TÍTULO ORIGINAL Notizie degli scavi
AÑO 2010
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
DURACIÓN 89 min.
DIRECTOR Emidio Greco
GUIÓN Emidio Greco, Franco Lucentini (Historia: Franco Lucentini)
MÚSICA Luis Bacalov
FOTOGRAFÍA Francesco Di Giacomo
REPARTO Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Iaia Forte, Giorgia Giorgia Salari, Francesca Fava, Anna Paola Vellaccio
PRODUCTORA La Fabbrichetta / Rai Cinema / Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) / Lazio Film Commission
GÉNERO Drama | Prostitución
AÑO 2010
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
DURACIÓN 89 min.
DIRECTOR Emidio Greco
GUIÓN Emidio Greco, Franco Lucentini (Historia: Franco Lucentini)
MÚSICA Luis Bacalov
FOTOGRAFÍA Francesco Di Giacomo
REPARTO Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Iaia Forte, Giorgia Giorgia Salari, Francesca Fava, Anna Paola Vellaccio
PRODUCTORA La Fabbrichetta / Rai Cinema / Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) / Lazio Film Commission
GÉNERO Drama | Prostitución
SINOPSIS El protagonista, apodado irónicamente "El Profesor", es un inocentón de unos cuarenta años, que vive en la casa de citas de la Señora lavando platos y haciendo pequeños recados. Algunas chicas le ignoran, otras, como Gina, le hacen caso, un poco por compasión, un poco por compañía. Su vida cambia el día que, para hacer un favor a una conocida, va a visitar al hospital a la Marquesa, una ex-prostituta que vivió antaño en la casa y que se intentó suicidar por un fracaso amoroso. Para ella, a diferencia de cualquier otro, la presencia del Profesor es vital y sus palabras un alivio. Entre los dos nace un sentimento inédito, que parecía sepultado para siempre. (FILMAFFINITY)
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Subtítulos (Inglés)
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DAL RACCONTO DI LUCENTINI AL FILM DI GRECO
Arriva al cinema il nuovo film di Emidio Greco, Notizie degli scavi, tratto dall'omonimo racconto di Franco Lucentini, l'ultimo (1964) dei tre racconti giovanili, i soli che Lucentini abbia firmato con il solo suo nome. Due grandi personaggi, dunque, dietro questo film: da una parte Lucentini, il cui nome viene sempre pronunciato a fianco di quello di Carlo Fruttero, come se la sua pur esigua esperienza narrativa da solista fosse stata completamente dimenticata; dall'altra Emidio Greco, un regista sopra le righe, che ha sempre fatto pochi film ma fortemente sognati, voluti, rincorsi, anche a costo di molti anni di attesa. Anche in questo caso, Greco aveva notato il racconto di Lucentini fin dal momento dell'uscita a metà anni Sessanta. Scrisse la sceneggiatura nel 1964 come saggio per partecipare alle selezioni del Centro Sperimentale di Cinematografia. Aveva immaginato il viso orgoglioso di Leopoldo Trieste per il ruolo del Professore e quello di Anna Karina per la Marchesa. Per vari motivi, poi, la pellicola non fu realizzata. 47 anni dopo molte cose sono cambiate e l'idea che fin da subito aveva affascinato Greco prende finalmente vita. Per i ruoli la scelta è caduta su Giuseppe Battiston e Ambra Angiolini. Distribuito in appena 30 copie, Notizie degli scavi è stato presentato fuori concorso all’ultima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia .
Il Professore è un uomo di circa 50 anni, dall'aspetto scialbo e insignificante, dall'espressione assorta e stupita. Ha nei confronti delle cose un'attenzione spiazzata e imprevedibile che lo porta a distrarsi, inseguendo il filo di un pensiero spesso incongruo rispetto alle contingenze, e a fissarsi su particolari apparentemente inutili: numeri di telefono, volti e discorsi della gente in una serata romana, il funzionamento di una macchina del caffè, il colore di una minestra, i buchi del calzino. È insieme servile e dignitoso, vile e orgoglioso. Conduce una vita grama di uomo tuttofare in una casa equivoca, a Roma. Ma un giorno, la piattezza della sua vita viene scossa dalla conoscenza della Marchesa, una prostituta che in passato era una della casa, e che ha tentato di suicidarsi per delusione d'amore. Il Professore si reca a trovarla più volte in ospedale e in un crescendo di attenzioni, di piccoli favori, di scambi di gesti semplici e gentili complicità, sembra che tra i due possa nascere un improbabile sentimento di simpatia. Ma un altro episodio inciderà ancora più profondamente nella coscienza del protagonista: la visita agli scavi della Villa di Adriano, a Tivoli. Visita che il Professore compie per occupare il tempo nell'attesa che le ragazze (e tra queste la Marchesa) - che ha accompagnato all'appuntamento fuori Roma - finiscano il loro lavoro con i clienti. Saranno i reperti archeologici, i resti architettonici e i ruderi meravigliosi della Villa di Adriano a risvegliarlo alla coscienza, in uno scambio e un intreccio di significati con la mediocrità della sua vita.
Il Professore è un uomo di circa 50 anni, dall'aspetto scialbo e insignificante, dall'espressione assorta e stupita. Ha nei confronti delle cose un'attenzione spiazzata e imprevedibile che lo porta a distrarsi, inseguendo il filo di un pensiero spesso incongruo rispetto alle contingenze, e a fissarsi su particolari apparentemente inutili: numeri di telefono, volti e discorsi della gente in una serata romana, il funzionamento di una macchina del caffè, il colore di una minestra, i buchi del calzino. È insieme servile e dignitoso, vile e orgoglioso. Conduce una vita grama di uomo tuttofare in una casa equivoca, a Roma. Ma un giorno, la piattezza della sua vita viene scossa dalla conoscenza della Marchesa, una prostituta che in passato era una della casa, e che ha tentato di suicidarsi per delusione d'amore. Il Professore si reca a trovarla più volte in ospedale e in un crescendo di attenzioni, di piccoli favori, di scambi di gesti semplici e gentili complicità, sembra che tra i due possa nascere un improbabile sentimento di simpatia. Ma un altro episodio inciderà ancora più profondamente nella coscienza del protagonista: la visita agli scavi della Villa di Adriano, a Tivoli. Visita che il Professore compie per occupare il tempo nell'attesa che le ragazze (e tra queste la Marchesa) - che ha accompagnato all'appuntamento fuori Roma - finiscano il loro lavoro con i clienti. Saranno i reperti archeologici, i resti architettonici e i ruderi meravigliosi della Villa di Adriano a risvegliarlo alla coscienza, in uno scambio e un intreccio di significati con la mediocrità della sua vita.
TRA PASSATO E PRESENTE: L'IMPRONTA AUTORIALE DI GRECO
Notizie degli scavi è un film ambientato oggi, ai nostri giorni, ma conserva - prezioso gioiello, anche se a volte anacronistico - i bellissimi dialoghi letterari del testo di Lucentini, come in un continuo confronto/scontro tra passato e presente, volto a sottolineare l'universalità dei sentimenti e il potere salvifico di una bellezza che non muore - rappresentata dal maestoso splendore degli scavi della Villa di Adriano, reperti colmi di memoria, spazi in cui il tempo è rimasto immobile, rovine di un’epoca che il tempo non riuscirà a corrompere. Il malessere del Professore, che non riesce a sopportare il reale e se ne distacca fissandosi in particolari del mondo apparentemente inutili ripresi con soggettive vividissime, riesce così a trovare una cura nella grandezza del sentimento.
