TÍTULO ORIGINAL
Metti, una sera a cena
AÑO
AÑO
1969
IDIOMA
IDIOMA
Italiano
SUBTITULOS
SUBTITULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
DURACIÓN
125 min.
DIRECTOR
DIRECTOR
Giuseppe Patroni Griffi
GUIÓN
GUIÓN
Giuseppe Patroni Griffi, Dario Argento, Carlo Carunchio
MÚSICA
MÚSICA
Ennio Morricone
FOTOGRAFÍA
FOTOGRAFÍA
Tonino Delli Colli
REPARTO
REPARTO
Jean-Louis Trintignant, Lino Capolicchio, Tony Musante, Florinda Bolkan, Annie Girardot, Silvia Monti, Titina Maselli, Ferdinando Scarfiotti
PRODUCTORA
PRODUCTORA
Euro International Film (EIA) / Red Film / San Marco
GÉNERO
GÉNERO
Drama
Sinópsis
Cinco amigos de mediana edad se reúnen en una cena y debaten sobre las relaciones amorosas y su vida sexual. (FILMAFFINITY)
Premios
1968: Premios David di Donatello: Plato dorado (Florinda Bolkan)
Trama
Il fulcro del film è il tavolo da pranzo attorno al quale si riuniscono quattro appartenenti alla classe media colta e benestante: Michele, scrittore di successo, la giovane moglie Nina, la ricca Giovanna, amica di Nina, e l'attore Max. Nina e Max intrattengono una morbosa relazione, di cui forse il marito è al corrente, mentre Giovanna è innamorata di Michele. Le serate e le conversazioni si ripetono in un'atmosfera amorale e annoiata, fino a quando Max propone a Nina come "diversivo" Ric, un giovane studente contestatore che per sopravvivere si concede a pagamento a uomini e donne. Tra un incontro e l'altro, Ric si innamora veramente di Nina e tenta il suicidio.
Nina lo salva e decide di restare a vivere con lui, ma il rapporto si inaridisce presto e Ric riporta Nina da Michele. Quest'ultimo, deciso a non perdere la moglie, ammette anche Ric nel clan facendolo sedere al famoso tavolo, e il gioco ricomincia.
Nina lo salva e decide di restare a vivere con lui, ma il rapporto si inaridisce presto e Ric riporta Nina da Michele. Quest'ultimo, deciso a non perdere la moglie, ammette anche Ric nel clan facendolo sedere al famoso tavolo, e il gioco ricomincia.
Note
Metti, una sera a cena nasce come pièce teatrale, che Patroni Griffi porta in scena all'Eliseo di Roma nel 1967 con grande successo di pubblico e con repliche che si susseguono per ben due anni. Protagonisti della prima edizione, che aveva come regista Giorgio De Lullo, erano gli attori della Compagnia dei giovani: Romolo Valli, Rossella Falk, Elsa Albani e Carlo Giuffré, con Umberto Orsini nella parte di Ric.
Sceneggiata con la collaborazione del giovane Dario Argento che di lì a poco avrebbe esordito come regista, la trasposizione cinematografica spezza l'unità di luogo, introducendo le riprese in esterno sotto forma di flashback, che si inseriscono nella trama narrativa grazie all'intelligente montaggio di Franco 'Kim' Arcalli. Con questo film Arcalli guadagna la considerazione dei critici più attenti, che non possono fare a meno di notare come è proprio il suo montaggio "creativo" a dare al film un ritmo interessante e a tenere viva l'attenzione dello spettatore.
Pur trattandosi di un film "d'autore", Metti, una sera a cena all'epoca fu campione di incassi, grazie a un indovinato casting che comprendeva una giovanissima Florinda Bolkan (scoperta proprio dalla produttrice Cicogna) qui al suo primo ruolo da comprimaria.
Il regista volle farla recitare nella famosa scena d'amore a tre, che pur provocando una serie di noie con la censura, fece entrare di diritto il film nell'allora emergente filone erotico attirando un grande numero di spettatori.
Un ruolo importante nel successo del film ebbe anche la colonna sonora, firmata da Ennio Morricone. Con una sequenza ascendente di sole tre note, ripetute ossessivamente lungo tutto il dipanarsi del tema musicale principale, Morricone costruì un'accattivante bossa nova che poi divenne famosa anche fuori dal film, venne eseguita da numerose orchestre, gruppi musicali e anche cantanti solisti (con l'aggiunta di un testo dello stesso Patroni Griffi), e ancora oggi è un classico della musica lounge.
http://www.tutankemule.net/lofiversion/index.php?t55045.html
Sceneggiata con la collaborazione del giovane Dario Argento che di lì a poco avrebbe esordito come regista, la trasposizione cinematografica spezza l'unità di luogo, introducendo le riprese in esterno sotto forma di flashback, che si inseriscono nella trama narrativa grazie all'intelligente montaggio di Franco 'Kim' Arcalli. Con questo film Arcalli guadagna la considerazione dei critici più attenti, che non possono fare a meno di notare come è proprio il suo montaggio "creativo" a dare al film un ritmo interessante e a tenere viva l'attenzione dello spettatore.
