TITULO ORIGINAL Ce n'è per tutti
AÑO 2009
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
DURACION 90 min.
DIRECCION Luciano Melchionna
GUION Luca De Bei, Luciano Melchionna
MUSICA Riccardo Regoli, Fabrizio Sciannameo
FOTOGRAFIA Tarek Ben Abdallah
MONTAJE Paola Freddi
VESTUARIO Michela Marino
REPARTO Lorenzo Balducci, Stefania Sandrelli, Ambra Angiolini, Giorgio Colangeli, Marco Aceti, Lina Bernardi, Nino Bernardini, Luca De Bei, Anna Falchi, Gabriele Guerra, Arnoldo Foà, Sandro Giordano, Francesco De Vito, Giorgio Carducci, Jordi Mollá
PRODUCTORA A Movie Productions / Medusa Film
GENERO Comedia
SINOPSIS Gianluca, un hombre al que cada día le cuesta más hacer frente a las contracciones de la vida, sube a lo alto del Coliseo. Mientras tanto, sus superficiales amigos viven situaciones hilarantes camino del Coliseo. La abuela de Gianluca también sube a lo alto del Coliseo, y su llegada es vital para que su nieto pueda salvarse. (FILMAFFINITY)
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Subtítulos (Inglés)
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Ce n'è (un po' troppo) per tutti
Gianluca è un ragazzo incapace di reggere le contraddizioni della vita e il dolore del mondo. Un giorno, Gianluca sale sul Colosseo con la volontà di estraniarsi da tutto. Mentre la realtà invadente e il cinismo dei mass-media lo assediano, i suoi amici confusi e superficiali cercano goffamente di raggiungerlo. L'unca che riuscirà ad avvicinarlo sarà sua nonna che cercherà di fargli ricordare la giocosità dell'infanzia e trasmettergli la leggerezza di chi ha vissuto a lungo ed ha imparato ad accettare la vita come viene... (sinossi)
Quando si parla di meta teatro è sempre in accezione positiva. E’ quel termine che ci ricorda che sfondare le quattro pareti del palcoscenico e andare oltre ci illumina sulla potenza di una determinata opera. Ma quando un impianto teatrale e un’impalcatura recitativa strettamente connessa ad esso vogliono riflettersi sul grande schermo, allora forse il risultato non sarà altrettanto piacevole. Forse il teatro dentro al cinema ci sta un po’ stretto, e si sa, quando la scarpa è larga si può rimediare, ma se è piccola ci si cammina male, punto.
La vicenda di Ce n'è per tutti si svolge sullo sfondo di una Roma piegata dalla violenza verbale ed acustica, e da una società che corre follemente verso una meta del tutto sconosciuta, a dispetto del silenzio e della riflessioni di chi invece ha bisogno di rallentare, come il protagonista. Gianluca (Lorenzo Balducci) ha negli occhi la verità di chi ha capito come girano le cose. Ha alle spalle una famiglia magra di contenuti e affetto, degli amici che tentano di sopperire alle mancanze della vita attraverso quotidiane banalità, e lui per tutta risposta si rifugia in cima al Colosseo, baluardo della simbologia cittadina e involucro di approssimatività storica. Lui è il perno attraverso il quale Melchionna ci racconta le vite degli altri, e attraverso le quali lo spettatore capisce l’azione estrema di Gianluca, corroborato nel suo gesto dalla vuotezza che lo circonda. L’unico pilastro per lui è la nonna, interpretata da StefaniaCe_n'è_per_tutti_Luciano_Melchionna_foto_testo Sandrelli, l’unica capace di stargli accanto nell’anima e fisicamente, arrampicandosi anch’essa sul Colosseo, tentando più che di convincere il nipote a scendere di nuovo nel mondo reale, di distrarlo dai suoi stessi pensieri.
