AÑO 1996
IDIOMA Inglés
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 118 min.
DIRECTOR Bernardo Bertolucci
GUIÓN Susan Minot
MÚSICA Richard Hartley
FOTOGRAFÍA Darius Khondji
REPARTO Liv Tyler, Jeremy Irons, Sinead Cusack, Carlo Cecchi, Jean Marais, Donald McCann, Stefania Sandrelli, Rachel Weisz, Joseph Fiennes
PRODUCTORA Coproducción Italia-Reino Unido-Francia; Fox Searchlight Pictures
PREMIOS
1996: Festival de Cannes: Nominada a la Palma de Oro (mejor película)
1995: Premios David di Donatello: 5 nominaciones, incluyendo Mejor película
GÉNERO Drama. Romance | Vida rural
SINOPSIS Tras el suicidio de su madre, una joven americana (Liv Tyler) se marcha de veraneo a Toscana y se aloja en casa de unos amigos más bien excéntricos. Allí despertará al amor y a la pasión. Al mismo tiempo que entabla una especial amistad con un autor moribundo (Jeremy Irons) se plantea la posibilidad de averiguar la identidad de su verdadero padre, un secreto celosamente guardado por su madre. (FILMAFFINITY)
Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
CD 1
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CD 1
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Subtítulos (Español)
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CD 2
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TRAMA
Durante un'estate, la diciannovenne americana Lucy Harmon arriva d'Oltre Oceano dai coniugi Ian e Diana Grayson che vivono in un vecchio casale ristrutturato nella zona a vigneto del Chianti, non lontano da Siena. Ian è scultore e Diana (sua seconda moglie) ha in casa Christopher e Miranda Fox, figli di primo letto, e la piccola Daisy, figlia sua e di Ian. I Grayson da anni ospitano nella rustica dimora amici e artisti di vari Paesi: l'anziano Monsieur Guillaume (stravagante mercante d'arte); Richard Reed (avvocato statunitense); l'autore teatrale Alex Parrish, malato di cancro; Noemi, titolare di una rubrica giornalistica femminile. Lucy, che è una splendida, luminosa e ancora integra ragazza (ha avuto solo il suo primo bacio anni prima da Niccolò Donati, rampollo di una nobile famiglia dei dintorni), è tornata nel senese per tentare di scoprire qualcosa di concreto sulla madre Sarah, eccellente poetessa suicidatasi a suo tempo e sul mistero che nasconde un padre a lei ignoto. Le giornate trascorrono quietamente Lucy è ammirata da tutti per la sua radiosa e fresca bellezza; ritrova Christopher, Niccolò e suo fratello Osvaldo, ormai giovanotti e posa per gli schizzi ed una testa, che Ian scolpisce su legno, scrivendo rapide impressioni nel proprio diario. Ma le preferenze della giovane, semplice e spontanea, vanno tutte all'ammalato Alex, cui manca ormai ogni speranza di vita e che successivamente un'ambulanza porta in ospedale. Lucy, verso la fine del soggiorno, scopre finalmente il suo genitore nella persona di Ian, che intanto ha portato a termine la scultura. Prima di partire, Lucy è posseduta tra ulivi e vigneti da Osvaldo: ora è diventata donna, ha trovato nella carnalità la propria identificazione e può lasciare la dolce terra senese e quella piccola comunità di amici intellettuali, sentendosi più matura e responsabile nella vita che l'attende.
