TÍTULO ORIGINAL Io e Marilyn
AÑO 2009
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Italiano (Separados)
DURACIÓN 96 min.
DIRECTOR Leonardo Pieraccioni
GUIÓN Leonardo Pieraccioni, Giovanni Veronesi
MÚSICA Gianluca Sibaldi
FOTOGRAFÍA Mark Melville
REPARTO Leonardo Pieraccioni, Suzie Kennedy, Luca Laurenti, Rocco Papaleo, Massimo Ceccherini, Biagio Izzo, Barbara Tabita, Marta Gastini, Francesco Pannofino, Francesco Guccini, Niki Giustini, Alessandro Paci, Giorgio Ariani, Luis Molteni
PRODUCTORA Levante Film / Medusa Film / Mediateca Regionale Toscana
GÉNERO Comedia. Romance. Fantástico | Circo. Fantasmas
SINOPSIS ¿Se puede llamar durante una sesión de espiritismo a la mismísima Marilyn Monroe? ¿Y si ella apareciera de verdad? Es lo que le pasa a Gualtiero Marchesi. El problema es que sólo él puede ver y hablar con el fantasma de la mítica actriz, y Arnolfo, un excéntrico hombre que asegura haber vivido con Hitler, es el único que le cree. Pero Gualtiero no se desanima y aprovecha los consejos que le da Marilyn para intentar recuperar a su ex-mujer, Ramona, que le abandonó para seguir a un domador de circo. (FILMAFFINITY)
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Subtítulos (Italiano)
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Pieraccioni ha dichiarato: “Ho sempre raccontato lo stesso personaggio nelle varie età della vita, a partire dai trentenni che non si vogliono prendere le responsabilità del post-laurea. Ora sono arrivato ai quarantacinquenni riaccompagnati, come li chiama mia madre. Per il film c’è anche un certo interesse da parte degli americani, anche se in genere il mio cinema è considerato molto, troppo italiano“.
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“Io e Marilyn”: la nuova divertente commedia di Leonardo Pieraccioni
Il nuovo film di Leonardo Pieraccioni, oltre ad essere molto divertente ed a rinnovare la fine e caratteristica capacità di freschezza narrativa del suo autore, è un’opera innovativa e sorprendente, arricchita di stupore e di emozioni, capace anche di rivelarsi coraggiosa soprattutto nel finale. “Io e Marilyn” è inoltre un inno alla vita la cui visione lascia una considerevole sensazione di benessere.
Esce venerdì 18 dicembre 2009 con 650 copie, di cui 50 in digitale, “Io e Marylin”, il nono film di Leonardo Pieraccioni che è stato presentato ieri mattina alla stampa alla Multisala Adriano di Roma. Alla conferenza successiva alla proiezione erano presenti tra gli altri, oltre al notissimo regista nonché sceneggiatore ed interprete, anche Massimo Ceccherini, Rocco Papaleo, Biagio Izzo, le attrici protagoniste eccettuata Suzie Kennedy per ragioni indipendenti dalla sua volontà, il fedelissimo co-autore della sceneggiatura (e per la prima volta unico ideatore del soggetto) Giovanni Veronesi, il compositore della colonna sonora originale Gianluca Sibaldi e Giampaolo Letta di Medusa.
