TÍTULO ORIGINAL L'inchiesta
AÑO 1986
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACIÓN 107 min.
DIRECTOR Damiano Damiani
GUIÓN Vittorio Bonicelli, Suso Cecchi d'Amico, Damiano Damiani, Ennio Flaiano
MÚSICA Riz Ortolani
FOTOGRAFÍA Franco Di Giacomo
REPARTO Keith Carradine, Harvey Keitel, Phyllis Logan, Angelo Infanti, Lina Sastri, John Forgeham
PRODUCTORA Coproducción Italia-Túnez; Clesi Cinematografica / Italian International Film / SACIS
PREMIOS 1986: Premios David di Donatello: Mejor actriz secundaria (Lina Sastri). 2 nominaciones
GÉNERO Drama. Intriga
SINOPSIS Cuando llegan a oídos del emperador Tiberio rumores sobre la resurrección de Jesús de Nazareth, envía a la provincia romana de Judea al general Tauro, cuya misión será investigar qué fue del cuerpo del Nazareno. (FILMAFFINITY)
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Trama
Tito Valerio Tauro, ambizioso funzionario dell'imperatore Tiberio, giovane "capace di costruire un processo anche su un piccolo sbaglio", si presenta al procuratore romano Ponzio Pilato con un rescritto imperiale che lo autorizza a svolgere un'inchiesta sulla sparizione del corpo di Gesù. Pilato sospetta che Tauro sia a Gerusalemme per ragioni politiche e teme per il proprio potere. Ma durante la festa per il compleanno dell'imperatore, Tauro dichiara pubblicamente di essere inviato a cercare il corpo di Gesù di Nazareth. La moglie di Ponzio Pilato, Claudia Procula, trasale e subito cerca un incontro privato con Tauro, il quale si illude baldanzosamente che la donna desideri essergli amante. Claudia lo conduce invece al sepolcro vuoto di Gesù, che ha conosciuto durante il processo davanti a Pilato: gli confida d'esser rimasta affascinata dalla personalità di quello straordinario ebreo e gli parla di certe dicerie sulla sua risurrezione, di cui sarebbe stata testimone una donna di Magdala ora scomparsa. Tauro inizia la sua inchiesta, interrogando varie persone: gli viene indicata anche la madre di Gesù, un'umile popolana. Frattanto Pilato inscena un finto ritrovamento del corpo di Gesù, per liberarsi dall'inquisitore: ma la finzione viene smascherata da Tauro, che provoca indirettamente un tafferuglio tra la folla, con morti, feriti e incendi suscitando il fiero risentimento di Pilato. Per raggiungere il proprio scopo, Tauro non rifugge neppure da azioni clamorose e spregiudicate: arresti, esecuzioni, prove raccapriccianti per sperimentare gli effetti della crocifissione. Sempre inutilmente. Finisce col ritenere Gesù vivo, e decide di rintracciare Maria di Magdala, per sapere da lei dove si sia nascosto. La ritrova in uno scosceso rifugio sulle alture deserte, lontano da Gerusalemme, a curare dei lebbrosi. Alle domande dell'inquisitore la donna risponde con semplicità di avere sempre con sé Gesù, perché lo serve nei sofferenti. Quando i lebbrosi lo circondano imploranti, ritenendolo il risorto Gesù, Tauro fugge, vagando a lungo, sperduto più ancora nel mistero, che nel deserto che lo circonda, finché incontra, esausto, la guarnigione romana di Pilato, che lo rifiuta e ne decreta la morte.
Critica
"Nella filmografia di Damiani, 'L'inchiesta' costituisce un episodio abbastanza anomalo. Regista molto legato al presente, con predilezione per le vicende di corposa e sanguigna drammaticità, si è invece cimentato in questa occasione con una storia ambientata negli anni immediatamente successivi alla morte di Cristo (...).Sul piano dei contenuti, il merito maggiore de L' inchiesta è quello di mantenersi pressoché sempre coerente all'impostazione di un dramma intellettuale, con poche e tutto sommato irrilevanti concessioni nei terreni altri di suggestioni più facili, di emotività più epidermiche."
(Mario Milesi, 'Bergamo Oggi', 17 aprile 1987)
(Mario Milesi, 'Bergamo Oggi', 17 aprile 1987)
"Non so se uno spunto geniale come quello dell''Inchiesta' sia caduto nelle mani migliori, dopo i precedenti tentativi falliti da Magni, Montaldo, Festa Campanile. Così com'è, il film passa da momenti efficaci, intensi, che quasi sempre coincidono con la presenza di Carradine, ad altri di più labile impatto. (...) Giudicato come thriller, 'L'inchiesta' non sfigura, con quel suo ingegnoso colpo di scena finale: gli giova meno, mi pare, una vaga struttura da kolossal, da peplum fuori tempo."