CRITICA
"Il viso duttile e bello di Liv Tyler rispecchia le acerbità e le incertezze di Lucy, le attese di una stagione della vita in cui le opzioni fondamentali sono ancora da compiere. E la galleria degli adulti, con tipi psicologici alle prese con passati o troppo estroversi o troppo ristretti, è ben rappresentata da attori di solida professionalità. Lucy non conosce l'amore e, quasi un annuncio rimasto senza seguito, ricorda il bacio di Niccolò, un vicino dei Grayson, durante una vacanza di qualche anno prima. Il mandato affidatole dalla madre attraverso una pagina, fin lì segreta, di un diario - mettersi alla ricerca del suo vero padre - non fa che confondere ancor più la ragazza. I due temi - il primo (l'avvio alla sessualità) inedito in Bertolucci e il secondo in lui ricorrente (si vedano, in particolare, Strategia del ragno e Piccolo Buddha) - sono affrontati in Io ballo da sola con tecnica, diciamo così, divisionista. Alle scene madri, altre volte care al regista, subentra adesso un accumulo di annotazioni minute (la più parte assai fini, poche le aggiunte superflue o eccessive) che, a poco a poco, finiscono per individuare il "problema centrale" di Lucy e giustificare le sue scelte: il rifiuto di esperienze dovute più a un'influenza ambientale che a decisioni personali, l'attesa e, infine, la donazione di sé. " una materia, quella avvicinata da Bertolucci in Io ballo da sola, che si direbbe adatta più a una scrittura letteraria che cinematografica. Averla assunta, senza effetti di sfuocamento o eccesso di indugi, conferma la conquistata maturità raggiunta da Bertolucci. Al modo del personaggio di Diana Grayson, che confessa al marito di volere staccarsi dall'accecante bellezza della Toscana e tornarsene a casa in un paese di nebbia e di piogge, anche Bertolucci, dopo un lungo viaggio, è ritornato alla sua terra. E, prima d'altro, ha voluto rimettere ordine (sul piano creativo che è quello che soprattutto interessa a un narratore) a lontane, ma probabilmente non ancora del tutto riassorbite, questioni."
(Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 31 marzo 1996)
(Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 31 marzo 1996)
"Io ballo da sola è un film magari discontinuo, ma con momenti bellissimi, e con una sua leggerezza (Bertolucci ha spinto il suo direttore della fotografia, il franco-iraniano Darius Khondji, a prepararsi al film ascoltando Mozart) a tratti toccante. E se non tutti gli interpreti sono magnificamente in parte come Irons, un contributo decisivo viene dalla protagonista Liv Tyler, che attraversa il film con energica grazia. Se da grande vorrà fare l'attrice, ci si può sbilanciare: è nata una stella."
(Alberto Crespi, 'L'Unità', 31 marzo 1996)
(Alberto Crespi, 'L'Unità', 31 marzo 1996)
"La vertigine del tempo e la luce sono stati i due cardini del cinema di Bertolucci. Placata la prima in una sorta di indeterminatezza (quanto dura il soggiorno di Lucy: una settimana? un mese?), quasi a far da contrappunto all'ambìta leggerezza il regista ha indotto il direttore della fotografia Darius Khondji e lo scenografo Gianni Silvestri a ispirarsi alla violenza cromatica dei "fauves" (Matisse, Derain, Vlaminck) e a privilegiare i rossi, l'ocra, l'arancione (anche nei costumi) come per mettersi in sintonia con le inquietanti sculture post-picassiane in terracotta dell'inglese Matthew Spender che abita nella zona e ha fatto da consulente artistico. Come il solito, la scelta e la direzione degli attori sono ammirevoli. Con i suoi occhi d'acqua sorgiva, il profilo orientaleggiante o il seducente impasto di freschezza e sessappiglio, la diciottenne Liv Tyler attraversa il film come un aquilone lesto nel cielo. I momenti più intensi sono nei suoi rapporti col padrone di casa, scultore un po' minaccioso nel suo comportamento ambiguo (l'irlandese Donal McCann), e soprattutto con Jeremy Irons alle prese con l'immensa frivolezza dei morenti. Ma è fonte di luce, nella sua malinconica saggezza di reggitrice della casa, Sinead Cusak, nella vita moglie di Irons. Più sfumati o meno risolti i personaggi di contorno. La società italiana rimane sullo sfondo, esclusa dalla vicenda, come fuori dal cerchio magico del paesaggio toscano. Il rientro in Italia di Bertolucci è stato cauto."
