TÍTULO ORIGINAL
Chi salverà le rose?
AÑO
2017
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
103 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Cesare Furesi
GUIÓN
Cesare Furesi
MÚSICA
Marcello Peghin
FOTOGRAFÍA
Giuseppe Pignone
REPARTO
Carlo Delle Piane, Caterina Murino, Lando Buzzanca, Antonio Careddu, Philippe Leroy, Guenda Goria, Eleonora Vallone, Massimiliano Buzzanca
PRODUCTORA
Corallo Film
GÉNERO
Drama. Romance | Homosexualidad. Vejez/Madurez
Si intitola Chi salverà le rose? - e l'interrogativo poetico e un po' misterioso non è casuale – il film di Cesare Furesi (in programma in questi giorni nelle sale dell'Isola e della Penisola) imperniato su una delicata e struggente storia d'amore tra due uomini – interpretati da un ottimo e sempre convincente Carlo Delle Piane e da uno straordinario Lando Buzzanca.
Un'antica passione trasfigurata in tenerezza – un sentimento intimo e profondo che riempie la casa - come racconta la figlia Valeria (un'affascinante e intensa Caterina Murino) - di una perenne quasi insostenibile “euforia”. Completano il cast Eleonora Vallone (nel ruolo di un'aristocratica e spietata giocatrice) e Philippe Leroy – l'amico biscazziere, oltre al giovane Antonio Careddu, attore di solida formazione teatrale che presta il volto all'adolescente nipote, con aria di superficialità e raffinatezza da golden boy ma con tutta la fragilità e le insicurezze della sua età.Focus sull'amore e sul significato della bellezza in quest'insolita e riuscita “opera prima” tra dolcezza e rabbia, fin nella dedica iniziale al padre perduto, con una trama complicata e semplice insieme in cui s'intrecciano le vicende di più personaggi, su cui il regista (che firma anche la sceneggiatura insieme al figlio Guido con la collaborazione di Paola Mammini) preferisce non svelare troppi dettagli, lasciando allo spettatore il compito di completare il quadro.
Una narrazione incalzante e piena di sorprese, per un ritratto di famiglia ancora ricco di segreti – a partire dall'ambigua professione dell'avvocato Giulio (Carlo Delle Piane – e il riferimento ai film dei Taviani è assolutamente voluto), maestro nel gioco d'azzardo di cui il nipote Marco (Antonio Careddu) pare aver ereditato il talento, per non dire dell'ancor più enigmatica figura del suo compagno d'una vita, Claudio (Lando Buzzanca) di cui s'intuisce il grande carisma e la capacità di suscitare e tener vivi gli affetti – perfino quello della ribelle Valeria.
Chi salverà le rose? è il refrain di una conversazione d'amore che ancora continua incessante perfino nei sogni, mentre gli antichi fasti di una villa ormai in rovina e di un albergo fallito segnano l'inizio di una fine annunciata – ma resta l'incanto dei tramonti su Alghero: una domanda sospesa, nell'urgenza di convocare l'intera famiglia per cercare di salvare il salvabile o forse semplicemente stringersi in un estremo abbraccio.
Affiorano antichi rancori, una rabbia mai sopita, la ferita di un abbandono che in realtà era un movimento di fuga («ma una figlia si aspetta di essere richiamata»), tra le molte incomprensioni e i silenzi di una felicità interrotta, nell'impossibilità di vivere all'ombra di quella pericolosa e irraggiungibile “euforia”.
Film costruito su una sottile suspense in cui nulla è come appare e la verità è invisibile agli occhi, per cui è opportuno non svelare troppo della trama, Chi salverà le rose? si presta a più livelli d'interpretazione e tocca temi che vanno dal brivido e dai rischi del gioco d'azzardo, all'idea della perdita e la paura dell'abbandono, le misteriose ferite dell'infanzia e le incomprensioni figlie del silenzio tra persone che pure si vogliono bene ma non sanno comunicare, e regala – quasi a tradimento, come la bellezza - un colpo al cuore.
http://www.cinemecum.it/newsite/index.php?option=com_content&view=article&id=5047%3Achi-salvera-le-rose-di-cesare-furesi-un-enigma-in-forma-d-amore&catid=335&Itemid=719
È questa la storia di Giulio (Carlo Delle Piane) e di Claudio (Lando Buzzanca), non più giovanissimi, ma uniti da un grande amore che va avanti da anni. Entrambi vivono nel loro ex albergo, andato in fallimento a causa del vizio di Giulio per il poker. Anche a seguito di ciò, Valeria, figlia di quest’ultimo, ha deciso di interrompere qualsiasi rapporto con il genitore. Un giorno, però, a causa della grave malattia di Claudio, Giulio deciderà di chiamare sua figlia insieme al nipote Marco chiedendo loro di tornare a trovarli dopo tanti anni.
