TITULO ORIGINAL Il delitto di Via Poma
AÑO 2011
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 91 min.
DIRECCION Roberto Faenza
ARGUMENTO Pietro Valsecchi
GUION Antonio Manzini, Roberto Faenza
REPARTO Astrid Meloni, Giulia Bevilacqua, Silvio Orlando, Fabio Traversa, Giorgio Colangeli
SONIDO Roberto Sestito
VESTUARIO Isabelle Caillaud
ESCENOGRAFIA Nino Formica
FOTOGRAFIA Maurizio Calvesi
MONTAJE Massimo Fiocchi
MUSICA Anfre Farri
PRODUCCION Pietro Valsecchi, Camilla Nesbiti
GENERO Thriller
SINOPSIS Una storia di malagiustizia che dopo vent'anni di "indagini costellate di errori" rivive sullo schermo nel film per la tv di Roberto Faenza. A interpretare Simonetta Cesaroni, uccisa con ventinove coltellate il pomeriggio del 7 agosto 1990 nel borghese quartiere Prati, Astrid Meloni (già vista in Tutta la vita davanti e Parlami d'amore oltre che in vari spot televisivi). (Film Scoop)
Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
E’ uno dei casi di cronaca più tristemente famosi del nostro paese, a distanza di 21 anni ancora se ne parla e ancora è in corso il processo per punire il colpevole. Stiamo parlando del delitto di via Poma, quello avvenuto il 7 agosto 1990, quando perse la vita la giovane Simonetta Cesaroni, entrata nella memoria di tutti gli italiani grazie a quella sua fotografia che la ritrae in costume bianco, sdraiata in riva al mare. Spensierata, ancora non sapeva a cosa sarebbe andata incontro. Questa sera su Canale 5 alle 21.10 andrà in onda il film tv diretto dal regista Roberto Faenza initolato “Il delitto di via Poma” e, ironia della sorte, il film va in onda proprio durante il processo d’appello (iniziato il 24 novembre) che dovrebbe confermare o no la sentenza di primo grado che condanna Raniero Busco, fidanzato all’epoca dei fatti di Simonetta, a 24 anni di reclusione per aver commesso l’omicidio. I principali protagonisti di questo film sono: Astrid Meloni nei panni della sfortunata Simonetta, Giulia Bevilacqua in quelli di Paola, la sorella di Simonetta, e Silvio Orlando che interpeta l’unico personaggio di fantasia, l’umile e un po’ burbero ispettore capo della polizia di Roma, Niccolò Montella. L’attore ha commentato così la sua partecipazione al film: “Il mio personaggio, che rappresenta l’occhio del pubblico, ha il compito di umanizzare la storia, fa da filo conduttore e solleva dubbi a raffica. Il suo intervento è di tipo giornalistico, era necessaria la sua presenza. Poi fa qualcosa in più, entra in relazione profonda con il dolore della famiglia, in particolare della sorella Paola”.
Il regista Roberto Faenza racconterà i primi 30 giorni di indagine e non mancherà di portare in scena tutti i personaggi che hanno ruotato e ruotano tutt’ora intorno a questo delitto: ci sarà Fabrizio Traversa nei panni di Raniero Busco; Giorgio Colangeli sarà Pietrino Vanacore, personaggio ambiguo, portiere dello stabile in cui Simonetta venne uccisa e morto suicida lo scorso anno; Luca Cimma interpretetà Federico Valle, Imma Piro ed Alessio Caruso saranno i genitori di Simonetta. Alla presentazione del film il regista Faenza ha detto: “E’ una tipica storia italiana. Un caso sconcertante dove mentono tutti, anche per cose che non c’entrano niente con il delitto. E’ un piccolo Peyton Place dove l’unica a farne le spese è la ragazza. Credo che sia un caso che resterà irrisolto. Il processo di appello alla prima udienza ha messo in discussione le perizie fatte. E’ sconcertante, significa che stiamo ricominciando tutto da capo”.