(Morando Morandini, 'Il Giorno', 31 marzo 1996)
(Morando Morandini, 'Il Giorno', 31 marzo 1996)
"Leggero e profondo, onnipotente e indifeso, Bernardo Bertolucci rivolge il suo occhio "interno" sullo sboccio di una bellissima fanciulla americana, venuta nella campagna senese sulle tracce della madre poetessa e suicida. Finissimo orchestratore di visioni e vero corpo-macchina (nel senso che la cinepresa sembra puntualmente diventare un'estensione fisica dei suoi pori, dei suoi tessuti, delle sue cellule), il regista torna dopo quindici anni a girare in Italia dimostrando quanto sa essere alto ed ispirato ed, insieme, quanto può rovinosamente cedere. C'è qualcosa di strenuo, estremo, abissale, in questo racconto d'iniziazione, che si percepisce al di là delle splendide atmosfere e delle estasi pittoriche, nei dettagli più segreti e palpitanti e fino agli scarti grevi e superflui. Affascinante è la delicatezza del tocco nell'affrontare un tema delicato, così come la credibilità drammaturgica dell'intenso mystery esistenziale; sconcertante è la banalità dei riferimenti attualistici, così come l'identikit d'importanti personaggi complementari."
(Valerio Caprara, 'Il Mattino', 31 marzo 1996).
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=30644
(Valerio Caprara, 'Il Mattino', 31 marzo 1996).
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=30644
Lucy è una bellissima ragazza. Un'americana diciottenne dalla sensualità acerba e irresistibile. La madre è appena morta suicida. Un trauma difficile da superare.
Anche per questo, Lucy decide di fare un viaggio in Italia. Tornare fra i dolci declivi Toscani, nella valle del Chianti, dove è gia stata quattro anni prima. E dove, in quell'atmosfera immobile e suggestiva, ha ricevuto il suo primo bacio da un giovane italiano con il quale, per un po', si è anche scritta.
È ospite di una coppia di amici di famiglia, lo scultore Ian Greyson e sua moglie Dana.
Ma quel viaggio si rivelerà, ben presto, qualcosa di molto più importante. Un periodo segnato da nuove emozioni, dalla scoperta dell'amore e di un lato misterioso della sua vita: l'identità di suo padre. Ma anche chi è intorno a lei uscirà cambiato, diverso dopo l'incontro con questa giovane, estroversa, bellissima creatura. Un ultimo anelito di vita, anche per Alex Parrish. Lo scrittore, malato terminale, che guardando Lucy, saluta la vita che lo sta lasciando.
Un film dove il paesaggio e la fotografia sono i veri protagonisti.
Un'opera che segna il ritorno al girato in Italia, dopo qualche anno di location straniere, del regista Bernardo Bertolucci. Ne risulta una sorta di viaggio iniziatico, dove la vita e la giovinezza s'incrociano con la malattia e la morte.
La giovane Liv Tyler ottiene la Nomination come Miglior Attrice allo Young Star Awards. Ma il film fa incetta di premi, tra i quali la Nomination alla Palma d'Oro per Bertolucci.
La pellicola, girata in Toscana fra San Regolo, San Sano e Geggiano, vede nel cast anche l'incredibile Jeremy Irons che ottiene la Nomination al Golden Satellite Awards.
Una curiosità: nel ruolo di Cristopher Fox c'è l'allora sconosciuto alle platee intenazionali Joseph Fiennes: protagonista osannato, nel 1999, di Shakeaspeare in Love.
http://www.archivio.raiuno.rai.it/schede/9023/902323.htm
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Anche per questo, Lucy decide di fare un viaggio in Italia. Tornare fra i dolci declivi Toscani, nella valle del Chianti, dove è gia stata quattro anni prima. E dove, in quell'atmosfera immobile e suggestiva, ha ricevuto il suo primo bacio da un giovane italiano con il quale, per un po', si è anche scritta.
È ospite di una coppia di amici di famiglia, lo scultore Ian Greyson e sua moglie Dana.
Ma quel viaggio si rivelerà, ben presto, qualcosa di molto più importante. Un periodo segnato da nuove emozioni, dalla scoperta dell'amore e di un lato misterioso della sua vita: l'identità di suo padre. Ma anche chi è intorno a lei uscirà cambiato, diverso dopo l'incontro con questa giovane, estroversa, bellissima creatura. Un ultimo anelito di vita, anche per Alex Parrish. Lo scrittore, malato terminale, che guardando Lucy, saluta la vita che lo sta lasciando.
