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lunes, 21 de octubre de 2013

Splendori e miserie di Madame Royale - Vittorio Caprioli (1970)


TITULO ORIGINAL Splendori e miserie di Madame Royale
AÑO 1970
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 103 min.
DIRECCION Vittorio Caprioli
GUION Vittorio Caprioli, Enrico Medioli, Bernardino Zapponi
MUSICA Fiorenzo Carpi
REPARTO Ugo Tognazzi, Maurice Ronet, Jenny Tamburi, Maurizio Bonuglia, Vittorio Caprioli, Luciano Bonnani, Dante Cleri, Luca Sportelli, Franco Caracciolo, Nestore Cavaricci, Gino Milli
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia; Mega Film / Société Nouvelle de Cinématographie (SNC)
GENERO Drama | Homosexualidad

SINOPSIS Se están cometiendo una serie de asesinatos entre la comunidad homosexual. El detective encargado de la investigación se pone en contacto con un travesti llamado Madame Royale para recabar su colaboración... (FILMAFFINITY)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)


TRAMA:
Alessio, un omosessuale, ex-ballerino ed ora corniciaio, ha allevato come una figlia la giovane Mimmina, abbandonata dal padre in tenera età. Nonostante il suo impegno di rendere la ragazza una donna onesta e a modo, Mimmina rivela una completa spregiudicatezza morale che la conduce in carcere per un tentativo di aborto. Nella speranza di giovare in qualche modo alla giovane, cui è sinceramente affezionato, Alessio accetta allora la proposta di un ambiguo commissario e diventa delatore della polizia. Grazie alle sue confidenze, la polizia riesce a sventare traffici di droga, di quadri falsi e di foto pornografiche, ma Alessio si vede ben presto abbandonato da tutti gli amici che hanno scoperto la sua attività di delatore. Deciso a trasferirsi in un'altra città, Alessio resta vittima della vendetta della malavita proprio alla vigilia della sua partenza.

CRITICA:
"Artificioso nella costruzione del racconto e approssimativo nella definizione psicologica dei personaggi, il film denuncia inoltre gravi scompensi tra i toni grotteschi della prima parte e quelli della seconda." (Segnalazioni Cinematografiche 71, 1971)
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Ma non è certo rimasto nella storia del cinema questo film nato dall’ irreparabile bisogno del grande attore Vittorio Caprioli (è successo a tanti attori) di fare il regista.
Il compianto Vittorio Caprioli non era certo uno sprovveduto ma bensì uno stimato intellettuale che non disdegnava l’impegno
morale e il pensiero profondo. E così si andò ad incartare con una scialba regia, in una fiacca storia, in un film modesto: SPENDORI E MISERIE DI MADAME ROYALE.
Molti di voi, questo film, lo hanno rimosso dalla memoria. E’ mio compito rinfrescarvi la memoria anche sulle cose sgradite.
Caprioli voleva raccontare, conducendo in parallelo toni bizzarri e un po’ surreali a toni di impietoso realismo, storie di ordinaria “diversità”. Diversità non soltanto sociale ma soprattutto di “vizietto”.
Un “diversissimo” Ugo Tognazzi, rimasto vedova del marito, deve fare da mamma a una giovane figlia che piccolissima aveva adottato. Sullo sfondo strani omicidi, ricettazioni e malavitosaggini varie (per questi “diversi” non è facile vivere onestamente), party e feste con partecipanti rigorosamente vestiti da Madame e dove troneggia una maestosa Tognazzi alias Madame Royale.
Il film si stiracchia flebile e piatto senza offrire né divertimento, né commozione, né partecipazione.
Non si può dubitare delle buone intenzioni di Caprioli nel prendere le parti di una umanità emarginata, anzi ha fatto
ditutto per evitare il facile moralismo, ma purtroppo non è riuscito ad evitare la retorica. E in questo non gli ha dato
certo una mano Ugo Tognazzi, che stabilizzatosi forse dagli allori che al tempo gli piovevano addosso in gran numero, concede
a iosa superficialismi e cliché interpretativi, quasi a dire : “…posso fare quello che voglio tanto sono sempre un grande attore…anzi quasi quasi ne approfitto per fare una prova tecnica per quel film che reciterò tra un po’ di anni chiamato "IL VIZIETTO".
Solo nel finale, nella scena in cui si compie il tragico destino di Madame Royale, quando dentro l’auto si rende conto di avere a che fare con i suoi assassini, Ugo Tognazzi si ricorda di essere un grande attore e, messi da parte clichè e banalità, dimostra la sua bravura.
Risvegliatici dal torpore ci rimante campo solo per l’immagine del cadavere di Tognazzi ripescato dal fiume con indosso i regali vestiti di Madama Royale ridotto a cenci, bel finale di un film goffo assai.
Alessia Mocci