L’ultima fatica di Leonardo Pieraccioni è una pellicola rilevante ma anche innovativa nel panorama stesso del cinema del regista toscano. Tutta la prima parte del lungometraggio è una esecuzione praticamente perfetta del meglio che, già dall’opera prima “I Laureati”, ha saputo portare sul grande schermo. Sin dalla prima scena che corre sui titoli di testa, infatti, il film è molto piacevole e divertente in quanto capace di rinnovare la genuina freschezza, rivelatasi definitivamente una sanissima malattia contagiosa dal suo secondo film, quella con cui ha saputo allietare il pubblico che non ha mancato di ripagarlo ampiamente (“Il Ciclone” appunto, uscito a cavallo tra il 1996 ed il 1997, ha incassato ben 78 miliardi di lire e detiene tutt’ora il record assoluto di incasso nella storia del cinema italiano, “Fuochi d’Artificio" ha praticamente bissato il successo nell’autunno della stagione successiva e gli altri film del cineasta fiorentino hanno sempre ottenuti incassi particolarmente rilevanti. La freschezza di Leonardo Pieraccioni sembra rimasta primigenia come ai tempi de “Il Ciclone”, tanto che la sua vena narrativa, capace di divertire con genuina ispirazione ed intelligenza, sembra riproporsi con la stessa veemenza giovanile, e quando il regista appare sullo schermo nei panni del protagonista si ha infatti la nettissima sensazione di trovarsi di fronte ad un ragazzo come infatti Leonardo, che in precedenza si è vantato della sua meravigliosa sindrome di Peter Pan, è sicuramente rimasto. Come esempio del divertimento che “Io e Marilyn” regala possiamo citare almeno la ricerca nel parrucchino del console sul fondo della piscina e quindi la relativa gag tra cane ed amante all’incipit del film, ma poi senza dubbio le prime apparizione di Marilyn nell’appartamento di Gualtiero, le sequenze alla centrale di polizia con Francesco Pannofino ed i duetti con Rocco Papaleo.
La seconda parte del lungometraggio, seppure da un lato una piacevole ed emozionante riproposizione del fine intimismo, e romanticismo che a tratti confina in una struggente malinconia, già notato in altri film di Pieraccioni (viene in mente almeno la scena tra Ceccherini e Giulia Elettra Gorietti in “Ti Amo in Tutte le Lingue del Mondo”, ma anche quella fuori dall’ospedale, con i personaggi interpretati da Ceccherini e Papaleo, in attesa di sapere la sorta di Miranda nel precedente “Una Moglie Bellissima”), è decisamente innovativa in quanto pone al centro del racconto un rapporto, quella con Marilyn Monroe appunto, sopra le righe tipico del cinema fantastico così poco sfruttato in Italia. L’insolita relazione in questione è capace non solo di citare con garbo e lucidità un certo cinema americano (ci si può rivedere almeno di certo “Provaci ancora Sam” di Herbert Ross con Allen protagonista ma anche lo straordinario “Ghost”di Jerry ZucKer interpretato da Patrick Swayze e Demi Moore) ma anche di approdare addirittura ad accenni metafisici. Il fantasma di Marilyn che confida al protagonista in crisi che non è mai solo anche perché le persone che non sono più vive in terra rimangono in realtà accanto a noi, e quindi la suggestiva visione che la presenza della donna regala al Gualtiero Marchesi interpretato da Leonardo Pieraccioni, non manca di emozionare nel profondo anche e non solo per l’intelligenza, la profondità e la sensibilità con cui è narrata ma appunto per la fine malinconia a cui approda. Il rapporto tra Gualtiero e la figlia interpretata da Marta Gastini poi è un ulteriore elemento piuttosto nuovo nel cinema di Pieraccioni (padre sempre separato dalla famiglia solo nel precedente “Il Principe e il Pirata”, e anche ne “Il Pesce Innamorato”) che intenerisce per la sua dolcezza e autentica sincerità e permette non solo di affezionarsi al personaggio del protagonista, e quindi di immedesimarsi in lui, ma di andare a fondo ad una psicologia che forse mai prima è stata narrata con tanta attenzione ai particolari. Certo in precedenza Leonardo Pieraccioni non si è mai soffermato con tanta accuratezza sulla difficile relazione con un figlio abbastanza grande per essere libero di perdersi per il mondo.
Ma la novità maggiore che “Io e Marilyn” rivela nel contesto del cinema del regista toscano è appunto il finale del film, inaspettato ed infatti unico nella storia di quello che in precedenza ha voluto proporci, e quindi apprezzabile, ancora più che per la sua fertile ispirazione, per il suo coraggio tutt’altro che scontato. La visione di “Io e Marilyn” lascia un’indubbia sensazione di benessere che fa bene all’animo, forse perché l’ultima fatica di Leonardo Pieraccioni, proprio per le sue non automatiche sfumature del racconto, si rivela un commovente inno alla vita vera, quella che non è sempre facile accettare ma proprio per questo motivo è ancora più appassionante ed appagante vivere sino in fondo.