Che dietro il lavoro di Furesi ci siano le migliori intenzioni, è cosa certa. Molto bella, infatti, anche se non proprio originalissima, l’idea di mettere in scena la delicata storia d’amore tra i due uomini, con tutte le loro abitudini ed i loro rituali quotidiani, ad esempio. Tuttavia, la scarsa riuscita di questa sua opera prima è, dunque, sicuramente una forte ingenuità da un punto di vista prettamente cinematografico, la quale ha portato ad una messa in scena maldestra e con non pochi elementi di disturbo al proprio interno. Fin dai primi dialoghi tra Carlo Delle Piane e Lando Buzzanca, infatti, da subito qualcosa ci disturba. E non si tratta soltanto di una poco esperta direzione degli attori, bensì anche delle battute stesse presenti all’interno dello script: troppo “letterarie”, troppo macchinose, poco spontanee e quasi “finte”. Ovviamente tale problema persisterà durante tutto il lungometraggio, anche per quanto riguarda i personaggi di Valeria (Caterina Murino) ed altre figure secondarie. Esempio lampante di un uso eccessivo della parola è il momento in cui Valeria stessa, truccandosi davanti ad una specchiera, pronuncia tra sé e sé la frase “Questo pranzo non me lo voglio perdere!”. Non dimentichiamo che, però, l’errore di dare troppo spazio alle parole a scapito delle immagini probabilmente derivare dal fatto che Furesi ha innanzitutto grande esperienza come scrittore e successivamente come regista, il che, spesso e volentieri, può creare situazioni del genere.
Il vero problema di Chi salverà le rose?, però, è, di fatto, un altro. Di fianco a battute troppo “ingombranti” ed a una maldestra direzione attoriale, ecco uno script che presenta al proprio interno dei buchi decisamente importanti. Non mancano, di conseguenza, personaggi lasciati in sospeso che finiscono per non avere alcun peso all’interno della narrazione stessa (prima fra tutte Elisabetta, la ragazza di Marco), così come snodi narrativi talmente poco convincenti da far perdere di credibilità a tutto il lungometraggio (come la decisione da parte di Giulio, in prossimità del finale, di togliersi la vita e la relativa, patetica scena che vede protagonista l’uomo insieme a sua figlia Valeria).
Nel tentativo di rilanciare l’albergo di famiglia, ad un certo punto la stessa Valeria afferma di voler vendere i tramonti e non le camere (riferendosi al panorama che si può vedere dalla struttura). Evidentemente tale operazione è stato anche il tentativo di Furesi nel mettere in piedi la storia. E, di fatto, come già è stato detto, di bei paesaggi e di panorami mozzafiato il film è pieno. Tutto ciò, unito alle ottime intenzioni iniziali, però, al fine di ottenere un buon risultato finale, non è sufficiente. Purtroppo.
Marina Pavido
https://entracteblog.wordpress.com/2017/03/14/la-recensione-chi-salvera-le-rose-di-cesare-furesi/
Definito dagli autori uno spin-off di “Regalo di Natale” di Pupi Avati, questo film, con Carlo Delle Piane e Lando Buzzanca (già icona gay per la fiction “Mio figlio”), ci racconta una famiglia gay. Una famiglia arcobaleno ante litteram che si troverà ad appianare attriti e incomprensioni prima che sia troppo tardi. Un finale a sorpresa, durissimo, che fa riflettere e discutere. Il film vuole essere, secondo gli autori, un omaggio al sentimento più alto, l’Amore, a prescindere dai generi, dai ruoli e dalle età. Giulio Santelia (Carlo Delle Piane) è un anziano signore. Ha fatto del poker una professione, dimenticando il titolo di Avvocato, e dedicandosi alla sua storia d’amore con Claudio (Lando Buzzanca). Giulio ha una figlia, Valeria (Caterina Murino), rimasta orfana prestissimo, che da tempo non vive con lui, con cui ha un rapporto conflittuale e che invece adora Claudio. Valeria ha a sua volta un figlio, Marco (Antonio Careddu), che ha cresciuto da sola, che adora i “nonni” e ha ereditato la passione del poker, seppur con scarsi risultati. Quando Claudio si ammala gravemente, tutto l’amore viene raccolto da Giulio in una rosa, portata al suo capezzale ogni mattina. Per Claudio smette di giocare a poker ma in poco tempo i soldi finiscono, e Giulio è costretto a licenziare il giardiniere, la cuoca e a vendere persino i mobili, inscenando il bluff