Se questo incessante incontro e mescolamento di epoche e mondi produce inevitabilmente anche alcune incongruenze temporali, tutto si risolve alla luce di un continuo dialogo con il passato e con se stesso, che Greco avverte come necessario e imprescindibile. Una forte scelta autoriale che contrassegna coerentemente tutto il film, dotandolo di una poeticità intrinseca, quasi insolita nel nostro cinema, sottolineata anche dalla colonna sonora di Luis Bacalov .
http://www.wuz.it/recensione-dvd/5846/notizie-degli-scavi-film-emidio-greco-racconto-franco-lucentini.html
Se questo incessante incontro e mescolamento di epoche e mondi produce inevitabilmente anche alcune incongruenze temporali, tutto si risolve alla luce di un continuo dialogo con il passato e con se stesso, che Greco avverte come necessario e imprescindibile. Una forte scelta autoriale che contrassegna coerentemente tutto il film, dotandolo di una poeticità intrinseca, quasi insolita nel nostro cinema, sottolineata anche dalla colonna sonora di Luis Bacalov .
http://www.wuz.it/recensione-dvd/5846/notizie-degli-scavi-film-emidio-greco-racconto-franco-lucentini.html
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Il Professore, lo straordinario protagonista di Notizie degli scavi di Emidio Greco (dal racconto omonimo di Franco Lucentini), è un uomo goffo e costantemente assorto nei suoi pensieri, si mantiene al mondo lavando i piatti e svolgendo piccoli servizi in una casa d’appuntamenti. Non prova in questo alcuna mortificazione, per lui è un lavoro come un altro: non è importante capire le cose che lo circondano o, peggio, giudicare il degrado in cui è costretto a vivere, basta catalogare, mettere in fila i compiti da svolgere, incantarsi davanti alle forme degli oggetti, irritarsi e polemizzare per i cambiamenti che lo spiazzano. Spesso perde il filo dei suoi ragionamenti, si esprime con frasi fatte e luoghi comuni, è insistente e prolisso. “Professore, ma come sei noioso”, gli dice ad un certo punto la Marchesa, una giovane prostituta che ha lavorato nella casa d’appuntamenti e che ora è ricoverata in ospedale a causa di un tentato suicidio per amore. Per il Professore non è un insulto ma quasi una dichiarazione d’amore, è la prova che quella donna è stata ad ascoltare i suoi discorsi e lo ha fatto oggetto della sua attenzione. Non gli era mai capitato. E anche la Marchesa comincia a vivere una cosa per lei inattesa: si trova bene con quella noia, con quei discorsi labirintici continuamente interrotti, con l’ossessione del Professore per i dettagli più inutili. Stranamente riesce a interagire con lui e a divertirsi, al punto che gli intima di venire a trovarla ogni giorno a farle compagnia (“Ma che compagnia posso fare io?”, dice sconcertato il Professore, ed è il primo soprassalto nella sua vita) e, alla fine, quando esce dall’ospedale, addirittura sceglie di seguirlo.
Una storia d’amore intessuta di piccoli gesti, parole non dette, che nasce e prende consistenza con il secondo soprassalto vissuto dal Professore quando, per caso, attendendo il ritorno di due prostitute che ha accompagnato sul “lavoro”, va a visitare le maestose rovine di Villa Adriana. Qui il Professore incontra una bellezza, una forma, un mistero, che non si aspettava potessero esistere: capisce che non basta guardare le cose e catalogarle per capirle, che anzi ci sono misteri che a distanza di secoli rimangono irrisolti, risposte mai arrivate. Quando ne parla con la Marchesa non riesce a essere preciso come vorrebbe. Alle sue parole, inutilmente didascaliche (si limita a ripetere a memoria le frasi lette su una guida), corrisponde la curiosità della Marchesa che vorrebbe sapere di più e in maniera più esatta. Tra i due è un modo di comunicare astratto e indiretto – il vero pezzo forte del film – perché le parole dette, divaganti o trattenute, mascherano un desiderio irresistibile di incontro ma anche una profondità che sgomenta. Il Professore è scandalizzato dal fatto che siano così scarse le notizie su varie strutture di Villa Adriana. “Quello che era, neanche loro lo sanno, e mica lo devono sapere per forza”. E all’obiezione: “Ma allora che scavano a fare?”, non riesce a darsi pace. Se c’è una cosa che si capisce nel grande mistero umano rappresentato dal Professore è che lui continuerà invece a scavare, ed è per quella volontà e determinazione che trova alla fine un barlume di dignità, e naturalmente anche il dolore.