“Io dico sempre che ognuno è il film che fa in quel momento”, ha precisato Leonardo Pieraccioni dopo avere inizialmente intrattenuto i giornalisti presenti alla conferenza stampa con la sua innata e divertentissima capacità di improvvisazione che ricordo sin da quando lo conobbi personalmente per la prima volta, ben tredici anni fa, in occasione di una presentazione di “Il Ciclone” al Cinema Capitol di Bologna. “Ho fatto raccontare a Marilyn quello che penso dell’aldilà ed ho voluto narrare un personaggio simile forse perché da sempre mi interrogo sul mio rapporto con le persone che mi hanno voluto bene ma non ci sono più”, ha continuato. “Ho un rapporto molto sereno con chi non c’è più come i miei nonni, sinceramente però credo che mi possono ascoltare ed indirettamente consigliare ma non che mi possano dire qualcosa. Per il resto i temi sentimentali da sempre mi appartengono e sono presenti infatti già ne “I Laureati”. Magari oggi mi sento un po’ più fragile e maggiormente incline a certe ansie, ma niente più di questo. Tutto il film per il resto è un omaggio a Marilyn ed a quello che ha ispirato alle persone; trovo che un mito come lei sia stato un personaggio che è rimasto nei cuori più per ciò che ha rappresentato che per ciò che ha fatto".
Il regista ha concluso la conferenza stampa con una amichevole dichiarazione nei confronti del suo avversario, ma anche conterraneo, Neri Parenti, autore dell’ennesimo ed immancabile “cinepanettone” in uscita, “Natale a Beverly Hills”.
“Tante volte mi sono divertito io stesso vedendo i suoi film”, ha confidato, “anche perché sono convinto che si diverta realmente facendoli e l’onestà è tutto e traspare nel risultato del lavoro che è poi visibile allo spettatore che finisce per provare la stessa allegria. Io poi rispetto fermamente il pubblico che è sovrano ed alla fine il giudice più autentico e rispettabile, quello che non si deve, e non si può, mai deludere”.
Giovanni Galletta
http://www.cinemaitaliano.info/news/04453/io-e-marilyn-la-nuova-divertente-commedia.html
L’ultima fatica di Leonardo Pieraccioni è una pellicola rilevante ma anche innovativa nel panorama stesso del cinema del regista toscano. Tutta la prima parte del lungometraggio è una esecuzione praticamente perfetta del meglio che, già dall’opera prima “I Laureati”, ha saputo portare sul grande schermo. Sin dalla prima scena che corre sui titoli di testa, infatti, il film è molto piacevole e divertente in quanto capace di rinnovare la genuina freschezza, rivelatasi definitivamente una sanissima malattia contagiosa dal suo secondo film, quella con cui ha saputo allietare il pubblico che non ha mancato di ripagarlo ampiamente (“Il Ciclone” appunto, uscito a cavallo tra il 1996 ed il 1997, ha incassato ben 78 miliardi di lire e detiene tutt’ora il record assoluto di incasso nella storia del cinema italiano, “Fuochi d’Artificio" ha praticamente bissato il successo nell’autunno della stagione successiva e gli altri film del cineasta fiorentino hanno sempre ottenuti incassi particolarmente rilevanti. La freschezza di Leonardo Pieraccioni sembra rimasta primigenia come ai tempi de “Il Ciclone”, tanto che la sua vena narrativa, capace di divertire con genuina ispirazione ed intelligenza, sembra riproporsi con la stessa veemenza giovanile, e quando il regista appare sullo schermo nei panni del protagonista si ha infatti la nettissima sensazione di trovarsi di fronte ad un ragazzo come infatti Leonardo, che in precedenza si è vantato della sua meravigliosa sindrome di Peter Pan, è sicuramente rimasto. Come esempio del divertimento che “Io e Marilyn” regala possiamo citare almeno la ricerca nel parrucchino del console sul fondo della piscina e quindi la relativa gag tra cane ed amante all’incipit del film, ma poi senza dubbio le prime apparizione di Marilyn nell’appartamento di Gualtiero, le sequenze alla centrale di polizia con Francesco Pannofino ed i duetti con Rocco Papaleo.
