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sábado, 14 de enero de 2012

I buchi neri - Pappi Corsicato (1995)




TITULO ORIGINAL I buchi neri
AÑO 1995
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 97 min.
DIRECCION Pappi Corsicato
GUION Pappi Corsicato
REPARTO Iaia Forte, Vincenzo Peluso, Marinella Anaclerio, Manuela Arcuri, Anna Avitabile, Maurizio Bizzi, Eduardo Capuano, Lorenzo Crespi, Mario Caruso, Tosca D'Aquino, Renata Di Martino, Marco Di Tivoli
FOTOGRAFIA Italo Petriccione, Roberto Cimatti
MONTAJE Fabio Nunziata, Nino Baragli
MUSICA Pappi Corsicato
PRODUCCION Aurelio De Laurentiis per Filmauro
GENERO Alegórico

SINOPSIS Ad Acerra (Napoli) il complicato amore tra una prostituta, a capo di alcune colleghe andicappate, e l'omosessuale Adamo. In bilico tra Pasolini e San Gennaro, tra mitologia greca e fantascienza degli anni '50, è una storia distorta dall'indifferenza preistorica dei personaggi e dalla purezza “ingenua” dei paesaggi riarsi di periferia squallida e delle canzoni-spazzatura, composte dallo stesso regista che ha curato anche le scene e i costumi. Uno dei rari film italiani fuori dal coro, visionario e diseguale, che può irritare o affascinare. (il Morandini)



TRAMA:
Il giovane Adamo torna al suo paese sulla costiera in Campania: sua madre è morta, ma a lui poco o nulla importa (i due si sono visti l'ultima volta quando Adamo aveva sette anni). Adelmo, un amico d'infanzia, gli offre presso una sua piccola impresa di trasporti un modesto lavoro (portare alla discarica quintali di banane marcite). Su una strada della campagna assolata, Adamo conosce Angela, una prostituta che esercita la sua "attività" ad un bivio con altre quattro giovani donne. Anche perchè egli l'ha salvata da un cliente, fra i tanti di passaggio, che tentava di rubarle la borsetta, Angela si innamora di Adamo il quale è un inveterato onanista e guardone. Per lui il colmo del piacere, standosene nascosto fra le stoppie riarse, è quello di spiare Angela nei suoi amplessi con vari clienti e costei scopre le stesse voluttuose sensazioni seguendo la masturbazione di Adamo e credendo di avere con lui quel rapporto completo che invece nei fatti non si realizza mai. Dopo che Adamo si è avvicinato ad Adelaide, sorella di Adelmo, rimasta incinta del fidanzato che si è dileguato, viene arrestato per omicidio. Angela si rifiuta di aiutarlo in quanto questo significa mentire una volta di più a se stessa. Improvvisamente su di una collina non lontana si è posato un uovo gigantesco: una delle prostitute - muta - ricomincia a parlare; un'altra (ritardata nel fisico e nella mente) constata l'arrivo del suo primo ciclo mestruale; per la terza (tenacissima mittente di ben sette lettere al fidanzato in galera) finalmente giunge la sospirata risposta; la quarta, una monca, recupera le sue mani. E in più avvengono altri eventi singolari: una gallina dalle piume rossicce (Angela ne è atterrita inspiegabilmente) è diventata tutta bianca e in una visione della solfatara di Pozzuoli Angela appare, emettendo vapori bianchi e caldissimi dal proprio organo genitale, con Adamo che appare e scompare, fumigante lui pure, in una delle grotte. Niente miracoli, ovviamente, solo una fantastica "rigenerazione" per tutti.

