ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




domingo, 13 de noviembre de 2011

Riusciranno I Nostri Eroi A Ritrovare Lamico Misteriosamente Scomparso In Africa - Ettore Scola (1968)

TÍTULO 
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?
AÑO 
1968
IDIOMA 
Italiano
SUBTITULOS 
Español, italiano e inglés  (Separados)
DURACIÓN 
130 min. 
DIRECTOR 
Ettore Scola
GUIÓN 
Ettore Scola, Furio Scarpelli, Agenore Incrocci
MÚSICA 
Armando Trovajoli
FOTOGRAFÍA 
Claudio Cirillo
REPARTO 
Alberto Sordi, Bernard Blier, Manuel Zarzo, José María Mendoza, Erika Blanc, Franca Bettoia, Giuliana Lojodice, Vittorio André, Nino Manfredi
PRODUCTORA 
Documento Film
GÉNERO 
Aventuras. Comedia | África 

Sinópsis
Un rico hombre de negocios, cansado del trabajo, la sociedad y su familia, decide partir con un amigo hacia África en busca de otro amigo que ha desaparecido en misteriosas circunstancias. (FILMAFFINITY) 
 
2 

¡Qué película tan divertida! Es larga, desesperante, previsible, loca, desmesurada, antigua, cargante y liberadora. Es divertida, de nuevo. Incluso con ese título tan largo que se traduce como “¿Serán capaces nuestros héroes de encontrar a su amigo que desapareció misteriosamente en África?”. El título remarca la razón misma del suspense aventurero y Scola le da vueltas, lo inutiliza, lo vacía de significado, lo llena demasiado, una delicia! Colores apabullantes por los paisaje angoleños que aparecen como flashforwards ante la cara del actor Alberto Sordi en un manifiesto de estilo sobrecogedor y dinámico, incluso hace aparecer el mundo del tebeo como referencia. Todas esas viñetas que me vienen a la mente de “Tintín en el Congo”, “Las minas del rey Salomón” que surgen en “Arrebato” de Iván Zulueta, el díptico hindú de Fritz Lang con “El tigre de Esnapur” y “La tumba india” (pero éstas son más seriotas). La cosa es el concepto de acción y de plano general. Ese plano general que Scola no duda en proponer en todo momento. Pero no lo propone así y ya está sino que va trabajando con zooms, planos medios y primeros planos para en un inciso de clímax sale el plano general con toda su fuerza. No es para ver cómo se mueve Alberto Sordi (el cuál es un genio) sino para subrayar las relaciones de los objetos-seres con el paisaje. Risas y carcajadas. ¡Todo sobremanera! Humor zafio a veces y otras como una corrección política extraña para la época. Ante todo frescura y granizado que no bebe del spaghetti ni de Sergio Leone y eso se agradece. La propuesta proviene de la ligereza intelectual y ahí se espesa de manera gratificante. Me dan ganas de poseer esta peli, de secuestrarla, de haber estado en el rodaje, y todo ese exceso recogerlo para los días tristes y lánguidos.
La inclusión de imágenes de archivo cuando viajan en el jeep y se ven rodeados de avestruces, gacelas o incluso hipopótamos están como tal y la distancia desprendida entre salto y salto de tipos de imágenes remarcan una ficción mentirosa, una fábula que por ejemplo es lo contrario a “Hatari!” de Howard Hawks en la que se parte de la fábula para recalar en el terreno del “hacer las cosas bien”.
Jorge Núñez
http://fuerzavital.wordpress.com/2011/07/10/riusciranno-i-nostri-eroi-a-ritrovare-lamico-misteriosamente-scomparso-in-africa-ettore-scola-1968/



