TITULO ORIGINAL I prepotenti
AÑO 1958
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 84 min.
DIRECCION Mario Amendola
ARGUMENTO Idea de Aldo Fabrizi
GUION Mario Amendola, Ruggero Maccari
REPARTO Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Ave Ninchi, Wandisa Guida, Luca Ronconi, Enza Soldi, Carlo Taranto, Mario Riva, Rosita Pisano, Giuseppe Porelli, Livia Cordaro, Raimondo Criscione, Ferruccio Amendola, Clara Bindi
FOTOGRAFIA Carlo Carlini, Mario Perelli
MONTAJE Antonietta Zita
MUSICA Gino Filippini
PRODUCCION Roberto Amoroso para La Sud Film
GENERO Comedia
AÑO 1958
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 84 min.
DIRECCION Mario Amendola
ARGUMENTO Idea de Aldo Fabrizi
GUION Mario Amendola, Ruggero Maccari
REPARTO Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Ave Ninchi, Wandisa Guida, Luca Ronconi, Enza Soldi, Carlo Taranto, Mario Riva, Rosita Pisano, Giuseppe Porelli, Livia Cordaro, Raimondo Criscione, Ferruccio Amendola, Clara Bindi
FOTOGRAFIA Carlo Carlini, Mario Perelli
MONTAJE Antonietta Zita
MUSICA Gino Filippini
PRODUCCION Roberto Amoroso para La Sud Film
GENERO Comedia
SINOPSIS Famiglia romana in trasferta a Napoli con complicazioni di campanile, sentimento e tifo: il figlio (F. Amendola) finisce in questura per un diverbio calcistico e la figlia (W. Guida) s'invaghisce di un napoletano (L. Ronconi); i rispettivi genitori (A. Fabrizi e N. Taranto) si oppongono all'idillio. Bonario film comico di modeste pretese, divertente a fasi alterne. Seguito da Prepotenti più di prima. (Il Morandini)
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TRAMA:
Per festeggiare le loro nozze d'argento Cesare e Claudia Panelli fanno una gita a Napoli: li accompagnano i loro due figlioli, Alfredo e Marcella. Mentre i genitori s'attardano nel ristorante, che li ha visti giovani sposi, i due ragazzi vanno allo stadio per assistere alla partita di calcio. Trascinato dalla passione sportiva, Alfredo litiga con un giovane napoletano, Gennarino Esposito; i due si picchiano e finiscono al Commissariato. La cosa non avrebbe importanza se al commissariato non intervenissero i padri dei due giovani, Cesare e don Mimì, tra i quali s'accende una fiera rivalità. Tra Gennarino e Marcella è sorto invece l'amore, e i due decidono di sposarsi al più presto, mentre un succedersi di dispetti, vendette e ripicchi acuisce il dissidio tra i rispettivi genitori. I due innamorati decidono allora di ricorrere ai mezzi estremi: fuggono di casa riparando presso una zia di Gennarino. A questo punto Cesare e don Mimì mettono da parte ogni risentimento: di comune accordo vanno in cerca dei figli, e trovatili, li perdonano e danno il loro consenso alle nozze.
CRITICA:
"(...) Indovinato in alcune scene e in alcune situazioni, e un po' tirato via in altre (...)". (U. Tani, "Intermezzo", 20/21, 15/11/1958).
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=19422&film=I-PREPOTENTI
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Trama:
Per festeggiare le loro nozze d'argento Cesare e Claudia Pinelli vanno in gita con i figli, Alfredo e Marcella, a Napoli. Mentre i genitori s'attardano nel ristorante che li ha visti giovani sposi, i due ragazzi vanno allo stadio per assistere alla partita di calcio. Trascinato dalla passione sportiva, Alfredo litiga con un giovane napoletano, Gennarino Esposito; i due si picchiano e finiscono al commissariato. La cosa non avrebbe importanza se non intervenissero i padri dei due giovani, Cesare (Aldo Fabrizi) e don Mimì (Nino Taranto), tra i quali si accende una fiera rivalità. Tra Gennarino e Marcella nasce invece l'amore, e i due decidono di sposarsi al più presto, mentre un succedersi di dispetti, vendette e ripicchi acuisce il dissidio tra i rispettivi genitori...