L’intenzione di Luciano Melchionna con la sua opera seconda, Ce n’è per tutti, era di per sé lodevole : una critica spietata e livida rivolta al mondo in cui ci ritroviamo a sguazzare, pieno di luoghi comuni, filosofie banali, ed esistenze vuote. Il messaggio c’è, piuttosto è il mezzo che non è adeguato. La recitazione forzata, i tempi brevi (quasi “scenici”) e un tono generale un po’ troppo sopra le righe rendono questo film una continua rincorsa per giustificarsi. Persino Stefania Sandrelli, nel ruolo della nonna/voce della coscienza, un angelo “Clarence” meno simpatico e carismatico rispetto a quello di Capra, non convince e a tratti irrita nella sua interpretazione forzatamente démodé. La più convincente appare Micaela Ramazzotti, che rende questo –altrimenti- noioso lavoro una commedia amara, grazie alla figura divertente e dissacrante che si cuce addosso nei panni dell’amica sfigata ma con cervello, spalla di una bambolona ingenuotta e facilona interpretata da una Ambra Angiolini che, giorno dopo giorno, rafforza negli animi comuni la convinzione della sua totale sopravvalutazione. Il cinismo forzato di Melchionna non porta ad un superamento e ad un accrescimento dei personaggi, ma galleggia così, in una situazione di stallo fra consapevolezza e inconsapevolezza che non riesce a convincere. La sensazione imperante è la confusione, confusione di temi trattati e scelte stilistiche a tratti poco adeguate. La partecipazione straordinaria di Arnoldo Foà è uno sfoggio perplesso di auto compiacimento irritante : “usare” un grande come Foà e limitarsi a fargli fare scena muta ad eccezione dell’unica battuta, “Frocio”, urlata alla rediviva e folkroristica Momo (ricordate “apri funtanella,chiudi funtanella..”) cosa doveva dimostrare? Il superamento dei confini attoriali, l’usare un corpo celebre per farci rendere conto che la scelta non è stata effettuata per la nomea ma per il nome? Escluso il protagonista Balducci, relegato per un’ora e mezza in cima al Colosseo, i rimanenti Eva (Ambra Angiolini),Mauro (Francesco De Vito),Bruno (Marco Aceti), Isa (Micaela Ramazzotti), Paolo (Yari Gugliucci) e Claudia (Alessandra Muccioli) appaiono come sei personaggi in cerca di autore…o forse solo di sceneggiatura.
Roberta Bonori
http://www.cineclandestino.it/it/film-in-sala/2009/ce-n-tutti.html
Gianluca è un ragazzo incapace di reggere le contraddizioni della vita e il dolore del mondo. Un giorno, Gianluca sale sul Colosseo con la volontà di estraniarsi da tutto. Mentre la realtà invadente e il cinismo dei mass-media lo assediano, i suoi amici confusi e superficiali cercano goffamente di raggiungerlo. L'unca che riuscirà ad avvicinarlo sarà sua nonna che cercherà di fargli ricordare la giocosità dell'infanzia e trasmettergli la leggerezza di chi ha vissuto a lungo ed ha imparato ad accettare la vita come viene... (sinossi)
Quando si parla di meta teatro è sempre in accezione positiva. E’ quel termine che ci ricorda che sfondare le quattro pareti del palcoscenico e andare oltre ci illumina sulla potenza di una determinata opera. Ma quando un impianto teatrale e un’impalcatura recitativa strettamente connessa ad esso vogliono riflettersi sul grande schermo, allora forse il risultato non sarà altrettanto piacevole. Forse il teatro dentro al cinema ci sta un po’ stretto, e si sa, quando la scarpa è larga si può rimediare, ma se è piccola ci si cammina male, punto.
La vicenda di Ce n'è per tutti si svolge sullo sfondo di una Roma piegata dalla violenza verbale ed acustica, e da una società che corre follemente verso una meta del tutto sconosciuta, a dispetto del silenzio e della riflessioni di chi invece ha bisogno di rallentare, come il protagonista. Gianluca (Lorenzo Balducci) ha negli occhi la verità di chi ha capito come girano le cose. Ha alle spalle una famiglia magra di contenuti e affetto, degli amici che tentano di sopperire alle mancanze della vita attraverso quotidiane banalità, e lui per tutta risposta si rifugia in cima al Colosseo, baluardo della simbologia cittadina e involucro di approssimatività storica. Lui è il perno attraverso il quale Melchionna ci racconta le vite degli altri, e attraverso le quali lo spettatore capisce l’azione estrema di Gianluca, corroborato nel suo gesto dalla vuotezza che lo circonda. L’unico pilastro per lui è la nonna, interpretata da StefaniaCe_n'è_per_tutti_Luciano_Melchionna_foto_testo Sandrelli, l’unica capace di stargli accanto nell’anima e fisicamente, arrampicandosi anch’essa sul Colosseo, tentando più che di convincere il nipote a scendere di nuovo nel mondo reale, di distrarlo dai suoi stessi pensieri.