Ispirato dai classici avventurosi alla Emilio Salgari, "Riusciranno i nostri eroi..." è un'epopea balzana e spassosa in cui l'editore borghesissimo Alberto Sordi intraprende una ricerca del cognato Nino Manfredi, perduto in Africa, accompagnato dal fidato ragioniere Bernard Blier, più che altro per scrollarsi dalla noia dell'ambiente in cui vive, fatto di convenzioni e programmazione. Di carattere rapsodico l'avventura africana dei due italiani a disagio, sulle tracce del cognato combinaguai, fino a trovarlo nelle vesti di stregone: mitico l'"Aridangachemerumpanlicujunga" pronunciato da Manfredi nel fatidico momento dell'incontro con il parente. Alberto Sordi è un personagggio che vorrebbe il mondo sotto propria prospettiva e esce confuso dall'impresa( "Io non ho le idee chiare",mormora contravvenendo il proprio motto), Blier si presta a far da spalla al protagonista, Manfredi appare per poco minutaggio ma la sua presenza aleggia su tutto il film,come accadrà a Marlon Brando in "Apocalypse now", e fornisce un'intensa incisività. Il film, una commedia sul concetto di sentirsi a proprio agio a dispetto delle asperità dell'ambiente che si è scelto di vivere, è un classico della commedia italiana da riapprezzare.
spaxx
-----
Sotto il profilo convenzionale della commedia anni 60-70 il film vuole marcare e segnare una realtà che disgraziatamente è ancora tangibile nelle nostre menti e che riguarda il non accontentarsi mai.. il guardare sempre l'erba del vicino con invidia e gelosia non prendendo in considerazione per niente l' ipotesi che poi tanta floridezza e benessere è solo frutto della nostra fantasia del nostro animo tormentato e angosciato che cerca protezione e riparo in cose del tutto fittizie che non fanno altro che accrescere il nostro stato di disagio verso un mondo che ci è avverso e ostile... ribadisco la commedia non esorbita i canoni che in quel periodo erano in voga, anche se si contraddistingue per le tematiche trattate, che non sono certamente da trascurare e minimizzare... da segnalare la buona prova di Sordi e Manfredi straordinari come sempre!!!
BEPY86
http://ninomanfredi.forumfree.it/?t=15657105
---
Gianni Canova sostiene che “Riusciranno i nostri eroi rappresenta una nuova tappa per la costruzione del personaggio di Sordi, un italiano medio, conformista e pieno di difetti, ma che il finale ambiguo, invita a ripensare alla nostra realtà”. Non concordiamo in toto, anche se tale impostazione critica contiene elementi condivisibili. Il personaggio di Sordi sotto la guida di Scola è più avventuroso e meno meschino del solito, si fa tentare dalla possibilità di cambiare vita in modo radicale, anche se alla fine opta per calcare strade conosciute.
Age, Scarpelli e Scola realizzano una commedia all’italiana, on the road, esotica, girata in un’Angola ancora selvaggia, al tempo colonia portoghese, ispirandosi alla sceneggiatura del fumetto Disney Topolino e il Pippotarzan (1958) di Romano Scarpa. Sordi è l’editore romano Di Salvo, Blier è un succube segretario marchigiano, il cognato scomparso in Africa è Nino Manfredi, Zarzo è un portoghese imbroglione ma simpatico, Sebastanelli, un camionista canterino, occasionalmente attore. Francesca Romana Coluzzi si intravede per una breve sequenza, ma il cast femminile è integrato da tre presenze come Loyodice, Bettoia e Blanc, poco influenti nell’economia della storia. Scola vorrebbe protagonista Manfredi, ma l’attore ha preso altri impegni e non ha tempo da dedicare al film. Il regista decide per un’inversione di ruoli e Sordi si cala nella parte dell’editore che parte da Roma alla ricerca del cognato in fuga dalla civiltà. La trama è semplice. L’editore Di Salvo (Sordi) e il segretario (Blier) si recano in Africa per ritrovare il cognato Titino (Manfredi), che da due anni non dà notizie e ha lasciato la moglie nella più assoluta disperazione.
Per l’editore il viaggio rappresenta una fuga dalla realtà quotidiana, dalle serate inutili e vuote della famiglia borghese, da una vita piena di sterili impegni, è un percorso alla ricerca di se stesso. Stupenda la fotografia africana, ricca di inserti stile mondo movie (fotografia diversa): rinoceronti che caricano camion, leoni, zebre, gnu, gazzelle, branchi di uccelli in volo, ma apprezziamo pure suggestivi tramonti e spazi interminabili ripresi in diretta. Il baobab troneggia in un panorama di deserto e savana, pianta immensa simbolo di vita. Sordi dà vita a un personaggio in fuga da frustrazioni e monotonia, affascinato dalla vita naturale, un uomo che “cerca se stesso, perché la verità è contraddittoria”. Alcune frasi decise in sceneggiatura, come “il benessere distrugge l’individuo più del bisogno” e “i lavoratori sono diventati dei conservatori”, sono di una stringente attualità. L’editore contrae il mal d’Africa, s’innamora della gente, dei sapori, dei luoghi, vorrebbe vivere un’avventura con una ragazza del posto, nel finale è indeciso se restare o partire. Il personaggio interpretato da Sordi non è del tutto negativo, è un uomo animato da sentimenti antirazzisti, difende i neri sfruttati da due colonizzatori portoghesi, si batte per loro, conquista la simpatia del segretario, pure se rischia di essere preso a botte. Paga uno per uno tutti i danneggiati di un villaggio quando dopo un incidente distrugge un mercato e ammazza diversi animali.
Il cognato ha fatto perdere le sue tracce, ma nel frattempo ne ha combinate di tutti i colori, facendosi passare per prete, truffando un mercenario francese e finendo per vestire i panni dello stregone in una tribù angolana. Erika Blanc è perfetta nel ruolo della donna pazza, sconvolta dall’amore, truffata dall’italiano che si è finto morto e ha fatto seppellire il suo violino. Il finale è aperto, perché il cognato in un primo tempo decide di partire e di tornare alla civiltà, ma quando vede l’intero villaggio sulla spiaggia incitarlo a restare, si tuffa e raggiunge quella che considera la sua nuova vita. L’editore resta a metà strada, indeciso, ripensa come un flashback a tutto il viaggio, ma non ha il coraggio di buttarsi e affrontare l’ignoto, l’incertezza del cambiamento. “Ma che fa, si butta anche lei?”, chiede il segretario. “Non lo so. Non ho le idee chiare”, risponde l’editore. Il destino della borghesia, pare dire Scola, è quello di non avere la forza di cambiare, ma di continuare a vivere secondo convenzioni, in una situazione di raggiunto benessere che produce stress e frustrazione.
La musica di Trovajoli è eccellente, composta da sonorità africane, tamburi in sottofondo, sottolinea il viaggio dei due uomini alla scoperta dell’ignoto, soli in mezzo alla giungla e al deserto angolano, prima di ritrovare il parente scomparso.
Rassegna critica. Paolo Mereghetti (due stelle e mezzo): “Il film è una divertita presa in giro della provinciale e odiosa arroganza dell’italiano arricchito nel terzo mondo”. Non condivido tale impostazione, perché Sordi non incarna l’italiano arrogante, in una sequenza si schiera persino come difensore degli indigeni contro i colonialisti portoghesi. Tutt’altro. Sordi è l’italiano annoiato dalla civiltà che si innamora dell’Africa al punto che vorrebbe restarci a vivere per sempre. Morando Morandini (due stelle e mezzo di critica, cinque di pubblico). “La commedia ha per bersaglio il provincialismo arrogante dell’italiano danaroso nel Terzo Mondo, ma i suoi intenti sono più comici che satirici. La ricchezza delle trovate buffe, la bravura degli interpreti (Blier e Manfredi più di Sordi), l’innocuità di fondo, spiegano il grande successo del film, pur inferiore a quello ottenuto da Sordi nello stesso anno con Il medico della mutua”. Tre stelle per Pino Farinotti, senza motivare la sintetica scelta.
Il film è campione d’incassi al botteghino, due miliardi con il biglietti a cinquecento lire non è poca cosa. Mi permetto di aggiungere che la critica alta non comprende il senso profondo del film, perché il bersaglio di Scola è la borghesia annoiata, incapace di rinnovarsi e di cambiare vita, non il provincialismo arrogante degli arricchiti nel Terzo Mondo. Sordi rappresenta il piccolo borghese consapevole di sprecare un’esistenza nei riti monotoni dell’apparire, sa che la vera vita sarebbe in un altro mondo, a contatto con la natura, ma non ha la forza per dare una sterzata decisa alla sua esistenza. Il personaggio di Manfredi, invece, rappresenta il coraggio, la forza di cambiare. Un piccolo successo commerciale che meriterebbe una maggior attenzione e rivalutazione critica.
http://cinetecadicaino.blogspot.com.ar/2013/03/riusciranno-i-nostri-eroi-ritrovare.html

