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miércoles, 9 de febrero de 2022

Sorelle Materassi - Ferdinando Maria Poggioli (1944)

TÍTULO ORIGINAL
Sorelle Materassi
AÑO
1944
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Inglés (Separados)
DURACIÓN
72 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Ferdinando Maria Poggioli
GUIÓN
Bernard Zimmer. Novela: Aldo Palazzeschi
MÚSICA
Enzo Masetti
FOTOGRAFÍA
Arturo Gallea (B&W)
REPARTO
Emma Gramatica, Emma Gramatica, Olga Solbelli, Massimo Serato, Clara Calamai, Dina Romano, Paola Borboni, Anna Mari, Leo Melchiorri, Loris Gizzi
PRODUCTORA
Società Italiana Cines, Universalcine
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
Las hermanas Materassi, bordadoras de pro­fesión, han alcanzado un discreto bienestar económico gracias a su asidua laboriosidad y a una frugalidad es­partana. Ya cincuentonas, deben acoger a un sobrino que se ha quedado huérfano, Remo: y lo hacen contentas, ro­deando al guapísimo adolescente de mil atenciones y cui­dados. Remo, a medida que va creciendo sabe sacar me­jor provecho, con su hábil encanto de seductor, de la bondad de las pobres solteronas y de la sirvienta Niobe: vive rodeado de lujo, disipando, hasta la total ruina, los bienes de sus tías. (FILMAFFINITY)
 
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Il successivo Sorelle Materassi (79 min.), dal noto romanzo (1934) del fiorentino Aldo Palazzeschi, sceneggiato da Bernard Zimmer, viene completato prima dell’estate 1943, ottiene il visto di censura nell’ottobre e rimane poi bloccato dagli eventi; esce nelle sale solo nel dicembre 1944 (la Rai ne produce una seconda, fortunata versione in forma di sceneggiato televisivo nel 1972, diretta da Marco Ferrero). In questa pellicola intorno al bellissimo Remo, sciocco profittatore ai danni delle zie Carolina (Emma Gramatica) e Teresa (Irma Gramatica) Materassi, l’universo letterario-filmico si colloca in una distanza ancor più accentuata dal mondo reale. L’unico dettaglio che ricorda la presenza di un contesto bellico è costituito dalla trasformazione di Peggy (Clara Calamai), futura sposa di Remo, da ricca newyorchese ad altrettanto ricca argentina; cosicché nel finale gli sposi non partono per New York, bensì per altre mete più “realistiche” in quel 1943.
Poggioli descrive un universo giovanile fiorentino (il quale gravita intorno alla figura dello sciagurato giovane) dissoluto e gretto, i cui unici valori di riferimento sono le donne, le lunghe sere passate a gozzofigliare nei locali e le belle automobili. Questo quadro deciamente dissonante con il contesto fascista e tanto più con quello bellico, trova una qualche correzione nella puntuale e mesta descrizione del dramma delle sorelle (alquanto invecchiate dal cineasta, da donne vicine alla sessantina ad anziane settantenni; tale è peraltro l’età delle sorelle Gramatica) le quali si fanno derubare dal giovane la cui esuberanza vitale tuttavia dona loro un ultimo bagliore di vita. Il matrimono e la partenza di Remo coincidono con la premonizione della morte che ora bussa alle porte di queste due zitelle nelle quali si avanza l’amaro sospetto di non avere pienamente vissuto la propria esistenza.
Queste sono in definitiva le poche annotazioni personali di un lavoro filmico di scarsa originalità, che si fa notare soprattutto per il proprio anacronismo storico, per il deciso porsi in dissonanza rispetto alla propaganda del regime intorno a una gioventù virile e fascista, conscia dei “destini” della Patria.
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http://www.giusepperausa.it/_gelosia__sorelle_materassi_e_.html

