimo si aggiunge anche il rito della circoncisione). L’omicidio di Francesco, le parole di Marta nel finale, il melanconico giudizio, non ipocrita, sulla sua città in una sceneggiatura stesa dal regista con la collaborazione di Stefano Tummolini. Lo sguardo (soggettiva della m.d.p.) di Marta, disorientata all’arrivo dall’aeroporto, un accenno ad uno stile più coraggioso. Frequente l’uso delle musiche composte dai Trancedental, i genovesi Pivio e Aldo De Scalzi, alle quali spesso si appoggia per raccontare una storia fatta principalmente di sapori e cambiamenti prossimi. Tre Globi d'oro a Roma, una Mela d'oro in Turchia (il Morandini 2003 – Dizionario dei film).
http://www.cinemah.com/neardark/index.php3?idtit=1077


"Il pregio maggiore del film, scritto e diretto con estrema delicatezza di toni dal promettente Ozpetek, sta nel fatto che ad accompagnare il tipico occidentale in crisi alla scoperta di un mondo diverso sia la macchina da presa di un cineasta che sa rispecchiarne dal di dentro la complessa e fascinosa realtà." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 11 maggio 1997) "Una sensibilità raffinata, un vero compiacimento per l'esuberanza di un folklore non turistico e una mano già esperta nel raccontare per immagini sono le qualità che connotano in Ozpetek un regista dal quale si possono attendere altri film belli. Quanto al giovane Gassman, sta scoprendo un suo personale sentiero espressivo felicemente divergente dal cammino reale del genitore; in un personaggio tutto stridori, la d'Aloja ne accompagna adeguatamente le traumatiche scoperte; un po' sfocato, purtroppo, Carlo Cecchi in una figura di servizio simile a quella di Io ballo da sola. Stupendi tutti gli attori turchi, dai grandi ai piccoli: memorabile la madre di famiglia Serif Sezer, schizzato con proprietà l'avvocaticchio di Zozo Toledo che fra occhiate sbieche e tremori si configura come un tipo da commedia che annuncia la tragedia, grottesco messaggero di morte." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 12 maggio 1997)
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=34650&film=Il-Bagno-Turco-Hamam

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