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martes, 3 de enero de 2012

La guerra di Mario - Antonio Capuano (2005)


TÍTULO ORIGINAL La guerra di Mario
AÑO 2005
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español e Inglés (Separados)
DURACIÓN 100 min.
DIRECTOR Antonio Capuano
GUIÓN Antonio Capuano
MÚSICA Pasquale Catalano
FOTOGRAFÍA Luca Bigazzi
REPARTO Marco Grieco, Valeria Golino, Emanuele Annunziata, Anita Caprioli, Rosaria De Cicco, Nunzio Gallo
PRODUCTORA Fandango / Indigo Film
PREMIOS 2005: Premios David di Donatello: Mejor actriz y Premio de la crítica. 4 nominaciones
GÉNERO Drama | Infancia. Adopción

SINOPSIS Un niño de corta edad pero de carácter rebelde es separado de su abusiva madre, y temporalmente adoptado por una pareja joven. (FILMAFFINITY)


Subtítulos (Español)
http://www71.zippyshare.com/v/54140705/file.html

Subtítulos (Inglés)
http://www71.zippyshare.com/v/21287842/file.html

Giulia e Sandro sono due quarantenni apparentemente soddisfatti: appartengono ad una borghesia colta ed agiata, lei insegna all’Accademia, lui è un brillante giornalista televisivo. Sono una coppia serena, non sono sposati, ma vivono insieme da circa due anni quando decidono di chiedere l’affidamento di un bambino difficile.
Mario ha nove anni ed il Tribunale dei Minori l’ha sottratto alla famiglia per proteggerlo da una realtà ambigua in cui subiva privazioni e maltrattamenti.
L’affidamento provvisorio è un occasione di confronto tra due realtà socialmente e culturalmente lontane. Giulia si innamora perdutamente della sua nuova condizione di madre putativa. Sandro resta più estraneo, incuriosito ed intimidito dai cambiamenti.
Mario si trova proiettato in una realtà completamente estranea al suo passato: vive in una casa splendida, è riempito di attenzioni ed ogni suo piccolo capriccio viene soddisfatto... (continua). Non gli resta che trovare una fantasiosa scappatoia: si rifugia in una realtà immaginaria, ispirata ad un videogioco (SHAD-SKY) e governata dal suo personale “codice cavalleresco”. Gli unici amici che hanno accesso al suo magico mondo sono altri due piccoli “diversi”: il suo nuovo cagnolino ed un suo compagno di scuola, anch’esso proveniente da una periferia povera. Il disagio emotivo di Mario raggiunge la disperazione quando il suo cane muore investito da un auto ed il suo migliore amico lascia la scuola. Il bambino diventa cupo e si chiude in se stesso, il suo comportamento diventa esplicitamente capriccioso e violento. Giulia, nonostante abbia scoperto di aspettare un bambino da Sandro, è completamente in balia di Mario e continua ad assecondarlo ciecamente fino a mettere in crisi il suo rapporto di coppia. Quando la situazione è ormai degenerata, arriva la decisione del Tribunale dei Minori di affidare Mario ad una coppia sposata. Giulia e Mario sono improvvisamente divisi e restano perplessi e confusi...
http://www.cinemaitaliano.info/laguerradimario

