TÍTULO ORIGINAL Turnè
AÑO 1990
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Italiano (Separados)
DURACIÓN 91 min.
DIRECTOR Gabriele Salvatores
GUIÓN Francesca Marciano, Alessandro Vivarelli, Fabrizio Bentivoglio, Paolo Virzì
MÚSICA Roberto Ciotti
FOTOGRAFÍA Italo Petriccione
REPARTO Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Luigi Montini, Barbara Scoppa, Ugo Conti, Eva Vanicek, Leonardo Gajo, Giovanni Bosich, Isabella Perricone, Nini Salerno, Claudio Bisio, Piero Vivarelli
PRODUCTORA A.M.A. Film / Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica / Reteitalia / Ministero del Turismo e dello Spettacolo
PREMIOS 1989: Premios David di Donatello: Mejor montaje y productor. 3 nominaciones
GÉNERO Comedia. Drama
SINOPSIS Dario y Federico son amigos desde hace muchos años: Dario es un actor extrovertido y muy optimista; también Federico es actor, pero de carácter melancólico y pesimista, sobre todo, desde su ruptura sentimental con Vittoria, una locutora de radio. En semejante estado de ánimo, ningún director está dispuesto a correr el riesgo de contar con él. Por fin, los dos amigos son contratados para hacer una gira teatral por toda Italia con la obra “El jardín de los cerezos” de Chéjov. Dario tendrá que vigilar el comportamiento de su amigo, pero lo que realmente le preocupa es su propia carrera: un productor americano asistirá a una de las representaciones, y eso podría significar para él el salto al mundo del cine (FILMAFFINITY)
Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
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Subtítulos (Italiano)
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Subtítulos (Italiano)
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Questa sarcastica commedia alterna momenti di riuscito ritmo narrativo a vistosi cedimenti sottolineati da alcune battute grossolane del dialogo.
(Segnalazioni Cinematografiche, vol. 108, p.138)
(Segnalazioni Cinematografiche, vol. 108, p.138)
Film di situazioni psicologiche che spesso hanno il loro controcanto nei paesaggi, "Turnè" si segue con piacere. È un altro road-movie di struttura più solida rispetto a "Marrakech express", con meno divagazioni e una sepolta ma fertile vena d'ironia.
(G.Grazzini - Cinema '90).
(G.Grazzini - Cinema '90).
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Dario y Federico son amigos desde hace muchos años: el primero es un actor extrovertido y explosivo, positivo y optimista; también el otro es actor, pero de índole muy distinta. Melancólico y deprimido, Federico no consigue salir a flote tras el fin de su historia de amor con Vittoria, una locutora de radio. Con su actitud negativa corre el riesgo de perder todo trabajo, puesto que ningún director le quiere a causa de su falta de fiabilidad. Ambos son contratados para una gira teatral en toda Italia con la obra “El jardín de los cerezos” de Chéjov y se disponen a partir. Dario, consciente del hecho de que tendrá que vigilar el comportamiento de su amigo, está preocupado por su propia carrera: espera dar el salto al cine, gracias a un productor americano que debería asistir a una de las representaciones. Por otro lado, también se siente culpable con su amigo, a causa de un secreto inconfesable: él es el hombre por el que Vittoria le ha dejado. Vittoria espera que Dario le cuente la situación a Federico, pero es difícil encontrar las palabras y el momento adecuado. Federico parece casi haber salido del bache: metido en su trabajo y animado por su amigo a llevar una vida más sana y regular, está empezando una lenta curación psicológica. La gira se desarrolla en distintas localidades italianas y es una especie de aventura "itinerante" para intercambiar experiencias y crecer. Al final, Dario se ve obligado a decirle la verdad a Federico con todas sus consecuencias, encontrándose frente a una realidad muy diferente a la que había imaginado y planificado. Tras una crisis marcada por la nostalgia generacional, los dos se sinceran y salvan su amistad.
http://www.italica.rai.it/scheda.php?monografia=cinema&scheda=cinema_film_turne&hl=esp
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Quarto film di Gabriele Salvatores, terzo della cosidetta trilogia della fuga, poi quadrilogia posticcia con Puerto Escondido, è una delle migliori pellicole del regista, che riesce a infondere in questa sua commedia toni di drammaticità e forte intensità per lui inusuali.
Tra Federico (Fabrizio Bentivoglio) e Dario (Diego Abantantuono), entrambi attori di teatro, c’è un’amicizia ultradecennale, ma mentre sono in turné per rappresentare Il Giardino dei Ciliegi Federico accusa un tracollo emotivo e mollerebbe tutto se non fosse pel sostegno di Dario. Motivo di ciò, una crisi con la sua fidanzata (Laura Morante) che esplode fino a lacerarlo quando scopre che ha un amante e questo è proprio Dario. Brandelli di amicizia e forte amore della donna per i due tengono il trio attaccato in un triangolo più realistico e meno celestiale di quello leggendario di Jules et Jim (1962).
