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sábado, 8 de septiembre de 2012

Terza liceo - Luciano Emmer (1953)


TITULO ORIGINAL Terza liceo
AÑO 1953
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 105 min.
DIRECCION Luciano Emmer
GUION Sergio Amidei, Carlo Bernari, Vasco Pratolini, Luciano Emmer
REPARTO Giulia Rubini, Ilaria Occhini, Roberta Primavera, Anna Maria Sandri, Christine Carère, Giovanna Turi, Ferdinando Cappabianca, Franco Santori, Ugo Amaldi, Claudio Barbesino, Turi Pandolfini, Bartolomeo Rossetti, Giuliano Montaldo, Paola Borboni, Vittorio André, Antonio Battistella, Eriprando Visconti, Leopoldo Mazzetti, Carlo Bernari, Rita Livesi
FOTOGRAFIA Mario Bava, Corrado Bartoloni, Ubaldo Terzano, Enrico Umetelli
MONTAJE Eraldo Da Roma
MUSICA Carlo Innocenzi
PRODUCCION Mario Levi, Annio Casali, Aldo Quinti para INDUSTRIE CINEMATOGRAFICHE MILANESI
GENERO Comedia

SINOPSIS In una terza liceo fioriscono amicizie e amori. Gli insegnanti interpellano i genitori che poi interrogano i figli: perché non vanno a scuola? È il più debole dei film a episodi di Emmer (Domenica d'agosto, Parigi è sempre Parigi, Le ragazze di piazza di Spagna). I luoghi comuni sulla scuola imperano e il bozzettismo trionfa, nonostante le firme di Amidei e Pratolini tra gli sceneggiatori, riscattati qua e là da una certa freschezza e dal garbo degli interpreti. Scampoli di neorealismo al rosolio. Esordio di Ilaria Occhini con il nome di Isabella Redi. (Il Morandini)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)

Il disagio dell'essere giovani
In un liceo classico di Roma, i ragazzi della Terza Liceo vivono il loro ultimo anno delle superiori. Li seguiamo dal primo giorno di scuola fino agli esami di maturità. Si intrecciano amicizie, amori, incomprensioni con i genitori e con i docenti. Qualcuno è povero ma felice; qualche altro è ricco ma infelice. Un giovane insegnante si sforza di capire i loro problemi; genitori maturi e possidenti si chiudono nel loro egoismo. Così andava la scuola  agli inizi degli anni Cinquanta. Non è cambiato molto.

