TÍTULO ORIGINAL Come le formiche
AÑO 2007
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACIÓN 85 min.
DIRECTOR Ilaria Borrelli
GUIÓN Ilaria Borrelli
MÚSICA Guido Freddi
FOTOGRAFÍA Paolo Ferrari
REPARTO Galatea Ranzi, F. Murray Abraham, Enrico Lo Verso, Patrizia Pellegrino, Bernardette Peters, Riccardo Cicogna, Stefano Antonucci, Philippe Caroit
PRODUCTORA Dolce Vita Productions
GÉNERO Comedia
AÑO 2007
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACIÓN 85 min.
DIRECTOR Ilaria Borrelli
GUIÓN Ilaria Borrelli
MÚSICA Guido Freddi
FOTOGRAFÍA Paolo Ferrari
REPARTO Galatea Ranzi, F. Murray Abraham, Enrico Lo Verso, Patrizia Pellegrino, Bernardette Peters, Riccardo Cicogna, Stefano Antonucci, Philippe Caroit
PRODUCTORA Dolce Vita Productions
GÉNERO Comedia
SINOPSIS Tras la muerte de su madre, dos hermanas no se ponen de acuerdo a la hora de decidir qué deben hacer con los viñedos que han heredado. Una quiere continuar con el negocio como su madre hubiese querido, pero la otra es partidaria de vendérselos a una americana. (FILMAFFINITY)
Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
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Il sogno di Sveva, 35 anni energicamente portati, enologa umbra, è di produrre il Rubro, un vino fatto con un vitigno antico riscoperto in azienda dalla madre, morta dieci anni prima. L’unica speranza per salvare l’azienda fortemente indebitata è che questo promettente vino possa ottenere il massimo punteggio da una rinomata guida redatta da famosi sommelier italiani.
Sveva ha un rapporto molto conflittuale con la sorella Desideria, 40enne, il suo opposto: tanto Sveva è responsabilizzata, ai limiti del perfezionismo, quanto Desi è una con la testa fra le nuvole, pasticciona, con superficiali sogni di gloria (ha tentato – invano - una carriera di cantante) che basa molta della sua forza sulla seduzione degli uomini.
Dalla morte della madre, con un padre che non è mai stato capace davvero di amarle, le due sorelle è come se si accusassero a vicenda quell’amore mancato.
Il padre, infatti, Ruggero, un introverso sessantenne unico proprietario dell’azienda, è ostile al Rubro e, dalla morte della moglie, è molto freddo soprattutto con Sveva.
Nicolas, marito francese di Sveva, si è indebitato fortemente con degli strozzini per tentare un altro dei suoi progetti ridicoli: creare un’area di caccia grossa per turisti con un commercio di animali esotici. Il progetto è fallito e l’unica possibilità che Nicolas ha di ridare la grossa somma è di convincere Ruggero a vendere l’azienda. Supplica quindi la moglie perché convinca il padre a incontrare una ricca 50enne italo-americana disposta a comprare, Mary-Ann, appena sbarcata da Brooklyn.
Fabrizio, l’elegante e irrequieto marito di Desideria, che si occupa dei turisti clienti dell’azienda, non sopporta più la moglie.
Adina, 11 anni, figlia di Sveva e Nicola, molto sveglia ma con delle difficoltà motorie, segue tutte le vicende di questa strampalata famiglia munita di una videocamera e di una saggezza precoce.
L’indaffarato banchiere di famiglia Angelucci non è più disposto a fare prestiti a Sveva nonostante i suoi goffi tentativi di seduzione. La salvezza della proprietà dipende ormai dall’immediato successo del Rubro.
Nicolas è sempre più disperato e poiché non è riuscito a convincere la moglie a vendere, ci prova adesso con Desideria che ha anche più ascendente sul padre. Desideria, essendo stata respinta dal marito, cade sotto l’influenza funesta di Nicolas, che la convince ad esercitare il suo fascino sul padre perché venda subito la tenuta alla miliardaria americana. Vengono sorpresi da Sveva durante la visita di due sofisticatissimi sommeliers e, sorte beffarda, proprio mentre i sommeliers stanno finalmente assaporando il tanto atteso Rubro, un odioso ufficiale giudiziario ricompare portandosi via quadri, mobili, e persino il recalcitrante Delfino, l’amato purosangue di Desi.
Delfino fa le bizze e riesce a scappare dimostrando la sua potenza e velocita` ed è qui che Sveva pensa alla soluzione suggeritagli da Angelucci per salvare l’azienda: far vincere Delfino ad una corsa di galoppo a San Siro.
