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viernes, 30 de marzo de 2012

Identikit - Giuseppe Patroni Griffi (1974)


TÍTULO ORIGINAL Identikit 
AÑO 1974
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Incorporados)
DURACIÓN 105 min. 
DIRECTOR Giuseppe Patroni Griffi
ARGUMENTO Novela "El asiento del conductor" (o Una mujer al volante), de Muriel Spark.
GUIÓN Raffaele La Capria, Giuseppe Patroni Griffi 
MÚSICA Franco Mannino
FOTOGRAFÍA Vittorio Storaro
REPARTO Elizabeth Taylor, Ian Bannen, Guido Mannari, Mona Washbourne, Luigi Squarzina, Maxence Mailfort, Andy Warhol, Anita Bartolucci, Gino Giuseppe
PRODUCTORA Rizzoli Film
GÉNERO Drama

SINOPSIS Lisa, una solterona esquizofrénica, viaja desde su casa en Londres hasta Roma, con una inquietante agenda para encontrar un romance con cualquier hombre que quiera complacer sus funestos deseos; deseos relacionados con la muerte, que la hacen vivir bizarros acontecimientos... (FILMAFFINITY)


Una matura donna tedesca compie un viaggio a Roma nel tentativo di liberarsi dalla depressione da cui è affetta. Alla ricerca di un "ultimo amante", frequenta diversi uomini e finisce per essere assassinata da uno psicopatico nel parco di Villa Borghese.
Il tema dell'attempata straniera in viaggio in Italia ricorre spesso negli stereotipi cinematografici: basti ricordare Vivien Leigh ne La primavera romana della signora Stone e Katharine Hepburn in Tempo d'estate. Ma Identikit, lungi dal voler essere una pellicola turistico-sentimentale, è piuttosto un dramma psicologico che indaga sulla mente disturbata di una donna che perde via via il contatto con la realtà.
Il film, proiettato in una affollatissima anteprima tenutasi a Montecarlo nel maggio 1974, seppe tenere testa alla concomitante apertura del Festival di Cannes che si svolgeva a pochi chilometri grazie ad un evento mondano i cui padrini furono i principi Ranieri e Grace di Monaco, ma una volta nelle sale venne stroncato dalla critica e poco visto dal pubblico.
Oggi potrebbe invece essere un film da rivalutare per una serie di motivi: il montaggio, caratterizzato dalle tipiche sfasature temporali, è un marchio di fabbrica dell'interessante lavoro di Franco "Kim" Arcalli che percorre buona parte del cinema d'autore degli anni settanta; l'ambientazione romana, che ritrae in maniera non convenzionale luoghi e ambienti fotografati dal premio Oscar Vittorio Storaro; infine la recitazione della stessa Taylor, che per la prima volta in una produzione completamente italiana, mette coraggiosamente in gioco la sua immagine patinata da diva hollywoodiana per dare vita a un personaggio problematico e controverso.
Da segnalare una piccola apparizione dell'artista pop Andy Warhol nel ruolo cameo di un nobile inglese.
http://it.wikipedia.org/wiki/Identikit_(film)


