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sábado, 29 de junio de 2013

Teresa Venerdi - Vittorio De Sica (1941)


TITULO ORIGINAL Teresa Venerdì
AÑO 1941
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español e inglés (Separados)
DURACION 92 min.
DIRECCION Vittorio De Sica
GUION Vittorio De Sica, Aldo De Benedetti, Gherardo Gherardi, Margherita Maglione, Franco Riganti, Cesare Zavattini (Novela: Rezsö Török)
MUSICA Renzo Rossellini
FOTOGRAFIA Vincenzo Seratrice (B&W)
REPARTO Vittorio De Sica, Adriana Benetti, Anna Magnani, Irasema Dilián, Guglielmo Barnabò, Olga Vittoria Gentilli, Elvira Betrone, Giuditta Rissone, Virgilio Riento, Annibale Betrone, Nico Pepe, Alessandra Adari, Lina Marengo
PRODUCTORA Alleanza Cinematografica Italiana (A.C.I.) / Europa Film
GENERO Comedia

SINOPSIS El joven médico Pietro Vignali, al verse endeudado por culpa de su novia Loretta, una encantadora cantante. Después de intentar vender todas sus pertenencias, acaba trabajando en un orfanato de niñas para liquidar sus deudas. (FILMAFFINITY)




Cosa potere aggiungere che non sia stato già detto o scritto su un film come Teresa Venerdì (1941) che rappresenta una delle punte più alte della proficua collaborazione tra De Sica e Zavattini (ma c’era anche a collaborare nascostamente, perché ebreo, Aldo De Benedetti) che sarebbe culminata sette anni dopo nel film simbolo del dopoguerra italiano quel Ladri di biciclette che con occhio malinconico avrebbe accompagnato un’umanità sbandata dopo la bufera della guerra.
Nonostante siano trascorsi quasi 70 anni dalla sua realizzazione il film conserva la freschezza dell’opera appena realizzata tanto la sua essenza di cinema efficace nella sua fantasia narrativa e nella sua invenzione anche recitativa (gli ammiccamenti di De Sica, la sua aria da gagà un po’ sfigato e il figlio Christian continua la nobile tradizione) pervade lo schermo attraverso la bonomia dei personaggi e conquista lo spettatore. Ritroviamo i temi di quella poetica di De Sica che si andranno allargando durante le successive fasi. L’inguaribile dongiovannismo, la bonaria cialtroneria tipica del carattere italiano e che con più rozza natura popolaresca sarebbe stata ripresa da Sordi che, non a caso, ha sovrapposto il proprio personaggio ad uno dei più famosi creati da De Sica. Teresa Venerdì è anche questo oltre che una favola a lieto fine mentre sullo sfondo, in un fuori campo che stava oltre il set si sviluppava una terribile guerra di cui qui non si ode neppure l’eco.
http://www.sentieriselvaggi.it/5/28330/DVD_-_Teresa_Venerdi,_di_Vittorio_De_Sica.htm