Un film dove il paesaggio e la fotografia sono i veri protagonisti.
Un'opera che segna il ritorno al girato in Italia, dopo qualche anno di location straniere, del regista Bernardo Bertolucci. Ne risulta una sorta di viaggio iniziatico, dove la vita e la giovinezza s'incrociano con la malattia e la morte.
La giovane Liv Tyler ottiene la Nomination come Miglior Attrice allo Young Star Awards. Ma il film fa incetta di premi, tra i quali la Nomination alla Palma d'Oro per Bertolucci.
La pellicola, girata in Toscana fra San Regolo, San Sano e Geggiano, vede nel cast anche l'incredibile Jeremy Irons che ottiene la Nomination al Golden Satellite Awards.
Una curiosità: nel ruolo di Cristopher Fox c'è l'allora sconosciuto alle platee intenazionali Joseph Fiennes: protagonista osannato, nel 1999, di Shakeaspeare in Love.
http://www.archivio.raiuno.rai.it/schede/9023/902323.htm
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Tre anni dopo "Piccolo Buddha" Bernardo Bertolucci ritorna nelle sale cinematografiche e lo fa con un film tutto ambientato in Italia, cosa che non succedeva dal 1983 con "La tragedia di un uomo ridicolo". "Io ballo da sola" è il racconto dell'educazione sentimentale di Lucy, una ragazza inglese orfana di madre che viene spedita dal padre sulle colline toscane da un gruppo di amici di famiglia. La ragazza, timida e impacciata, si ritrova catapultata in una realtà eccessivamente amplificata per lei: la casa immersa nella campagna del centro-Italia è infatti il covo di un gruppo di artisti dai modi decisamente bizzarri e libertini. E' qui che Lucy scoprirà la sua femminilità e, soprattutto, il suo passato.
Bertolucci costruisce un film su un tema (quello della crescita) più che su una vicenda completa vera e propria. "Io ballo da sola" potrebbe quindi sembrare un film quasi scomposto, frammentario, visto che non c'è una storia vera e propria ma una serie di situazioni che compongono quel pezzetto di vita di Lucy. La sua ricerca non è però spasmodica, come se la verginità fosse per lei un peso, ma è un vero e proprio rito di passaggio di cui lei capisce la reale importanza. E la regia sembra fare lo stesso ragionamento, non mette fretta allo spettatore di vedere il desiderio di Lucy realizzato. Anzi, Bertolucci si prende tutto il tempo necessario per costruire la profonda e mai banale psicologia della ragazza, con il risultato che ogni sua azione (seppur inaspettata) trova un suo perché e un suo motivo di esistere. "Io ballo da sola" è un film intriso di una sensualità devastante. Non è un film erotico, ma eroticizzante, che risveglia dentro di noi sia il richiamo della carne che quello dell'anima.
La Toscana poi non poteva che essere l'area perfetta per ambientare le vicende del film: con le sue morbide colline che ricordano i profili di cento donne, l'amore sanguigno per il cibo e il buon vino e una tradizione culturale che le invidiano molti: la terra diventa presto specchio dello stato d'animo dei personaggi e motore delle azioni di Lucy. Ah, poi naturalmente c'è Lucy. Che è come una cosa devastante. Nella vita ci si dimentica di alcune cose, io mi ero dimenticato di come Liv Tyler fosse bella. Lo so, è una cosa stupida. Ma voi guardate "Io ballo da sola" e mi capirete. Liv Tyler è bellissima. Ma non solo perché ha dei bei lineamenti, un bel corpo. E' bellissima perché mischia abilmente timidezza e sensualità, intelligenza ed ingenuità, creando un vortice intorno a lei a cui è impossibile scappare. Sì, quando vedrete questo film, vorrete sposarla per davvero. Il resto del cast fa il suo buon lavoro: Jeremy Irons spicca su tutti grazie ad un personaggio quasi schivo ma la cui presenza si fa sentire per tutto il film, e Ignazio Oliva (attore purtroppo sottovalutato) è perfetto per il ruolo.
