TITULO ORIGINAL Cado dalle nubi
AÑO 2009
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACION 95 min.
DIRECCION Gennaro Nunziante
GUION Gennaro Nunziante, Checco Zalone
MUSICA Checco Zalone
FOTOGRAFIA Lorenzo Adorisio
PREMIOS 2009: Premios David di Donatello: Nominada Mejor canción original
REPARTO Checco Zalone, Giulia Michelini, Dino Abbrescia, Fabio Troiano, Raul Cremona, Anna Ferruzzo, Ivano Marescotti, Claudia Penoni, Francesca Chillemi, Stefano Chiodaroli, Peppino Mazzotta, Sereno Bukasa, Ivana Lotito, Rocco Papaleo
PRODUCTORA Taodue Film / Medusa Film / Apulia Film Commission
GENERO Comedia
SINOPSIS A Checco Zalone, que quiere ser cantante, lo abandona su novia porque sus sueños le parecen inalcanzables. Entonces el joven decide dejar su pueblo natal para ir a Milán. Alojado en casa de su primo Alfredo, al principio, le cuesta adaptarse a la mentalidad milanesa. Conoce a Marika y se enamora a primera vista, pero el padre de la chica pertenece al Partito del Nord (parodia de la Lega Nord), por lo que tiene muchos prejuicios hacia los italianos del sur. Mientras tanto, hace sin éxito varias pruebas. Por fin, un día su talento y sus dotes artísticas le serán reconocidos. (FILMAFFINITY)
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CD 1
Subtítulos (Español)
CD 2
Subtítulos (Español)
Tamarra terra mia
Il più grande sogno di Checco é quello di diventare un cantante; ma in Puglia, si sa, si bada più al sodo, e così la sua fidanzata lo lascia perché ha bisogno di risposte più concrete per potersi sistemare. Deciso ad inseguire il suo sogno, Checco, parte a Milano, chissà che lì non riesca a sfondare... Nel frattempo, conosce Marika e se ne innamora, ma la loro storia é contrastata dal padre della ragazza che, da buon leghista, non vede di buon occhio i meridionali. I provini cominciano a dare i risultati sperati e Checco viene notato da un discografico, ma dovrà decidere se rimanere a Milano insieme a Marika o tornare in Puglia... [sinossi]
L’itinerario migrante compiuto da Checco Zalone, al secolo Luca Medici, segue alla perfezione il sentiero percorso nel corso degli ultimi tre decenni da alcuni dei più noti comici italiani. Zalone, letteralmente esploso nell’immaginario collettivo grazie alla sua partecipazione allo Zelig televisivo, non è poi così diverso dal Nino Frassica che approda alla corte di Renzo Arbore, o dal trio Troisi/Arena/De Caro, partito dai bassi napoletani per raggiungere fama e onori sulle tre emittenti statali. A puntualizzarne le differenze, semmai, è la qualità del proprio repertorio, più che il senso che esso dovrebbe acquistare: per semplificare ulteriormente la questione, basterà sottolineare il notevole scarto artistico tra Ricomincio da tre, esordio cinematografico di Massimo Troisi, e Cado dalle nubi. Lo schema narrativo seguendo il quale si articola Cado dalle nubi è di fin troppo facile lettura: Checco, novello terrunciello (1) che sogna di diventare una celebrità della musica italiana, parte dal suo paesello (Polignano a Mare, già terra natìa di Domenico Modugno) per raggiungere Milano e il successo.