Alla fine del film la Marchesa e il Professore si ritrovano da soli a camminare per Roma di notte, apparentemente senza meta (“Dove voglio andare? – chiede la Marchesa – Dove ti pare”. Ed è un’altra grande novità per il Professore). E davanti alla vetrine di un negozio di mobili si scambiano un sorriso, tenerissimo e senza parole, che è tra le più belle dichiarazioni d’amore viste al cinema. Come Charlot e la Fioraia guarita dalla cecità in Luci della città, anche il Professore e la Marchesa hanno recuperato una presa di coscienza e forse una possibilità di riscatto. La differenza è che lì il tono era della fiaba ottimistica, qui c’è invece più pessimismo, e qualche cupo presagio. Ma questo è il peso dei nostri tempi.
Fedele ma significativamente creativo rispetto al racconto di Lucentini, Emidio Greco regala al film, come suo solito, una regia asciutta e una drammaturgia attenta a scarnificare le azioni e lo sviluppo dei protagonisti. Acquistano in questo modo ancora più peso l’impasse, i silenzi, le futili astuzie del Professore (il bravissimo Giuseppe Battiston), così come le reazioni e gli scatti d’orgoglio della Marchesa (la stupenda Ambra Angiolini).
http://www.cinecriticaweb.it/film/notizie-dagli-scavi
Una storia d’amore intessuta di piccoli gesti, parole non dette, che nasce e prende consistenza con il secondo soprassalto vissuto dal Professore quando, per caso, attendendo il ritorno di due prostitute che ha accompagnato sul “lavoro”, va a visitare le maestose rovine di Villa Adriana. Qui il Professore incontra una bellezza, una forma, un mistero, che non si aspettava potessero esistere: capisce che non basta guardare le cose e catalogarle per capirle, che anzi ci sono misteri che a distanza di secoli rimangono irrisolti, risposte mai arrivate. Quando ne parla con la Marchesa non riesce a essere preciso come vorrebbe. Alle sue parole, inutilmente didascaliche (si limita a ripetere a memoria le frasi lette su una guida), corrisponde la curiosità della Marchesa che vorrebbe sapere di più e in maniera più esatta. Tra i due è un modo di comunicare astratto e indiretto – il vero pezzo forte del film – perché le parole dette, divaganti o trattenute, mascherano un desiderio irresistibile di incontro ma anche una profondità che sgomenta. Il Professore è scandalizzato dal fatto che siano così scarse le notizie su varie strutture di Villa Adriana. “Quello che era, neanche loro lo sanno, e mica lo devono sapere per forza”. E all’obiezione: “Ma allora che scavano a fare?”, non riesce a darsi pace. Se c’è una cosa che si capisce nel grande mistero umano rappresentato dal Professore è che lui continuerà invece a scavare, ed è per quella volontà e determinazione che trova alla fine un barlume di dignità, e naturalmente anche il dolore.
Alla fine del film la Marchesa e il Professore si ritrovano da soli a camminare per Roma di notte, apparentemente senza meta (“Dove voglio andare? – chiede la Marchesa – Dove ti pare”. Ed è un’altra grande novità per il Professore). E davanti alla vetrine di un negozio di mobili si scambiano un sorriso, tenerissimo e senza parole, che è tra le più belle dichiarazioni d’amore viste al cinema. Come Charlot e la Fioraia guarita dalla cecità in Luci della città, anche il Professore e la Marchesa hanno recuperato una presa di coscienza e forse una possibilità di riscatto. La differenza è che lì il tono era della fiaba ottimistica, qui c’è invece più pessimismo, e qualche cupo presagio. Ma questo è il peso dei nostri tempi.
