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miércoles, 10 de marzo de 2021

Piccola Posta - Steno (1955)

TÍTULO ORIGINAL
Piccola posta
AÑO
1955
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
95 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Steno
GUIÓN
Sandro Continenza, Lucio Fulci, Steno
MÚSICA
Raffaele Gervasio
FOTOGRAFÍA
Tonino Delli Colli (B&W)
REPARTO
Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Franca Valeri, Anna Maria Pancani, Memmo Carotenuto
PRODUCTORA
Incom Film
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
La condesa polaca Eva Bolasky, responde con éxito a las lectoras de la revista femenina "Adán y Eva". En realidad, tras la condesa se esconde una mujer corriente: Filumena Cangiullo, romana, sin ningún contacto con la aristocracia. La película cuenta historias de gente que ha seguido sus consejos: la esposa de un guardia urbano que decide prepararle una original pero desastrosa sorpresa para reavivar su relación; una aspirante a actriz, que incitada por las palabras de la condesa, acaba metida en un lío; y un falso barón de nombre rimbombante, Rodolfo Vanzino di Castelfusano d'Arezzo, que dirige un asilo de ancianos donde trata de sacarle el dinero a las viejas ricas. (FILMAFFINITY)
 
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Uno dei mitici film degli anni Cinquanta con la coppia Alberto Sordi e Franca Valeri, la miglior partner che il gran romano (così accentratore da mettere in ombra chiunque) abbia mai avuto, e la sola in grado di tenergli testa e perfino a surclassarlo. Vedere per convincersene questo Piccola posta del 1955. Dove Franca Valeri è Lady Eva, sedicente aristocratica polacca che da un rotocalco femminile dispensa consigli d’amore alle lettrici. In realtà non è né aristocratica né esperta in amore, si chiama Filumena Cangiullo e finisce invischiata, un po’ per interesse e molto per solitudine, con un losco figuro che ovviamente è Alberto Sordi, in uno dei suoi personaggi più turpi. Regia di Steno. Raro. Imperdibile, ma per davvero. Vedere Valeri ai suoi vertici è godimento senza fine.
https://nuovocinemalocatelli.com/2018/09/20/il-film-imperdibile-stasera-in-tv-piccola-posta-giov-20-sett-2018-tv-in-chiaro/


Nello stesso anno de La signora omicidi, anche Alberto Sordi “tocca le vecchiette”. In Piccola posta, però, le nonnine non sono insospettabili criminali ma vittime di un laido giovane che gestisce una casa di riposo con l’obiettivo di uccidere le anziani degenti per spillarne i patrimoni. Un ruolo che solo un genio come Sordi poteva rendere in una commedia solo nelle intenzioni davvero nera, tesaurizzando il cinismo e la crudeltà della sua stucchevole maschera infida.

E, diciamolo pure, veicolando un gusto camp del tutto imprevisto, pari a certi caratteri chiaramente omosessuali non riconciliati che capitolavano qua e là, dall’Enrico Luzi marito petulante quanto inquietante di Tre storie proibite ai molti figli di mammà come l’Enzo Garinei di Domenica è sempre domenica. Di questo gruppetto di maschi trentenni repressi e insolenti Sordi è stato capofila assoluto, con quel compagnuccio della parrocchietta di cui Rodolfo Vanzino, il personaggio di Piccola posta, è ipotetica evoluzione tra l’arte di arrangiarsi e la cattiveria cattolica.

Del film restano nella memoria gli sketch con le signore dell’ospizio, chiusi una scatola comicamente claustrofobica che porta quasi alle porte della parodia il cattivo gusto del domestico gozzaniano alla luce di Arsenico e vecchi merletti. Ma si farebbe un torto alla gigantesca Franca Valeri, la sua partner migliore, vera protagonista nel ruolo della magnifica cialtrona Lady Eva all’anagrafe Filomena Cangiullo, alla quale è però dedicato il primo tempo.