A partire dal mito della “grande città” fino ad arrivare ai reiterati gag sull’incapacità di Checco di comprendere anche le più basilari evoluzioni della società (in particolar modo si insiste sui suoi problemi con l’omosessualità, a suo modo vero e proprio ruota motrice dell’intero ingranaggio narrativo), si palesa in maniera incontrovertibile l’atmosfera demodé che avvolge e sovrasta il film di Gennaro Nunziante – all’esordio cinematografico, dopo una non indifferente gavetta televisiva e il mestiere di sceneggiatore messo a disposizione, tra gli altri, di Cristina Comencini e Alessandro D’Alatri. La realtà dei fatti, impossibile da confutare, è che Cado dalle nubi è un film uscito fuori tempo massimo, del tutto distante dai ritmi e dalle necessità del cinema comico contemporaneo. Quello che sarebbe potuto essere sfruttato come vero e proprio punto di forza, però, si trasforma da subito in un pericoloso boomerang: consapevoli della naiveté del progetto, gli autori (Nunziante, Zalone e il produttore Pietro Valsecchi) lavorano sulla storia in modo a dir poco ibrido e confuso. Se da un lato l’intento palese è quello di utilizzare il personaggio Zalone come elemento dinamitardo della messa in scena, bombardando metaforicamente la plastificata velleità borghese e benestante della “Milano da bere”, dall’altro lo script vira con fin troppa facilità verso timbriche rosa, spostando l’occhio dalle eversioni iconoclaste della comicità meno allineata, alle ben più normalizzate prassi cui si sono fatti alfieri, nel corso degli anni, Aldo, Giovanni e Giacomo. Il risultato è una pellicola che graffia solo a tratti, in maniera però piuttosto arbitraria, regalando uno spaccato dell’Italia contemporanea né pacificato né realmente ghignante: una sorta di creatura bicefala, che vorrebbe strizzare l’occhio tanto al pubblico di bocca buona tanto a quello più intellettuale, fallendo il bersaglio in entrambe le direzioni. A farne le spese è, ben più di un personaggio destinato probabilmente a non lasciare troppa traccia di sé negli anni a venire, il cast di contorno scelto per la bisogna: in particolar modo dispiace vedere un volenteroso Ivano Marescotti, impegnato nella macchietta del leghista duro e puro costretto a fare i conti con il barese sgrammaticato e ignorante, doversi dibattere tra le spire di una sceneggiatura soffocante e poco incline a lasciare spazi consoni all’improvvisazione. Lo stesso si potrebbe dire per Dino Abbrescia e Fabio Troiano – scipito e insipido, al contrario, il cameo di Raul Cremona –: si intuisce lo sforzo nel nobilitare con una interpretazione sfaccettata personaggi che sulla carta appaiono come semplici cliché, ma non basta a risollevare il film. Sul finire dell’opera, il successo discografico di Zalone viene sintetizzato più o meno cosi: “piace perché è mediocre”. Un’affermazione che potrebbe valere anche per Cado dalle nubi, per quanto sia da attendere il riscontro ai botteghini nazionali. Cado dalle nubi potrebbe dunque essere il simbolo di un cinema mediocre, mai realmente cattivo e inadatto alla riflessione sociale (e in questo la dicitura finale in cui si prendono le distanze da qualsiasi riferimento alla realtà italiana sa davvero molto di abdicazione dalle proprie responsabilità), elogio perfino pericoloso dell’ignoranza al potere.
E forse sarebbe allora il caso di rispolverare dai cassetti più nascosti della memoria, il ricordo de Il Bi e il Ba, deragliante commedia in cui uno spaesato Maurizio Nichetti cercò di trattenere la furia fagocitante di Nino Frassica: un film completamente sbagliato e squilibrato, di fronte al quale comunque la piatta normalità di Cado dalle nubi finisce letteralmente per svanire.
Raffaele Meale
NOTE:
(1) A proposito di terrunciello: se non si è inserito nella lista precedente il nome di Diego Abatantuono è solo per i suoi natali meneghini. Il personaggio che lo rese celebre diventa perciò solo ed esclusivamente una maschera, distante dal background reale che lega al contrario Zalone ai già citati Frassica e Troisi.
Fenomeno comico delle recenti edizioni del programma Zelig, venuto alla ribalta con la canzone sgrammaticata "Siamo una squadra fortissimi" vero tormentone e porta fortuna dei mondiali di calcio in Germania 2006, Checco Zalone è arrivato anche al cinema con il film: Cado dalle nubi. Per chi vuole passare una serata leggera e senza troppe elucubrazioni mentali, l'appuntamento fa al caso vostro, oggi alle 21:00 sul Premium Cinema, digitale terrestre a pagamento di Mediaset Premium.
Checco Zalone, all'anagrafe Luca Medici, è un giovane pugliese che sogna di diventare cantante. Da poco abbandonato dalla fidanzata perché insegue sogni irrealizzabili mentre lei avrebbe voluto sistemarsi sotto un tetto e avere famiglia, Checco decide di partire da Polignano a Mare e raggiungere Milano, già nel cuore del nord Italia dove cercherà in tutti i modi di sbarcare il lunario. Adattarsi al capoluogo lombardo non sarà impresa da poco, nonostante l'aiuto del cugino Alfredo. Nella caotica metropoli Checco Zalone conosce Marika, è amore a prima vista per entrambi ma il rapporto si fa subito difficile per colpa del padre di lei, un leghista convinto e pieno di pregiudizi verso i meridionali.
Intanto c'è il lavoro da seguire: dopo molti provini, il suo eccentrico talento canoro viene riconosciuto da un discografico locale e sarà subito successo e sarà l'inizio di un sogno per Checco Zalone. L'amore però lo tormenta ancora: riuscirà a conquistare il cuore di Marika e il rispetto del padre oppure tornerà nel suo paese d'origine per riprendersi l'ex fidanzata?
