TITULO ORIGINAL La donna nel mondo
AÑO 1963
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 110 min.
DIRECCION Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi (AKA F.E. Prosperi)
GUION Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi (AKA F.E. Prosperi)
MUSICA Nino Oliviero, Riz Ortolani
FOTOGRAFIA Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi
REPARTO Documentary, Peter Ustinov
PRODUCTORA Cinematografica RI.RE / Cineriz / Tempo Film
GENERO Documental
TITULO ORIGINAL La donna nel mondo
AÑO 1963
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 110 min.
DIRECCION Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi (AKA F.E. Prosperi)
GUION Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi (AKA F.E. Prosperi)
MUSICA Nino Oliviero, Riz Ortolani
FOTOGRAFIA Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi
REPARTO Documentary, Peter Ustinov
PRODUCTORA Cinematografica RI.RE / Cineriz / Tempo Film
GENERO Documental
SINOPSIS Narrado por Peter Ustinov, el documental pretende mostrar la visión que se tiene de las mujeres en varios países. (FILMAFFINITY)
Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
È il 2° lungometraggio documentario del trio Cavara-Jacopetti-Prosperi dopo Mondo cane (1962); dal successivo Mondo cane n. 2 (1963) Cavara si ritirò. È ufficialmente un giro del mondo per illustrare la condizione della donna nelle varie società. "Si comincia con un paio di natiche femminili e si finisce con la Madonna di Lourdes" (G.C. Castello), alternando le prefiche sarde di Orgosolo alle puttane in vetrina di Amburgo, le mogli divorziande di Las Vegas alle ballerine di Tahiti, circoli di lesbiche, sacerdotesse di riti orfici, madri che hanno partorito figli deformi a causa del talidomide. L'ideologo del trio è Jacopetti, autore del commento in uno stile da rotocalco che, connotato da nichilismo reazionario e finta irriverenza goliardica, fece scuola nel giornalismo italiano e dintorni. Affidato alla voce di Stefano Sibaldi. Dedicato a Belinda Lee,
morta nel 1961. (Il Morandini)
Consueta scorribanda intercontinentale del documentarista Jacopetti alla ricerca delle sensazioni forti, dei contrasti e delle curiosità (possibilimente macabre) su un tema prefissato. Qui la condizione femminile.
Commento:
Dopo Mondo Cane e Mondo Cane 2, il trio Jacopetti/Cavara/Prosperi ci accompagna in un excursus sulla condizione della donna negli anni Sessanta. I temi portanti del documentario (la bellezza e la sensualità femminile, il matriarcato e il patriarcato, la maternità e l’immancabile guerra), di per sé interessanti, sono però scarsamente valorizzati da una regia che annacqua tutte le idee migliori con un’impostazione purtroppo tipica del genere: la voce narrante cerca più di criticare e deridere le varie usanze filmate in giro per il mondo (spesso pure traviandole banalmente) anziché cercare in esse un significato che vada oltre il pregiudizio (pessime come sempre le battutine su omosessuali e lesbiche).
Tra le scene degne di nota ricordiamo: un gruppo di ragazze cinesi che vanno in spiaggia con l’ombrellino per non abbronzarsi, le splendide danzatrici di Tahiti, la poliandria e le donne fumatrici in Malaysia, le aspiranti attricette di Cannes e di Los Angeles, le giovanissime prostitute di Hong Kong. Della prima metà del film, gran parte è dedicata alla condizione femminile in Giappone, e in particolar modo all’educazione sessuale a Tokyo (com’era diversa negli anni Sessanta!) e alla galoppante occidentalizzazione del Paese del Sol Levante.
Troviamo anche scene curiose (e probabilmente false) come il rito svelato della “sirena” presso un’isola abitata da una tribù indigena di soli uomini, un fotografo che unisce le parti migliori di decine di donne per ricreare la “donna ideale americana”, e un grandangolo della “Casa degli studenti” in Svezia. La seconda parte è meno efficace, ma si conclude con la scena cult dei bambini focomelici e con la bella ripresa delle Suore della Provvidenza con i bambini Masai. Musiche come al solito di Riz Ortolani.
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