http://www.pellicolascaduta.it/wordpress/?p=1799
Bertolucci costruisce un film su un tema (quello della crescita) più che su una vicenda completa vera e propria. "Io ballo da sola" potrebbe quindi sembrare un film quasi scomposto, frammentario, visto che non c'è una storia vera e propria ma una serie di situazioni che compongono quel pezzetto di vita di Lucy. La sua ricerca non è però spasmodica, come se la verginità fosse per lei un peso, ma è un vero e proprio rito di passaggio di cui lei capisce la reale importanza. E la regia sembra fare lo stesso ragionamento, non mette fretta allo spettatore di vedere il desiderio di Lucy realizzato. Anzi, Bertolucci si prende tutto il tempo necessario per costruire la profonda e mai banale psicologia della ragazza, con il risultato che ogni sua azione (seppur inaspettata) trova un suo perché e un suo motivo di esistere. "Io ballo da sola" è un film intriso di una sensualità devastante. Non è un film erotico, ma eroticizzante, che risveglia dentro di noi sia il richiamo della carne che quello dell'anima.
La Toscana poi non poteva che essere l'area perfetta per ambientare le vicende del film: con le sue morbide colline che ricordano i profili di cento donne, l'amore sanguigno per il cibo e il buon vino e una tradizione culturale che le invidiano molti: la terra diventa presto specchio dello stato d'animo dei personaggi e motore delle azioni di Lucy. Ah, poi naturalmente c'è Lucy. Che è come una cosa devastante. Nella vita ci si dimentica di alcune cose, io mi ero dimenticato di come Liv Tyler fosse bella. Lo so, è una cosa stupida. Ma voi guardate "Io ballo da sola" e mi capirete. Liv Tyler è bellissima. Ma non solo perché ha dei bei lineamenti, un bel corpo. E' bellissima perché mischia abilmente timidezza e sensualità, intelligenza ed ingenuità, creando un vortice intorno a lei a cui è impossibile scappare. Sì, quando vedrete questo film, vorrete sposarla per davvero. Il resto del cast fa il suo buon lavoro: Jeremy Irons spicca su tutti grazie ad un personaggio quasi schivo ma la cui presenza si fa sentire per tutto il film, e Ignazio Oliva (attore purtroppo sottovalutato) è perfetto per il ruolo.
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Grazie papa' Bertolucci, ma ora ballo da sola
"HSIENA o compiuto 18 anni sul set di questo film, che mi sta aiutando a crescere, a fare esperienze importanti", dice Liv Tyler, la protagonista del film di Bernardo Bertolucci "Io ballo da sola". Liv ride felice, sotto il pergolato d' uva del casale nel Chianti al quale si arriva per una strada di ghiaia rossa. "L' abbiamo dipinta . spiega Bernardo . perche' volevo tonalita' forti, calde, come quelle di certi quadri "fauve". Colori contrastanti con la levita' della storia del passaggio dalle attese della giovinezza alla maturita' dei primi rapporti fisici ed emotivi di una ragazza americana". Liv e' Lucy, l' americana che tutti gli ospiti e gli artisti di quella villa amano per la sua bellezza e vitalita' capaci di portare scompiglio. Nel sole, con il suo abitino trasparente, Liv dice: "In questa casa dai muri antichi, dove si snoda una vicenda che Bernardo paragona sempre alla leggerezza della musica di Mozart, l' americana Lucy ascolta musica rock, la stessa che piace a me: brani hard di Courtney Love, di P. J. Harvey. Due mondi, due culture si incontrano nella vicenda: e' una esperienza che sto facendo anch' io in questa terra meravigliosa, che dovro' lasciare. A New York mi aspetta il nuovo film di Woody Allen. Come in "Io ballo da sola", la mia breve vacanza finira' . Ma questo mio quarto film sta mutando, con la forza poetica di cui e' capace Bernardo, il mio sguardo verso gli altri". Lucy Liv ha gli occhi blu e un corpo morbido, da