Checco Zalone con Cado dalle nubi, porta al cinema il suo umorismo e la sua verve mimica e musicale che l'ha reso noto sul palco di Zelig. Il film diretto da Gennaro Nunziante è da prendere come una pura forma leggera d'intrattenimento, senza pretese, che non cade mai però nel volgare spiccio, cosa non da poco visto il trand produttivo del nostro paese (soprattutto sotto Natale con i Cinepanettoni). Per chi adora il comico pugliese, Cado dalle nubi è un appuntamento da non perdere.
http://worldpaytv.blogosfere.it/2010/11/cado-dalle-nubi-lesordio-di-checco-zalone-sul-grande-schermo.html
Checco (Checco Zalone, al secolo Luca Medici) è un giovane cantante pugliese che sogna il grande successo nel mondo dello spettacolo. E’ fidanzato con Angela (Ivana Lotito), parrucchiera, che lo lascia perché desidera avere accanto un uomo con un lavoro più stabile, con il quale costruire una famiglia. Per Checco è una doccia fredda: triste e amareggiato lascia la Puglia per Milano, sperando che la moderna metropoli del nord gli possa spalancare le porte del successo nel mondo discografico.
A Milano Checco viene ospitato da suo cugino Alfredo (Dino Abbrescia) che divide l’appartamento con Manolo (Fabio Troiano): i due stanno insieme da dieci anni ma Alfredo non l’ha ancora detto ai genitori che vivono in Puglia e che, ogni volta che lo vanno a trovare, lo trovano accanto a splendide “fidanzate” come Luisa (Francesca Chillemi).
La strada che porta al successo è lunga e difficile, ma un incontro inaspettato cambierà la vita di Checco: Marika (Giulia Michelini) una ragazza meravigliosa e piena di qualità, convince Checco a dare lezioni di chitarra ai ragazzi disagiati della parrocchia di Don Livio (Peppino Mazzotta). Il padre di Marika (Ivano Marescotti) però è un leghista convinto e pieno di pregiudizi nei confronti dei meridionali. Checco, affranto da una serie di rifiuti, si convince che non riuscirà mai a sfondare ed è pronto a tornare a Polignano, quando finalmente Roberto (Raul Cremona), un importante discografico, lo trova dopo averlo cercato per tutta Milano, convinto che il talento canoro e quello comico possano trasformare Checco in un vero e proprio fenomeno musicale.
Cado dalle nubi è il primo film del comico cantante sgrammaticato Checco Zalone che, dal palcoscenico di Zelig, ha visto illuminarsi sempre di più la sua stella protettrice, a partire dal tormentone della Coppa del Mondo “Siamo una squadra fortissimi”. Il musicista pugliese ha danzato con la ribalta per la rivisitazione di alcuni testi di canzoni famose, o altre ancora composte da lui, aventi per tema personaggi politici o dello spettacolo e argomenti che possono trattare di cronaca o sempre di politica. La sua è una satira all’acqua di rosa messa in musica, che in un determinato contesto, un one man show o, ancora meglio, nei dieci o quindici minuti, del programma condotto da Claudio Bisio, sanno divertire.
Il suo talento musicale e comico c’è, altrimenti non si spiegherebbe il riscontrato successo che ottiene dal pubblico. Ma dove finisce il talento e inizia il business? È consuetudine, ahinoi radicata, che il circuito dei media globalizzi un artista, o presunto tale, proponendolo in ogni sua espressione comunicativa: televisiva, letteraria, discografica, home video. E anche cinematografica, accentuandone e amplificandone, quasi sempre, il personaggio teatrale interpretato. Situazione che spesso porta al soffocamento mediatico del personaggio per esasperazione mediatica, "bruciandolo" prima del tempo, a meno che l’artista, quello vero, non abbia la sacra capacità istrionica di sperimentare.
Questo film non è solo il debutto di Checco Zalone sul grande schermo, ma lo è anche del regista Gennaro Nunziante (già sceneggiatore di La febbre, Casomai). Da qualche parte si dovrà anche cominciare; ma questo non giustifica l’adagiarsi e nascondersi dietro un personaggio che fa audience in televisione, per nascondere una povertà di sceneggiatura (scritta dallo stesso Zalone e da Nunziante) che ammicca a una satira di costume che, attonita, sta a guardare. E la bravura di Dino Abbrescia, Fabio Troiano, Giulia Michelini, Ivano Marescotti, non sono per nulla sufficienti a risollevare Cado dalle nubi di una mediocrità che diventa inno al compendio della risata facile.
Ilaria Falcone
Me gustó la otra de Checco, así que veré también esta. Y este año sale una nueva.
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