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''La storia di Mario e' una storia vera, accaduta ad una mia amica, volontaria in una casa famiglia che ha cercato di adottare un bambino ma non è riuscita''. Il regista Antonio Capuano ha spiegato ieri sera a Roma la fonte di ispirazione per La guerra di Mario, il film con Valeria Golino prodotto da Fandango e Indigo Film in uscita il 3 marzo in 50 copie, distribuito da Medusa. Giulia (Golino) e Sandro (Andrea Renzi) sono una coppia borghese della Napoli bene, lei e' professoressa d'arte (''la mia amica insegna letteratura inglese, ma io non ne capisco niente e ho preferito le arti visive - ha detto Capuano), lui e' giornalista. Mario (Marco Grieco) è un bambino di nove anni, nato a Ponticelli da una madre distaccata che lo maltrattava, Nunzia (interpretata da Rosaria De Cicco, attrice di molti film di Capuano e di 'Un posto al sole'), e affidato a Giulia. Mentre lei si getta a capofitto nel rapporto con questo ''bambino difficile'', il compagno (con il quale non e' sposata) non riesce a stabilire con Mario nessun legame, mettendo a rischio la riuscita dell'affido. ''Dopo tante madri Giulia e' la prima madre adottiva che interpreto ma forse e' la piu' madre di tutte - ha detto Valeria Golino, un carnet di impegni fittissimo dal film 'Casa nostra' di Francesca Comencini al debutto alla regia di Fabrizio Bentivoglio ('Lascia perdere Johnnay') passando per Zanussi e Anghelopulos - Lei vuole tanto Mario, ma e' difficile farsi amare da un bambino che, come direbbe lui, non le appartiene''. ''La burocrazia e' per definizione rigida e violenta, ce la siamo creata cosi', ho voluto anche parlare di questa burocrazia rappresentata dal Tribunale per i Minori - ha detto Capuano - L'idea era di fare un film che facesse i conti con la vita vera, questo e' un film dialettico dove io non parteggio per nessuno o per tutti, compreso il presidente del Tribunale''. La scelta di Marco Grieco, un bambino di Napoli alla sua prima prova cinematografica, e' avvenuta in modo poco convenzionale. ''Avevo selezionato tre bambini che potevano interpretare Mario e avevo dato loro un foglietto da leggere - ha raccontato il regista - mentre due lo hanno recitato come attori navigati, Marco mi ha detto 'Io non so leggere' e da una frase che io gli ho suggerito ha elaborato un suo lungo pensiero. Quando gli ho chiesto, perche' non ripeteva semplicemente la frase, mi ha risposto: ma io sto gia' improvvisando''. Il titolo del film viene da alcune scene in cui si sente Mario recitare racconti di bambini di guerra, piccoli guerrieri africani che sono per lui come degli amici immaginari, dei compagni di guerra. ''Anche questa suggestione viene dalla realta' perche' la mia amica dopo un po' di tempo che il ''suo'' bambino era andato via ha trovato molti ritagli di foto di bambini africani presi dai giornali''. "'Il film, prodotto con un milione di euro e' un film spartano e frugale ma per scelta del regista non per mancanza di denaro - ha spiegato il produttore Domenico Procacci - Capuano aveva la possibilita' di aspettare qualche mese e avere un budget piu' alto, ma ha scelto di farlo con quella cifra non perche' avesse fretta ma perche' non aveva bisogno di piu' soldi''.
http://www.vita.it/news/view/54266



La guerra di Mario è la guerra del cinema, perché il cinema è una guerra. Una lotta indefinibile e infinita tra la troupe e le immagini. E' un continuo scontro di relazioni che si trovano e si lasciano, come tra tanti elementi nelle più elaborate profondità di campo. Una storia d'amore. Rimanere nell'ambito della sceneggiatura toglie sicuramente qualcosa a questo lavoro che, proiettando luce su uno schermo bianco, la restituisce in un nuovo elemento. Il realismo della storia di Mario si contrappone al miracolo del cinema che in quanto luce diviene onirica pragmaticità.
Moretti nel suo ultimo "Caimano" afferma: "Ma da quant'è che in un film italiano non c'è un elicottero?" e siamo d'accordo, ma solo fin quando l'elicottero non si offre mezzo sul quale girare il nostro film, dall'alto e dal basso, dalla stabilità del volo a quella instabile dell'atterraggio, al tempestuoso uragano di rumori e arie generato dalle sue eliche.
Probabilmente Mario è proprio un elicottero e l'aria generata dalle sue eliche è quell'elemento a cui alludevamo prima.
Dal punto di vista sociologico, Antonio Capuano ci immerge nella situazione contraddittoria della verità del giudizio, nella quale valori fondamentali quali libertà e amore vengono continuamente messi alle corde. Siamo nella Napoli "bene", ma anche in quella "male", trovandoci a riflettere sull'apparente e arbitrario significato a cui troppo spesso si associano le parole "bene" e "male".
Qual è il quartiere degradato, quello in cui si dice che la scuola è un brutto carcere e il carcere è una bella scuola o quello in cui è la stessa scuola a non riconoscere l'uguaglianza di tutti i (suoi stessi) figli, ma tende a preservare solo l'armonia di alcuni?
In un incontro con Philippe Garrell, qualche tempo fa, si discuteva sul fatto che ogni cinematografia nazionale, nel bene e nel male, presenta caratteristiche e istinti peculiari. Le scuole nazionali sono onnipresenti nei film perché non c'è immagine più bella e più sincera di quella che guarda con lo stesso occhio di colui che guarda e che deve guardare: il regista, l'artista, il genio, l'operaio.
I punti di intersezione nella griglia di caratteristiche orizzontali (tempo) e verticali (spazio/cinematografia nazionale) creano una sorta di mappa geografica all'apparenza arbitraria, ma incredibilmente precisa. Questa precisione resiste, fiera, anche nel cinema di oggi, quando la stessa griglia è tagliata trasversalmente dai Dardenne, dai Kechiche, dai Malick, dai Capuano, in un movimento fluttuante che parte dal muto fino a raggiungere il futuro.
Marco Conte
http://www.ondacinema.it/film/recensione/guerra_mario