La seconda parte del lungometraggio, seppure da un lato una piacevole ed emozionante riproposizione del fine intimismo, e romanticismo che a tratti confina in una struggente malinconia, già notato in altri film di Pieraccioni (viene in mente almeno la scena tra Ceccherini e Giulia Elettra Gorietti in “Ti Amo in Tutte le Lingue del Mondo”, ma anche quella fuori dall’ospedale, con i personaggi interpretati da Ceccherini e Papaleo, in attesa di sapere la sorta di Miranda nel precedente “Una Moglie Bellissima”), è decisamente innovativa in quanto pone al centro del racconto un rapporto, quella con Marilyn Monroe appunto, sopra le righe tipico del cinema fantastico così poco sfruttato in Italia. L’insolita relazione in questione è capace non solo di citare con garbo e lucidità un certo cinema americano (ci si può rivedere almeno di certo “Provaci ancora Sam” di Herbert Ross con Allen protagonista ma anche lo straordinario “Ghost”di Jerry ZucKer interpretato da Patrick Swayze e Demi Moore) ma anche di approdare addirittura ad accenni metafisici. Il fantasma di Marilyn che confida al protagonista in crisi che non è mai solo anche perché le persone che non sono più vive in terra rimangono in realtà accanto a noi, e quindi la suggestiva visione che la presenza della donna regala al Gualtiero Marchesi interpretato da Leonardo Pieraccioni, non manca di emozionare nel profondo anche e non solo per l’intelligenza, la profondità e la sensibilità con cui è narrata ma appunto per la fine malinconia a cui approda. Il rapporto tra Gualtiero e la figlia interpretata da Marta Gastini poi è un ulteriore elemento piuttosto nuovo nel cinema di Pieraccioni (padre sempre separato dalla famiglia solo nel precedente “Il Principe e il Pirata”, e anche ne “Il Pesce Innamorato”) che intenerisce per la sua dolcezza e autentica sincerità e permette non solo di affezionarsi al personaggio del protagonista, e quindi di immedesimarsi in lui, ma di andare a fondo ad una psicologia che forse mai prima è stata narrata con tanta attenzione ai particolari. Certo in precedenza Leonardo Pieraccioni non si è mai soffermato con tanta accuratezza sulla difficile relazione con un figlio abbastanza grande per essere libero di perdersi per il mondo.
Ma la novità maggiore che “Io e Marilyn” rivela nel contesto del cinema del regista toscano è appunto il finale del film, inaspettato ed infatti unico nella storia di quello che in precedenza ha voluto proporci, e quindi apprezzabile, ancora più che per la sua fertile ispirazione, per il suo coraggio tutt’altro che scontato. La visione di “Io e Marilyn” lascia un’indubbia sensazione di benessere che fa bene all’animo, forse perché l’ultima fatica di Leonardo Pieraccioni, proprio per le sue non automatiche sfumature del racconto, si rivela un commovente inno alla vita vera, quella che non è sempre facile accettare ma proprio per questo motivo è ancora più appassionante ed appagante vivere sino in fondo.