CRITICA:
"Scritto e diretto da Pappi Corsicato, qui in veste anche di compositore e scenografo, I buchi neri è un film ricco di metafore (non sempre limpide), solfureo, denso di finzioni e insieme di verismo, surreale nelle visioni e nei personaggi. Un'opera bella, ammirevole, intrigante: dove tutto è possibile e una gallina può assurgere al simbolo di generazione e di eternità. Si passa dalla fantascienza alla mitologia, dai dischi volanti ai fiumi dell'Ade. Un gioco leggero, ma non solo, di un estroso e grande talento visivo."
(Vittorio Spiga, 'Il Resto del Carlino', 10 ottobre 1995).
"'I buchi neri' si impone come un film importante, magari ancora immaturo per gli squilibri narrativi ma ricchissimo di spunti sia colti sia popolari, visionario, molto bello. Merito soprattutto di una protagonista strordinaria: Iaia Forte. Un'attrice finalmente ribelle allo stereotipo Psico-drammatico della carineria, dominante nel cinema italiano."
(Oscar Iarussi, "La Gazzetta del Mezzogiorno", 12 ottobre 1995)"

'I buchi neri' di Pappi (Pasquale) Corsicato, 35 anni, napoletano, già autore di 'Libera', mette da parte denuncia sociale e disperazione meridionale per narrare con realismo fantastico non l'amore borghese romantico, carnale o sentimentale, ma l'amore primigenio che dà vitalità gioiosa e cambia la visione del mondo; per immergersi in una pre-civiltà o post-civiltà in cui lo sguardo d'una gallina può ispirare terrore superstizioso e lo stellato cielo notturno può trasmettere messaggi, nel sonno si può sognare di amare sottacqua e sulla spiaggia possono apparire (come in Improvvisamente l'estate scorsa) torme di ragazzi sfernati, cattivi e ridenti. Magari la ricerca del Mito è sommaria, magari lo stile insegue il primo Pasolini o il Buñuel messicano: ma che piacere un film-italiano-di giovane-regista per niente convenzionale né claustrofobico, interessante, divertente, inquietante, e recitato benissimo da quell'attrice di gran qualità che è Iaia Forte. (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 13 ottobre 1995)

NOTE:



Il giovane Adamo torna nella sua terra natia, la Campania, in seguito alla morte della madre.
Adamo ha problemi di identificazione sessuale, è un giovane all’apparenza privo di forti emozioni o di interessi, tant’è vero che quando un suo amico d’infanzia gli offre un lavoro abbastanza umile, lui accetta con indifferenza, solo per riempire le giornate.
Inizia quindi un monotono andirivieni su uno scassatissimo camion carico di banane marce; ogni tanto Adamo si ferma e spia un gruppetto di prostitute mentre lavorano.
Le donne hanno vari problemi; una di esse è monca, un’altra ha seri problemi psichici, un’altra ancora è muta…un universo miserabile, quindi, a cui non sfuge nemmeno Angela, una del gruppo che un giorno durante un rapporto con un cliente rischia di essere rapinata.
E’ Adamo a salvarla, e da quel momento tra i due nasce uno strano rapporto.
Lei è una donna affamata di affetto, lui in fondo è un voyeur autoerotista, che prova piacere solo nello spiare sia Angela che le amiche.
Angela accetta quella strana condizione che viene a crearsi fra loro, confondendola con un rapporto di coppia che in realtà non esiste.
La donna però inizia ad essere turbata e provare uno strano piacere nel sapere che Adamo la gura, così le cose sembrano avere un senso pur in un rapporto assolutamente innaturale.
Adamo stringe amicizia con la sorella di Adelmo, l’amico di infanzia che gli ha trovato il lavoro miserabile che l’uomo fa, e Adelaide (la donna) scopre di essere incinta del suo fidanzato, che nel frattempo è sparito.
Adamo viene arrestato, ma Angela non interviene.
Nel frattempo accadono eventi inspiegabili.
Un uovo gigante si materializza su una delle colline vicino i luoghi dove le prostitute incontrano i loro clienti; la prostituta con problemi psicologi scopre di aver avuto, per la prima volta, le mestruazioni, la muta ricomincia a parlare, la monca recupera le mani e l’ultima delle donne riceve finalmente la risposta tanto attesa dal fidanzato rinchiuso in carcere.
L’ultimo strano evento riguarda Angela: vede una gallina diventare di colpo tutta bianca, e vede anche apparire e scomparire Adamo da getti di vapore, si vede aprire le gambe e avvolgere la realtà in nuvole di vapore….
Tutto ciò che accade quindi non è da considerarsi un evento miracoloso, ma una rinascita, una specie di rigenerazione della vita e degli eventi.
Film disomogeneo e di difficile comprensione, con elementi metaforici ostici e girato quasi con stile surrealista, in bilico tra il cinema pasoliniano dal quale riprende la naturalità e la tragica condizione del proletariato e quello di Bunuel, visionario e quasi allucinato, I buchi neri di Pappi Corsicato non lascia assolutamente indifferenti.
E’ un cinema assolutamente differente dal tradizionale, quello di Corsicato.
L’introduzione di elementi visivamente così dissimili fra loro, l’uso delle allegorie e delle metafore, le citazioni classiche e i riferimenti ad una realtà che molti ignorano conferisce al film un’impronta di surrealismo che ricorda una tela di Dalì.
Un quadro d’insieme che il regista monta e realizza con alcune imperfezioni e sopratutto con poca fluidità in alcuine parti.
Ma il risultato finale è di gran fascino e assolutamente innovatore.
A rendere il film credibile e sopratutto visivamente accettabile contribuisce certo l’utilizzo di un gruppo di attori malleabili e dalle ottime doti; sicuramente da applausi sono le interpretazioni dei due protagonisti principali, Iaia Forte, Vincenzo Peluso che trasmettono un senso di fatale.
Corsicato ambienta alcune scene nella campagna Campana e sono sicuramente quelle di maggior respiro; il contrasto tra le messi dorate, il sole caldissimo e le scene di quotidiana umiliazione delle prostitute rendono il quadro d’insieme fortemente incisivo.
Accennavo prima ad una certa disomogeinità del film.
Il difficile discorso intrapreso dal regista teso a staccare un discorso di denuncia sociale a tutto vantaggio della fantasia più estrema ( emblematico il viaggio sott’acqua dei due protagonisti o anche l’allegoria centrale della gallina) riesce davvero di difficile comprensione per chi non riesca a raccogliere i numerosi riferimenti ai miti antichi o alle civiltà primordiali.
Ma fa parte del fascino di questo film che resta un’opera assolutamente innovativa, fuori da tutti gli schemi e da tutti gli stereotipi.
Pappi Corsicato perennemente in bilico fra genio trash e trash e basta ci dona, qui, la sua gemma par excellance. I buchi neri sono una summa di idiozia, assurdità e miseria. Sono poetici scampoli di disperazione ed emarginazione eppur non hanno rima, eppur suonano barzellette da bar. Un film non semplice, a tratti veramente pessimo, che si lascia, tuttavia, guardare. Genialmente improponibili le musiche che accompagnano le scene. Uno sguardo, con la giusta propensione, lo consiglierei… Quasi.
Divertente, irriverente, grottesco quanto basta, “I buchi neri” di Corsicato è un film assolutamente da vedere. Amaro e verace allo stesso tempo, fonde il neorealismo al cinema almodovariano. Sequenze impossibili da dimenticare per un lungometraggio in cui il regista ha curato anche le musiche e le scenografie. È bello avere un film italiano così amabile.
L’unico film di Corsicato che mi sia piaciuto. Marginalità varie trasfigurate in mitologia pop, miseri amori e misere vite che attendono la loro palingenesi, forse attendono di essere inghiottiti dai buchi neri per annullare la loro materialità, per tornare alla purezza delle origini, all’infanzia del mondo. Caotico e citazionista, non sempre raffinato, ma autentico.
Ma il bambino è suo? No, perchè non hanno mai avuto rapporti, lei è ancora vergine.
-Io all’amore no ci credo….- “Dici così perchè il fidanzato ancora non ce l’hai” – Si, il fidanzato, uno che ti punta la pistola addosso e non ti vuole nemmeno guardare in faccia!-
http://it.paperblog.com/i-buchi-neri-240996/

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