L’intenzione di Luciano Melchionna con la sua opera seconda, Ce n’è per tutti, era di per sé lodevole : una critica spietata e livida rivolta al mondo in cui ci ritroviamo a sguazzare, pieno di luoghi comuni, filosofie banali, ed esistenze vuote. Il messaggio c’è, piuttosto è il mezzo che non è adeguato. La recitazione forzata, i tempi brevi (quasi “scenici”) e un tono generale un po’ troppo sopra le righe rendono questo film una continua rincorsa per giustificarsi. Persino Stefania Sandrelli, nel ruolo della nonna/voce della coscienza, un angelo “Clarence” meno simpatico e carismatico rispetto a quello di Capra, non convince e a tratti irrita nella sua interpretazione forzatamente démodé. La più convincente appare Micaela Ramazzotti, che rende questo –altrimenti- noioso lavoro una commedia amara, grazie alla figura divertente e dissacrante che si cuce addosso nei panni dell’amica sfigata ma con cervello, spalla di una bambolona ingenuotta e facilona interpretata da una Ambra Angiolini che, giorno dopo giorno, rafforza negli animi comuni la convinzione della sua totale sopravvalutazione. Il cinismo forzato di Melchionna non porta ad un superamento e ad un accrescimento dei personaggi, ma galleggia così, in una situazione di stallo fra consapevolezza e inconsapevolezza che non riesce a convincere. La sensazione imperante è la confusione, confusione di temi trattati e scelte stilistiche a tratti poco adeguate. La partecipazione straordinaria di Arnoldo Foà è uno sfoggio perplesso di auto compiacimento irritante : “usare” un grande come Foà e limitarsi a fargli fare scena muta ad eccezione dell’unica battuta, “Frocio”, urlata alla rediviva e folkroristica Momo (ricordate “apri funtanella,chiudi funtanella..”) cosa doveva dimostrare? Il superamento dei confini attoriali, l’usare un corpo celebre per farci rendere conto che la scelta non è stata effettuata per la nomea ma per il nome? Escluso il protagonista Balducci, relegato per un’ora e mezza in cima al Colosseo, i rimanenti Eva (Ambra Angiolini),Mauro (Francesco De Vito),Bruno (Marco Aceti), Isa (Micaela Ramazzotti), Paolo (Yari Gugliucci) e Claudia (Alessandra Muccioli) appaiono come sei personaggi in cerca di autore…o forse solo di sceneggiatura.
Roberta Bonori
http://www.cineclandestino.it/it/film-in-sala/2009/ce-n-tutti.html
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Gianluca una sera decide di arrampicarsi in cima al Colosseo per poter trovare un momento di tranquillità ed osservare il mondo dall’alto. Da quel momento scoppia il putiferio: autorità, TV e soprattutto amici tentano di accorrere ad osservare quello che ritengono un aspirante suicida.
Gianluca una sera decide di arrampicarsi in cima al Colosseo per poter trovare un momento di tranquillità ed osservare il mondo dall’alto. Da quel momento scoppia il putiferio: autorità, TV e soprattutto amici tentano di accorrere ad osservare quello che ritengono un aspirante suicida.