È l’occasione che Salvatores ha per palpare un po’ le psiche dei suoi personaggi, che rappresentano i tipi dell’introverso (Bentivoglio), dell’estroverso (Abantantuono) e della donna (Morante). I rapporti infine si ribaltano allorchè la scia del successo devia da Dario a Federico e un’osservatore dell’americano Francis Ford Coppola richiede quest’ultimo e non quello per un ruolo al cinema. Lieto fine con gli amici che depongono le armi della loro rivalità lavorativa – nata per una donna in fondo – e riesumano sprazzi dell’antica amicizia giovanile. Nelle sofferenze dei tre è inscritto, non sappiamo quanto consapevolmente o meno dal regista, l’animale uomo in età adulta. Due amici che si portano al successo l’uno l’altro fin quando una donna – oggetto del desiderio e causa della discordia - non volge ciò in un’accesa rivalità, che se si gioca sul terreno sociale ha il suo vero campo in quello sessuale. Nella donna invece – una splendida Morante, che troviamo sempre in forma – son compendiati i due atteggiamenti d’amore tipici del femminino, affetto materno e incondizionato all’amato che vede debole, ammirazione per quello ritenuto forte, che è pure usato come sostegno psichico e sociale. Con i ruoli e i rapporti che cambiano però – quando la fortuna nella carriera/sociale fa precipitare Dario nella lacrime di Fabrizio e questo nella forza di Dario – Salvatores riesce a far apparire più chiare le suddette tematiche, pur non essendo mai didascalico e facendo prevalere nel suo film una dolce sentimentalità che fa la sponda tra attimi di malinconia e il legame d’una amicizia destinata a finire ma che vuole sopravvivere. Il lieto fine con una rappacificazione generale e la rivincita dell’amicizia adolescenziale che la vita vuole distrutta – il tema della trilogia della fuga che dicevamo all’inizio, tra l’altro – ci fa sospettare che in fin Cristiano Caliciotti
http://www.silenzio-in-sala.com/recensione-turne.html
Tra Federico (Fabrizio Bentivoglio) e Dario (Diego Abantantuono), entrambi attori di teatro, c’è un’amicizia ultradecennale, ma mentre sono in turné per rappresentare Il Giardino dei Ciliegi Federico accusa un tracollo emotivo e mollerebbe tutto se non fosse pel sostegno di Dario. Motivo di ciò, una crisi con la sua fidanzata (Laura Morante) che esplode fino a lacerarlo quando scopre che ha un amante e questo è proprio Dario. Brandelli di amicizia e forte amore della donna per i due tengono il trio attaccato in un triangolo più realistico e meno celestiale di quello leggendario di Jules et Jim (1962).
È l’occasione che Salvatores ha per palpare un po’ le psiche dei suoi personaggi, che rappresentano i tipi dell’introverso (Bentivoglio), dell’estroverso (Abantantuono) e della donna (Morante). I rapporti infine si ribaltano allorchè la scia del successo devia da Dario a Federico e un’osservatore dell’americano Francis Ford Coppola richiede quest’ultimo e non quello per un ruolo al cinema. Lieto fine con gli amici che depongono le armi della loro rivalità lavorativa – nata per una donna in fondo – e riesumano sprazzi dell’antica amicizia giovanile. Nelle sofferenze dei tre è inscritto, non sappiamo quanto consapevolmente o meno dal regista, l’animale uomo in età adulta. Due amici che si portano al successo l’uno l’altro fin quando una donna – oggetto del desiderio e causa della discordia - non volge ciò in un’accesa rivalità, che se si gioca sul terreno sociale ha il suo vero campo in quello sessuale. Nella donna invece – una splendida Morante, che troviamo sempre in forma – son compendiati i due atteggiamenti d’amore tipici del femminino, affetto materno e incondizionato all’amato che vede debole, ammirazione per quello ritenuto forte, che è pure usato come sostegno psichico e sociale. Con i ruoli e i rapporti che cambiano però – quando la fortuna nella carriera/sociale fa precipitare Dario nella lacrime di Fabrizio e questo nella forza di Dario – Salvatores riesce a far apparire più chiare le suddette tematiche, pur non essendo mai didascalico e facendo prevalere nel suo film una dolce sentimentalità che fa la sponda tra attimi di malinconia e il legame d’una amicizia destinata a finire ma che vuole sopravvivere. Il lieto fine con una rappacificazione generale e la rivincita dell’amicizia adolescenziale che la vita vuole distrutta – il tema della trilogia della fuga che dicevamo all’inizio, tra l’altro – ci fa sospettare che in fin Cristiano Caliciotti
http://www.silenzio-in-sala.com/recensione-turne.html
alcuni link sono ripetuti, se puoi corregerli
ResponderEliminarGrazie
Gracias por avisar.
EliminarYa están corregidos.
2 de los links, el tercero y el cuarto, están duplicados y falta algún otro posterior al sexto ya que no puede reproducirse correctamente tras haber sido unido.
ResponderEliminarGracias por avisar.
EliminarYa están corregidos.
Perdón.
ResponderEliminarLa película está incompleta. En unos días la resubo.
Agregados los enlaces faltantes. Ahora, espero, está completa.
ResponderEliminarAhora todo funciona perfecto. Muchísimas gracias. Y gracias por traer un film de Salvatores. Es un director que me gusta.
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