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Ieri a Roma, a ventun anni dall'omicidio di Simonetta Cesaroni, straziata da ventinove coltellate nelle stanze deserte di un ufficio del quartiere Prati, c’è stato il primo ciak del film per la tv di Roberto Faenza Il delitto di via Poma. E già non mancano le polemiche: dopo quella con i legali di Busco (fidanzato di Simonetta condannato in primo grado a gennaio di quest'anno), che si sono detti pronti a bloccare il film, è arrivato il divieto a girare all’interno del famigerato palazzo. Le scene degli interni si svolgeranno quindi in un palazzo simile di via Tagliamento.
Secondo il produttore del film Pietro Valsecchi, la storia di via Poma "è un po' una metafora del Paese, dove le verità non arrivano mai". Il regista ha dichiarato che il finale resterà aperto perchè il suo vuole essere "un contributo", e anche un po' "una denuncia su come vengono portate avanti le indagini". "Non ci sostituiamo ai giudici" rassicura Faenza. “Il nostro compito non è raccontare la verità, bensì mettere insieme un puzzle con i tanti punti oscuri. Un po' una controinchiesta rispetto all'ufficiale".
Protagonista del film è la sassarese Astrid Meloni, riccioluta come la sfortunata segretaria di via Poma: diplomata al Centro sperimentale di cinematografia, ha esordito sul grande schermo in Tutta la vita davanti di Virzì ed è apparsa anche in Parlami d'amore di Silvio Muccino oltre che in diversi spot televisivi. Insieme a lei nel cast anche Giulia Bevilacqua, noto volto di Distretto di polizia, che sarà la sorella di Simonetta; Giorgio Colangeli nei panni del portiere Pietrino Vanacore, arrestato e poi rilasciato; mentre l'attore più noto del cast, Silvio Orlando, sarà Niccolò Montella, l'ispettore capo della polizia di Roma.
Le riprese del film si concluderanno il 12 settembre, mentre la messa in onda è prevista per il 2012.
Canale 5 manderà in onda in prima serata il film tv del regista Roberto Faenza sull'omicidio di Simonetta Cesaroni, Il delitto di via Poma, avvenuto il 7 agosto del 1990 in un palazzo del quartiere Prati, a Roma.
La pellicola ha come protagonisti Silvio Orlando nei panni dell'ispettore capo Niccolò Montella e Giulia Bevilacqua che interpreta la sorella della vittima.
A 21 anni di distanza, dopo che la Corte d'Assise di Roma ha condannato il fidanzato della Cesaroni, Raniero Busco, a 24 anni di reclusione, e in attesa del verdetto della Corte d'Appello, ecco che arriva la fiction. Con finale aperto e tutta la vicenda fino al primo processo contro Busco e che si apre con il suicidio del portiere del condominio di via Poma Pietrino Vanacore (Giorgio Colangeli) che dopo vent'anni di sospetti (prima di essere stato l'assassino, poi di averlo coperto) non ce la fa a reggere un nuovo processo.
Serie ostacolata da più parti, come evidenzia lo stesso Faenza nel corso della presentazione della pellicola: "Che la vicenda sia tutt'oggi di cocente attualità lo dimostrano le diffide legali che si oppongono alla messa in onda del film, come pure l'intervento di un alto magistrato che ci ha impedito di girare le scene nel condominio teatro del delitto solo perché il figlio, che abitava lì, è stato a suo tempo sospettato. Per me, il colpevole è la Giustizia, perché si cerca di coprire colui che ha commesso l'omicidio. Comunque si tratta di una storia tutta italiana, dalla quale emerge che siamo un paese di bugiardi. E a fare le spese di un mare di menzogne è stata solo quella povera ragazza".
Lo sceneggiato è prodotto da Taodue film, di Pietro Valsecchi, per il quale il caso di via Poma "fa parte di tutte quelle storie italiane, come le stragi di Piazza Fontana e di Ustica, nelle quali non vi è mai un colpevole. Non c'è l'intento di sostituirsi ai giudici ma di mettere in scena un puzzle che è emblema di tante storie italiane".
Silvio Orlando spiega: "Credo che il mio sia l'unico personaggio totalmente inventato ma è un personaggio che solleva dubbi".
Giulia Bevilacqua interpreta invece Paola, la sorella della vittima, che ha conosciuto prima di girare il film: "E' stato un incontro molto toccante. Ammiro la sua forza e la tenacia con la quale ha affrontato questo lutto".
