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domingo, 25 de noviembre de 2012

Todo Modo - Elio Petri (1976)


TÍTULO ORIGINAL Todo modo
AÑO 1976
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español e Inglés (Separados)
DURACIÓN 120 min.
DIRECTOR Elio Petri
GUIÓN Elio Petri, Berto Pelosso (Novela: Leonardo Sciascia)
MÚSICA Ennio Morricone
FOTOGRAFÍA Luigi Kuveiller
REPARTO Gian Maria Volontè, Marcello Mastroianni, Mariangela Melato, Ciccio Ingrassia, Franco Citti, Tino Scotti, Renato Salvatori
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia; Cinevera S.p.a.
GÉNERO Drama

SINOPSIS Adaptación de la novela homónima del escritor siciliano Leonardo Sciascia. Mientras Italia se ve asolada por una terrible epidemia, los máximos líderes del partido gobernante se reúnen en un apartado convento para decidir un nuevo reparto del poder. Don Gaetano (Marcello Mastroianni), el cura que dirige el retiro espiritual, con la intención de acercarlos a Dios, se muestra dispuesto a tratarlos con mano dura para conseguir que expíen sus pecados. Un amanerado presidente (Gian Maria Volonté) trata de mantener su liderazgo mientras que privadamente se tortura con dudas y temores perversos. La situación se complica cuando los políticos comienzan a ser asesinados. (FILMAFFINITY)