Sveva, nonostante il tradimento di Desi, cerca di avvicinarsi alla sorella per convincerla ad addestrare Delfino alla gara.
Le due sorelle parlano per la prima volta del mancato amore da parte dei loro genitori, capiscono che si sono fatte del male inutilmente; Desi accetta di preparare il cavallo ma solo con l’aiuto di un fantino professionista.
Contattano Anacleto un fantino un po’ particolare consigliato da Angelucci.
Mentre il presuntuosissimo fantino Anacleto esercita il cavallo, Sveva si ritrova per caso sotto una valanga di fieno tra le braccia di Fabrizio, segretamente innamorato di lei: lui tenta addirittura un bacio ma Sveva si sottrae.
Contemporaneamente anche Nicolas, dopo essere stato torchiato dagli strozzini, continua a premere su Desideria perché non faccia correre Delfino e la supplica ancora di convincere il padre a vendere. L’americana nel frattempo, che considera l’azienda già sua, fa grossi progetti di parcheggi multipiano e centri commerciali. Ruggero se ne accorge, cerca di stimolare la sua sensibilità per la bellezza di quel luogo così poetico e speciale. Mary-Ann lo guarda con occhio diverso e affascinato.
Una notte turbolenta precede il gran giorno della gara di Delfino a S.Siro.
Le tre coppie sono protagoniste di comici corteggiamenti e nottetempo Nicolas, furioso del rifiuto di Desi a collaborare, va nella stalla e appicca un incendio per tentare di uccidere il cavallo. Per sbaglio dà fuoco anche a se stesso. L’incendio è sventato ma il cavallo scappa dalla stalla. Sveva, Desi e Fabrizio tornano in casa per prendere le torce e andarli a cercare ma trovano stranamente, nel buio, le immagini della videocamera della bambina, scorrere sullo screen della tv: i corpi di Desi e Nicolas e quelli di Sveva e Fabrizio si alternano sullo schermo.
Adina è sparita, tutta la famiglia si mette a cercarla disperatamente nelle campagna.
Durante le ricerche Ruggero e Sveva si riconciliano. Desideria scova Adina spiare Nicolas, che istigato dagli aguzzini sta per sparare a Delfino per mandare in fumo la corsa di S. Siro. Fabrizio, inseritosi per proteggerlo da un colpo dell’aguzzino, rimane ferito a un fianco, ma si rimetterà presto.
Dopo una rocambolesca corsa le sorelle riescono a portare il fenomenale cavallo sulla pista: Delfino, montato da Desi, parte ultimo, recupera ma alla fine per un pelo arriva secondo. Angelucci, il direttore di Banca, contento per aver puntato una grossa somma sul cavallo piazzato, promette alle due sorelle la concessione di un nuovo mutuo.
Non molto tempo dopo Sveva si concede una breve vacanza al mare con la figlia e Desideria realizza finalmente il suo sogno: è incinta.
L’azienda è salva: i turisti giapponesi hanno fatto un grosso ordinativo di Rubro.
Sveva ha le lacrime agli occhi mentre Adina continua a riprenderla con la telecamera sulla spiaggia.
http://www.cinemaitaliano.info/comeleformichewineandkisses
Sveva ha un rapporto molto conflittuale con la sorella Desideria, 40enne, il suo opposto: tanto Sveva è responsabilizzata, ai limiti del perfezionismo, quanto Desi è una con la testa fra le nuvole, pasticciona, con superficiali sogni di gloria (ha tentato – invano - una carriera di cantante) che basa molta della sua forza sulla seduzione degli uomini.
Dalla morte della madre, con un padre che non è mai stato capace davvero di amarle, le due sorelle è come se si accusassero a vicenda quell’amore mancato.
Il padre, infatti, Ruggero, un introverso sessantenne unico proprietario dell’azienda, è ostile al Rubro e, dalla morte della moglie, è molto freddo soprattutto con Sveva.
Nicolas, marito francese di Sveva, si è indebitato fortemente con degli strozzini per tentare un altro dei suoi progetti ridicoli: creare un’area di caccia grossa per turisti con un commercio di animali esotici. Il progetto è fallito e l’unica possibilità che Nicolas ha di ridare la grossa somma è di convincere Ruggero a vendere l’azienda. Supplica quindi la moglie perché convinca il padre a incontrare una ricca 50enne italo-americana disposta a comprare, Mary-Ann, appena sbarcata da Brooklyn.
