TÍTULO ORIGINAL
Dora Nelson
AÑO
1939
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
76 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Mario Soldati
GUIÓN
Mario Soldati, Luigi Zampa (Obra: Louis Verneuil)
MÚSICA
Felice Montagnini
FOTOGRAFÍA
Anchise Brizzi (B&W)
REPARTO
Assia Noris, Carlo Ninchi, Luigi Cimara, Nino Crisman, Carlo Campanini, Miretta Mauri, Federico Collino, Olinto Cristina, Evelina Paoli, Adele Mosso, Massimo Girotti, Gildo Bocci, Nando Bruno, Clelia Bernacchi, Amilcare Pettinelli
PRODUCTORA
Industrie Cinematografiche Italiane, Urbe Film
GÉNERO
Comedia. Drama. Romance
"Come scrittore, ho sempre sfruttato la mia esperienza di regista. Per me l’esperienza delle esperienze, quella che posso definire decisiva e incisiva, è stata il cinema e non la letteratura. I miei romanzi, lo posso facilmente riconoscere, sono dei film già belli e fatti. In essi la macchina da presa non fa che completare e illustrare l’opera dello scrittore".
"Quando tornai dall’America, dove mi ero sposato, mi trovai di fornte al fascismo imperante. Io non ero iscritto al partito. E per me l’unica strada possibile era quella del cinema. Con questo non voglio dire che la cinematografia non fosse controllata; ma il controllo era solo sulla produzione, non a livello di regia. [Â
] In molti romanzi sono stato aiutato dalla mia esperienza di regista. Ho raccontato queste mie esperienze e conoscenze nell’Attore e in molte novelle e racconti".
Soldati ad Anna Maria Rotoli, 5 aprile 1978 (in Soldati, a cura di Massimo Grillandi, 1979)
http://www.internetculturale.it/it/117/mario-soldati-e-il-cinema
Dora Nelson (Mario Soldati, 1940): Un antipática diva del cine abandona un rodaje a la mitad, por lo que los productores la sustituyen por una novata prácticamente idéntica. Como en tantas comedias inspiradas en el cine norteamericano de aquella época, la confusión de identidades provoca los enredos necesarios para divertir sin más pretensiones a los espectadores de posguerra. No puede faltar una trama sentimental en un sofisticado entorno, ni una colección de actores característicos que multiplican el efecto cómico de los diálogos, pero además es destacable por su juego especular entre la ficción y el mundo cinematográfica real que describe.
https://cinemanostrum.com/2016/06/28/critica-en-cien-palabras-o-casi-dora-nelson-1940/
Un ricco industriale ha sposato in seconde nozze una ex principessa russa, attrice del cinema, che ha perduto il primo marito in uno scontro ferroviario. L'eccentricità della seconda moglie rende molto difficile il fidanzamento dell'unica figlia dell'industriale, poiché la famiglia del futuro sposo ha il timore di imparentarsi con lei. Durante la lavorazione di una pellicola la donna, abilmente raggirata da un gruppo di malviventi capeggiati dal suo primo marito che in realtà è ancora vivo, abbandona il teatro di posa per seguire un presunto principe. Il produttore è salvato dal disastro perché riesce a sostituirla con una operaia che è la sua perfetta sosia. Ed anche il marito della fuggitiva, che vuole evitare ad ogni costo di mandare a monte il progettato matrimonio della figlia, invita la sosia a continuare la sostituzione anche in casa sua. Intanto la ex principessa scopre il tranello che le ha teso il suo primo marito. Torna a casa, ma è troppo tardi. La ricomparsa del coniuge rende nullo il suo secondo matrimonio. Il ricco industriale, felicissimo, sposa la sosia di lei.
"C'é leggerezza, in qualche punto eleganza, spesso dello spirito; Assia Noris trionfante mette la candidatura al ruolo di vamp - vi assicuro che può fare la vamp - una mezza scoperta il comico Campanini; Carlo Ninchi forse chiuso in partenza dalla parte ma categoricamente cinematografico (...) ma non c'è Soldati. Ai fini commerciali non conta, sappiamo bene che a Hoolywood si sono confezionati successi meravigliosi a un talento 'standard', sappiamo anche le enormi fatiche incontrate nel ginepraio cinematografiche da chi vuol fare secondo il suo genio. Ma adesso Mario Soldati ha incontrato il cuore degli industriali e deve ricordarsi che avrà vinto la battaglia quando applaudiremo un suo film come potremmo appaludire un suo racconto. Il cinema italiano ha bisogno di individualità (...)"
(Cesare Zavattini, 'Tempo', n. 31, 28 dicembre 1939)
https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/dora-nelson/1965/
Erano i tempi in cui la nostra cinematografia si era messa in testa di competere con quella a stelle e strisce, per ovvi motivi nazionalistici. A ben vedere, il soggetto del film, che proviene da una pièce francese poi trasposta sullo schermo nel 1931, è perfetto per un film americano, che difatti riciclava copioni forestieri. E a conti fatti, nel cinema dei telefoni bianchi, è questo uno dei migliori prodotti del periodo, perché dal respiro internazionale e poco influenzato dalle logiche di regime che caratterizzarono molte pellicole dell’epoca.
Assia Noris, la diva dell’epoca, segna il gol della vita nella sua migliore interpretazione, col doppio ruolo dell’attrice bizzosa che dà il titolo al film e della sua sosia più modesta, chiamata a recitare la parte di Dora Nelson dal momento in cui la Nelson se ne va.
Commedia degli equivoci romantica ed elegante, non perde un colpo lungo la sua pressoché breve durata anche grazie all’agile regia di Mario Soldati al primo film in solitaria dopo alcune prove in tandem con altri registi e ad uno stuolo di caratteristi in parte, in primis il dimenticato Carlo Ninchi e il non ancora celebre Carlo Campanini.
https://lorciofani.com/2013/07/15/dora-nelson-mario-soldati-1939/
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