ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




viernes, 29 de julio de 2011

La Caduta Degli Dei - Luchino Visconti (1969)

TÍTULO La caduta degli dei
AÑO 1969
IDIOMA Italiano 
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 164 min.
DIRECTOR Luchino Visconti
GUIÓN Luchino Visconti, Nicola Badalucco, Enrico Medioli
MÚSICA Maurice Jarre
FOTOGRAFÍA Pasqualino De Santis, Armando Nannuzzi
REPARTO Dirk Bogarde, Ingrid Thulin, Helmut Berger, Helmut Griem, Charlotte Rampling, Umberto Orsini, Florida Bolkan, Rene Koldehoff, Nora Ricci
PRODUCTORA Coproducción Italia-Alemania-Suiza; Italnoleggio / Eichberg Films
PREMIOS 1969: Nominada al Oscar: Mejor guión original
GÉNERO Drama | Nazismo. Años 30

SINOPSIS Relato de las vicisitudes de los Essenbeck, una familia de la alta burguesía alemana que posee una importante empresa siderúrgica, desde el incendio del Reichstag (1933) hasta la "Noche de los cuchillos largos" (1934), durante la cual tuvo lugar la matanza de las SA. Tras la subida al poder del nacionalsocialismo, la familia discute qué posición debe adoptar respecto al nuevo régimen. Sólo uno de sus miembros, Herbert, se niega a apoyarlo, sobre todo a raiz del incendio del Parlamento alemán, razón por la cual tendrá que huir dejando en Alemania a su esposa y a sus hijas. Los Essenbeck no podrán evitar verse envueltos en las luchas de poder entre las distintas facciones nazis. (FILMAFFINITY)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)


...
Tra il1969 e il 1972 Visconti girò tre film diventati famosi come la "Trilogia tedesca" ("La caduta degli dei", "Morte a Venezia" e "Ludwig") che fanno trasparire una profonda conoscenza della cultura e della storia tedesca e che tutti e tre appartengono ai suoi capolavori.
I film di Visconti spesso sono piuttosto lunghi e non sono fatti per consumatori superficiali del cinema. Il suo film "Ludwig" dura, nella versione integrale, quasi 4 ore. Ma chi si prende questo tempo potrà godersi il cinema al suo massimo potere espressivo e potrà vedere un ritratto del così detto "Re bavarese delle favole" che non ha uguali per quanto riguarda l'approfondimento psicologico e la veridicità storica (per quanto ci si può avvicinare alla verità nel caso di quel difficile e molto discusso re bavarese).
"Morte a Venezia" è invece una magistrale trasformazione del racconto di Thomas Mann di grande bellezza e intensità.
Il primo film di questa trilogia, "La caduta degli dei", una specie di versione moderna di "Macbeth", racconta la caduta di una famiglia di grandi industriali tedeschi, che si mette con i nazisti e che viene quasi annientata dalle violente contraddizioni provocate da questa decisione. Somiglianze con la dinastia industriale dei "Krupp" di Essen sono assolutamente volute.
I tre film rappresentano tre epoche importanti della storia della Germania: l'ottocento con la fondazione del "Reich" (Ludwig), il periodo del primo novecento con la Prima guerra mondiale alle porte (Morte a Venezia) e il nazismo (La caduta degli dei), periodi di grandi rotture storiche e culturali che hanno lasciato tracce profonde e dolorose nella psicologia dei loro protagonisti. Tre film da vedere per chi vuole conoscere meglio "l'anima tedesca". Sembra proprio che Visconti l'abbia capita molto bene...
http://www.viaggio-in-germania.de/visconti-trilogia-tedesca.html