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Nel film il grigio dei palazzi di cui certa edilizia economica e popolare ha riempito i sobborghi delle città produce materialisticamentele esistenze violente e senza luce di ragazzi destinati alla strada. Il blu del mare che di vede dalla collina di Posillipo rende sensibili ai colori dell'arte, apre 'orizzonti'

Due madri ed un solo figlio, Mario. Una madre naturale, l'altra adottiva: due mondi in una sola città, Napoli. Nessun padre, però. La maternità è un affare di donne e quelle del sud sono notoriamente società matriarcali. Così gli uomini latitano, scappano, e lasciano la scena a chi di norma si considera debole: le donne e i bambini. A chi è costretto. per sopravvivere, a combattere ogni giorno la propria guerra.
Il proletariato, quello vero, fatto di gente che ha come unica proprietà i figli, e la borghesia illuminata della cultura e dell'università, si scontrano in questo film in modo autentico e radicale. Cercano un incontro impossibile e forse per nulla auspicabile. Parlano lingue diverse, guardano il mondo da prospettive distinte eppure non troppo lontane: qualche decina di chilometri, quelli che dividono la periferia napoletana dai quartieri ricchi della città 'bene'. Finestre che si aprono a viste così differenti da determinare e scrivere esistenze opposte. Il grigio dei palazzi di cui certa edilizia economica e popolare ha riempito i sobborghi delle città produce materialisticamente le esistenze violente e senza luce di ragazzi destinati alla strada. Il blu del mare che di vede dalla collina di Posillipo rende sensibili ai colori dell'arte, apre 'orizzonti' fisici e culturali.
Una città è fatta di periferie e zone residenziali, ma anche di strade e stazioni della metropolitana, propriamente dei non-luoghi dove avvengono scambi ed incontri. Mario è esattamente quel non-luogo. La sua è l'esperienza di un passaggio, il transito da una vita fatta di soprusi e violenze a una di certezze e agi. Chi viaggia non può né deve dimenticare, in vista della sua meta, il punto da cui è partito. Così Mario porta con sé il proprio fardello di ricordi ed esperienze vissute, lo custodisce per impedire che un mondo benpensante, ma altrettanto crudele, se ne impossessi. La lotta di Mario è quella di Giulia (Valeria Golino) che lo accoglie nella sua casa e nella sua vita senza tentare di alterare abitudini ed equilibri precedenti. È quello che la legge cieca e borghese non comprende: che preservare, come avrebbe detto Pasolini, 'le vite violente' dei figli del sottoproletariato urbano, significa difendere la parte ancora pulsante e creativa di una società in via di putrefazione.   
http://www.sentieriselvaggi.it/147/13916/La_guerra_di_Mario_di_Antonio_Capuano__.htm

3 comentarios:

  1. Es posible subtitulos en español de "La guerra di Mario". No funciona el link de mediafire

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  2. lamentablemente, los links no están más
    ¿podrás resubirlos?
    gracias

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