TITULO ORIGINAL L’uomo del grano
AÑO 2010
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 105 min.
DIRECCION Giancarlo Baudena
GUION Benito Giorgi, Giancarlo Baudena, Ilva Fontana, Maria Daniela Raineri
REPARTO Carlo Greco, Consuelo Ciatti, Dario D'Ambrosi, Gianna Paola Scaffidi, Massimo Avella, Denis Fasolo
FOTOGRAFIA Claudio Zamarion
MONTAJE Pietro Lassandro
ESCENOGRAFIA Andrea Arnaudo
VESTUARIO Ilva Fontana
MUSICA Felice Reggio
GENERO Histórico
SINOPSIS La vita e il tenace lavoro di Nazareno Strampelli, figura illustre della cultura scientifica italiana. Attraversando la storia italiana tra l'800 e il '900, il film narra i momenti più importanti della sua vita professionale e personale. Scorrono così le immagini dell'infanzia con le prime importanti scoperte, la famiglia di origine, la formazione scolastica fino all'Università di Pisa, l'incontro con quella che sarà sua moglie e collaboratrice, Carlotta Parisani, la nascita dei figli, i duri anni della ricerca, i primi successi, l'affetto dei suoi collaboratori, i viaggi e gli obiettivi raggiunti in ambito scientifico. (archiviodelcinemaitaliano.it)
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Alla maggior parte delle persone il suo nome non dirà molto ma Nazareno Strampelli è stato il genetista italiano più importante del primo novecento e le sue ricerche sul grano hanno diffuso la cerealicoltura in tutto il mondo contribuendo a sfamare anche le terre più povere.
Già solo per questo motivo L’uomo del grano di Giancarlo Baudena, biografia in costume del famoso agronomo marchigiano, è da considerarsi un film assolutamente necessario perché offre un ritratto piuttosto fedele all'originale ripercorrendo i momenti salienti della sua vita a partire dall’infanzia fino al periodo reatino, in cui lo scienziato ha avuto la possibilità di portare a termine i suoi studi e le sue ibridazioni. Ora l’impostazione del film si addice forse di più al piccolo che al grande schermo (e per una volta la diffusione massiva attraverso il tubo catodico gli avrebbe di sicuro giovato) ma l’intenso lavoro che si cela dietro alla sua realizzazione meritava certamente più attenzione. Dopo l’esordio il 30 novembre 2009 in prima mondiale a Rieti, città dove peraltro Strampelli volle essere sepolto, il film è uscito a rotazione nelle principali città italiane ma in modo troppo limitato per assicurarne una diffusione popolare e non è abbastanza neppure sapere che dopo i circuiti italiani il film uscirà anche in Argentina e in Cina, dove l’impronta del suo lavoro è rimasta indelebile. Ed è un vero peccato soprattutto da punto di vista didattico. La sua figura storica è stata da sempre sottovalutata tant’è che è davvero poco conosciuta dalla gente comune. Eppure numerose varietà di grano Strampelli ancora oggi si coltivano in tutto il mondo, dall'Europa all'America, dall'Asia all'Africa e secondo i moderni genetisti almeno 2/3 della popolazione mondiale (oltre 4 miliardi e mezzo di persone) si ciba di farina proveniente, direttamente o indirettamente, dalle sue varietà di grano, dimostratesi altamente più produttive rispetto ad altre.
Giancarlo Baudena, folgorato dalla figura di Strampelli, ha cominciato a dedicarsi interamente alla sua vita per circa 10 anni e non è la prima volta che realizza un progetto cinematografico al riguardo. Già nel 2005 aveva realizzato una docu-fiction su di lui dal titolo “Nazareno Strampelli e il grano - Segreti di una storia millenaria”.