“Io dico sempre che ognuno è il film che fa in quel momento”, ha precisato Leonardo Pieraccioni dopo avere inizialmente intrattenuto i giornalisti presenti alla conferenza stampa con la sua innata e divertentissima capacità di improvvisazione che ricordo sin da quando lo conobbi personalmente per la prima volta, ben tredici anni fa, in occasione di una presentazione di “Il Ciclone” al Cinema Capitol di Bologna. “Ho fatto raccontare a Marilyn quello che penso dell’aldilà ed ho voluto narrare un personaggio simile forse perché da sempre mi interrogo sul mio rapporto con le persone che mi hanno voluto bene ma non ci sono più”, ha continuato. “Ho un rapporto molto sereno con chi non c’è più come i miei nonni, sinceramente però credo che mi possono ascoltare ed indirettamente consigliare ma non che mi possano dire qualcosa. Per il resto i temi sentimentali da sempre mi appartengono e sono presenti infatti già ne “I Laureati”. Magari oggi mi sento un po’ più fragile e maggiormente incline a certe ansie, ma niente più di questo. Tutto il film per il resto è un omaggio a Marilyn ed a quello che ha ispirato alle persone; trovo che un mito come lei sia stato un personaggio che è rimasto nei cuori più per ciò che ha rappresentato che per ciò che ha fatto".
Il regista ha concluso la conferenza stampa con una amichevole dichiarazione nei confronti del suo avversario, ma anche conterraneo, Neri Parenti, autore dell’ennesimo ed immancabile “cinepanettone” in uscita, “Natale a Beverly Hills”.
“Tante volte mi sono divertito io stesso vedendo i suoi film”, ha confidato, “anche perché sono convinto che si diverta realmente facendoli e l’onestà è tutto e traspare nel risultato del lavoro che è poi visibile allo spettatore che finisce per provare la stessa allegria. Io poi rispetto fermamente il pubblico che è sovrano ed alla fine il giudice più autentico e rispettabile, quello che non si deve, e non si può, mai deludere”.
Giovanni Galletta
http://www.cinemaitaliano.info/news/04453/io-e-marilyn-la-nuova-divertente-commedia.html
Leonardo Pieraccioni presenta il suo nuovo Io & Marilyn
Da anni ormai ogni film di Leonardo Pieraccioni è il fiore all’occhiello di Medusa per Natale, la pellicola su cui la casa di distribuzione punta per racimolare gli incassi delle festività. Il nuovo lungometraggio del regista/attore, Io & Marilyn, è stato presentato oggi alla stampa. “Io ho tutti i motivi per ritenermi fortunato – esordisce Pieraccioni – Prima di tutto sono molto contento di come è venuto il film, esattamente come l’avevo in mente; in secondo luogo vedo sia una certa continuità col passato ed insieme una certa maturità. Non dimentichiamo che pur essendo una commedia il mio film affronta anche tematiche oggi decisamente attuali, come ad esempio le copie di fatto o la famiglia allargata. Ma forse sto dicendo troppo, non voglio raccontare la trama…”.
Possiamo definire Io & Marilyn un lavoro più maturo, addirittura più intimista degli altri? “Forse, non so dirlo con precisione. Io alla fine faccio i film che mi sento di fare in quel preciso momento. C’è anche da dire che ormai viaggio verso i quarantacinque anni, e mi viene naturale affrontare tematiche diverse rispetto a lavori più giovanili come I laureati o Il ciclone. Ma te lo immagini a vedermi ancor andare dietro alle spagnole come facevo all’inizio? Io non mi ci vedo mica più…Adesso ci sono dei temi che sento più vicini, ed ammetto di essere meno spensierato e più riflessivo, forse addirittura più fragile: sto più attento alla risposta del pubblico, vado meno all’arrembaggio rispetto al passato.” “Quello che è cambiato rispetto al passato – interviene il cosceneggiatore del film e partner storico di Pieraccioni, Giovanni Veronesi – è forse il modo di fare comicità. Io & Marilyn arriva alla fine di un percorso in cui le battute e le gag presenti nei film si sono fatte più strutturate, meglio inserite nella sceneggiatura, e scaturiscono maggiormente dalla psicologia dei personaggi che abbiamo deciso di mettere in scena.”