Questo lo spunto di partenza di Ce n’è per tutti, opera seconda di quel Luciano Melchionna che qualche tempo fa aveva fatto discutere col suo esordio tutt’altro che conciliatorio, il durissimo Gas. Adesso il regista ha decisamente scelto di viaggiare su binari più sicuri ed ha optato per una commedia dai toni esplicitamente iperrealistici per raccontare una serie di personaggi che sconfinano senza remore nel grottesco; l’impianto corale di Ce n’è per tutti permette alcuni siparietti abbastanza gustosi, anche se non tutte le storie messe in scena risultano efficaci. A divertire (e divertirsi) più di tutti è il duetto che vede protagoniste Ambra Angiolini e Micaela Ramazzotti, impegnate nell’interpretare due amiche totalmente differenti: bacchettona e repressa Isa, sexy e superficiale Eva. Già il fatto di vedere le due attrici alle prese con i ruoli invertiti (ci si sarebbe aspettato di vedere la Ramazzotti nei panni dell’oca giuliva e la Angiolini in quelli della frustrata, no?) suscita un certo interesse, aumentato dalla scelta originale di inserire le loro scene in ambientazioni e setting che di solito non vengono adoperati nel nostro cinema, oppure non vengono sfruttati per sviluppare la sensazione di tempo sospeso che il film in alcuni momenti riesce a dare al pubblico.
Quello che però riesce a Melchionna nella storia incentrata sulla Ramazzotti e sulla Angiolini, purtroppo non gli riesce invece con gli altri attori: i segmenti restanti di Ce n’è per tutti infatti raccontano con poca incisività quello che in teoria dovrebbe essere un universo umano disperato ed ipocrita, e che alla fine risulta invece soltanto abbozzato, quindi incapace di far riflettere lo spettatore come il film vorrebbe. Quella che ne viene fuori è una sequenza di personaggi potenzialmente introspettivi e poetici, ma in pratica incapaci di incidere, delineati in maniera quanto meno sommaria. In un cinema italiano che continua quasi sempre a scegliere storie striminzite ed un’idea di messa in scena volutamente “povera”, una produzione piccola come Ce n’è per tutti vuole invece adoperare la lente deformante del grottesco per costruire un lungometraggio surreale. Il risultato è debole, con pochi sprazzi di buon cinema e troppi momenti di stanca. L’iniziativa però va almeno lodata, e speriamo che Melchionna – e pochi altri registi insieme a lui – vogliano continuare su questa strada.
Adriano Ercolani
http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Recensioni/Page/?Key=1089
Quello che però riesce a Melchionna nella storia incentrata sulla Ramazzotti e sulla Angiolini, purtroppo non gli riesce invece con gli altri attori: i segmenti restanti di Ce n’è per tutti infatti raccontano con poca incisività quello che in teoria dovrebbe essere un universo umano disperato ed ipocrita, e che alla fine risulta invece soltanto abbozzato, quindi incapace di far riflettere lo spettatore come il film vorrebbe. Quella che ne viene fuori è una sequenza di personaggi potenzialmente introspettivi e poetici, ma in pratica incapaci di incidere, delineati in maniera quanto meno sommaria. In un cinema italiano che continua quasi sempre a scegliere storie striminzite ed un’idea di messa in scena volutamente “povera”, una produzione piccola come Ce n’è per tutti vuole invece adoperare la lente deformante del grottesco per costruire un lungometraggio surreale. Il risultato è debole, con pochi sprazzi di buon cinema e troppi momenti di stanca. L’iniziativa però va almeno lodata, e speriamo che Melchionna – e pochi altri registi insieme a lui – vogliano continuare su questa strada.
Adriano Ercolani
http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Recensioni/Page/?Key=1089
Dopo il controverso Gas, Luciano Melchionna torna alla regia con Ce n'è per tutti, commedia corale presentata alla stampa, venerdì 9 gennaio, al Teatro Lo Spazio a Roma.
Prodotto da Medusa Film e Amovie di Anna Falchi (interprete anche di un cameo) e suo fratello Sauro, girato interamente a Roma in 7 settimane, il film racconta la storia di Gianluca, (ma anche di Bruno. Eva, Mauro, Saverio…) che, incapace di reggere le contraddizioni della vita e il dolore del mondo, sale sul Colosseo con la volontà di estraniarsi da tutto il resto, dando così il pretesto ai suoi amici per scardinare le proprie vite e sognare di diventare eroi, da vittime, che sono, di quella società dei mass media che “enfatizza e inventa disastri immaginari, pur di distrarsi da quelli reali”.