Le sorelle Teresa e Carolina Materassi (Emma e Irma Gramatica) sono due brave ricamatrici tanto famose da essere state persino invitate a Roma dal papa per la perfezione di un lavoro da loro inviato in Vaticano. Le due attempate zitelle conducono una vita abitudinaria insieme alla sorella Giselda (Olga Solbelli), che è andata a vivere con loro dopo essere stata abbandonata dal marito, e alla fidata cameriera Niobe. La serenità della casa viene improvvisamente turbata dall’arrivo del bel nipote Remo (Massimo Serato) che una volta trasferitosi in casa delle zie conduce una vita spensierata, conquistando con la sua seduzione tutte le donne che lo circondano, incluse quelle di casa. Il giovane, dopo tante avventure dispendiose che presto porteranno sul lastrico le zie, oramai ridotte per colpa sua all’indigenza, viene a conoscere la bella ereditiera Peggy (Clara Calamai) la quale con abili stratagemmi riuscirà a conquistare il cuore di Remo che innamorato acconsentirà a sposarla. La notizie delle nozze viene accolta con sgomento in casa Materassi, visto che le donne, incluso la domestica, sono tutte segretamente innamorate del giovane. Gli sposi partono quindi per l’America e le zie, indebitate fino all’osso, riprenderanno a lavorare nella monotonia di sempre. Tratto dal romanzo di Aldo Palazzeschi, il film fu realizzato nel ’44 quindi in piena guerra e in un periodo decisamente difficile per la sua piena diffusione tanto da non essere apprezzato né dal pubblico né tantomeno dalla critica. Dopo il ’45 arrivò il meritato successo soprattutto per la bravura delle protagoniste, attrici già molto note, alle quali si affiancò anche la grande Paola Borboni, che diventerà poi una figura di spicco sulla scena teatrale italiana. Il film ambientato a Firenze ci propone una ricetta di tipico stampo toscano, piatto povero di derivazione contadina: la panzanella.

INGREDIENTI: 400 grammi di pane casereccio raffermo – 4 cucchiai di aceto di vino bianco – 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine – 1 cipolla rossa di Tropea – 2 cetrioli – 4 pomodori maturi – basilico – sale e pepe qb.

PROCEDIMENTO: Tagliare il pane a fette non troppo sottili e metterlo in ammollo per 20 minuti in contenitore con acqua fredda e 3 cucchiai di aceto. Strizzare bene il pane e sbriciolarlo in una insalatiera quindi unire i cetrioli puliti e tagliati a rondelle non troppo spesse, i pomodori privati dei semi e tagliati a spicchi, la cipolla tagliata a rondelle sottili, l’olio, 1 cucchiaio di aceto, sale e pepe macinato fresco e basilico sminuzzato grossolanamente. Conservare la panzanella in frigorifero fino al momento di servirla come piatto freddo estivo.
Antonio Iraci
https://www.accreditati.it/sorelle-materassi-di-ferdinando-maria-poggioli-1944/

Trasposizione questa volta cinematografica delle "Sorelle Materassi" in un film importante seppur realizzato in un periodo difficile, in un contesto talmente complicato che ogni considerazione tecnica ed artistica passa in secondo piano.
Ancora piu’ grave e significativo e’ il suicidio o presunto tale, del regista che avverra’ l’anno seguente a pochi mesi dall’uscita di quest’ultimo suo film, avvenimento che cito in sua memoria e per completezza d’informazione, dal momento in cui pare che tra le cause vi siano le aspre critiche ricevute.
Protagoniste sempre le sorelle e come potrebbe essere diversamente, sempre piu’ difficile nel portarle sullo schermo in 72 minuti di girato con le ristrettezze economiche della guerra a pesare non poco.
Per questa ragione la storia ha un retrogusto diverso rispetto il romanzo, leggero ma non troppo, piede pigiato sulla sensualita’ del nipote qui nelle vesti ruffiane e sornione del giocattolo per signore di una certa eta’, navi scuola con ancora qualche miglio da percorrere nella carena, un po’ come le sorelle che in questa versione non nascondono una passione carnale scevra da ogni innocenza pur essendo ormai, come posso dire, fuori produzione da troppo tempo ma a chilometri zero.
Il ruolo delle Materassi fu affidato alle celebri sorelle Gramatica, perfette nell’arte e nell’esperienza, meno nell’eta’ di venti anni superiore ai loro personaggi, il che da quasi settantenni, appaiono un po’ grottesche nel fare le fusa, passando infatti da scimmie su carta a gattine su celluloide, col giovane nipote.
Piu’ nel ruolo la Calamai come Peggy, imperiosamente passata da americana ad argentina e chi meglio nella donna emancipata se non colei che prima ha mostrato il seno scoperto nel cinema italiano e una Paola Borboni altra donna da combattimento che in quanto a nudita’ e vizio ne sapeva almeno quanto la nobildonna russa del suo personaggio.
Ad ogni modo il film non regge, con o senza il confronto col libro. Troppo aspro il tono, troppo severe le Gramatica, quando cerca di divertire diviene caustico, troppo in bilico tra farsa e dramma, per non parlare della parte finale completamente incentrata e inventata su Remo che passa cosi’ da mezzo a fine del soggetto.
Una commedia trasformata in dramma nazionalpopolare e nel cambio drastico di direzione, non nei tempi, nei modi e mezzi, boccio perche’ sono convinto si potesse fare di meglio.
https://ultimavisione.wordpress.com/2012/01/05/sorelle-materassi-film-1944-ferdinando-maria-poggioli/

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