(Gabriele Porro,'Il Giorno', 14 febbraio 1987)
(Gabriele Porro,'Il Giorno', 14 febbraio 1987)
"Il film è infatti quanto di più modesto e, nonostante i riferimenti all'attualità, anacronistico si possa immaginare, uno sceneggiato televisivo in stile anni Cinquanta che per la sua piattezza e ovvietà ci lascia quasi del tutto indifferenti. (...) Un rispettabile regista come Damiano Damiani non avrebbe dovuto cadere in questo trabocchetto. Buon per lui che 'L'inchiesta' non sia stato accolto in concorso all'ultima Mostra di Venezia: sarebbe stato frustato a sangue dalla critica internazionale, con grave pregiudizio del successo che il film potrà avere sui mercati internazionali facili a contentarsi. Vi recitano Keith Carradine (Tauro), Harvey Keitel (Pilato), Phyllis Logan (Claudia), Lina Sastri (Maria Maddalena). E fra le pieghe c'è un grande amore inappagato."
(Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 14 febbraio1987)
(Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 14 febbraio1987)
Note
- RIPRESE EFFETTUATE IN TUNISIA CON LA COLLABORAZIONE DELLA CARTHAGO FILM.- DAVID DI DONATELLO 1987 COME MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA A LINA SASTRI.- PREMIO ALITALIA A SILVIO CLEMENTELLI E DAMIANO DAMIANI.- LA REALIZZAZIONE DELLE VITTIME E' DI SERGIO STIVALETTI.
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=5626&film=L-inchiesta
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=5626&film=L-inchiesta
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Soggetto
Tito Valerio Tauro viene inviato dall’imperatore Tiberio Claudio Nerone per ritrovare il corpo di Gesù di Nazareth, fatto giustiziare da Ponzio Pilato anni prima e scomparso dal sepolcro. L’avvenimento, che i discepoli del Nazareno chiamano “resurrezione”, sta creando dei problemi a Roma. Pilato tuttavia non riesce a credere che uno dei tanti fanatici religiosi che agitano la Giudea possa costituire il motivo di un’inchiesta imperiale e cerca di ostacolare il lavoro di Tauro, il quale trova invece appoggio e simpatia nella moglie del prefetto, Claudia Procula. I suoi sforzi, caratterizzati da scetticismo pragmatico, non approdano a nulla. Il cadavere non salta fuori e anche la tesi di una morte apparente non regge alla realtà dei fatti: i discepoli più vicini a Gesù non lo hanno più visto dopo le apparizioni e, pur avendo la certezza del suo ritorno, non sanno quando ciò avverrà. All’inviato imperiale non resta che ammettere il fallimento della missione e constatare che è in atto qualcosa che supera la ragione umana e mette in crisi la logica e la legge romana: per questo motivo viene fatto uccidere da Pilato.
Sintesi Critica
“La legge romana non prevede la resurrezione”. È, questo, il punto di partenza oggettivo dell’inchiesta di Tito Valerio Tauro, che lo condurrà a scoprire la relatività di quella stessa legge e a comprendere come la predicazione del Nazareno, basata sull’amore, abbia innescato qualcosa di pericolosamente sovversivo per un Impero fin troppo espanso. “Se c’è qualcuno che chiede di essere liberato non dagli eserciti, ma da un uomo crocefisso, allora il mondo sta già cambiando”, constata l’inquisitore al termine della missione.
Film singolare, di caratteri, affidato a una recitazione sobria e convincente, L’inchiesta sembra costruito sulla domanda di Pilato “cos’è la verità?” e sulla preclusione politica che tale domanda possa avere una risposta: come al tempo del processo, anche ora infatti il rappresentante di Roma si lava le mani, e fa sopprimere chi, al contrario, cerca la verità e diventa portatore di ragioni estranee al potere.
Film singolare, di caratteri, affidato a una recitazione sobria e convincente, L’inchiesta sembra costruito sulla domanda di Pilato “cos’è la verità?” e sulla preclusione politica che tale domanda possa avere una risposta: come al tempo del processo, anche ora infatti il rappresentante di Roma si lava le mani, e fa sopprimere chi, al contrario, cerca la verità e diventa portatore di ragioni estranee al potere.