Giuseppe Patroni Griffi non è solo il regista e l'autore di quel grande successo teatrale e cinematografico chiamato Metti, una sera a cena. Romanziere (Scende giù per Toledo, Gli occhi giovani), sceneggiatore (I magliari, La ragazza con la valigia), commediografo (D'amore si muore, Anima nera, Persone naturali strafottenti), è stato una delle personalità più versatili del panorama culturale italiano del secondo Novecento. Nato il 27 febbraio 1921 a Napoli, appartiene a quel gruppo di intellettuali napoletani che giovanissimi, subito dopo la Liberazione, emigrarono a Roma, dove, dopo l'incontro con Luchino Visconti e Giorgio De Lullo, la vita di Patroni Griffi e la storia dello spettacolo italiano, e del Teatro Eliseo in particolare, si fondono. Come ha scritto Franco Cordelli «per almeno due decenni, prima che si scoprisse o riscoprisse il teatro di Testori e di Pasolini, Peppino Patroni Griffi è stato il simbolo di una possibilità: la drammaturgia in lingua non era stata svuotata da Pirandello; e quella in dialetto non era stata monopolio di Eduardo De Filippo. È vero che il drammaturgo napoletano con il dialetto vero e proprio non si è mai cimentato. Ma esso è là, sullo sfondo, è come se premesse, minaccioso o promettente, sulle strutture della lingua, una lingua tuttavia inesistente, ancora da inventare, o reinventare, sempre stretta nella tenaglia di una convenzione già televisiva e d'una maniera ancora letteraria […]. Ma è impossibile non vedere come il mondo di Patroni Griffi anticipi sia Ferito a morte di La Capria sia il Pasolini di Ragazzi di vita. Poi, Pasolini occupò per intero lo spazio, quello spazio di rimpianto per la "morte della bellezza", il mito che lo scrittore friulano e lo scrittore napoletano avevano in comune. E che cos'era la bellezza, per l'uno e per l'altro, se non l'idea di semplicità e naturalezza di cui parla la Ginzburg, distrutte dalla civiltà del benessere, ovvero dalla volgarità dei consumi, delle masse arrembanti dalle periferie verso il centro della città, verso la cancellazione stessa di ogni singola espressione autoctona, in altri termini dei dialetti?». E Patroni Griffi utilizza una lingua "molle", "plastica", facendo parlare sulle scene la signora amica, la serva plebea, l'omosessuale. Esordisce come regista cinematografico nel 1962 con un film sfortunato Il mare, fischiato alla Mostra del Cinema di Venezia e che disegnava due personaggi quasi improponibili in quel periodo (un omosessuale e il suo ambiguo rapporto con un ragazzo). Il resto della filmografia del regista è molto esigua, ma molto interessante: la rilettura non banale dei drammi elisabettiani (Addio fratello crudele), il dramma dell'identità (Identikit), gli amour fou italiani degli anni Venti (Divina creatura), l'eros come linguaggio primordiale della vendetta (La gabbia). Autore poco italiano e molto internazionale, la miglior definizione l'ha data lui stesso: «Io non sono un regista all'italiana. Io non sono mai stato nel binario principale del cinema italiano, né lo sarei adesso. Io anche sul passaporto ho scritto scrittore. Mi sento meglio nei panni di uno scrittore».
Le schede dei film sono state tratte dal volume Fabio Francione (a cura di), La morte della bellezza. Letteratura e teatro nel cinema di Giuseppe Patroni Griffi, Falsopiano, Alessandria, 2001.
Identikit (1974)
«Una donna - il suo nome è Liz - di mezza età parte dalla sua città […] per una vacanza […]. La meta è Roma. Sull'aereo uno dei due uomini a cui è seduta accanto scappa, preso da una paura senza giustificazioni. L'altro, al contrario, comincia a farle pesanti avances. Andando in giro per Roma, la donna, che ha un carattere isterico, incontra una serie di persone: l'uomo dell'aereo che continuerà a farle proposte esplicite di carattere sessuale, una donna anziana che le parla di un nipote che sta aspettando; un uomo intravisto all'aereoporto, completamente vestito di bianco e dall'aspetto cadaverico; e un meccanico che l'ha soccorsa dopo un attentato ad un politico in cui era stata coinvolta e che in seguito tenterà di violentarla; ed infine il primo uomo dell'aereo che risulta essere il nipote della signora con la quale ha stretto amicizia. In parallelo la polizia indaga sul viaggio della donna e sulle persone che l'hanno incrociata» (Arcagni). «Patroni Griffi ha saputo impaginare il film secondo stilemi tendenti all'astratto, fuori da ogni psicologismo: ed è proprio dalla fredda eleganza delle immagini che nasce una tensione sempre più alta. Dentro le geometrie create dall'art director Mario Ceroli […] stupendamente fotografata da Vittorio Storaro nelle inquadrature scandite dal montaggio di Franco Arcalli, Elizabeth Taylor vibra, inveisce, strepita da grande personaggio sopra le righe, vero mostro sacro del cinema contemporaneo: l'attrice si identifica nel film, che a sua volta propone un'identificazione fantastica Liz-Elizabeth. […] Intorno alla protagonista le presenze degli altri personaggi sono labili e inquietanti come in un sogno: ricordiamo un cereo Andy Warhol e un enigmatico Luigi Squarzina, straniato rappresentante della ragione in veste di commissario della polizia» («Panorama»).
http://www.fondazionecsc.it/events_detail.jsp?IDAREA=16&ID_EVENT=349&GTEMPLATE=ct_home.jsp


‘Identikit’, la gran rareza de Elizabeth Taylor
Italia siempre ha sido refugio de estrellas, y algunos grandes actores han protagonizado un film menor en su carrera en el país transalpino. Una mayoría ha escogido films livianos, ligeros para disfrutar del Mediterráneo y ejercer con oficio y sin mucho esfuerzo su papel.
Liz, en cambio hace lo contrario, elige Roma y Alemania para rodar su mayor rareza: ‘Identikit’( Identikit ,también conocida como 'The driver's seat' . Dirigida por Giusseppe Patroni Griffi, director y guionista especializado en argumentos enrevesados y decadentes.
La trama de la película ya se presenta poco común. Una mujer llamada Lise ,mentalmente desequilibrada,  interpretada por Elizabeth Taylor,   experimenta una serie de encuentros extraños en Roma en busca de alguien que la mate.
La película, basada en una novela de Muriel Spaak, abrió el festival de Cannes de 1974. Crítica y público le dieron la espalda. Quizás ahora es el momento de revisar esta producción que en el siglo XXI sería impensable.
Liz Taylor se atrevió, incluso a lucir una ropa horrible tal y como indicaba la novela y el guión de la película.
Quizás nadie estaba mentalizado para ver a la actriz  en una película de un estilo muy diferente que  supera algunas rarezas de Richard Burton. Ni siquiera el controvertido y polifacético artista  Andy Warhol,  que tiene un papel como diplomático corrupto, se esperaba ver a Liz en esta curiosa producción. 
http://elprimodemartyfeldman.blogspot.com.ar/2011_04_01_archive.html

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