Giancarlo Scheri, direttore Fiction Mediaset, sottolinea: "Siamo fieri di questo lavoro, una tv commerciale deve raccontare queste storie. E' utile accendere i riflettori su una vicenda così complicata".
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“Speriamo che alla fine vada in onda davvero, vista la valanga di diffide che ci sono già arrivate”. Così il regista Roberto Faenza commenta la messa in onda, rinviata più volte e finalmente confermata per stasera su canale 5, del suo Il delitto di via Poma . Ventuno anni dopo, una sorta di contro-indagine televisiva per vederci un po’ più chiaro tra le fila ingarbugliate di un caso irrisolto tra i più noti, seguendo le vicende dell’ispettore Niccolò Montella, interpretato da Silvio Orlando . Se Astrid Meloni si cala nel ruolo della vittima Simonetta Cesaroni, nei panni di sua sorella Paola, in un ruolo di grande umanità, troviamo Giulia Bevilacqua , ma nel cast spiccano anche anche Michele Alhaique, Massimo Popolizio e Giorgio Colangeli.
Da dove nasce l’esigenza di raccontare sul piccolo schermo un caso irrisolto?
Dalla constatazione che abbiamo alle spalle trent’anni di misteri e non ce n’è uno che sia stato risolto, appunto, il che è emblematico dell'incapacità a scoprire la verità di questo Paese.
Quali sono i punti di forza del suo film?
E’ un bel film, secondo me, perché mette in crisi tutto quello che abbiamo saputo fino ad oggi: una contro-investigazione da cui verranno fuori cose sconcertanti. A distanza di vent’anni si scoprirà che un reperto fondamentale per i giudici è stato abbandonato in un cassetto senza alcuna protezione, per cui chiunque può averlo contaminato. Certe cose allucinanti possono accadere solamente in un paese sgangherato come questo. Io stesso sono rimasto sgomento, il film è tutto incentrato su questi aspetti. Vi divertirete.
Dalle sue parole, non sembra essere ottimista nei confronti di questo Paese e della sua sorte…
Sono 'ottimistissimo' per il futuro, invece: penso che l’Italia come l’abbiamo sempre conosciuta ormai non esista quasi più, presto assisteremo alla sua decomposizione e sarà come nel dopo-guerra. E' così brutto quello che abbiamo alle spalle che d’ora in poi si può solo ricostruire in meglio. Ecco, ad esempio il mio ultimo film per il cinema girato in America va tutto verso quella direzione.
Un giorno questo dolore ti sarà utile : com’è stata questa sua esperienza americana?
Ho imparato che di sicuro è più facile girare un film in America che in Italia. Se giri un film a New York tutto quello che spendi lì ti viene restituito per il 35% immediatamente, mentre in Italia per avere un piccolo tax credit ci sono lotte di governo e li ottieni anni dopo. Dico sul serio, il giorno che siamo usciti da New York c’era già un assegno pronto con i soldi che ci venivano restituiti, meraviglioso. E trovo vergognoso, invece, che i nostri politici anziché preoccuparsi di espandere il potenziale del nostro cinema, magari facendo trattati con l’America, si occupino di piccole beghe e cose insulse. Esiste un potenziale per il cinema italiano fuori dall’Italia che andrebbe assolutamente esplorato e reso più facile, anziché così difficile com’è.
Come mai ha deciso di raccontare la storia di un ragazzo e, in generale, l’universo adolescenziale?
Non c’è da stupirsi di questo mio film, io sono un regista schizofrenico, faccio percorsi a zig zag e ricerco in continuazione. Facendo anche il professore, sono a contatto tutti i giorni con i ragazzi, che dovrebbero fare loro i professori, a mio parere, perché sono decisamente più preparati e aggiornati, profondi e sensibili di tutti noi. Solo che fanno parte di una generazione che tendiamo a non capire e quindi criminalizzare, e alle spalle non hanno dietro niente, non hanno una dimensione del futuro e spesso neanche famiglie o politici che li rappresentino. In più da tantissimi anni cercavo di trasporre sullo schermo Il Giovane Holden, ma Salinger non mollava i diritti quindi ho optato per una storia simile, dal romanzo di Peter Cameron.
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