Scheda Didattica
Utilizzazione:
il film si presta in modo particolare per il curricolo disciplinare della Scuola Media e del biennio Superiori.
Perché questo film?
L’inchiesta non è un film sulle ragioni della fede e sulla questione del Cristo storico, ma piuttosto sulle origini di un fenomeno religioso e culturale dirompente, che avrebbe contribuito alla disgregazione dell’Impero romano e alla nascita di una nuova civiltà, quella cristiana. Nello stesso tempo è un film sui preliminari della fede, sull’atteggiamento che rende possibile l’incontro con il mistero e successivamente con la verità. Valerio Tauro compie un percorso che lo porta dalla certezza al dubbio, dalla ricerca di prove a suffragio di una tesi pregiudiziale, al tentativo di comprendere cos’è realmente accaduto a Gerusalemme e, forse, sta ancora accadendo. Dallo scetticismo che esclude a priori tutto ciò che non si conosce, al porsi domande di cui non si conosce la risposta.
Una situazione culturale e un percorso di apertura al mistero, quelli descritti nel film, che trovano significativi punti di contatto nella civiltà contemporanea, erede, da un lato, del positivismo illuminista e caratterizzata, per altri versi, da un ritorno del paganesimo.
Una situazione culturale e un percorso di apertura al mistero, quelli descritti nel film, che trovano significativi punti di contatto nella civiltà contemporanea, erede, da un lato, del positivismo illuminista e caratterizzata, per altri versi, da un ritorno del paganesimo.
Nuclei tematici disciplinari:
1. la questione della storicità di Cristo: fonti storiche e fonti cristiane
2. il fenomeno dei Messia e la questione nazionale giudaica
3. storia del cristianesimo: da setta perseguitata a religione dell’Imper
4. dalla certezza al dubbio: un percorso di ricerca della verità
2. il fenomeno dei Messia e la questione nazionale giudaica
3. storia del cristianesimo: da setta perseguitata a religione dell’Imper
4. dalla certezza al dubbio: un percorso di ricerca della verità
Nuclei tematici interdisciplinari:
1. la Palestina dalla colonizzazione greca alla distruzione di Gerusalemme
2. le cause culturali nella caduta dell’Impero romano
2. le cause culturali nella caduta dell’Impero romano
Attività Didattica
Il Cristianesimo è la matrice culturale dell’Europa e di tutto l’Occidente. In duemila anni il mistero di Gesù è stato indagato in tutti i suoi aspetti. È interessante notare come negli ultimi tre secoli, alcuni pensatori, organizzazioni e Stati abbiano cercato di demolire la storicità e la resurrezione di Gesù formulando bizzarre soluzioni.
Questionario
1. Che cosa cerca esattamente Tito Valerio Tauro?
2. Perché Tito Valerio Tauro non si accontenta delle false verità che Pilato gli propone?
3. Perché Claudia porta Valerio Tauro al sepolcro di Gesù?
4. Come giustifichi il comportamento di Pilato?
5. Che ruolo gioca Claudia Procula in tutta la vicenda?
6. La tesi della morte apparente di Gesù non viene smentita dalla ferita al costato causatagli dalla lancia?
7. Come mai Gesù è stato crocifisso e non ucciso in altro modo?
8. Il cristianesimo rappresentava effettivamente un pericolo per Roma?
9. Il cristianesimo rappresenta un pericolo per tutti i poteri forti terreni?
http://idr.seieditrice.com/multimedia/percorsi-nel-cinema/linchiesta/
2. Perché Tito Valerio Tauro non si accontenta delle false verità che Pilato gli propone?
3. Perché Claudia porta Valerio Tauro al sepolcro di Gesù?
4. Come giustifichi il comportamento di Pilato?
5. Che ruolo gioca Claudia Procula in tutta la vicenda?
6. La tesi della morte apparente di Gesù non viene smentita dalla ferita al costato causatagli dalla lancia?
7. Come mai Gesù è stato crocifisso e non ucciso in altro modo?
8. Il cristianesimo rappresentava effettivamente un pericolo per Roma?
9. Il cristianesimo rappresenta un pericolo per tutti i poteri forti terreni?
http://idr.seieditrice.com/multimedia/percorsi-nel-cinema/linchiesta/
Quando un amico mi ha consigliato di vedermi questo film, mi aspettavo fosse un film molto statico, di tipo teatrale dato il soggetto ed ero restio dopo la delusione di Mel gibson con la sua PASSIONE.