L'amica cattiva di Teresa Venerdì (Adriana Benetti) ha fatto in modo che le istitutrici dell'orfanotrofio di Santa Chiara vengano a sapere della recita di Giulietta e Romeo. Ed ora Teresa deve fare la sguattera in cucina, con la minaccia di andare in via definitiva a fare la serva dal macellaio, che sarebbe assai propenso ad avere Teresa come serva. I guai non finiscono qui, adesso l'aspirante infermiera la farà l'amica cattiva e spiona.
L'amica buona consola Teresa e l'aiuta tangibilmente, sbucciando con lei le patate. Teresa si vergogna, quando il dottor Pietro Vignali (Vittorio De Sica) torna in visita all'orfanotrofio e vede che adesso lei fa la sguattera, chissà cosa penserà!
Ma Pietro è giustamente attento all'igiene e si accorge che l'amica cattiva vorrebbe fare le iniezioni senza essersi preventivamente lavate la mani. Quindi, solo per ragioni di forza maggiore, Teresa non fa più la sguattera ma torna ad indossare il camice da infermiera. E' molto grata a Pietro e lo accompagna fino in strada. Pietro le fa una carezza sulla guancia (la vede un po' meno come ragazzina) e la guarda nello specchietto retrovisore dell'automobile. Teresa non si muove di lì finché la macchina non sparisce.
Le sciagure non sono finite: viene ritrovata una lettera d'amore indirizzata al dottor Pietro Vignali. Teresa viene accusata di aver scritto la lettera (cosa ben peggiore della faccenda di Giulietta e Romeo) e aspetta nel corridoio la decisone della direttrice. Non resiste alla tensione ed alla vergogna e fugge dall'orfanotrofio, senza avvertire nessuno. Gli eventi si sovrappongono: Teresa è fuggita facendo perdere le sue tracce proprio quando una istitutrice dotata di grandi capacità investigative fa una specie di prova finestra: detta all'amica cattiva una prase contenente la parola milioni e la ragazza scrive miglioni come nella lettera: è stata sicuramente lei, Teresa è innocente. Ma dove sarà Teresa?
Teresa è andata all'abitazione di Pietro per dirgli che lei non gli ha scritto nessuna lettera. Siccome piove un'acqua che Dio la manda, arriva bagnata fradicia, e Antonio (Virgilio Riento) il cameriere del dottore, la scambia per la sorella di Pietro. Quindi fa in modo che Teresa indossi un vestaglia del dottore finché gli abiti non si asciughino.
Teresa apprende fatti gravi della vita di Pietro: il tre signori nell'immagine sono i componenti del Comitato dei Creditori. Pietro è pieno di debiti: la cifra totale è di 38.972 lire e cinquanta centesimi, se Pietro non riuscità a rimborsarla perderà la casa.
Non basta: il dottor Pietro Vignali ha una doppia vita. Arriva alla casa del dottore la cantante Loletta Prima (Anna Magnani). E' l'amante di Pietro che da una telefonata ha dedotto che Pietro la tradisce. Dapprima se la prende con Teresa, ma quando sente che è la sorella di Pietro, cerca la sua alleanza. La vita del dottor Pietro Vignali non è doppia, ma tripla! Oltre all'amante che canta nel varietà, Pietro ha una fidanzata: Lilli (Irasema Dilián), figlia del ricchissimo industriale materassaio Agostino Passalacqua (Guglielmo Barnabò).