"Eine Mann! eine richtige Mann!!!" è il grido di Helmut Berger en travesti che imita Marlene Dietrich nell'Angelo Azzurro il simbolo di quest'opera che gronda decadenza, melodramma, bellezza e violenza da ogni scatto.
Visconti aveva pensato ad inscenare una sorta di Macbeth che si svolgesse nell'alta borghesia milanese che poi, grazie alle sue letture di suoi amati scrittori teutonici, ambienterà nella borghesia tedesca del nazismo.Nel fare questo il maestro non vuole costriure un film storico ma un film dove fare convergere i suoi ricordi, i romanzi e la musica che ama e l'atteggiamento degli altolocati lombardi nei confronti del fascismo.
Una delle fonti di questo capolavoro è Wagner e la sua Götterdämmerung: il titolo difatti richiama alla mente l'opera del compositore così come le fiamme in apertura e durante il film quando vi è il rogo di "purificazione" dei libri degli autori dell'arte degenerata come Thomas Mann e il melodramma, difatti il film è un immenso melodramma familiare, dove i personaggi partono siedendosi a tavola nei loro abiti eleganti da brava famiglia borghese finendo poi per scannarsi l'un l'altro per il potere dell'acciaieria di famiglia. Dall'altro lato Visconti si rifà al romanzo di Thomas Mann, i Buddenbrook, che narra appunto l'inesorabile decadenza di una ricchissima famiglia borghese: il film difatti narra come i valori della borghesia, del patriarcato e della famiglia vengono travolti dall'ondata nazista e quindi dallo spirito nibelungico dell'irrazionalità, della cupidigia, della violenza e delle passioni.
La storia parte da una raffinata riunione di famiglia con i personaggi pronti a ricoprire i loro ruoli e qui si vede tutto il talento del maestro con con dei movimenti di macchina sublimi, con degli zoom e delle panoramiche ci presenta tutti i personaggi mostrandoci già la loro attitudine verso il neonato impero del terzo Reich: dal patriarca oppurtunista convinto dei nuovi guadagni grazie all'appoggio del fascismo, dall'ambiguo Martin, l'erede corrotto e inetto della famiglia interpretato da Helmut Berger nel suo miglior ruolo, alla madre Sofia, donna bella e perfida e avida di potere, come una nuova Crimilde (stupenda la scena nell'elegante boudoir mentre progetta la presa di potere con l'amante) interpretata perfettamente Ingrid Thulin e il suo amante calcolatore Friedrich, interpretato dal grande Dirk Bogarde e su tutti questi domina Aschenbach, l'ufficiale nazista che con un ghigno diabolico manovra tutti personaggi per asservirli al potere del nazismo; i pochi personaggi "positivi" restano sullo sfondo, sbiaditi (come quello interpretato da Charlotte Rampling) come se non vi fosse possibilità di riscatto. La placida calma della riunione è spezzata dalle liti feroci per la presidenza delle acciaierie, che continueranno per tutto il film intrecciandosi alla presa del potere da parte dei nazisti. Alla fine il potere porterà anche allo scatenarsi delle passioni oscure e violente che governavano il rapporto simbiotico tra la madre Sofia e Martin in una resa dei conti con un finale grottesco e funebre.
Visconti mostra la falsità delle cerimonie, ogni cerimonia, ogni parvenza nasconde violenza e soprusi: le riunioni di famiglia (a cui ogni volta manca qualcuno che è stato ucciso) sono occasioni di scontri,così come il matrimonio funebre finale, stupendo degno di un quadro espressionista, a cui il maestro si ispira dal suicidio di Hitler e della sua amante. Così anche tutte le trasgressioni sessuali, che grondano nel film , son sempre portatori di violenza e crimini: con la degradazione del nazismo tutto diventa possibile e la morale è morta.
Da menzionare, oltre all'uso sublime delle musiche di Wagner, anche l'uso espressionista delle luci, che richiama le atmosfere degli anni '30 e alcuni vecchi film della Ufa con alcuni volti illuminati di giallo, di verde e del rosso e il nero che dominano in tutto il film raggiungendo il culmine nella "Notte dei lunghi coltelli", dove Visconti ci vuole descrivere lo scontro nella famiglia nazista tra SA e SS: anche qui da un atmosfera infernale e fumosa di festino rumoroso che degrada in una fredda orgia tra militari si contrappongono le sagome nere e compatte delle SS, giunti a fare un massacro dei loro "parenti" nazisti, il tutto poi termina in un'aurora silenziosa e pulita.
http://www.debaser.it/recensionidb/ID_24765/Luchino_Visconti_La_Caduta_degli_Dei.htm