Sorprendentemente e piacevolmente invece ha il respiro di un ottimo film storico d’azione e religioso insieme.
Tratto da un libro, “L’uomo di Nazareth”, nato da un trattamento di Ennio Flaiano (attinta da Anatole France), sceneggiato prima da Suso Cecchi D'Amico, poi da Vittorio Bonicelli e infine riscritto dal regista ha la brillante intuizione di partire dal freddo scetticismo di un non credente, Tito Valerio Tauro funzionario dell'impero romano (interpretato dall’ottimo Keith Carradine), che da moderno 007 cerca di scoprire la verità su Gesù con obietttività e alla luce dei fatti.
Questo percorso, effettuato da un non credente assume maggior interesse e rileggiamo il Vangelo da un’altra prospettiva, di chi vuole capire e non credere passivamente.
Il film si svolge come un’autentica inchiesta con indagini, interrogatori, autopsie, attentati e tentativi di insabbiamenti…
Un cammino verso la verità o perlomeno verso una conclusione: che sua inchiesta è fallita ( come scrive nel suo rapporto all’illuminato imperatore Tiberio), di non essere riuscito a scoprire se Gesù sia morto o risorto ma che esiste anche un mondo non fondato sulla paura (come quello dell’Impero Romano) ma sull’amore.
Anche se molti recensioni lo definiscono freddo, io invece vi ho trovato momenti molto intensi e commoventi in alcune scene.
Ho notato come i Romani, pur essendo i dominatori della Galilea, non interferivano affatto nelle loro questioni religiose permettendo anche le crudeltà delle lapidazioni: si rendevano conto, rispetto a molti nostri contemporanei, della differenza della loro irriducibile cultura…potevano dominare se rispettavano! Erano grandi!
Questa considerazione rientra a proposito delle nostre discussioni sull’Islam.
Un ottimo film che, da quanto ho capito leggendo una trama completamente sballata in Libero.it, non riporta fedelmente il libro e vanta un remake nel 2007 che mi piacerebbe vedere integralmente, con l’ex calciatore Daniele Liotti (che da credente convinto ha confessato di aver fatto il percorso inverso finendo nell’avere dubbi) e, addirittura, Dolph Lundgren nei panni di Brixos.
Ottima, anche se insolita per molti in quanto impegnato in denunce sociali nel presente, la scelta del regista Damiano Damiani. Ricordo, invece che si è ben cimentato in films storici come l’ottimo DELITTO MATTEOTTI e tanti altri.
Concludo con una curiosità. Mia figlia stava vedendosi LA CASA SUL LAGO DEL TEMPO, ma stava appisolandosi e appena ho finito questo (l’aveva riconosciuto da qualche scena) me l’ha sottratto e poi mi ha detto: “Questi sono films”..e poi dicono delle ragazzine…
Darkman
http://www.sospcforum.com/forum/viewtopic.php?f=27&t=5176
Sorprendentemente e piacevolmente invece ha il respiro di un ottimo film storico d’azione e religioso insieme.
Tratto da un libro, “L’uomo di Nazareth”, nato da un trattamento di Ennio Flaiano (attinta da Anatole France), sceneggiato prima da Suso Cecchi D'Amico, poi da Vittorio Bonicelli e infine riscritto dal regista ha la brillante intuizione di partire dal freddo scetticismo di un non credente, Tito Valerio Tauro funzionario dell'impero romano (interpretato dall’ottimo Keith Carradine), che da moderno 007 cerca di scoprire la verità su Gesù con obietttività e alla luce dei fatti.
Questo percorso, effettuato da un non credente assume maggior interesse e rileggiamo il Vangelo da un’altra prospettiva, di chi vuole capire e non credere passivamente.
Il film si svolge come un’autentica inchiesta con indagini, interrogatori, autopsie, attentati e tentativi di insabbiamenti…
Un cammino verso la verità o perlomeno verso una conclusione: che sua inchiesta è fallita ( come scrive nel suo rapporto all’illuminato imperatore Tiberio), di non essere riuscito a scoprire se Gesù sia morto o risorto ma che esiste anche un mondo non fondato sulla paura (come quello dell’Impero Romano) ma sull’amore.
Anche se molti recensioni lo definiscono freddo, io invece vi ho trovato momenti molto intensi e commoventi in alcune scene.
Ho notato come i Romani, pur essendo i dominatori della Galilea, non interferivano affatto nelle loro questioni religiose permettendo anche le crudeltà delle lapidazioni: si rendevano conto, rispetto a molti nostri contemporanei, della differenza della loro irriducibile cultura…potevano dominare se rispettavano! Erano grandi!