Quasi investito di una missione imprescindibile, Baudena, il regista-contadino come da molti è stato soprannominato, ha impegnato non solo energie ma anche risorse finanziarie in questo secondo progetto ben più ambizioso. E non è un caso che per tutto il film si respiri una certa aura cristiana. Lo stesso genetista era solito fare affidamento alla fede per le sue ricerche (sue le parole “Avanti, avanti, non siano gli ostacoli a fermarvi. Vi sorregga la fede”). Dai 78 minuti del documentario si è passati ai 105 del film e dalla pellicola 35 mm a quella anamorfica cinemascope. La figura centrale (e accentratrice) di Strampelli monopolizza la scena rispetto al contesto storico in cui è inserito e alle connotazioni politiche da cui comunque non poteva prescindere. Ne deriva che la vera importanza della sua attività scientifica viene oscurata dalla dimensione puramente olografica della narrazione. Alla base delle sue ricerche c’è quasi una innata curiosità infantile per i semi del grano e rimane in ombra tutto l’insieme di eventi che porterà ad alleviare la fame nel mondo. Paradossalmente quello che doveva essere un omaggio alla figura fondamentale di Strampelli viene meno alla sua primaria funzione. Attraversando la storia italiana tra l’800 e il ‘900, si narrano i momenti più importanti della sua vita (l’infanzia, la famiglia di origine, la formazione scolastica fino all’Università di Pisa, l’incontro con la moglie e collaboratrice, Carlotta Parisani, la nascita dei figli, i duri anni della ricerca, i primi successi, l’affetto dei suoi collaboratori, i viaggi e gli importanti obiettivi raggiunti in ambito scientifico) ma si ha come la sensazione che ne esca fuori un ritratto accurato e profondamente umano ma meno ispirato di quanto si potesse pensare.
Marco Catola
http://www.cinemainvisibile.it/Archivio/uomodelgrano.htm
Già solo per questo motivo L’uomo del grano di Giancarlo Baudena, biografia in costume del famoso agronomo marchigiano, è da considerarsi un film assolutamente necessario perché offre un ritratto piuttosto fedele all'originale ripercorrendo i momenti salienti della sua vita a partire dall’infanzia fino al periodo reatino, in cui lo scienziato ha avuto la possibilità di portare a termine i suoi studi e le sue ibridazioni. Ora l’impostazione del film si addice forse di più al piccolo che al grande schermo (e per una volta la diffusione massiva attraverso il tubo catodico gli avrebbe di sicuro giovato) ma l’intenso lavoro che si cela dietro alla sua realizzazione meritava certamente più attenzione. Dopo l’esordio il 30 novembre 2009 in prima mondiale a Rieti, città dove peraltro Strampelli volle essere sepolto, il film è uscito a rotazione nelle principali città italiane ma in modo troppo limitato per assicurarne una diffusione popolare e non è abbastanza neppure sapere che dopo i circuiti italiani il film uscirà anche in Argentina e in Cina, dove l’impronta del suo lavoro è rimasta indelebile. Ed è un vero peccato soprattutto da punto di vista didattico. La sua figura storica è stata da sempre sottovalutata tant’è che è davvero poco conosciuta dalla gente comune. Eppure numerose varietà di grano Strampelli ancora oggi si coltivano in tutto il mondo, dall'Europa all'America, dall'Asia all'Africa e secondo i moderni genetisti almeno 2/3 della popolazione mondiale (oltre 4 miliardi e mezzo di persone) si ciba di farina proveniente, direttamente o indirettamente, dalle sue varietà di grano, dimostratesi altamente più produttive rispetto ad altre.
Giancarlo Baudena, folgorato dalla figura di Strampelli, ha cominciato a dedicarsi interamente alla sua vita per circa 10 anni e non è la prima volta che realizza un progetto cinematografico al riguardo. Già nel 2005 aveva realizzato una docu-fiction su di lui dal titolo “Nazareno Strampelli e il grano - Segreti di una storia millenaria”.
Quasi investito di una missione imprescindibile, Baudena, il regista-contadino come da molti è stato soprannominato, ha impegnato non solo energie ma anche risorse finanziarie in questo secondo progetto ben più ambizioso. E non è un caso che per tutto il film si respiri una certa aura cristiana. Lo stesso genetista era solito fare affidamento alla fede per le sue ricerche (sue le parole “Avanti, avanti, non siano gli ostacoli a fermarvi. Vi sorregga la fede”). Dai 78 minuti del documentario si è passati ai 105 del film e dalla pellicola 35 mm a quella anamorfica cinemascope. La figura centrale (e accentratrice) di Strampelli monopolizza la scena rispetto al contesto storico in cui è inserito e alle connotazioni politiche da cui comunque non poteva prescindere. Ne deriva che la vera importanza della sua attività scientifica viene oscurata dalla dimensione puramente olografica della narrazione. Alla base delle sue ricerche c’è quasi una innata curiosità infantile per i semi del grano e rimane in ombra tutto l’insieme di eventi che porterà ad alleviare la fame nel mondo. Paradossalmente quello che doveva essere un omaggio alla figura fondamentale di Strampelli viene meno alla sua primaria funzione. Attraversando la storia italiana tra l’800 e il ‘900, si narrano i momenti più importanti della sua vita (l’infanzia, la famiglia di origine, la formazione scolastica fino all’Università di Pisa, l’incontro con la moglie e collaboratrice, Carlotta Parisani, la nascita dei figli, i duri anni della ricerca, i primi successi, l’affetto dei suoi collaboratori, i viaggi e gli importanti obiettivi raggiunti in ambito scientifico) ma si ha come la sensazione che ne esca fuori un ritratto accurato e profondamente umano ma meno ispirato di quanto si potesse pensare.