TODO MODO

Quando si parla di cinema di denuncia in Italia il nome di Elio Petri non manca mai, viene recitato come una litania accanto ai nomi di Francesco Rosi e Damiano Damiani, modelli ineguagliabili per chiunque cerchi di indagare la realtà con la macchina da presa ed emblemi di una stagione aggressiva del cinema italiano di fronte agli stimoli proposti dalla società. Ma questo accostamento reiterato nel tempo, destituito di ogni approfondimento critico, non giova alla figura di Petri, elevato a totem di un cinema che vanta molti tentativi di imitazione (anche e soprattutto televisivi), ma che in realtà non ha fatto proseliti. Mentre il regista merita ben altra sorte e considerazione, prescindendo anche dal cinema di denuncia.
È sufficiente vedere uno dei suoi film meno conosciuti, ma il più significativo sul piano umano, I giorni contati, parabola sul tempo che scorre, per comprendere la varietà espressiva e narrativa del cinema di questo autore, capace di trascendere la realtà con l’arma del grottesco, ma anche di cogliere con sensibilità i mutamenti sociali in atto. Bisogna ripartire proprio dai film meno noti, il film d’esordio, L’assassino, che anticipa il poliziesco, il fantascientifico La decima vittima, il pop Un tranquillo posto di campagna, l’ossessionante Buone notizie e scandagliare le evidenti differenze fra i capolavori conclamati, citati anch’essi come una litania: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, La proprietà non è più un furto, A ciascuno il suo. Rimane inclassificabile Todo modo, uno dei film più allarmanti del cinema italiano, che a distanza di quasi trentacinque anni non siamo ancora riusciti a definire, delineare, delimitare perché la Storia, con le sue contraddittorie vicende, ha contribuito a rendere ancora più intrigato e intrigante. Il mistero del film è il mistero di un regista che, affrontando prevalentemente (e rileggendo) la realtà circostante, ha quasi sempre evitato di parlare di se stesso, eppure la sua complessa personalità, il suo travaglio interiore (raccontati poi dal suo sceneggiatore di fiducia, Ugo Pirro, nel fondamentale libro Il cinema della nostra vita) sono comunque emersi, tra le righe. Dietro la denuncia si nascondeva un uomo che non si definiva un artista, tantomeno un intellettuale, ma «un adolescente, ancora senz’arte, né parte». Adolescente fino all’ultimo, per allontanare lo spettro della morte: «Se ci penso bene, ogni cosa si fa per sfuggire all’idea della morte, per passare il tempo, perché la mente sia occupata da altro che non dall’idea, o voglia o paura, di morire».
http://www.rapportoconfidenziale.org/?p=5001
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Lo spettatore indisciplinato, non ama le serate di regime -dove al pubblico viene concesso il privilegio di seguire le gesta di vipparoli su isole lontane. Non si abbandona nemmeno all'umorismo borghese e facilone dei comici del vuoto.Per questo si è scelta la visione di questo film assolutamente imperdibile e di grande importanza artistica.
Petri si ispira a Sciascia e scrive/dirige un film assai inquietante ,un vero e proprio horror sulla società italiana e specificatamente quello che era il Partito che per 50 anni ha sommerso l'Italia in clientelismi,sostegni mafiosi,malgoverni e altre infamità,cioè la Democrazia Cristiana.Il film però va oltre a questo e diventa l'agghiacciante fine di un mondo politico e religioso per mano di uno o più misteriosi assassini.Una punizione che si abbatte su i membri di un partito ed esponenti di rilievo della nazione,i quali durante lo scoppio di un epidemia si rintanano in un lugubre luogo di culto per esercizi spirituali.Un film apocalittico,feroce,crudele. Grottesco misurato e simbolismi graffianti,un'apocalisse desiderata da chi vive amaramente questi tempi morti e infetti.
I fascisti al potere attualmente,i peggiori razzisti,e i grandi ladroni della nostra attuale società,non meritano forse una punizione simile?Dopo tutto loro hanno assassinato la meglio gioventù e affogato le istanze migliori di questa nazione,dopo tutto anche essi sono infetti dal male che colpisce classe dirigente e popolino che li segue,quello di una arroganza cialtrona e del malaffare come esempio di carriera.Todo Modo,dunque , è un film ancora attuale.Perchè i collegamenti con quel periodo non sono del tutto finiti,le responsabilità della dc e del mondo clericale nel costruire un paese debosciato,corrotto,volgare e assassino non mancano.Omicidi politici ,quindi senza colpi di pistola,ma distruggendo nella nazione lo spirito critico e l'ideologia di un cambiamento culturale prima di tutto e poi politico e sociale.L'italia non è cambiata dal tempo trascorso dalla realizzazione e visione nelle sale del film ,ad oggi.La faccia di un potere infetto e da condurre verso una fine senza concessione di pentimenti è ancora attuale.
Memorabile Volontè che rifà Moro,(il presunto martire e padre della repubblica-ma lo spettatore indisciplinato preferisce rimanere orfano ,piuttosto che avere un padre legatissimo a un partito che ha portato una morbida e soffocante dittatura nel paese per oltre 40 anni,), è a dir poco perfetto nella rappresentazione ipocrita e melliflua del Potere. La distruzione di una classe dirigente minata da assassini invisibili e letali,rappresenta il suicidio collettivo dovuto a un uso distorto della politica e del potere,inevitabile punizione che nulla ha di celestiale e divino,nulla ha che fare con il presunto Megadirettore delle nostre anime,ma è la fine ,la condanna di chi troppo si è spinto nell'affarismo e nel sudicio mondo della corruzione.
Un film indimenticabile ,simbolico e "dannato".Petri dimostra di essere stato un grandissimo autore , straordinario inventore e costruttore di "racconti" morali e politici ancora capaci di colpire nel segno,la pellicola ha a disposizione un grande cast.Oltre a Volontè,Mastroianni,Melato, citerei un bravissimo Ciccio Ingrassia,Franco Citti,Renato Salvatori,tutti bravissimi .
Un film che narra dell'auto-cannibalismo del potere corrotto e distorto,chissà se dallo sterminio di una classe dominante e da una misteriosa epidemia possa nascere un mondo diverso,o forse quella era la Fine,senza possibilità di salvezza?
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.com.ar/2008/10/todo-modo-di-elio-petri.html