Questa considerazione rientra a proposito delle nostre discussioni sull’Islam.
Un ottimo film che, da quanto ho capito leggendo una trama completamente sballata in Libero.it, non riporta fedelmente il libro e vanta un remake nel 2007 che mi piacerebbe vedere integralmente, con l’ex calciatore Daniele Liotti (che da credente convinto ha confessato di aver fatto il percorso inverso finendo nell’avere dubbi) e, addirittura, Dolph Lundgren nei panni di Brixos.
Ottima, anche se insolita per molti in quanto impegnato in denunce sociali nel presente, la scelta del regista Damiano Damiani. Ricordo, invece che si è ben cimentato in films storici come l’ottimo DELITTO MATTEOTTI e tanti altri.
Concludo con una curiosità. Mia figlia stava vedendosi LA CASA SUL LAGO DEL TEMPO, ma stava appisolandosi e appena ho finito questo (l’aveva riconosciuto da qualche scena) me l’ha sottratto e poi mi ha detto: “Questi sono films”..e poi dicono delle ragazzine…
Darkman
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INTELIGENTE, SAGAZ Y ATREVIDA
Casi por casualidad tuve la oportunidad de ver esta película, la cual, bajo su apariencia de un producto más bíblico de corte italiano, enmascara una atractiva propuesta que hace que su duración se pase en muy poco tiempo al expectante público. Una serie B, es posible, pero hecha con oficio y con magníficas actuaciones, mención especial para Keith Carradine, muy creíble como el inteligente espía de Tiberio, enviado a descubrir qué demonios se está cociendo en la siempre tumultuosa Judea.
El primer punto fuerte de esta historia que comenzó hace 2000 años es los grises que imperan a todos los personajes. Por un lado, Tauro, sagaz, inteligente y leal, es una persona de su tiempo, un romano que no se escandaliza ante las cruces donde empalan rebeldes y sospechosos y que piensa que la lógica de las espadas romanas es la luz del Mare Nostrum.
De la misma manera, la trama no cae en la autocomplacencia religiosa, podemos estar ante una de esas extrañas criaturas que podrían complacer por igual a creyentes y no creyentes. El valiente desfile de hipótesis y la fe en que el espectador juzgue, hace muy ameno su desarrollo, sin caer en tópicos. Incluso con el siempre lanceado Poncio Pilatos, tenemos una visión más humana, con un Harvey Keitel sereno y sobrio, haciendo a un gobernador extraño, con sus altibajos y, a su manera, con sus motivos y con problemas internos dentro de su propia familia.
Su vestuario de péplum se nota, también los pocos decorados que tiene, pero la narración es buena e incluso se permite sus dosis de humor para rebajar la carga. Si se perdonan los defectos de la técnica y gustan los argumentos ingeniosos, más de uno puede terminar cayendo, al igual que Tauro, irremediablemente abocado a buscar desentrañar la historia...
Eso y la última carta a Tiberio en el desierto, ya justifican la entrada.
El Libanés
http://www.filmaffinity.com/es/reviews/1/178668.html
El primer punto fuerte de esta historia que comenzó hace 2000 años es los grises que imperan a todos los personajes. Por un lado, Tauro, sagaz, inteligente y leal, es una persona de su tiempo, un romano que no se escandaliza ante las cruces donde empalan rebeldes y sospechosos y que piensa que la lógica de las espadas romanas es la luz del Mare Nostrum.
De la misma manera, la trama no cae en la autocomplacencia religiosa, podemos estar ante una de esas extrañas criaturas que podrían complacer por igual a creyentes y no creyentes. El valiente desfile de hipótesis y la fe en que el espectador juzgue, hace muy ameno su desarrollo, sin caer en tópicos. Incluso con el siempre lanceado Poncio Pilatos, tenemos una visión más humana, con un Harvey Keitel sereno y sobrio, haciendo a un gobernador extraño, con sus altibajos y, a su manera, con sus motivos y con problemas internos dentro de su propia familia.
Su vestuario de péplum se nota, también los pocos decorados que tiene, pero la narración es buena e incluso se permite sus dosis de humor para rebajar la carga. Si se perdonan los defectos de la técnica y gustan los argumentos ingeniosos, más de uno puede terminar cayendo, al igual que Tauro, irremediablemente abocado a buscar desentrañar la historia...
Eso y la última carta a Tiberio en el desierto, ya justifican la entrada.
El Libanés
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