13 comentarios:

  1. Gracias por esta joya caro Amarcord. Saludos.

    ResponderEliminar
  2. Hola soy Tofurri, primero, excelente blog, (hay otro cine, no sólo el yanqui). Me tomé el laburo de hacer un subtítulo en español para esta peli, pongo aquí el link de subdivx. No sé si esto está bien, si nó ya lo verán, tal vez deban ponerlo a la vista. Está en sus manos. Gracias por todo y hasta pronto.
    http://www.subdivx.com/X6XMjY1NzIxX-riusciranno-i-nostri-eroi-a-ritrovare-1968.html

    ResponderEliminar
  3. Tofurri
    Gracias por la colaboración.
    Ya están subidos los subtítulos en español.
    (Se aceptan todos los aportes)
    Un abrazo.

    ResponderEliminar
  4. AMARCOR: Además de quedar fascinada con tu blog,que es el sueño de todo amante del cine italiano, creo que tu comentario de esta peli es excelente y coincido en un 100%.Estoy maravillada con esta pelicula de Scola que no conocía. Te pido una ayuda: hasta ahora no pude pasarla a un DVD, porque se planta la PC cada vez que la quiero pasar por el Convert, así que opté por verla en la misma PC, pero quisiera tenerla en DVD para verla en mi TV. ¿Tenés idea de cómo podría solucionar el problema?
    Desde ya gracias por la peli, por el blog y por la sugerencia, si es que podés darla.
    GRACIAS
    MARIA

    ResponderEliminar
    Respuestas
    1. MARIA
      Primero: Gracias por tu comentario.
      Segundo: Los comentarios, reseñas, etc. no son mios. Busco en Internet distintos puntos de vista y coloco los enlaces de donde son.
      Tercero: La parte práctica. Solo puedo decirte que yo los grabo con el ConvertXtoDvd, no se que puede pasar en tu PC.
      Besos.

      Eliminar
    2. AMARCORD: Gracias por atender mi consulta. Yo tambien uso ese programa, pero no sé que le pasa con esta peli. Ya veré como lo soluciono.Y otra vez te felicito por la página y el contenido.
      Saludos
      María

      Eliminar
  5. Grazie, ma i link sono disattivati. Potresti ricaricarli? Grazie

    ResponderEliminar
  6. otra que me llevo, gracias Amarcord!

    ResponderEliminar
  7. Gracias Amarcord, pero aquí cayeron otra vez los enlaces. Cuando puedas por favor

    ResponderEliminar