E se da un lato sono proprio i mass media - che rilanciano la notizia del presunto tentativo di suicidio - ad essere i protagonisti collaterali della storia, di contro troveremo il riscatto nella figura della nonna di Gianluca, una donna forte, come può essere solo chi ha vissuto e visto con i propri occhi, - “e non attraverso la televisione” - le guerre, il dolore, la paura, la fame, ed è riuscita lo stesso a vivere “la gioia vera e profonda del godere della vita, anche nei suoi aspetti più semplici”.
E' questa contrapposizione tra due mondi apparentemente inconciliabili, è questo alternarsi di movimenti macchina scattanti e inquadrature classiche, (campi e controcampi, morbide carrellate), è questo intervallarsi di violenza verbale e acustica, e di silenzio ovattato, su cui si regge tutto il film, che senza la pretesa di dare nessuna morale, riesce a dare allo spettatore la risposta che cerca, la stessa che trovano tutti gli amici di Gianluca correndo da lui: “occorre fermarsi un attimo, attendere, prendersi il tempo di riflettere e di fare i conti con il presente”.
Ce n'è per tutti è una storia, apparentemente leggera, comica per contrasto che punta il dito su ciò che non va, e se Gas, che affrontava lo stesso disagio dei giovani, è stato vessato dal divieto ai minori di 18 anni, perché considerato un film violento, con questo film, Melchionna, cerca il riscatto poetico, non rinnegando il “suo primo bambino” - come lui stesso lo definisce - ma semplicemente “abbassando il livello critico dello spettatore nella speranza di riuscire a far passare il messaggio”.
Con lui, di nuovo Lorenzo Balducci, già protagonista di Gas, Ambra Angiolini stravolta nel suo aspetto fisico “sono bionda, ho il gel sulle unghie e un trucco pesante - ha ironizzato l'attrice sdoganata da Opzetec - inoltre, utilizzo un gergo molto romano e Dio solo sa quanti soldi ho dovuto spendere in passato per togliermi dalla bocca quell'accento" e poi Sandro Giordano, il “ragazzone con un neurone”, Alessandra Muccioli, la salumiera che si crede Greta Garbo, Elena Russo, Yari Gugliucci l'imbranato, Marco Aceti il “piacione ambiguone”, Giorgio Colangeli e Giselda Volodi, padre aggressivo lui, e madre sotto psicofarmaci lei, e infine Arnoldo Foà e Stefania Sandrelli, i due nonni. Accanto a loro, anche Micaela Ramazzotti, Jordi Mollà e Francesco De Vito.
Un cast divertente e divertito che ha lasciato trasparire durante tutta la conferenza stampa un forte affiatamento, non ci resta, quindi, che aspettare l'uscita del film nelle sale per capire se, dopo averci “tolto il fiato”, in uno scantinato abbandonato, stavolta Melchionna, riuscirà a farci respirare a pieni polmoni la vita…
Le premesse ci sono tutte.
Sandra Scarpettini
http://lnx.whipart.it/cinema/5561/ce-n-e-per-tutti-melchionna.html
Prodotto da Medusa Film e Amovie di Anna Falchi (interprete anche di un cameo) e suo fratello Sauro, girato interamente a Roma in 7 settimane, il film racconta la storia di Gianluca, (ma anche di Bruno. Eva, Mauro, Saverio…) che, incapace di reggere le contraddizioni della vita e il dolore del mondo, sale sul Colosseo con la volontà di estraniarsi da tutto il resto, dando così il pretesto ai suoi amici per scardinare le proprie vite e sognare di diventare eroi, da vittime, che sono, di quella società dei mass media che “enfatizza e inventa disastri immaginari, pur di distrarsi da quelli reali”.
E se da un lato sono proprio i mass media - che rilanciano la notizia del presunto tentativo di suicidio - ad essere i protagonisti collaterali della storia, di contro troveremo il riscatto nella figura della nonna di Gianluca, una donna forte, come può essere solo chi ha vissuto e visto con i propri occhi, - “e non attraverso la televisione” - le guerre, il dolore, la paura, la fame, ed è riuscita lo stesso a vivere “la gioia vera e profonda del godere della vita, anche nei suoi aspetti più semplici”.