Ma come vi organizzate quando iniziate a scrivere un film insieme? Veronesi ride ironico: “Ci organizziamo che sono io che devo andare ogni mattina a casa sua, visto che è lui il regista! Se quando arrivo lo becco già al computer sarà una giornata proficua, se invece è ancora in pantofole e cisposo, addormentato, allora difficilmente si combinerà qualcosa di buono. Quando iniziamo a scrivere partiamo poi sempre da idee lontanissime, tipo che tempo fa o se ti butti dal balcone quante probabilità hai di sopravvivere…A parte gli scherzi, quando scrivo per Leonardo posso lavorare in totale armonia e libertà, molto più di quando dirigo i film personalmente: mi sento molta più pressione addosso, per cui andare a scrivere insieme a Pieraccioni lo vedo ormai come un momento di svago e di completa rilassatezza.”
In Io & Marilyn ascoltiamo una commistione di dialetti…”Non ho mai voluto fare film soltanto per i toscani – ci tiene a precisare Pieraccioni – Già ne I laureati c’erano Rocco Papaleo e Gianmarco Tognazzi che parlavano dialetti differenti. Ho sempre cercato un respiro più ampio, adoperando il lato comico di ogni dialetto: nel caso di Io & Marilyn ho voluto aggiungere il napoletano di Biagio Izzo ed anche il siciliano più lieve di Barbara Tabita.”
L’ultima domanda a Pieraccioni è d’obbligo: spera di vincere la guerra degli incassi di Natale 2009? “Per me la cosa più importante è far divertire il pubblico e rispettarlo, soprattutto quando si tratta di comicità. Credo che sia il mio film che ad esempio il cosiddetto cinepanettone di Neri Parenti facciano questo, perché propongono delle scelte talmente dichiarate che si rivelano oneste.” Questo ciò che ci hanno raccontato i protagonisti di Io & Marilyn, pellicola che sarà nelle nostre sale dal prossimo 18 dicembre in circa 650 copie.
Adriano Ercolani
http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Interviste/Page/?Key=1135
Possiamo definire Io & Marilyn un lavoro più maturo, addirittura più intimista degli altri? “Forse, non so dirlo con precisione. Io alla fine faccio i film che mi sento di fare in quel preciso momento. C’è anche da dire che ormai viaggio verso i quarantacinque anni, e mi viene naturale affrontare tematiche diverse rispetto a lavori più giovanili come I laureati o Il ciclone. Ma te lo immagini a vedermi ancor andare dietro alle spagnole come facevo all’inizio? Io non mi ci vedo mica più…Adesso ci sono dei temi che sento più vicini, ed ammetto di essere meno spensierato e più riflessivo, forse addirittura più fragile: sto più attento alla risposta del pubblico, vado meno all’arrembaggio rispetto al passato.” “Quello che è cambiato rispetto al passato – interviene il cosceneggiatore del film e partner storico di Pieraccioni, Giovanni Veronesi – è forse il modo di fare comicità. Io & Marilyn arriva alla fine di un percorso in cui le battute e le gag presenti nei film si sono fatte più strutturate, meglio inserite nella sceneggiatura, e scaturiscono maggiormente dalla psicologia dei personaggi che abbiamo deciso di mettere in scena.”
Ma come vi organizzate quando iniziate a scrivere un film insieme? Veronesi ride ironico: “Ci organizziamo che sono io che devo andare ogni mattina a casa sua, visto che è lui il regista! Se quando arrivo lo becco già al computer sarà una giornata proficua, se invece è ancora in pantofole e cisposo, addormentato, allora difficilmente si combinerà qualcosa di buono. Quando iniziamo a scrivere partiamo poi sempre da idee lontanissime, tipo che tempo fa o se ti butti dal balcone quante probabilità hai di sopravvivere…A parte gli scherzi, quando scrivo per Leonardo posso lavorare in totale armonia e libertà, molto più di quando dirigo i film personalmente: mi sento molta più pressione addosso, per cui andare a scrivere insieme a Pieraccioni lo vedo ormai come un momento di svago e di completa rilassatezza.”
In Io & Marilyn ascoltiamo una commistione di dialetti…”Non ho mai voluto fare film soltanto per i toscani – ci tiene a precisare Pieraccioni – Già ne I laureati c’erano Rocco Papaleo e Gianmarco Tognazzi che parlavano dialetti differenti. Ho sempre cercato un respiro più ampio, adoperando il lato comico di ogni dialetto: nel caso di Io & Marilyn ho voluto aggiungere il napoletano di Biagio Izzo ed anche il siciliano più lieve di Barbara Tabita.”