perfetto all’interno della loro casa, nella splendida Alghero. Come in una pièce teatrale, dirige se stesso nelle diverse mansioni, per non far mancare nulla all’amato Claudio, ignaro della situazione. Ma il suo amore non può bastare, c’è bisogno di altro, di una somma di amori. C’è bisogno di aiuto. C’è bisogno di Valeria… Carlo Delle Piane (Coppa Volpi alla Mostra Internazionale del cinema di Venezia per il suo ruolo in “Regalo di Natale”) ha dichiarato: “… non avrei mai immaginato di subire uno straordinario fascino, leggendo una storia che tratta l’amore fra due anziani dello stesso sesso. Un tema importante, quello contenuto nelle 107 pagine della sceneggiatura, affrontato con tatto e delicatezza. Un bel tentativo di accordare il concetto di nucleo familiare che si adegua naturalmente, e mantiene intatte le dinamiche dei rapporti. E finalmente si parla di Amore Vero. Scritto benissimo”. Il regista Cesare Foresi ha detto di essere stato ispirato anche dalla lettera che Sophia, una bambina di 10 anni, inviò al Presidente degli Stati Uniti. La lettera diceva: “Caro Presidente, volevo solo dirti che sono felice che sei d’accordo che due uomini possano amarsi perché ho due papà e loro si amano. Ma a scuola gli altri bambini pensano che questo sia disgustoso e strano e questo mi ferisce…”. Foresi ci spiega: “La nostra sceneggiatura tratta questo argomento. Duro, diretto, ma amabilmente sviluppato. Due nonni, una figlia, un nipote, una malattia, delle carte da gioco… tutto accuratamente miscelato in modo che l’amore, e solo quello, possa emergere. L’omosessualità dei due anziani non arriva come tale, ma si inserisce nella storia con delicata naturalezza. Nessun richiamo a standard comportamentali o al “vizietto”… niente di tutto questo”.
https://www.cinemagay.it/film/salvera-le-rose/
Ambientato ad Alghero, città d’origine del regista Cesare Furesi al suo primo lungometraggio, Chi salverà le rose? riporta al cinema Giulio Santelia, l’avvocato del film Regalo di Natale di Pupi Avati, donandogli una storia tutta nuova.
Opera prima di Cesare Furesi, Chi salverà le rose? mette al centro un’anziana coppia omosessuale e il conflitto tra genitore e figlia. Giulio (Carlo Delle Piane) che potremmo definire il vero protagonista, dato che è il nodo che lega tutti gli altri personaggi, è un anziano amante del poker. L’uomo, ex avvocato, vive felicemente la sua storia d’amore col compagno Claudio (Lando Buzzanca); un po’ meno il rapporto con la figlia Valeria (Caterina Murino), orfana di madre, che adora, però, Claudio. La donna è mamma di un giovane ragazzo, cresciuto da sola e che ha preso dal nonno la passione per il gioco d’azzardo di carte.
L’idea di partenza di Chi salverà le rose? è sicuramente interessante, stimolante, attuale, persino poetica e parte da un ottimo espediente narrativo: raccontare la vecchiaia fra due persone amate, il tempo che cambia il suo scorrere e i movimenti dei personaggi che si fanno più lenti. E le prime scene del film fanno ben sperare in una storia d’amore con un sottofondo di poker che potrebbe essere molto promettente. Poi, però, tutto svanisce. Sceneggiatura e cast pian piano perdono sempre più la loro cedibilità, lasciando come unico perno e punto di forza della vicenda quella tenerezza struggente che traspare da ogni sguardo e da ogni movimento di Carlo Delle Piane.
Il secondo filone narrativo, legato alla figlia Valeria (Caterina Murino) e al nipote Marco, fa crollare il film e lo fa soffrire di una sindrome da piccolo schermo, dove i meri eventi e il bisogno eccessivo di dialoghi prendono il sopravvento sul racconto di coppia, quello più espressamente cinematografico, che riusciva con garbo a creare delle immagini suggestive e delicate.
Nonostante le premesse, il soggetto lodevole e le tematiche impegnate sulle quali solleva l’attenzione, Chi salverà le rose? non riusce a cogliere l’interezza del sentimento di questa vita famigliare e di questo amore, sottraendo rilievo alla forma ed anche al contenuto, prospettando solo frammenti di una storia e non il senso della storia nella sua interezza.
Federica Rizzo
https://darumaview.it/2017/chi-salvera-le-rose-recensione-film
No hay comentarios:
Publicar un comentario