Emmer Luciano
Ancora studente, fonda con l'amico Enrico Gras una piccola casa di produzione, per la quale realizza vari documentari che si impongono nel dopoguerra anche all'attenzione internazionale. Suo tema prediletto è l' opera d'arte, che anima in forma narrativa grazie a un uso originale della musica e del montaggio. Con questa tecnica illustra, tra l'altro, opere di Giotto (Racconto da un affresco del 1941, Il cantico delle creature del 1943, Il dramma di Cristo del 1948), di Bosch (Il paradiso terrestre del 1948 e 1957), di Carpaccio (La leggenda di Sant'Orsola del 1948), di Piero della Francesca (1949),  di Goya (1950),  di Leonardo da Vinci (1953),  di Picasso (1955). Esordisce nel cinema narrativo con Domenica d'agosto (1950), in cui manifesta la sua peculiare caratteristica d'autore: un'osservazione minuta e affettuosa della vita popolare e piccolo-borghese, intrisa di umorismo garbato e di misurato sentimentalismo. Coadiuvato generalmente dallo sceneggiatore Sergio Amidei - cui si affiancano talvolta scrittori come Vasco Pratolini, Ennio Flaiano, Carlo Bernari - dà conferma delle sue qualità nei film successivi, sempre imperniati su piccole vicende di gente comune: Parigi è sempre Parigi (1951), Le ragazze di Piazza di Spagna (1952), Terza liceo (1953). In un cinema così deliberatamente antieroico non c'è posto per protagonisti assoluti. Infatti Emmer ama adottare una struttura corale in cui si intersecano le vicende di vari personaggi e solo con Camilla (1954) tenta la strada di un racconto unitario. Dopo il caricaturale Il bigamo (1958), affronta temi più amari e polemici ne La ragazza in vetrina (1960) in cui, unendo efficace­mente documentario e narrativa, offre un ritratto drammatico della vita degli immigrati e dell'ambiente della prostituzione in Olanda. Poi, abbandonata l'attività cinematografica, si dedica prevalentemente alla televisione e alla pubblicità. Ritorna al cinema con Basta! Ci faccio un film (1990). (dal Dizionario Universale del Cinema, a cura di F. Di Giammat­teo, Vol.2, Editori Riuniti)
Gli alunni della Terza liceo hanno voglia di crescere in fretta, ma il disagio della loro età è attutito dalla consapevolezza che la vita, finito il periodo degli studi, riserva giorni meno allegri e spensierati. Sullo sfondo, infatti, si intravedono storie di adulti che sono rimasti bambini, probabilmente ammalati di un disagio peggiore: quello di non riuscire più ad essere giovani.   
Alcuni giudizi critici
"I racconti del film di Emmer, come (...) Terza liceo (...) sono legati alla rappresentazione dell'esistenza, nel tentativo di cantare la fenomenologia dell'epica quotidiana. Disponendo i racconti su un piano sincronico, si potrebbero vedere le decine di episodi e di personaggi, di cui si compongono, come vere e proprie lasse cinematografiche di un modesto cantare di gesta dell'epica piccolo-borghese che affronta, con forza, coraggio e ottimismo, il rigore del clima degli anni cinquanta. Anche in questo caso non sottovalutiamo semplicisticamente la modestia delle intenzioni e dei risultati. Questi film hanno tutti uno stile interscambiabile, nel senso che non si avverte quasi la presenza registica e della macchina da presa, mentre propongono, nel loro insieme, un messaggio e un richiamo alla solidarietà, al rispetto umano, alla tolleranza, alla coscienza sociale, che per i tempi non era poca cosa."
(Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano, pag. 435, Editori Riuniti)
"Un piacevole e accorato ritratto dell'Italia anni Cinquanta: pur senza grandi colpi di regia, Emmer tratteggia con abilità i personaggi e regge con disinvoltura le fila di una storia impo­stata in modo corale."
(Dizionario dei film 1996 , a cura di Paolo Mereghetti, Baldini & Castoldi)
"Il film risulta eccessivamente frammentario, anche se gli episodi sono legati tra loro con una certa superficiale abilità. I problemi della scuola sono appena accennati. Il mondo giovanile, così ricco di interessi e aperto a molteplici richiami, è qui considerato quasi solo in rapporto alle prime esperienze amorose. Gli attori sono scelti e ben diretti. La fotografia è buona." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 35, 1954)
"L'autore, puntando sugli aspetti più superficiali ed epidermici della vita dei giovani, ha divagato, con scarso ritmo ed esteriore mordente, soltanto sulle loro avventure sentimentali (...) La descrizione (...) è convenzionale nell'impostazione e banale nelle indagini, il racconto slegato e inconcludente."
(Nino Ghelli, Rivista del Cinematografo, 5 maggio 1954)
http://www.comitatocinemaragazzi.it/schede/disagio/terza.htm

NOTE:
- IL FILM EBBE NOIE CON LA CENSURA PERCHE' DURANTE LA PARTITA DI PALLACANESTRO LE RAGAZZE INDOSSAVANO I PANTALONCINI CORTI.
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=9583

7 comentarios:

  1. Gracias Amarcord, gracias por Luciano Emmer
    Gracias por tu enorme y generoso trabajo

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  2. Estimado Amarcord,
    Tu blog es sensacional. Lo descubrí hace muy poco, de modo que me he perdido muchas pelis pues sus enlaces ya no funcionan. ¿Podrías reponer los de esta joya de Luciano Emmer?
    Gracias de antemano.

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    1. ¡Gracias Amarcord!
      En solo dos días pudiste atender mi pedido. Te mereces un Oscar... o mejor, un David di Donatello.

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  3. Este comentario ha sido eliminado por el autor.

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  4. Ya muerto? Cualquier posibilidad de intercambio de enlaces, sobre todo los subtítulos en inglés y español están disponibles ahora?
    saludos
    http://subscene.com/subtitles/terza-liceo/spanish/766482
    http://www.opensubtitles.org/en/subtitles/5115968/terza-liceo-en

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  5. Il mio è LA CINETECA DI CAINO, cinema italiano.

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