Marco Catola
http://www.cinemainvisibile.it/Archivio/uomodelgrano.htm
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Nazareno Strampelli è stato un grande scienziato italiano che, grazie alle scoperte realizzate nel campo della genetica e poi applicate alle tecniche agrarie, riuscì ad aumentare esponenzialmente la capacità produttiva dei terreni coltivati a grano. Vissuto tra il 1866 (a ridosso dell’unificazione italiana) e il 1942, dividendosi tra Macerata e Rieti, Strampelli è stato completamente dimenticato dal nostro paese.
Noto in tutto il mondo per le sue ricerche, e candidato al nobel per i grandi meriti, “l’uomo del grano” ha dovuto attendere la realizzazione di un coraggioso film a lui dedicato, per sottrarsi dalla dimenticanza di un imperdonabile oblio. Un uomo che, grazie al suo impegno, ha saputo infliggere un duro colpo alla fame nel mondo.
Diretto da Giancarlo Baudena, L’uomo del grano è un lungometraggio indipendente, prodotto con risorse finanziarie ridotte, eppure ambizioso nel cercare di restituire il contesto storico all’interno del quale mosse i suoi passi l’ambizioso scienziato. Coraggioso davvero appare il tentativo di cimentarsi con un genere cinematografico storico-biografico, perché il pericolo di essere obliterato come maldestro tentativo di emulare produzioni più fastose è il primo rischio che corre un film siffatto. Ma sarebbe troppo facile emanare sentenze irrevocabili; piuttosto è più appropriato apprezzare lo sforzo di un lavoro collettivo che ha coinvolto, con grande passione, un enorme cast tecnico e artistico e, soprattutto, lodare il raggiungimento dell’obiettivo più importante: la diffusione dell’opera e del valore di Nazareno Strampelli.
Certo, forse il cinema indipendente, proprio per la scarsità delle risorse a disposizione, potrebbe intraprendere itinerari diversi, ma non possiamo non valutare positivamente l’abnegazione e la serietà di un gruppo che ha creduto fortemente in un progetto, realizzando, tra l’altro, il fine che si era preposto: oggi sappiamo chi è “l’uomo del grano” e, in un paese che dimentica con estrema facilità i suoi uomini migliori, non è poco.
Luca Biscontini
http://www.taxidrivers.it/8098/indie/indipendenti-italiani-indie/luomo-del-grano.html
Noto in tutto il mondo per le sue ricerche, e candidato al nobel per i grandi meriti, “l’uomo del grano” ha dovuto attendere la realizzazione di un coraggioso film a lui dedicato, per sottrarsi dalla dimenticanza di un imperdonabile oblio. Un uomo che, grazie al suo impegno, ha saputo infliggere un duro colpo alla fame nel mondo.
Diretto da Giancarlo Baudena, L’uomo del grano è un lungometraggio indipendente, prodotto con risorse finanziarie ridotte, eppure ambizioso nel cercare di restituire il contesto storico all’interno del quale mosse i suoi passi l’ambizioso scienziato. Coraggioso davvero appare il tentativo di cimentarsi con un genere cinematografico storico-biografico, perché il pericolo di essere obliterato come maldestro tentativo di emulare produzioni più fastose è il primo rischio che corre un film siffatto. Ma sarebbe troppo facile emanare sentenze irrevocabili; piuttosto è più appropriato apprezzare lo sforzo di un lavoro collettivo che ha coinvolto, con grande passione, un enorme cast tecnico e artistico e, soprattutto, lodare il raggiungimento dell’obiettivo più importante: la diffusione dell’opera e del valore di Nazareno Strampelli.
Certo, forse il cinema indipendente, proprio per la scarsità delle risorse a disposizione, potrebbe intraprendere itinerari diversi, ma non possiamo non valutare positivamente l’abnegazione e la serietà di un gruppo che ha creduto fortemente in un progetto, realizzando, tra l’altro, il fine che si era preposto: oggi sappiamo chi è “l’uomo del grano” e, in un paese che dimentica con estrema facilità i suoi uomini migliori, non è poco.
Luca Biscontini
http://www.taxidrivers.it/8098/indie/indipendenti-italiani-indie/luomo-del-grano.html
La película narra la vida y el trabajo duro y persistente de Nazareno Strampelli desde su Crispiero natal en la Italia de 1873.