Da Dario Bellezza a Madame Royale
«Colosseo che mi hai cresciuto agli Amori/rientro in te come nel ventre di una Madre;/lascio indietro il patetico piccolo mondo/che m' offende; si allenta il rumore/del traffico, delle macchine che sobillano/la coscienza insicura di sé a desiderarle.// Tutto velocemente cambia, il destino si perde/dentro gli umidi corridoi, ritorna/all' unica sorte possibile: la carne/fa strazio di sé per punirsi di crescere/o di essere cresciuta al Desiderio e al Potere». Così comincia il poemetto «Colosseo» che Dario Bellezza lesse agli amici nel 1968, in una cantina romana. Imbevuti di poesia d' avanguardia, tutti ne rimanemmo impressionati. Era una voce nuova, che commentava (o cantava) esperienze nuove. Mi è tornato in mente vedendo «Splendori e miserie di Madame Royale» di Vittorio Caprioli, un film del 1970. Dubito che Caprioli conoscesse i versi di Bellezza, ma è come se il film ne fosse un possibile sviluppo narrativo. Otto anni prima che con «Il vizietto» Ugo Tognazzi si sublimasse nell' omosessuale che è venuto a patti con se stesso, senza più punirsi di crescere o di essere cresciuto, qui è un corniciaio tranquillo all' apparenza, dalla rigida e monacale vita piccolo borghese. In realtà, egli è ancora in lotta. Come il Dottor Jekyll e Mister Hyde, di giorno è una persona e di notte un' altra; letteralmente si traveste; quando Roma diventa buia, le sue rovine lo accolgono materne, o tragiche, tra le braccia, e le mille insidie. Ad Alessio di insidia ne viene preparata una tutta speciale: romantica, morale e infine grandiosa. Come è ovvio, gli amori di Alessio sono tanti, innumerevoli. Ma l' amore vero è uno solo. Egli ama la figlia dell' uomo che aveva amato e che ora non c' è più. La ama fino al punto di mettere in gioco, per lei, su cui pendono varie possibilità penali, la propria onorabilità e la propria vita. Un ispettore di polizia, che è la sua antitesi e il doppio, l' impeccabile Maurice Ronet, gli propone, per salvare la ragazza, di dannarsi la reputazione e l' anima: dovrà denunciare le tante piccole malefatte di cui nel suo ambiente si può avere conoscenza. Così, «Splendori e miserie di Madame Royale», diventa il grafico di una discesa all' inferno (della castità, poichè casto è l' amore tra uomo e donna) o, se si vuole, la storia di un precipitare a capofitto dalle rovine di Roma alla rovina di se stessi. Diventa, insomma, se non l' unico, uno dei pochi film italiani (tra i più ingiustamente dimenticati) alla lettera tragici. Alessio-Tognazzi, diviso tra due amori, o tra gli amori e l' amore, farà strazio di sè e soccomberà come un patetico eroe.
Cordelli Franco

1 comentario:

  1. un'altra grande interpretazione di Tognazzi !
    Grazie per il posting.
    ;-)

    ps.
    qualcuno forse sa dove potrei trovare "il fischio al naso" da scaricare o anche solo in streaming ? grazie.

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