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domingo, 17 de junio de 2012

Le vie del Signore sono finite - Massimo Troisi (1987)


TÍTULO ORIGINAL Le vie del Signore sono finite
AÑO 1987
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados) 
DURACIÓN  117 min. 
DIRECTOR Massimo Troisi
GUIÓN Anna Pavignano, Massimo Troisi
MÚSICA Pino Daniele
FOTOGRAFÍA Camillo Bazzoni
REPARTO Massimo Troisi, Marco Messeri, Jo Champa, Massimo Bonetti, Enzo Cannavale, Carola Stagnaro, Massimo Abate, Clelia Rondinella
PRODUCTORA Mario & Vittorio Cecchi Gori / Columbia Pictures
GÉNERO Comedia. Drama | Comedia dramática. Años 30. Discapacidad

SINOPSIS Camillo Pianese es un dicharachero barbero, que tras abandonarle su prometida perdió el uso de las piernas. Los exámenes no revelan ninguna patología pero Camillo sufre la parálisis. Tras la ruptura, Camillo sostiene que ya no ama a la chica. Quizá es uno de esos enfermos a los que definen como psicosomáticos, en los cuales el sufrimiento emocional se manifiesta físicamente. (FILMAFFINITY)



Questo film rappresenta sicuramente un'ottima prova, sia come attore che come regista, per Massimo Troisi. E' un film dove c'è veramente di tutto: sentimento, amore, amicizie, malattie, storia, politica, viaggi.
realizzato tra Roma, Foggia (Lucera per la precisione) e Parigi, "Le vie del Signore sono finite" è ambientato durante l'epoca fascista in Italia. Troisi interpreta un barbiere, Camillo, che vive ad Aquasalubre ed è affetto da una paralisi di origine psicosomatica, causata dalla rottura del fidanzamento con Vittoria (Jo Champa). Durante un viaggio a Lourdes conosce Orlando (M. Bonetti), che, anche lui paralitico, diventerà suo amico. Camillo riprende a camminare quando apprende che Vittoria ha interrotto la relazione con il nuovo fidanzato. Vittoria torna a Parigi e Camillo rientrerà nella sua depressione.
Uscito dal carcere, avendo scoperto che il fratello Leone gli nascondeva le lettere dell'amata, decide di andare a Parigi per ricongiungersi con lei.
Questo film segna un passaggio molto importante nell'evoluzione artistica di Massimo Troisi.
La qualità più evidente è nella regia, che sicuramente è migliorata, con soluzioni tecniche più raffinate e con un ritmo molto meno frammentario. C'è anche una buona utilizzazione della m.d.p., con più m.d.m. e meno staticità e uso del fermo immagine rispetto alla produzione precedente.
Nella storia ritornano i due motivi fondamentali di tutto quanto il cinema troisiano: le malattie, e il rapporto uomo donna, l'amore.
La malattia ha qui un rapporto molto forte con la psicoanalisi, e forse c'è lo zampino di A. Pavignano, studentessa di psicologia.
La cosa più interessante è la capacità di rappresentazione di Troisi di personaggi maschili lontani dagli stereotipi dominanti nell'epoca in cui il film è ambientato. Il personaggio di Camillo è molto diverso dagli altri, anche un po' particolare: bugiardo, poco coraggioso, molto lontano dal trionfo della virilità esaltato dal fascismo. Camillo è un uomo fuori dal suo tempo, delicato e debole: ma. nel pecorso cinematografico di M. Troisi, la debolezza dei suoi personaggi (che era forse anche un po' la sua)era la vera forza.
Troisi era un cineasta particolare: genio e sregolatezza caratterizzavano i suoi film.
Questo in particolare ha un ritmo molto disordinato, la m.d.p. salta da una situazione all'altra, il tempo è molto dilatato e l'intreccio particolarmente appassionante e complesso e con coordinate precise.
Le inquadrature sono meno fisse in primi piani spesso statici su di luie le scene sono molto più dinamiche con m.d.m. più sicuri, che non nei precedenti film.
La maggiore maturità si manifesta anche con la naturalezza e la stabilità delle strutture visive; Troisi usa tutta una serie di varianti rischiando addirittura qualche infrazione.
Il film è il trionfo di tante cose: il vero sul falso, la realtà sulla fantasia e l'essere sull'apparire.
"Le vie del Signore sono finite", è forse, più di tutti, il film dove l'ironia, la semplicità e la sensibilità di M. Troisi sono maggiormente espresse con successo.
Con questo film Massimo Troisi ha confermato appieno di non essere il cabarettista televisivo passato alla regia, ma di avere la personalità di un vero e proprio autore.
Claudia Verardi
http://www.napoletanita.it/troisi/10.htm