Pur trattandosi di un film "d'autore", Metti, una sera a cena all'epoca fu campione di incassi, grazie a un indovinato casting che comprendeva una giovanissima Florinda Bolkan (scoperta proprio dalla produttrice Cicogna) qui al suo primo ruolo da comprimaria.
Il regista volle farla recitare nella famosa scena d'amore a tre, che pur provocando una serie di noie con la censura, fece entrare di diritto il film nell'allora emergente filone erotico attirando un grande numero di spettatori.
Un ruolo importante nel successo del film ebbe anche la colonna sonora, firmata da Ennio Morricone. Con una sequenza ascendente di sole tre note, ripetute ossessivamente lungo tutto il dipanarsi del tema musicale principale, Morricone costruì un'accattivante bossa nova che poi divenne famosa anche fuori dal film, venne eseguita da numerose orchestre, gruppi musicali e anche cantanti solisti (con l'aggiunta di un testo dello stesso Patroni Griffi), e ancora oggi è un classico della musica lounge.
http://www.tutankemule.net/lofiversion/index.php?t55045.html
Confesso che Metti una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi, seguito cinematografico della "piece" teatrale dello stesso autore, mi da sentimenti contrastanti: non so dire precisamente se questo film mi piace o no.
Sulle prime mi infastidisce il suo gusto per l'intrigo amoroso, per la trasgressione e il vizio fini a se stessi. Inoltre sembrano autoreferenziali i discorsi sulla filosofia e sulla politica che i protagonisti intrattengono, giusto per vantarsi di avere una cultura, più che per discutere sul serio.
Eppure, ogni tanto lo riguardo, e quando lo trasmettono in tv, nonostante un certo imbarazzo che ho sulle prime, continuo a seguirlo. C'è una impostazione teatrale, surrealista, che giustifica l'evidente mostra fatta dalla telecamera dei teatri di posa, delle finte ambientazioni con cui si innesca anche un gioco di montaggio. Florinda Bolkan gira la testa e si trova in un attimo dalla terrazza di casa alla camera da letto di Ric.
Anche Tony Musante si trova improvvisamente dal camerino di un teatro ad una camera da letto. Si cambia scena ed interlocutore senza scomodarsi di dare un continuum alle vicende. Patroni Griffi crea così una dimensione surreale che fa gioco alle relazioni morbose degli attori, difficili da riscontrare nel quotidiano.
E' proprio l'inventiva nel linguaggio delle immagini, la forte personalità autoriale, i dialoghi forbiti, la qualità e il bell'aspetto degli attori, a farne secondo me un film riuscito, dopo qualche fastidio iniziale. Il valore aggiunto, però, è la splendida colonna sonora di Ennio Morricone con i soliti vocalizzi di Edda Dell'Orso.
L'intreccio si svolge tra il marito, lo scrittore Michele (Jean Luis Trintignant), la moglie (Florinda Bolkan), gli amici Giovanna (Annie Girardot) e Max (Tony Musante). A questo quartetto già gravido di intrighi sentimentali si aggiunge, per coprire la noia, lo studente contestatore, nonchè gigolò, Lino Capolicchio (Ric).
I quattro si ritrovano spesso a cena a casa di Michele, il quale sa del rapporto tra la moglie e Max. Alla ricca Giovanna piace Michele, e occasionalmente lo avrà, anche. Le tocca però il ruolo dell'amica lasciata un po' in disparte dagli interessi degli uomini in gioco, che le preferiscono Nina.
Max propone a Nina di contattare il gigolò Ric per ravvivare il rapporto. Pare che ci sia già stato tra Ric e Max un amore omosessuale, e adesso ce n'è un altro a pagamento con Nina. Si innesta un gioco di gelosie, nonostante tutti e cinque tentino talvolta di negarla.
Ric si innamora per davvero di Nina, tenta il suicidio e riesce poi ad averla tutta per sè. Si accorge lui stesso però di non reggere un rapporto di coppia. Per ricomporre la famiglia, (i protagonisti si considerano come un solo nucleo familiare, a modo loro) Michele, il più razionale di tutti e il più adatto a svolgere un ruolo di guida, risolve l'intreccio ammettendo il giovane Ric nella sua casa. Il contrasto viene così risolto, e tutti possono riprendere con rinnovata unità il gioco. Adesso è Giovanna a rischiare di essere estromessa, perchè non riscuote le attenzioni sessuali di nessuno dei tre uomini, ma fa capire che non cederà, primo perchè Michele la difende, secondo perchè lei stessa afferma: "Questa tavola per me è una zattera", ovvero lì ci sono i suoi amici, le sue opportunità di sfoggiare i suoi vezzi e la sua cultura da "parvenu" e tutto ciò che dà una ragione di essere a questo film.