Fedele ma significativamente creativo rispetto al racconto di Lucentini, Emidio Greco regala al film, come suo solito, una regia asciutta e una drammaturgia attenta a scarnificare le azioni e lo sviluppo dei protagonisti. Acquistano in questo modo ancora più peso l’impasse, i silenzi, le futili astuzie del Professore (il bravissimo Giuseppe Battiston), così come le reazioni e gli scatti d’orgoglio della Marchesa (la stupenda Ambra Angiolini).
http://www.cinecriticaweb.it/film/notizie-dagli-scavi
Lui e lei. Lui è soprannominato “il Professore”, lei è soprannominata “la Marchesa”. Lui è un tuttofare, si arrangia a vivere con lavoretti e piccole commissioni, le si arrangia a vivere facendo la prostituta. Lui lavora prevalentemente nella casa di appuntamenti dove lavorava lei e dove però ora lei non va più perché è in ospedale: ha tentato il suicidio per problemi di cuore. Tra le commissioni che svolge lui c’è anche quella di andarla a trovare. E così imparano a conoscersi, si abituano l’uno alla presenza dell’altra, e piano piano si cercano, si aprono, si affezionano.
Lei è bella, elegante, intelligente e molto triste. Lui è grasso, goffo, un po’ tonto, facile alle distrazioni. Non è un avvicinamento scontato il loro, ma pur nella diversità dei caratteri e delle storie c’è un elemento che li accomuna e che fa da collante ai loro incontri: la solitudine. Il Professore e la Marchesa sono due anime sole, che hanno bisogno di calore umano, hanno bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno che si preoccupi per loro e di cui preoccuparsi. Sono due persone talmente abituate a essere sole che non si rendono nemmeno conto di avere bisogno di qualcuno. Ci mettono un po’ a capirlo, a lasciarsi andare all’incontro, ad accettare che nella loro vita possa accadere qualcosa di davvero emozionante. Dietro le loro piccole storie personali e la pochezza del significato che loro stessi vi attribuiscono, nella narrazione di questo film c’è la Storia, quella che il Professore esplora visitando gli scavi di Villa Adriana a Tivoli e da cui rimane profondamente colpito, emozionato, da cui si lascia cambiare interiormente.
La storia di Notizie degli scavi è tratta dall’omonimo racconto edito da Feltrinelli nel 1964 a firma di Franco Lucentini, lo scrittore morto suicida nel 2002 e famoso soprattutto per aver fatto spesso coppia con Carlo Fruttero, insieme al quale ha pubblicato numerosi romanzi. Pare che il regista Emidio Greco si fosse innamorato di quelle pagine scritte fin da allora e che fin da allora avesse desiderato portarle sul grande schermo. Ha dovuto attendere un bel po’ per realizzare il suo sogno ma alla fine ce l’ha fatta. Rai Cinema e la Roma Lazio Film Commission hanno sostenuto La Fabbrichetta produzioni e gli hanno permesso di raccontare la delicata storia dell’avvicinamento di due mondi tanto diversi. A incarnarli Greco ha scelto Ambra Angiolini e Giuseppe Battiston, entrambi in parte e coinvolti nel ruolo assegnato. Battiston, il vero protagonista, per una volta mette in scena un personaggio diverso dai soliti, meno macchietta, meno simpaticone, meno stralunato e più che altro disorientato, lento, semplice e sempliciotto. Lo mette in scena entrandoci in profondità e portandone a galla gli scarti e le fragilità ma anche le pontenzialità inaspettate. Emidio Greco, regista di otto film tra cui Milonga, Una storia semplice e L’uomo privato, dirige puntando soprattutto, se non esclusivamente, sugli attori. Li guida sapientemente e tiene la macchina da presa puntata su di loro. Realizza un film semplice, d’autore, un classico film italiano che si basa soprattutto sui dialoghi e sulle relazioni interpersonali e poco, o meglio niente, sull’azione e lo spettacolo. Presentato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, è stato accolto con un certo interesse dalla critica e ora aspetta l’esame del pubblico in sala. Certo non è una pellicola destinata a una grande distribuzione e ai grandi numeri quanto a incassi, ma potrebbe riservarci delle sorprese, come è già accaduto ad altri piccoli film italiani come Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti, La ragazza del lago di Andrea Molaioli o Pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio. Insieme alla Angiolini e a Battiston recitano anche Francesca Fava, Iaia Forte, Giorgia Salari e Annapaola Vellaccio.