E' questa contrapposizione tra due mondi apparentemente inconciliabili, è questo alternarsi di movimenti macchina scattanti e inquadrature classiche, (campi e controcampi, morbide carrellate), è questo intervallarsi di violenza verbale e acustica, e di silenzio ovattato, su cui si regge tutto il film, che senza la pretesa di dare nessuna morale, riesce a dare allo spettatore la risposta che cerca, la stessa che trovano tutti gli amici di Gianluca correndo da lui: “occorre fermarsi un attimo, attendere, prendersi il tempo di riflettere e di fare i conti con il presente”.
Ce n'è per tutti è una storia, apparentemente leggera, comica per contrasto che punta il dito su ciò che non va, e se Gas, che affrontava lo stesso disagio dei giovani, è stato vessato dal divieto ai minori di 18 anni, perché considerato un film violento, con questo film, Melchionna, cerca il riscatto poetico, non rinnegando il “suo primo bambino” - come lui stesso lo definisce - ma semplicemente “abbassando il livello critico dello spettatore nella speranza di riuscire a far passare il messaggio”.
Con lui, di nuovo Lorenzo Balducci, già protagonista di Gas, Ambra Angiolini stravolta nel suo aspetto fisico “sono bionda, ho il gel sulle unghie e un trucco pesante - ha ironizzato l'attrice sdoganata da Opzetec - inoltre, utilizzo un gergo molto romano e Dio solo sa quanti soldi ho dovuto spendere in passato per togliermi dalla bocca quell'accento" e poi Sandro Giordano, il “ragazzone con un neurone”, Alessandra Muccioli, la salumiera che si crede Greta Garbo, Elena Russo, Yari Gugliucci l'imbranato, Marco Aceti il “piacione ambiguone”, Giorgio Colangeli e Giselda Volodi, padre aggressivo lui, e madre sotto psicofarmaci lei, e infine Arnoldo Foà e Stefania Sandrelli, i due nonni. Accanto a loro, anche Micaela Ramazzotti, Jordi Mollà e Francesco De Vito.
Un cast divertente e divertito che ha lasciato trasparire durante tutta la conferenza stampa un forte affiatamento, non ci resta, quindi, che aspettare l'uscita del film nelle sale per capire se, dopo averci “tolto il fiato”, in uno scantinato abbandonato, stavolta Melchionna, riuscirà a farci respirare a pieni polmoni la vita…
Le premesse ci sono tutte.
Sandra Scarpettini
http://lnx.whipart.it/cinema/5561/ce-n-e-per-tutti-melchionna.html
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“Il mio film vorrebbe essere prima di tutto una riflessione sul presente – esordisce Melchionna – Le persone di oggi troppo spesso vivono nel passato e non sanno apprezzare quello che hanno, non sanno fare tesoro di piccoli gesti quotidiani e si lanciano invece in opere roboanti e troppo spesso vacue. Ho provato a rappresentare il male di vivere sotto differenti aspetti ed adoperando toni differenti. Spero di esserci riuscito.”
“Il mio film vorrebbe essere prima di tutto una riflessione sul presente – esordisce Melchionna – Le persone di oggi troppo spesso vivono nel passato e non sanno apprezzare quello che hanno, non sanno fare tesoro di piccoli gesti quotidiani e si lanciano invece in opere roboanti e troppo spesso vacue. Ho provato a rappresentare il male di vivere sotto differenti aspetti ed adoperando toni differenti. Spero di esserci riuscito.”
Che tipo di sviluppo c’è stato rispetto al suo esordio, Gas?
“Con Ce n’è per tutti ho avuto un approccio sicuramente differente. Con Gas volevo andare dritto allo spettatore e dargli un pugno nello stomaco, sbattergli in faccia la forza del mio film. Con questo secondo lungometraggio invece ho cercato di far arrivare il messaggio o i messaggi contenuti in maniera più sottile, equilibrata. Se lo spettatore sorride di determinate situazioni ed aspetti della nostra vita, probabilmente poi gli vengono inculcati dentro, più i profondità rispetto ad un approccio diretto, violento come lo avevo adoperato nel mio esordio.”
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Adriano Ercolani
http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Interviste/Page/?Key=1086
Graciasssssssssssssssssssss!!!
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