-----

1933. El nacionalsocialismo ha tomado el poder en Alemania. El clan directivo de una importante empresa siderúrgica discute su actuación ante el previsible desarrollo de los acontecimientos. Solo Herbert se niega a colaborar con el régimen nazi, sobre todo a raí­z del incendio del Reichtag, para él una prueba concluyente de la tiraní­a que se avecina. Herbert tendrá que abandonar el paí­s, acusado de asesinato. Detrás quedan Elizabeth, su esposa y las dos hijas del matrimonio. Los propietarios de la empresa van a encontrarse en medio de las luchas por el poder, fundamentalmente entre las S.A. y el Ejército.
Alemania, comienzos de la década de los 30. Con el ascenso de los nazis al poder en el paí­s germano y la instauración del Tercer Reich por parte de Adolph Hitler, los propietarios de una poderosa empresa siderúrgica se plantean su futuro en este nuevo contexto sociopolí­tico, que parece amenazar la estabilidad de la familia Essenbeck.
El barroquismo de Luchino Visconti y los personajes brechtianos más la interpretación genial de todos los actores hacen de esta dura película una de las mejores del genial director italiano.
Se trata de una mezcla de Macbeth y Edipo en los tiempos del nazismo emergente, siempre con la corrupción, moral o de todo tipo, como tema central.
Tanto Dirk Bogarde (¡qué gran actor!) como el debutante Helmut Berger y su posesiva madre Ingrid Thulin están grandiosos.
Una curiosidad: la pelí­cula en los Estados Unidos tuvo la siguiente propaganda “Llegó a ser un alto cargo del partido nazi”, esto se decí­a al pie de la foto de Berger travestido como Marlene Dietrich.
Y es cierto, en el filme se va descubriendo la psicosis del personaje, que no duda en acostarse con su madre o con una niña judí­a, mientras le ofrecen un alto cargo nazi para dejar la empresa constructora de acero en manos de Hitler.
En España se estrenó seis años más tarde, por motivos obvios.

Monstruos más que dioses
Los miembros de la familia von Essenbeck se comportan como auténticas alimañas movidos por la lucha para el control de la industria familiar, son en sí­ como el propio nazismo que va cobrando fuerza en Alemania.
A lo largo de la pelí­cula asistimos a todo tipo de maquinaciones y conductas malsanas de éstos en medio del fanatismo imperante.
Es una pelí­cula que se puede calificar como excesiva tanto en las actuaciones como en los comportamientos de los personajes, e incluso la música de Maurice Jarre resulta estridente y hasta desagradable en algunos momentos.
Pienso además que Visconti se detiene demasiado en fotografiar a un amanerado Helmut Berger y en que Ingrid Thulin luzca todo tipo de joyas y vestimentas.
Eso sí, la calidad de la fotografía de Armando Nannuzzi y Pasquale de Santis es absolutamente impresionante y ayuda mucho a que uno se sienta interesado en ver hasta dónde pueden llegar estos seres, que en verdad tienen dentro muy poco de humanos.
http://www.claqueta.es/1968-1969/la-caida-de-los-dioses-la-caduta-degli-dei.html

3 comentarios:

  1. JOYA del maestro VISCONTI.IMPERDIBLE.
    GRACIAS.GRACIAS.GRACIAS.

    Un cordial saludo amigo Amarcord

    Eddelon

    ResponderEliminar
  2. Aqui tambien todos los enlaces fallecidos :(:(

    ResponderEliminar