Bajo la dirección del documentalista Giancarlo Baudena, cuenta los momentos más importantes de su vida profesional y personal, con imágenes de su infancia, los primeros descubrimientos importantes, su familia de origen, la educación en la Universidad de Pisa, el encuentro con quien será su esposa y colaboradora, Carlota Parisani, el nacimiento de sus hijos, los duros años de investigación, el primer éxito, el afecto de sus colaboradores, su viaje a Argentina y los importantes logros en la ciencia.
El legado que dejó Strampelli (encarnado por el actor italiano Carlo Greco) se destaca en el “nuevo tipo de trigo” con alta capacidad y resistencia a enfermedades (lo que aumentó la producción de este cereal en el mundo), aunque también en su profundo sentido de deber cívico y moral transmitido a personas a través de su calidez humana.
Estas características hicieron de él un verdadero maestro, capaz no de imponer, sino de transmitir la pasión y el amor por los estudios de la ciencia en la agricultura entre sus estudiantes y colegas.
Durante muchas generaciones, sus admiradores en el ámbito científico se han dedicado a nuevos estudios para contribuir a la lucha secular de la humanidad contra la pobreza y la malnutrición. Su trigo fue muy apreciado y ayudó al abastecimiento del cereal por aquellos años, en muchas partes del mundo como Europa, China, Argentina, Ucrania y África, dando una respuesta concreta al problema del hambre mundial.
En la década de 1920 Strampelli llegó en barco a Buenos Aires junto a su hijo Benedetto Strampelli (el joven actor romano Daniele de Martino) y desde allí se dirigieron a La Pampa donde comprobaron como se empleaba la técnica de Strampelli en la siembra de trigo en los campos argentinos.
Justamente estas fueron las situaciones que determinaron que la filmación de esos momentos se realizaran no solo en el puerto de Buenos Aires y otros lugares porteños, sino también en varias locaciones entre Vértiz y Alta Italia y en la que participaron conocidos actores locales: Gerardo Alainez y Leandro Richard y con participaciones especiales de Hugo Sarria (los tres de General Pico) mas el aporte de Luis Maria Dalmasso y Norberto Barale (los dos de Alta Italia).
http://www.maracodigital.com/?PAG=Vernota&claveseccion=secciones.id=&clavecontenido=contenidos.id=22459
Bajo la dirección del documentalista Giancarlo Baudena, cuenta los momentos más importantes de su vida profesional y personal, con imágenes de su infancia, los primeros descubrimientos importantes, su familia de origen, la educación en la Universidad de Pisa, el encuentro con quien será su esposa y colaboradora, Carlota Parisani, el nacimiento de sus hijos, los duros años de investigación, el primer éxito, el afecto de sus colaboradores, su viaje a Argentina y los importantes logros en la ciencia.
El legado que dejó Strampelli (encarnado por el actor italiano Carlo Greco) se destaca en el “nuevo tipo de trigo” con alta capacidad y resistencia a enfermedades (lo que aumentó la producción de este cereal en el mundo), aunque también en su profundo sentido de deber cívico y moral transmitido a personas a través de su calidez humana.
Estas características hicieron de él un verdadero maestro, capaz no de imponer, sino de transmitir la pasión y el amor por los estudios de la ciencia en la agricultura entre sus estudiantes y colegas.
Durante muchas generaciones, sus admiradores en el ámbito científico se han dedicado a nuevos estudios para contribuir a la lucha secular de la humanidad contra la pobreza y la malnutrición. Su trigo fue muy apreciado y ayudó al abastecimiento del cereal por aquellos años, en muchas partes del mundo como Europa, China, Argentina, Ucrania y África, dando una respuesta concreta al problema del hambre mundial.
En la década de 1920 Strampelli llegó en barco a Buenos Aires junto a su hijo Benedetto Strampelli (el joven actor romano Daniele de Martino) y desde allí se dirigieron a La Pampa donde comprobaron como se empleaba la técnica de Strampelli en la siembra de trigo en los campos argentinos.
Justamente estas fueron las situaciones que determinaron que la filmación de esos momentos se realizaran no solo en el puerto de Buenos Aires y otros lugares porteños, sino también en varias locaciones entre Vértiz y Alta Italia y en la que participaron conocidos actores locales: Gerardo Alainez y Leandro Richard y con participaciones especiales de Hugo Sarria (los tres de General Pico) mas el aporte de Luis Maria Dalmasso y Norberto Barale (los dos de Alta Italia).
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