Teresa ha capito che Loletta è una teatrante, e prova, per conquistarne la simpatia, ad usare con lei qualche pezzo forte del suo repertorio: "Sì, o contessa, il freddo morde le nostre carni attraverso le vesti lacere. Se sapeste che strazio sentire i propri figli che chiedono pane e dover tacere...". Ma Loletta rimane perplessa perché il suo attuale repertorio si basa su una canzone che fa: "Qui nel cuor, qui nel cuor... qui nel sen, qui nel sen... ". Repertori un po' diversi.
A complicare le cose, ci si mette anche l'arrivo di Lilli Passalacqua, la figlia del materassaio, con un grande mazzo di fiori per il fidanzato Pietro, che per fortuna sua è assente mentre le tre donne discutono.
E' fatale che Loletta e Lilli giungano alla stessa conclusione: Teresa non è la sorella di Pietro, ma la nuova amante, quindi Loletta e Lilli se ne vanno entrambe sbattendo la porta. Loletta, di suo ci mette un "Ciao stella!", che dirà anche a Pietro quando lo incontrerà.
E' un groviglio, Teresa è talmente turbata da non accorgersi che la vestaglia, che non ha mai portato, fa lo scherzo di aprirsi davanti, se non ci si bada. Le istitutrici su questo argomento non hanno istruito la povera ragazza.
Arriva Passalacqua, il ricco materassaio. Vuole recuperare il dottor Pietro Vignali come fidanzato di sua figlia Lilli e, da uomo pratico, usa gli argomenti a cui è abituato: offrire dei soldi a Teresa perché sparisca dalla vita del dottore. Teresa si sdegna e dice no no no a tutti i rilanci di cifra, ma d'improvviso ha un'idea: "Ebbene sì! Io sparisco dalla vita del dottore, ma per farlo voglio 38.972 lire e cinquanta centesimi". Il Passalacqua le dà la somma totale, anche i cinquanta centesimi da cui voleva esimersi (ma Teresa s'impunta), poi se ne va contento, non sapendo ancora che Lilli, nel frattempo, si è fidanzata con un altro dottore: Pasquale Grosso (Nico Pepe). Teresa dà la somma così ottenuta ai tre creditori, che aspettano sempre in anticamera, poi sparisce di nuovo.
La direttrice dell'orfanotrofio di Santa Chiara sa benissimo dov'è andata Teresa: la trova nella cella frigorifera del macellaio, e se la riporta nell'orfanotrofio.
E' facile immaginare i pensieri ed i sentimenti del dottor Pietro Vignali, quando viene a sapere l'accaduto. Vediamo Pietro e Teresa uscire dall'orfanotrofio, insieme e per sempre.
Poi, in un ufficio postale, Pietro sta facendo un telegramma al suo ricco padre, che gli aveva tagliato gli alimenti perché mettesse la testa a posto. Il telegramma dice: "Urgono 40.000, in compenso accetto posto ospedale Teramo. Mi sposo".
Beh, è la storia di Cenerentola, raccontata tante volte anche nei film, ma di Cenerentole raccontate bene come Teresa Venerdì ce ne sono poche.
Solimano
http://abbracciepopcorn.blogspot.com.ar/2009/07/i-caratteri-nel-cinema-teresa-venerdi-2.html