Mientras Italia es sacudida por una terrible epidemia, en algún momento posterior al año 1989, los máximos líderes del partido gobernante (¿demócrata cristiano?) se reúnen en un misterioso convento para realizar un retiro espiritual a través del cual decidirán una nueva repartición del poder. Sin embargo, una vez que todos ellos se sumergen en el bunker donde estarán internados, Don Gaetano (Marcello Mastroiani), el cura que dirige el retiro, demuestra que los tratará con mano férrea, para ayudarlos a expiar sus pecados y crueldades en un intento de acercarlos a Dios. Un amanerado presidente (Gian Maria Volonté) trata de mantener su liderazgo mientras que privadamente se tortura con dudas y temores perversos. La situación se complica cuando los políticos comienzan a ser asesinados uno por uno. ¿Hay un plan macabro del cura? ¿Es un opositor el responsable? ¿El presidente quiere quitarse de encima a todos los competidores? ¿Es la esposa del presidente, exaltada espiritual y físicamente por su marido, la autora de estos crímenes? ¿Hay alguna razón que nos indique que tiene que haber algún criminal? El director Petri toma esta premisa criminal como una anécdota más dentro de la película, lo mismo que la explicación del título, tomado de la frase de San Ignacio: "Todo Modo para conseguir la voluntad divina", frase que el asesino, según cree el presidente, intenta reproducir con las siglas de los organismos presididos por cada uno de las víctimas. Inspirada en la novela de Leonardo Sciascia, el tema central es otro. La situación, que recuerda en más de una ocasión a SALO (1975) de Pier Paolo Pasolini, se convierte por ende en una crítica al poder y a los poderosos. Crítica descarnada, claustrofóbica, amarga y cruda, pero también excesivamente larga y con hermetismos innecesarios. Buñuel logra idénticos resultados en su ANGEL EXTERMINADOR (1965) con 40 minutos menos de metraje. Las actuaciones, empero, son excelentes, tanto Mastroiani en su retrato de sacerdote obsesivo como Volonté como el presidente, incluso el otrora comediante Ciccio Ingrassia en su rol secundario de funcionario autoflagelado.
http://www.cinefania.com/movie.php/138973/
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(...) Es algo que se ha de ver. En primer lugar, Don Gaetano, el clérigo (la Iglesia), es el reverso de ese personaje llamado M, el político (el Estado). Nos encontramos, así, para comenzar –y esto lo comprendemos bien los españoles- con una especie de nacionalcatolicismo, que intenta purificarse en una torpe (por enfermiza) pretensión. De ahí la tremenda importancia a la interpretación que se da a la frase ignaciana: “Todo modo de buscar y hallar la voluntad divina”, como “Cualquier modo de proceder en la vida es válido, siempre que creamos que procedemos por Dios”. Es el imperio secular del fascismo religioso aplicado, tantas veces, a la esfera económico-política en forma desastrosa para la historia de la Iglesia y de la sociedad.
Sabedores de que una época se acaba, clérigo y político intentan, por última vez, solucionar la cuestión en combinación con fuerzas extranjeras que, a su vez, acaban con ellos mismos, cayendo de esta manera en el más absoluto colonialismo. En segundo lugar, la clase política reunida y el clérigo líder aparecen como un grupo humano víctima de pasiones rastreras y solamente sostenidos por una obsesiva ambición, que buscan en el hecho religioso un alibi de todas estas taras ético-morales, en último término de carácter sexual. Don Gaetano conduce una doble vida y tanto M como sus compañeros van dejando salir a la superficie el pestilente vaho de una deshonestidad fundamental, que va desde el abuso económico al compadreo político. Petri nos viene a decir que es imposible que esta gentuza resuelva algo, porque está podrida por completo. Y al meditar sobre el pecado, el infierno, la cruz, lo que hacen es ir desplomándose, paradójicamente, por ese pecado, ese infierno y esa cruz. La primera semana de los ejercicios se convierte así en el marco simbólico de la ira de Dios, que es la ira del hombre. Este detalle desconozco si lo deseaba Petri, pero, desde mi punto de vista, resulta de una sugestiva verdad. Tal vez, queriendo ridiculizar los mismos ejercicios, el autor los ha utilizado en función dramática eficaz.
Todo modo contiene un análisis lúcido de la podredumbre que puede acechar a determinados sectores eclesiásticos y civiles que, en nombre de Dios, instrumentalizan el poder religioso y político.
(Norberto Alcover en Cine para leer/1979, ediciones Mensajero, Madrid, 1980)