Siamo negli anni trenta, Camillo Pianese (Massimo Troisi) è un invalido costretto su una sedia a rotelle, e suo fratello Leone (Marco Messeri) Lo accudisce e lo segue dappertutto. Camillo non è in realtà un vero paralitico, o meglio, la sua paralisi non è irreversibile. La sua è una malattia psicosomatica, dovuta al fatto che Vittoria (Jò Champa) La ragazza Italo-francese con cui stava, l'ha lasciato, e il suo inconscio ha reagito cosi. Lui e Leone sono appena stati a Lourdes, ed in treno al ritorno, Camillo conosce Orlando (Massimo Bonetti) Anche lui paralitico. I due chiacchierano, e Camillo gli parla del suo medico, che gli fa anche da psicanalista: "Lui mi dice; tu non sei malato nelle gambe, tu sei malato in testa, c'hai l'inconscio.. la nuova cura... inconscio.. che vuol dire ...in testa, penso poi non lo so.."
Orlando scriva poesie, e Camillo lo costringe a leggerne una nel vagone dove si trovano, ma i passeggeri non si entusiasmano più di tanto. Camillo lo difende.. "E' bella è bella è bella Orlà, non l'hanno capita... è proprio un vagone ignorante!"
Vittoria, è ora fidanzata con Bernard, un Francese, ma non ha interrotto i rapporti con Camillo, si vedono ancora. Cosi, lei lo va a prendere alla stazione, al ritorno da Lourdes, tornano a casa insieme e lui le rimprovera il fatto che.. "Mi lasci e cù chi ti metti? cù nù biondino! Proprio tu, che dicevi; A me i biondini non mi piacciono proprio.. poi mi lasci e ti metti con un biondino" -"Bernard non è biondino è biondo!" Gli risponde lei "Ah Bernard non è biondino è biondo? Vabè và..".
Camillo chiamato dai genitori, va a parlare con sua sorella, che ha deciso di andare a fare la missionaria. Lui le chiede di dargli una mano ad uscire dalla vasca da bagno, dove tutti i giorni si mette a mollo, versando un suo preparato per i dolori.. "Damme nà mano 'a ascì da ccà" - "No, non ne ho voglia" - Gli risponde la sorella "Come?? non ne ho voglia?? Tu stai partenno pè ja fà 'a missionaria! Ma lo sai quanti malati troverai li, malati gravi infettivi?" - "Certo, ma io vado a curare i malati veri, tu non sei malato, lo vuoi capire? Tu sei psicosomatico.." - "Sò psicosomatico.. e allora? Se là trovate nà tribù 'e psicosomatici che facite 'e facite murì tutti quanti?? Mò uno s'adda sta tutta 'a jurnata ccà dint pecchè è psicosomatico.."
Orlando è andato a trovare Camillo al salone (Lui e Leone fanno i barbieri) il quale sperimenta una lozione inventata da lui, sui capelli di Orlando, perchè dice che ha.. "Il bulbo debole..". Intanto Vittoria litiga con Bernard, anche a causa di Camillo. A Bernard non va giù che Vittoria continui a vederlo, e poi tira fuori la storia del topo morto, un presunto "regalo" di Camillo nei suoi confronti. Comunque si lasciano e lui torna in Francia. Dopo un pò, come volevasi dimostrare, Camillo guarisce! Tale è la gioia pensando che Vittoria sia di nuovo libera e tutta per lui, che ritorna a camminare. Però per non fare dispiacere il suo amico Orlando, decide di tacere la sua guarigione, lo dice solo a Leone e a Vittoria naturalmente. E, a proposito di Orlando, chiede a Vittoria se per caso... "Senti Vittò, non è che per caso hai una amica bionda occhi azzurri mani affusolate, non è per me è per questo mio amico, Orlando, lui è un ragazzo intelligente.. lui c'ha l'anima..." - "Tutti abbiamo l'anima" risponde lei "Che.. c'ho l'anima io?" - "certo!" - "Ah..".
Comunque Vittoria accetta, e va con la sua amica Anita, ad un appuntamento combinato in un locale, Vittoria e lui fanno finta di non conoscersi. Parlano, Camillo inventa di sana pianta una storia su come Orlando abbia fatto a rimanere paralizzato ...un atto eroico, dice che ha salvato un vecchio da un incendio. Poi fa una battuta un pò pesante su Mussolini, e Anita, che è una tesserata del partito, non gradisce, si alza e se ne và. Subito dopo Anita và a denunciare Camillo come possibile agitatore. Orlando, che si doveva innamorare di Anita, confessa a Camillo che gli piace... Vittoria "Chi ti piace??" - "Vittoria" - "Ti piace Vittoria? Ma si pazzo Orlà?" - "Perchè non mi può piacere Vittoria?" - "No! cioè si.. ma Anita è bionda, mani affusolate come picciono a te!" - "Si ma a me piace Vittoria". Poi va via ma, uscendo intravede Camillo che si alza da solo dalla vasca, e capisce che lui cammina e glielo sta nascondendo. Il giorno dopo Camillo va a Roma per presentare le sue invenzioni: La lozione per capelli e l'antidolorifico, ma non vanno bene.. "Io mi metto ad inventare una cosa per la caduta dei capelli e per il dolore, in un paese dove uno senza capelli (Mussolini) Dice che la via della salvezza si ottiene col dolore!".