I bambini nel cinema: Teresa Venerdì
Tutti ricordano il piccolo Enzo Stajola di Ladri di biciclette (1948), ma l'attenzione di Vittorio De Sica al mondo dei bambini era cominciata prima: Sciuscià è del 1946 e I bambini ci guardano del 1944. Ancora prima, c'è Teresa Venerdì (1941), in cui la centralità spetta al personaggio di Teresa (Adriana Benetti) e ai pasticci amorosi e finanziari che combina il dottor Pietro Vignali (Vittorio De Sica). Buona parte del film si svolge nell'orfanotrofio femminile di Santa Chiara, in cui Pietro (specializzato in malattie dei bambini) ha l'incarico di ispettore sanitario. Nella immagine di apertura del post si vede un gruppo di orfanelle che mostrano fuor di ogni dubbio la contentezza per l'arrivo del nuovo ispettore. Quello precedente, il settantaquattrenne dottor Paoloni, ha appena dato le dimissioni perché si è sposato.
Nell'orfanotrofio non ci sono solo bimbe, ma adolescenti e ragazze già cresciute: Teresa, ad esempio, ha diciott'anni. La prima volta che Pietro entra nell'orfanotrofio viene quasi travolto, per le scale, da una frotta di ragazze che sta scendendo di corsa. Ci vuole tutta la sua statura (all'inizio del film più fisica che morale) per reggere una sfida del genere. Poi, nella camerata, ogni ragazza sta in piedi vicino alla sua branda e tutte guardano con interesse Pietro, che vedono per la prima volta. La curiosità non c'è solo nelle ragazze, ma anche nella direttrice e nelle istitutrici, che hanno aspetto e modi improntati a dignitosa serietà. Però quando arriva Pietro, chissà perché gli stanno tutte attorno. E' come se Pietro girasse scortato.
Le cose cambiano quando Pietro entra nell'infermeria. Qui conosce Teresa, la cui massima aspirazione è di divenire in pianta stabile l'infermiera dell'orfanotrofio. Come ho già detto in un altro post, Teresa imbocca con la medicina Pietro, così l'orfanella ride e Teresa riesce a dare la medicina anche all'orfanella, cosa altrimenti assai difficile.
Non è che nell'infermeria ci siano casi particolarmente gravi: una bambina ha l'orticaria ed è inappetente, ma è tutto un trucco, nasconde fra le coperte e le lenzuola della frutta che è riuscita a tenere per sé. Successivamente prendiamo atto, come si vede nella terza immagine, che questo scambio di frutta (mi sembra di capire che si tratti soprattutto di mele) è assai diffuso. Non è una cosa grave, succede di peggio, e lo vedremo nelle due immagini successive.
Bambine e ragazze assistono insieme a "spettacoli d'impudicizia", come li chiama la direttrice, che non vorrebbe che ci fossero. Sembra che si divertano molto. Gli spettacoli li dà Teresa, che si procura gli abiti di scena scavando in un baule lasciato dai teatranti che l'hanno allevata. Così Teresa fa la parte di Giulietta e la sua amica buona fa la parte di Romeo, facendo il vocione da uomo. Teresa sarà denunciata dall'amica cattiva e rischierà di andare a fare la serva del macellaio fornitore dell'orfanotrofio.
Due immagini di una scena brevissima in netto stacco con la lunga scena precedente, in cui c'era l'esibizione della soubrette Loletta Prima (Anna Magnani) col corpo di ballo in teatro. Loletta Prima è l'amante di Pietro, a metà della sua canzone gli telefona e il cameriere Antonio (equivocando) le dice che Pietro è andato dalla fidanzata. Così Loletta va su tutte le furie ed interrompe canzone e balletto, per la disperazione del regista Vittorio (Federico Collino). Compare subito il cortile dell'orfonatrofio in cui le bimbe fanno un canoro girotondo con al centro un bimbo più piccolo, contentissimo di essere al centro. Suona la campanella di fine ricreazione, le bimbe se ne vanno... e il bimbo scoppia a piangere.
Teresa è amata dalle bambine. Qui la guardano preoccupate, vedendola attraverso una finestra del piano di sopra. Teresa è in mezzo a guai grossi: gli "spettacoli d'impudicizia", punto primo, ponto secondo una lettera d'amore in cui manda "un miglione di baci" a Pietro (la lettera non l'ha scritta Teresa, ma l'amica cattiva - e sgrammaticata - per incastrarla. Punto terzo, la perenne spada di Damocle di andare a fare la serva del macellaio. Punto quarto (segretissimo): Teresa è veramente innamorata di Pietro, nessuno lo sa, salvo noi spettatori che l'abbiamo capito subito.
Prima abbiamo visto le orfanelle nella camerata, ognuna in piedi vicino alla sua branda. Qui le vediamo nel refettorio ancora in piedi prima di mangiare. Per sedersi, occorre che qualcuna delle istitutrici glielo permetta: orfanelle un po' militarizzate.
Infine, vediamo il tassì con a bordo Pietro, le istitutrici ed alcune bambine. Vanno a riprendere Teresa che è andata di sua disperata volontà a fare la serva dal macellaio. Sul tassì, Pietro è al centro dell'attenzione di tutte: donne, ragazze, bambine. La direttrice farà addirittura in modo che una ragazza cambi di posto per non stare seduta vicino a Pietro. Le bimbe lo guardano con serietà curiosa, che però è distratto in suoi segreti pensieri: non pensa più all'amante Loletta Prima, nemmeno alla fisanzata nonché ereditiera Lilli Passalacqua (Irasema Dilián). Che pensi a Teresa?
Anche negli anni successivi Vittorio De Sica si occupò mirabilente di bambini nei sui film. Ricordo L'oro di Napoli (1954). Due episodi: quello del funeralino, in cui compaiono i bambini dell'orfantrofio condotti al fuberale da una suora e gli scugnizzi a caccia di confetti, e l'episodio dei giocatori con il conte Prospero B (Vittorio De Sica) che ha il vizio del gioco, è stato interdetto dalla moglie e perde regolarmente le partite che gioca in portineria con Gennarino (Pierino Bilancioni), il figlio del portiere.
Solimano
http://abbracciepopcorn.blogspot.com.ar/2009/11/i-bambini-nel-cinema-teresa-venerdi.html

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