Fabrizio, l’elegante e irrequieto marito di Desideria, che si occupa dei turisti clienti dell’azienda, non sopporta più la moglie.
Adina, 11 anni, figlia di Sveva e Nicola, molto sveglia ma con delle difficoltà motorie, segue tutte le vicende di questa strampalata famiglia munita di una videocamera e di una saggezza precoce.
L’indaffarato banchiere di famiglia Angelucci non è più disposto a fare prestiti a Sveva nonostante i suoi goffi tentativi di seduzione. La salvezza della proprietà dipende ormai dall’immediato successo del Rubro.
Nicolas è sempre più disperato e poiché non è riuscito a convincere la moglie a vendere, ci prova adesso con Desideria che ha anche più ascendente sul padre. Desideria, essendo stata respinta dal marito, cade sotto l’influenza funesta di Nicolas, che la convince ad esercitare il suo fascino sul padre perché venda subito la tenuta alla miliardaria americana. Vengono sorpresi da Sveva durante la visita di due sofisticatissimi sommeliers e, sorte beffarda, proprio mentre i sommeliers stanno finalmente assaporando il tanto atteso Rubro, un odioso ufficiale giudiziario ricompare portandosi via quadri, mobili, e persino il recalcitrante Delfino, l’amato purosangue di Desi.
Delfino fa le bizze e riesce a scappare dimostrando la sua potenza e velocita` ed è qui che Sveva pensa alla soluzione suggeritagli da Angelucci per salvare l’azienda: far vincere Delfino ad una corsa di galoppo a San Siro.
Sveva, nonostante il tradimento di Desi, cerca di avvicinarsi alla sorella per convincerla ad addestrare Delfino alla gara.
Le due sorelle parlano per la prima volta del mancato amore da parte dei loro genitori, capiscono che si sono fatte del male inutilmente; Desi accetta di preparare il cavallo ma solo con l’aiuto di un fantino professionista.
Contattano Anacleto un fantino un po’ particolare consigliato da Angelucci.
Mentre il presuntuosissimo fantino Anacleto esercita il cavallo, Sveva si ritrova per caso sotto una valanga di fieno tra le braccia di Fabrizio, segretamente innamorato di lei: lui tenta addirittura un bacio ma Sveva si sottrae.
Contemporaneamente anche Nicolas, dopo essere stato torchiato dagli strozzini, continua a premere su Desideria perché non faccia correre Delfino e la supplica ancora di convincere il padre a vendere. L’americana nel frattempo, che considera l’azienda già sua, fa grossi progetti di parcheggi multipiano e centri commerciali. Ruggero se ne accorge, cerca di stimolare la sua sensibilità per la bellezza di quel luogo così poetico e speciale. Mary-Ann lo guarda con occhio diverso e affascinato.
Una notte turbolenta precede il gran giorno della gara di Delfino a S.Siro.
Le tre coppie sono protagoniste di comici corteggiamenti e nottetempo Nicolas, furioso del rifiuto di Desi a collaborare, va nella stalla e appicca un incendio per tentare di uccidere il cavallo. Per sbaglio dà fuoco anche a se stesso. L’incendio è sventato ma il cavallo scappa dalla stalla. Sveva, Desi e Fabrizio tornano in casa per prendere le torce e andarli a cercare ma trovano stranamente, nel buio, le immagini della videocamera della bambina, scorrere sullo screen della tv: i corpi di Desi e Nicolas e quelli di Sveva e Fabrizio si alternano sullo schermo.
Adina è sparita, tutta la famiglia si mette a cercarla disperatamente nelle campagna.
Durante le ricerche Ruggero e Sveva si riconciliano. Desideria scova Adina spiare Nicolas, che istigato dagli aguzzini sta per sparare a Delfino per mandare in fumo la corsa di S. Siro. Fabrizio, inseritosi per proteggerlo da un colpo dell’aguzzino, rimane ferito a un fianco, ma si rimetterà presto.
Dopo una rocambolesca corsa le sorelle riescono a portare il fenomenale cavallo sulla pista: Delfino, montato da Desi, parte ultimo, recupera ma alla fine per un pelo arriva secondo. Angelucci, il direttore di Banca, contento per aver puntato una grossa somma sul cavallo piazzato, promette alle due sorelle la concessione di un nuovo mutuo.
Non molto tempo dopo Sveva si concede una breve vacanza al mare con la figlia e Desideria realizza finalmente il suo sogno: è incinta.
L’azienda è salva: i turisti giapponesi hanno fatto un grosso ordinativo di Rubro.