donna, che contrasta con lo sguardo e il viso infantili. E figlia di una modella e di Steven Tyler, cantante "maledetto", tossicomane e alcolista del gruppo heavy metal "Aerosmith". Liv scopri' che la rockstar era suo padre quando lei aveva gia' dieci anni. Bernardo le ha affidato la storia con la quale ritorna al cinema in Italia dopo quindici anni. "Anni sui quali mi interrogo . dice il regista . per capire che cosa ci ha portato al punto in cui siamo in questa Italia confusa. Avrei voluto fare subito "Novecento parte terza". Non sono ancora pronto: mi scopro incapace di raccontare, senza fare nomi precisi, la confusione politica, morale, estetica in cui siamo sprofondati. "Io ballo da sola" forse mi aiutera' a ristabilire un equilibrio con il mio Paese. Perche' e' , io che non ho figli, che potrei essere padre di Lucy, nella storia di questa ragazza pronta a diventare donna lasciandosi andare a tutte le sue fantasie, cerco di catturare la bellezza, le affinita' che possono legare tra loro le persone. Come Flaubert con Madame Bovary sto forse praticando un transfert!". Inseguendo un suo pensiero aggiunge: "In Toscana vive da anni lo scultore e mio grande amico Matthew Spender, le cui statue di donne dai corpi rotondi e con volti che sembrano scrutare tutto cio' che le circonda, adornano il casale". Il regista non vuole raccontare il copione scritto con l' americana Susan Minot, l' autrice di "Scimmie" e "Incantamento". "E' una storia di sfumature . dice . di voyeurs della bellezza, dell' estetismo del vivere. Una ragazza americana ritorna in Toscana, dove era stata bambina con la madre modella, poi suicidatasi. Non ci sono scene erotiche nel film, ma c' e' molta sensualita' ". Non dice Bernardo che, come altri suoi film, "Io ballo da sola" narra una ricerca personale che va di pari passo con il disegno di una societa' riprodotta nel microcosmo degli ospiti della villa dello scultore, interpretato dall' attore irlandese Donald McCann, sposato a Sinead Cusak, che nella vita e' la moglie di Jeremy Irons, scritturato per la parte dello scrittore malato di cancro e che morira' vicino agli amici tra i quali ci sono gli attori Stefania Sandrelli, Daria Nicolodi, Carlo Cecchi, Leonardo Treviglio, Francesco Siciliano, Ignazio Oliva. Racconta Stefania: "Sono Matilde, una donna che ha molto amato, che e' ormai chiusa nel suo disincanto. Vedendo Liv Lucy spesso mi capita di pensare al mio personaggio d' adolescente in "Sedotta e abbandonata" per una stessa carica di vitalita' ancora tutta da consumare". Il vecchio e fascinoso Jean Marais la guarda e bisbiglia: "Sono un voyeur della bellezza anch' io nei giorni alla villa. Liv Lucy e' cosi' incantevole da spingermi a pensare che davvero il film ha un' anima mozartiana, fatta di grazia e dolore insieme". "Io ballo da sola", prodotto da Jeremy Thomas e distributo da Cecchi Gori . dice pensieroso Bertolucci . sara' pronto a marzo dell' anno prossimo. In Francia il mio film si intitolera' "Ladri di bellezza", in America "Stealing Beauty". Il titolo che preferisco e' quello francese. Fermi nelle parole questo frammento di vita di Lucy: gli ultimi giorni dello scrittore malato terminale di cancro, l' assenza presenza della madre della ragazza. Liv andra' cosi' alla ricerca del ragazzo toscano che le diede il primo bacio. Insomma, e' un viaggio iniziatico che ha allo stesso tempo la forza di un catalizzatore e la fragilita' della giovinezza".
Grassi Giovanna
http://archiviostorico.corriere.it/1995/agosto/01/Grazie_papa_Bertolucci_ora_ballo_co_0_9508017881.shtml
Grassi Giovanna
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Ho risolto il problema su menzionato reinstallando Firefox. Ciao
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