Critica:
La volontà di riallacciarsi alla tradizione popolare del cinema italiano è subito affermata, nei Prepotenti, dal fatto di utilizzare la stessa terrazza sul golfo di Napoli che era stata teatro, nel lontano 1915, delle più suggestive sequenze di Assunta Spina (di Gustavo Serena e Francesca Bestini), cui segue una strepitosa sequenza calcistica in un San Paolo d'altri tempi, dove - fra i palazzi dell'Ina Case tanto cari a Pasolini - si gioca un Napoli-Roma destinato a scoccare la scintilla della rivalità familiare e campanilistica. Ma il cambiamento è nelle cose e riguarda la piccolissima borghesia, perché Fabrizi è imprenditore minimalista e Taranto ha un bar in periferia, ma questo non impedisce loro di inserirsi stabilmente sulla traiettoria della promozione sociali (il figlio del napoletno, come vuole la tradizione, ha studiato da avvocato). Però, con la macchina, la cuccetta del vagone letto, le gite fuori porta, le fiere milanesi e i ristoranti della domenica arriva anche il vento della nevrosi, che rende gli uomini boriosi come galletti e infiammabili come cerini, pronti ad accendersi per questioni ataviche ma da nulla. La partita ci calcio in questione (manzoniana) di precedenza fra chi esce e chi entra dall'ufficio di un commissario.
Così nasce una faida familiare tutta giocata sul filo della farsa e con in mano il catalogo dell'avanspettacolo (si pensi alla variazione sul tema della scenza del treno, cavallo di battaglia del Totò teatrale, poi magistralmente trasportata al cinema in Totò a colori).
In questo scontro, declinato tutto in chiave meridionalista (Milano è ancora un altro pianeta, e Bellavista doveva ancora nascere), ciò che consente di uscire dall'escalation di violenza è l'amore che nasce fra i due giovani rampolli, il ragazzo di Fuorigrotta e la ragazza della Capitale, prima osteggiato e infine benedetto dai genitori.
Lo Spunto è esile, l'interpretazione è magistrale, specie quella di un Fabrizi guascone, che distrugge case con la flemma di un Oliver Hardy e apostrofa la moglie con inaudita scorrettezza politica (così si rivolge a una dimessa Ave Ninchi: "Sei una donna anche tu... o almeno lo eri..."). Tuttavia lo schema del Romeo e Giulietta in versione comica è solidissimo e darà vita a una lunga sequela di imitazioni, la più celebre delle quali verra girata da Steno appena un anno più tardi (I tartassati, 1959), con lo stesso Fabrizi in un ruolo più ricco di sfumature e Totò al posto di Nino Taranto, all'interno di una satira molto più dura della società dei costumi e il cambiamento antropologico (ma solo apparente) degli italiani.
(Giacomo Manzoli, Università di Bologna)
http://dduniverse.net/ita/viewtopic.php?f=99&t=3597559
Così nasce una faida familiare tutta giocata sul filo della farsa e con in mano il catalogo dell'avanspettacolo (si pensi alla variazione sul tema della scenza del treno, cavallo di battaglia del Totò teatrale, poi magistralmente trasportata al cinema in Totò a colori).
In questo scontro, declinato tutto in chiave meridionalista (Milano è ancora un altro pianeta, e Bellavista doveva ancora nascere), ciò che consente di uscire dall'escalation di violenza è l'amore che nasce fra i due giovani rampolli, il ragazzo di Fuorigrotta e la ragazza della Capitale, prima osteggiato e infine benedetto dai genitori.
Lo Spunto è esile, l'interpretazione è magistrale, specie quella di un Fabrizi guascone, che distrugge case con la flemma di un Oliver Hardy e apostrofa la moglie con inaudita scorrettezza politica (così si rivolge a una dimessa Ave Ninchi: "Sei una donna anche tu... o almeno lo eri..."). Tuttavia lo schema del Romeo e Giulietta in versione comica è solidissimo e darà vita a una lunga sequela di imitazioni, la più celebre delle quali verra girata da Steno appena un anno più tardi (I tartassati, 1959), con lo stesso Fabrizi in un ruolo più ricco di sfumature e Totò al posto di Nino Taranto, all'interno di una satira molto più dura della società dei costumi e il cambiamento antropologico (ma solo apparente) degli italiani.
(Giacomo Manzoli, Università di Bologna)
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I prepotenti (1958) [2 errori]
Microf./CastTecnico: [N°50976] All'uscita dallo stadio, quando Alfredo e Marcella stanno camminando verso la macchina, una giovane comparsa guarda manifestamente in camera...
Trucco: [N°50977] Quando Alfredo viene alle mani con Gennarino, il primo pugno che vola e' palesemente fuori bersaglio.
http://www.bloopers.it/testo/index.php?id_film=6388&Lettera=P
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