Nell'altra stanza c'è sua sorella, che nel frattempo ha deciso di farsi suora.. "Camillo, come mi trovi?" - "Un pò troppo suora..." - "Ah, lo sai che ho conosciuto il tuo amico Orlando?, E' proprio un bravo ragazzo. Poi è andato ad un appuntamento con una ragazza... Francese mi pare" - "Francese?!?" Esclama Camillo "Eh Camillo, Francese.." - "Ma come si chiama Vittoria?" - Eh si, Vittoria". Quindi Camillo esce di corsa per andare a cercare orlando, lo trova e si parlano. Lui gli da una paglietta comprata a Roma, Dopo poco arrivano delle camicie nere, che a seguito della denuncia, picchiano ed arrestano Camillo. Vittoria va a trovarlo in carcere, lui si arrabbia un pò perchè lei vede Orlando.. "Ma che vi dite?? State sempre a leggere le poesie? Fossero belle, le poesie di Orlando sono brutte! Ho visto il cielo. Ho visto il mare. Non c'è un movimento, miettece nà carrozza dei cavalli, hou, non i sta un cavallo nelle poesie di Orlando!. Camillo resta in carcere due anni, durante i quali si riammala.
Poi, Orlando, diventato un pezzo grosso nel partito, lo fa uscire, e gli dice che lui e Vittoria non sono mai stati insieme, al contrario di quello che pensava l'amico. Questa notizia riabilita nuovamente Camillo, che, esce dal carcere di nuovo camminando. Torna a casa, e trova Leone con la camicia nera! vedendo ciò, vorrebbe andare alla casa paterna, ma il padre (Enzo Cannavale), si è appena trasferito da loro. Intanto fuori della casa, si è formata una folla, che crede che Camillo sia un miracolato! Più tardi in un cassetto, Camillo trova una cartolina di Vittoria, mandata da Parigi e che dice: "Ti amo da sempre, ti amerò per sempre". Va su tutte le furie e si arrabbia con Leone che gliel'ha nascosta.. "Pecchè nun me l'hai data eh? Serpe, serpe!" Camillo nota sulla cartolina, la paglietta che aveva regalato ad Orlando, quindi crede che i due stiano insieme a Parigi. Il padre esasperato gli dice: "A Parigi ci stanno milioni di pagliette hai capito? Milioni di pagliette!" - "No, chesta è 'a paglietta di Orlando, siete tutti traditori.." - "Traditore e paglietta, paglietta e traditore.." Commenta il padre.
All'alba Camillo decide di partire per Parigi, una volta arrivato cerca subito Vittoria nello studio dove lavora, ma il suo datore di lavoro, uno scrittore italiano, non gli vuole dare informazioni. Cosi aspetta in strada fino a quando Vittoria non arriva. Lei arriva, vede Camillo e lo bacia appassionatamente, poi gli dice: "Non mi dirai più bugie?" - "No" - Mai più?" - "Mai" - "E ci ameremo per sempre? - "Per sempre, però ti devo dire una cosa purtroppo... il topo morto... l'ho mandato io.
Fine
Note: Il film è stato girato a Lucera (FG) Come sempre meravigliose le musiche di Pino Daniele.
http://scusateilritardo.altervista.org/leviedel.htm
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CRITICA
"A raccontarlo sembra un film vivace e movimentato. Invece, in virtù della regia inadeguata di Troisi, è quanto di più statico si possa immaginare, con solo qualche battuta azzeccata." (Magazine tv).

"Non è di tutti i giorni un film che suoni su questi tasti, men che mai nei termini del comico e della commedia. (...) Più che allungare il brodo, come hanno ritenuto certi recensori, Troisi ha impresso al film il ritmo che si addice a un protagonista che sprofonda nelle spirali delle sue meditazioni, tira i pensieri con le pinze e sguazza nei sofismi, con una tipica propensione meridionale. (...) Essendo scontata l'ammirazione per Troisi attore, è opportuno un ringraziamento a Marco Messeri, che è Leone, il fratello servizievole, possessivo, egoista e mostruoso sotto le mentite spoglie del buon samaritano".
(Mino Argentieri, "Rinascita", 30 gennaio 1988)

1 comentario:

  1. Es una pena que ya no está disponible!
    Troisi genial!
    Usted tiene los siguientes (Prof. Guido Tersilli clínica primaria ...) el médico local?
    Gracias de todos modos por todas!
    ¡hola
    Stefan

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