L’ultima domanda a Pieraccioni è d’obbligo: spera di vincere la guerra degli incassi di Natale 2009? “Per me la cosa più importante è far divertire il pubblico e rispettarlo, soprattutto quando si tratta di comicità. Credo che sia il mio film che ad esempio il cosiddetto cinepanettone di Neri Parenti facciano questo, perché propongono delle scelte talmente dichiarate che si rivelano oneste.” Questo ciò che ci hanno raccontato i protagonisti di Io & Marilyn, pellicola che sarà nelle nostre sale dal prossimo 18 dicembre in circa 650 copie.
Adriano Ercolani
http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Interviste/Page/?Key=1135
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"Gli artisti sono come gli uomini. Alcuni cambiano, altri rimangono sempre gli stessi. Nonostante i capelli ormai grigi Leonardo Pieraccioni non cessa di fare il Leonardo Pieraccioni.(...) Chi dunque ama l'imperturbabile carineria comica di Pieraccioni, amerà 'Io e Marilyn' (...). Chi invece comincia a trovarla stucchevole, troverà più stucchevole che mai questa commedia cinematografico-spiritualista."
(Giacomo Vallati, 'Avvenire', 16 dicembre 2009)
(Giacomo Vallati, 'Avvenire', 16 dicembre 2009)
"Se vai a stringere, il nuovo film natalizio di Leonardo Pieraccioni, 'Io & Marilyn', (...) regge su una trovata allungata come un elastico: il fantasma di Marilyn Monroe."
(Valerio Cappelli, 'Corriere Della Sera', 16 dicembre 2009)
(Valerio Cappelli, 'Corriere Della Sera', 16 dicembre 2009)
"Si ride poco con Pieraccioni e l'insulso clone della Monroe. Un mezzo disastro. Sembrava un autore ritrovato lo spiritoso Leonardo Pieraccioni, sorprendentemente a segno nelle tre ultime uscite (...). Eccolo invece ripiombare al livello dei suoi due precedenti pasticci (...). 'Io e Marilyn', scritto con l'irriconoscibile Giovanni Veronesi, è una commediola sentimentale così fragile da far tenerezza e così sconclusionata da mettere i brividi, Una storiella dove si infilano almeno tre, anzi quattro con la protagonista, personaggi fastidiosamente superflui (...) e dove basta il pollice per contare le battute decenti."
(Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 19-12-2009).
(Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 19-12-2009).
"Tutti fedeli e uguali a se stessi, i film del toscano vogliono toccare corde meno rozze, più delicate e sentimentali. Qui con lo stratagemma del fantasma di Marilyn che appare a Leonardo per infondergli fiducia e fargli riconquistare l'amore della moglie. Come l'apparizione di Eric Cantona nel nuovo film di Loach, come quella di Bogart in Provaci ancora Sam. La parola chiave qui dovrebbe essere leggerezza . Ma la leggerezza di Pieraccioni è talmente leggera che te la scordi appena uscito dal cinema."
(Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 19 dicembre 2009)
(Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 19 dicembre 2009)
"Una commedia romantica con un tocco fantasy. Consueto lo stile (...) un po' più romantico, un po' più curioso di ciò che succede nell'aldilà. Insomma, un po' più fantasy."
(Pietro Razzini, 'Gazzetta di Parma', 16 dicembre 2009)
(Pietro Razzini, 'Gazzetta di Parma', 16 dicembre 2009)
Amarcord, hola, te dejo estos subtitulos que le pegue al 1er. link de la pelìcula y le quedan bien:
ResponderEliminarhttp://www.subdivx.com/X6XMjM2NTMw
Gracias Ruiz
EliminarYa los había conseguido pero, no me parece una buena traducción.
Nuevamente: Gracias por colaborar.
Un abrazo.