Piccola posta, infatti, è suddiviso in due parti: nella prima, entriamo nel quotidiano della donna, che risponde alle lettere della fortunata posta del cuore di una rivista spacciandosi per una contessa esule polacca; nella seconda, seguiamo le vicende di una vecchia riccona finita nella casa di riposo su consiglio di Lady Eva, in seguito ad un patto stipulato con Vanzino (!) con l’intento di spartirsi i soldi della futura morta.

Struttura narrativa apparentemente funzionale all’utilizzo delle star in campo (l’altra è Peppino De Filippo, vigile urbano la cui moglie è fedele lettrice della posta del cuore; ma c’è spazio anche per le meteore Anna Maria Pancani e Sergio Raimondi, coppietta languida), in realtà, nelle mani dei prolifici Lucio Fulci e Sandro Continenza, diventa l’occasione per ragionare sui meccanismi della messinscena: tutti mentono o fingono di essere altri, la verità è un concetto buono solo per i puri di cuore, i puri sono generalmente fessi.

Steno (ovvero Stefano… Vanzina!) dirige con la mano agile di chi sa esercitare la leggerezza del tocco, quasi mai uscendo dalle nicchie domestiche dove il teatro può esprimersi secondo il suo linguaggio. A differenza del contemporaneo Il segno di Venere, con cui condivide i tre nomi di punta, il tema “femminile” di costume (lì l’oroscopo, qui la posta del cuore; senza dimenticare le altri women’s comedy del periodo, da Le signorine dello 04 a Ragazze d’oggi) è affrontato con meno eleganza e più spudoratezza, come si conviene all’incontro tra tre supremi cinici come Sordi, Valeri e Fulci.
https://lorciofani.com/2019/09/21/piccola-posta-steno-1955/ 


"Dedicato alle anime semplici", vale a dire a tutte le casalinghe, zitelle e cassiere che pendono beate dalla bocca di una simpatica millantatrice, venditrice di sogni. Comincia così la commedia di Steno (scritta con Lucio Fulci e Sandro Continenza), anche caustica satira di costume, e nasconde una struttura ad episodi: c'è la traccia, la più debole, con Peppino De Filippo, uno dei tanti “rovinati” dai consigli di Lady Eva, quella sentimentale e minore con due giovani piccioncini, e il pezzo forte, davvero memorabile, di cui è protagonista Alberto Sordi (con il suo tipico carattere amabilmente meschino, scovato proprio da Steno, l'anno prima, in Un Americano a Roma), nei panni di un farabutto profittatore di vecchiette indifese. Irresistibili i suoi duetti "macabri" con la simpatica ed invulnerabile milionaria (esagerata, invece, la sua mimica nelle scene al commissariato): lo humour è nerissimo, degno delle più feroci commedie inglesi. Steno non è mai stato un grande regista, ma ha avuto il merito di saper esaltare i talenti dei comici con cui lavorava: non fa eccezione Franca Valeri (l'aveva già diretta in Totò a Colori), qui grandissima nel ruolo di una finta "Lady" polacca colta ma "affamata" di maschi (quando imita Audrey Hepburn per sedurre il veterinario!), un personaggio speculare all’indimenticabile barone con ’R’ moscia di Sordi. Entrambi, infatti, sono dei teatranti che si presentano sotto mentite spoglie. Le migliori risate le strappa proprio il meccanismo tramite cui lo spettatore è conscio della finzione, a differenza delle vittime di turno nel racconto: la Valeri che ricama con volute principesche sul suo incontro con l'amato (brillante e poco sfruttata l'idea di accostare l'eleganza fantasiosa delle sue parole con le ben più modeste immagini della realtà), Sordi che si mostra gentile con la vecchia, mentre pensa solo ad ammazzarla.
Niccolò Rangoni Machiavelli
https://www.spietati.it/piccola-posta/

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