Barbara Pianca
http://www.film-review.it/7163-Notizie_degli_scavi-p2
Lei è bella, elegante, intelligente e molto triste. Lui è grasso, goffo, un po’ tonto, facile alle distrazioni. Non è un avvicinamento scontato il loro, ma pur nella diversità dei caratteri e delle storie c’è un elemento che li accomuna e che fa da collante ai loro incontri: la solitudine. Il Professore e la Marchesa sono due anime sole, che hanno bisogno di calore umano, hanno bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno che si preoccupi per loro e di cui preoccuparsi. Sono due persone talmente abituate a essere sole che non si rendono nemmeno conto di avere bisogno di qualcuno. Ci mettono un po’ a capirlo, a lasciarsi andare all’incontro, ad accettare che nella loro vita possa accadere qualcosa di davvero emozionante. Dietro le loro piccole storie personali e la pochezza del significato che loro stessi vi attribuiscono, nella narrazione di questo film c’è la Storia, quella che il Professore esplora visitando gli scavi di Villa Adriana a Tivoli e da cui rimane profondamente colpito, emozionato, da cui si lascia cambiare interiormente.
La storia di Notizie degli scavi è tratta dall’omonimo racconto edito da Feltrinelli nel 1964 a firma di Franco Lucentini, lo scrittore morto suicida nel 2002 e famoso soprattutto per aver fatto spesso coppia con Carlo Fruttero, insieme al quale ha pubblicato numerosi romanzi. Pare che il regista Emidio Greco si fosse innamorato di quelle pagine scritte fin da allora e che fin da allora avesse desiderato portarle sul grande schermo. Ha dovuto attendere un bel po’ per realizzare il suo sogno ma alla fine ce l’ha fatta. Rai Cinema e la Roma Lazio Film Commission hanno sostenuto La Fabbrichetta produzioni e gli hanno permesso di raccontare la delicata storia dell’avvicinamento di due mondi tanto diversi. A incarnarli Greco ha scelto Ambra Angiolini e Giuseppe Battiston, entrambi in parte e coinvolti nel ruolo assegnato. Battiston, il vero protagonista, per una volta mette in scena un personaggio diverso dai soliti, meno macchietta, meno simpaticone, meno stralunato e più che altro disorientato, lento, semplice e sempliciotto. Lo mette in scena entrandoci in profondità e portandone a galla gli scarti e le fragilità ma anche le pontenzialità inaspettate. Emidio Greco, regista di otto film tra cui Milonga, Una storia semplice e L’uomo privato, dirige puntando soprattutto, se non esclusivamente, sugli attori. Li guida sapientemente e tiene la macchina da presa puntata su di loro. Realizza un film semplice, d’autore, un classico film italiano che si basa soprattutto sui dialoghi e sulle relazioni interpersonali e poco, o meglio niente, sull’azione e lo spettacolo. Presentato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, è stato accolto con un certo interesse dalla critica e ora aspetta l’esame del pubblico in sala. Certo non è una pellicola destinata a una grande distribuzione e ai grandi numeri quanto a incassi, ma potrebbe riservarci delle sorprese, come è già accaduto ad altri piccoli film italiani come Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti, La ragazza del lago di Andrea Molaioli o Pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio. Insieme alla Angiolini e a Battiston recitano anche Francesca Fava, Iaia Forte, Giorgia Salari e Annapaola Vellaccio.
Barbara Pianca
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