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La regista Ilaria Borrelli non perde occasione per gettare nel calderone nuovi ingredienti e continuare a mescolare, in attesa che il miracolo del “Rubro” si compia. Troppa l'indecisione alla quale sembra abbandonarsi, vagando senza meta tra personaggi e situazioni, girandovi attorno, senza mai riuscire a trovare un attimo di riposo.
Qualche formichina passeggia indisturbata tra i titoli di testa. Poi la voce fuori campo di una bambina, intenta ad osservare con vivo interesse colonie di piccoli insetti neri alle prese con la giornaliera attività della colonia. Una sorta di presentazione di quella non troppo originale analogia tra animali ed esseri umani, alla quale l'intreccio narrativo farà continuo riferimento nel corso del film. Per lo meno un punto fermo, considerando l'indecisione alla quale la regista Ilaria Borrelli sembra abbandonarsi, vagando senza meta tra personaggi e situazioni, girandovi attorno, senza mai riuscire a trovare un attimo di riposo. La stessa indecisione che trasmette alla macchina da presa, dapprima in disparte, discretamente intenta ad osservare da lontano la corsa di un cavallo che attraversa lo schermo da parte a parte; poi fortemente invasiva, incollata ai visi di chi parla, stretti in un'inquadratura di primissimo piano. Cambi repentini, che non permettono alle immagini di scorrere in scioltezza, rendendo ancora più netta la sensazione di smarrimento avvertita dallo spettatore.
Quasi una conseguenza perciò, che Sveva e la sua famiglia finiscano per dimenticarsi della piccola e si precipitino poi a cercarla nel bosco, per tutta la notte. Anche in questo caso però, non ci si lascia sfuggire l'occasione per gettare nel calderone nuovi ingredienti e continuare a mescolare, in attesa che il miracolo del “Rubro” si compia. Ecco perciò aprirsi una finestra sul rapporto padre-figlia dopo la morte della moglie-madre, per poi lasciare spazio all'improvviso ferimento del simil-eroe per cui si teme il peggio. Senza dimenticare il tentativo di contrabbando di animali esotici con tanto di minacce e fratture subite dagli estortori di turno, la corsa di cavalli al cardiopalma e i fastidiosissimi girotondi amorosi tra cognati trafitti dalle bollenti frecce di cupido. A questo bisogna aggiungere la cornice bucolica entro la quale si svolge il tutto, con tanto di tramonti dalle striature rossastre e notti stellate dal silenzio innaturale. E poi le sorelle che si fanno la guerra solo per potersi ritrovare distese su un prato, l'una accanto all'altra per deporre le armi e il padre che ricomincia ad amare quando ogni speranza sembrava persa.
L'energia e l'entusiasmo che gli interpreti riescono a trasmettere è una delle poche note positive di Come le formiche – Wine and Kisses. Peccato non bastino a riportare sulla strada maestra le sorti di una pellicola fallita per avere tradito sé stessa.
http://www.sentieriselvaggi.it/164/22019/Come_le_formiche_-_Wine_and_Kisses,_di_Ilaria_Borrelli.htm
Quasi una conseguenza perciò, che Sveva e la sua famiglia finiscano per dimenticarsi della piccola e si precipitino poi a cercarla nel bosco, per tutta la notte. Anche in questo caso però, non ci si lascia sfuggire l'occasione per gettare nel calderone nuovi ingredienti e continuare a mescolare, in attesa che il miracolo del “Rubro” si compia. Ecco perciò aprirsi una finestra sul rapporto padre-figlia dopo la morte della moglie-madre, per poi lasciare spazio all'improvviso ferimento del simil-eroe per cui si teme il peggio. Senza dimenticare il tentativo di contrabbando di animali esotici con tanto di minacce e fratture subite dagli estortori di turno, la corsa di cavalli al cardiopalma e i fastidiosissimi girotondi amorosi tra cognati trafitti dalle bollenti frecce di cupido. A questo bisogna aggiungere la cornice bucolica entro la quale si svolge il tutto, con tanto di tramonti dalle striature rossastre e notti stellate dal silenzio innaturale. E poi le sorelle che si fanno la guerra solo per potersi ritrovare distese su un prato, l'una accanto all'altra per deporre le armi e il padre che ricomincia ad amare quando ogni speranza sembrava persa.
L'energia e l'entusiasmo che gli interpreti riescono a trasmettere è una delle poche note positive di Come le formiche – Wine and Kisses. Peccato non bastino a riportare sulla strada maestra le sorti di una pellicola fallita per avere tradito sé stessa.
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