"Metti una sera a cena" è un'opera che non cerca di dare messaggi veri e propri ma propone uno stile di vita alternativo e irreale basato sul vizio e sulla rottura degli schemi della coppia tradizionale.
Mi viene da pensare, a postulato di tali considerazioni, che Patroni Griffi, provenendo da un'ambiente nobiliare, ben conoscesse gli ambienti del vizio e le personalità di chi ama trastullarsi in torbidi giochi da adulti.
Andrea Russo
http://andrearusso1979.blogspot.com.ar/2012/05/metti-una-sera-cena-pellicola-viziosa-e.html
Sulle prime mi infastidisce il suo gusto per l'intrigo amoroso, per la trasgressione e il vizio fini a se stessi. Inoltre sembrano autoreferenziali i discorsi sulla filosofia e sulla politica che i protagonisti intrattengono, giusto per vantarsi di avere una cultura, più che per discutere sul serio.
Eppure, ogni tanto lo riguardo, e quando lo trasmettono in tv, nonostante un certo imbarazzo che ho sulle prime, continuo a seguirlo. C'è una impostazione teatrale, surrealista, che giustifica l'evidente mostra fatta dalla telecamera dei teatri di posa, delle finte ambientazioni con cui si innesca anche un gioco di montaggio. Florinda Bolkan gira la testa e si trova in un attimo dalla terrazza di casa alla camera da letto di Ric.
Anche Tony Musante si trova improvvisamente dal camerino di un teatro ad una camera da letto. Si cambia scena ed interlocutore senza scomodarsi di dare un continuum alle vicende. Patroni Griffi crea così una dimensione surreale che fa gioco alle relazioni morbose degli attori, difficili da riscontrare nel quotidiano.
E' proprio l'inventiva nel linguaggio delle immagini, la forte personalità autoriale, i dialoghi forbiti, la qualità e il bell'aspetto degli attori, a farne secondo me un film riuscito, dopo qualche fastidio iniziale. Il valore aggiunto, però, è la splendida colonna sonora di Ennio Morricone con i soliti vocalizzi di Edda Dell'Orso.
L'intreccio si svolge tra il marito, lo scrittore Michele (Jean Luis Trintignant), la moglie (Florinda Bolkan), gli amici Giovanna (Annie Girardot) e Max (Tony Musante). A questo quartetto già gravido di intrighi sentimentali si aggiunge, per coprire la noia, lo studente contestatore, nonchè gigolò, Lino Capolicchio (Ric).
I quattro si ritrovano spesso a cena a casa di Michele, il quale sa del rapporto tra la moglie e Max. Alla ricca Giovanna piace Michele, e occasionalmente lo avrà, anche. Le tocca però il ruolo dell'amica lasciata un po' in disparte dagli interessi degli uomini in gioco, che le preferiscono Nina.
Max propone a Nina di contattare il gigolò Ric per ravvivare il rapporto. Pare che ci sia già stato tra Ric e Max un amore omosessuale, e adesso ce n'è un altro a pagamento con Nina. Si innesta un gioco di gelosie, nonostante tutti e cinque tentino talvolta di negarla.
Ric si innamora per davvero di Nina, tenta il suicidio e riesce poi ad averla tutta per sè. Si accorge lui stesso però di non reggere un rapporto di coppia. Per ricomporre la famiglia, (i protagonisti si considerano come un solo nucleo familiare, a modo loro) Michele, il più razionale di tutti e il più adatto a svolgere un ruolo di guida, risolve l'intreccio ammettendo il giovane Ric nella sua casa. Il contrasto viene così risolto, e tutti possono riprendere con rinnovata unità il gioco. Adesso è Giovanna a rischiare di essere estromessa, perchè non riscuote le attenzioni sessuali di nessuno dei tre uomini, ma fa capire che non cederà, primo perchè Michele la difende, secondo perchè lei stessa afferma: "Questa tavola per me è una zattera", ovvero lì ci sono i suoi amici, le sue opportunità di sfoggiare i suoi vezzi e la sua cultura da "parvenu" e tutto ciò che dà una ragione di essere a questo film.
"Metti una sera a cena" è un'opera che non cerca di dare messaggi veri e propri ma propone uno stile di vita alternativo e irreale basato sul vizio e sulla rottura degli schemi della coppia tradizionale.
Mi viene da pensare, a postulato di tali considerazioni, che Patroni Griffi, provenendo da un'ambiente nobiliare, ben conoscesse gli ambienti del vizio e le personalità di chi ama trastullarsi in torbidi giochi da adulti.
Andrea Russo
http://andrearusso1979.blogspot.com.ar/2012/05/metti-una-sera-cena-pellicola-viziosa-e.html
hola bajé la película pero se ve sin audio...sabés por qué pueda ser?
ResponderEliminarRealmente no se que te puede pasar. La película tiene audio italiano. Espero encuentres la solución.
Eliminarnew links please . Thx a lot
ResponderEliminarCambiados los enlaces
Eliminargrazie !!!
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