http://www.cineclubnucleo.com.ar/todomodo.doc
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Dedicada a Elio Petri, Gian Maria Volonté, Michel Piccoli y Marcello Mastroianni.
“Con el nombre de Ejercicios Espirituales se define una práctica religiosa ideada por San Ignacio de Loyola en las primeras décadas del 1500. Oficialmente aprobada por la Iglesia en 1548, por su gran eficacia espiritual” (texto del principio de la película).
Los dirigentes del Partido Gobernante en Italia (¿La Democracia Cristiana?), de la Industria, la Banca y la Iglesia Católica, supervivientes en un mundo apocalíptico por una epidemia mórtal que asola el país y que quizás hayan creado ellos mismos, se disponen a hacer unos Ejercicios Espirituales dirigidos por el Padre Don Gaetano (Marcello Mastroianni), para meditar y lograr alcanzar esa voluntad divina de la que hablaba San Ignacio de Loyola. Para este fin, se encierran en un Búnker de lujo, mitad ermita, mitad hotel y que está aislado de cualquier ruido.
A estos Ejercicios Espirituales, asiste el Presidente de la República M. (¿Aldo Moro?), que llega con su mujer Giacinta (Mariangela Melato), con quien mantiene una relación ambigüa y corrosiva marcada en el sexo por la excitación del rezo, que aprovecha estos Ejercicios para eliminar antiguos adversarios con el beneplácito de la Iglesia, representada por D. Gaetano que tiene su celda repleta de objetos de Arte y también una fortuna personal, fruto de los sobornos de muchos años, aunque a pesar de todo y de manera despiadada y obsesiva busca por medio del castigo y de la humillación, someter religiosamente a todos los concurrentes, pero a lo largo de estas tres jornadas de convivencia espiritual los cadáveres comienzan a sucederse. Todo apunta a que Voltrano (Ciccio Ingrassia) quiere hacer un chantaje con sus pruebas documentales de la corrupción del Partido y para esclarecer los hechos, llega el Comisario Scalambri (Renato Salvatori), pero también Voltrano, que se flagelaba en su celda para purgar sus pecados, aparece asesinado. El Presidente M. descubre una relación entre las iniciales de las empresas que dirigían los muertos con la cita de San Ignacio de Loyola: “Todo modo, hacia la voluntad divina”…
Con ciertos paralelismos entre “El ángel exterminador” de Luis Buñuel, debido al ambiente claustrofóbico del relato, pero también con “Saló o los 120 días de Sodoma” de Pier Paolo Pasolini, al estar dividida la película en tres jornadas, donde cada una de ellas va dando las claves del enigma, mientras van sucediéndose los cadáveres, Elio Petri traslada al cine en 1975 una de las obras maestras de la literatura de Leonardo Sciascia, “Todo modo” (su otra novela, “Il contexto”, también obra maestra, fue documentada en el cine ese mismo año con el título de “Cadáveres excelentes” por Francesco Rosi).
El discurso es claro: la convivencia se corrompe ante la injusticia, los intereses más turbios y el espíritu de rivalidad, terminando todos los banqueros, políticos y eclésiastas convertidos en zombies de un mundo apocalíptico y desolador, sin esperanza posible para nadie.
Magistralmente interpretada por Gian Maria Volonté, donde la sobriedad de su personaje riza el rizo con sus tics, llevando al paroxismo la neurosis y la esquizofrenia y utilizando las pausas en las frases y hasta los supiros; pero también por Marcello Mastroianni, que consigue emocionar y alucinar en la escena del rezo del rosario, paseando salvajemente por la sala de oración con toda la “troupe de creyentes” hasta desencadenar el frenesí colectivo, frenando en seco por el descubrimiento de un cadáver.
“Todo modo” está decorada con una música de Ennio Morricone, atonal, ecléptica y profundamente aterradora, y es una fábula del poder y de sus abominables consecuencias en la sociedad cuya actualidad hoy día está más que vigente en esta Europa agonizante.
Antonio Domínguez
http://www.nochesconantonio.com/todo-modo/

3 comentarios:

  1. Gracias Amarcord, esta copia mejora notoriamente la que tenía

    Saludos y suerte en todo!

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  2. A mio avviso uno dei migliori dipinti del potere in Italia che mette a nudo, attraverso una geniale metafora, gli intrighi e i giochi di potere tra governo, industria, mafia e chiesa. Si potrebbe dire "tratto da una storia vera"! purtroppo ancora attualissima

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  3. grazie, Amarcord, sempre ammirevole il tuo impegno!

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