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domingo, 11 de abril de 2021

Quel fantasma di mio marito - Camillo Mastrocinque (1950)

TÍTULO ORIGINAL
Quel fantasma di mio marito
AÑO
1950
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Inglés (Incorporados)
DURACIÓN
95 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Camillo Mastrocinque
GUIÓN
Camillo Mastrocinque, Gino De Santis, Antonio Pietrangeli
MÚSICA
Franco Casavola
FOTOGRAFÍA
Giuseppe La Torre (B&W)
REPARTO
Walter Chiari, Mady Saint-Michel, Enzo Biliotti, Carlo Rizzo, Leo Garavaglia, Jole Fierro, Katia Siffi, Bud Spencer
PRODUCTORA
Briguglio Films
GÉNERO
Comedia. Fantástico

Sinopsis
Un periodista es enviado a Palestina. Decide gfingir un accidente fatal para poder regresar a casa como un héroe, pero las cosas no acaban como él quería. Regresa a Italia, pero como fantasma. (FILMAFFINITY)
 
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Gianni Alberti, laureato in agraria ma giornalista per caso, non è esattamente quel che si dice un reporter nato; svolge anzi il suo compito con tale svogliatezza e improntitudine da rimediare ben presto un licenziamento in tronco. Grazie all’intervento della moglie Vivia, però, Gianni viene reintegrato in servizio e prontamente inviato in Palestina, dove si pensa che la sua scarsa propensione al lavoro possa almeno non procurare ulteriori fastidi in redazione. Sempre su consiglio dell’ambiziosa Vivia, che nel frattempo sta aprendo una casa di confezioni, Gianni progetta di fingersi vittima di un incidente per poi poter riapparire con un colpo di teatro ed essere accolto in patria da eroe. Durante la preparazione del piano, tuttavia, qualcosa non va per il verso giusto e Alberti torna effettivamente in Italia sotto forma di fantasma. Incredulità, equivoci, disperazione della moglie cure intensive da parte di una fattucchiera ne accompagneranno il ritorno alla forma umana, non senza che la vita di Gianni e Vivia subisca radicali cambiamenti.
Film quasi inedito di Camillo Mastrocinque (Maestro del cinema popolare passato attraverso più generi in una nutrita filmografia che spazia dalle commedie con Totò e i drammoni con Massimo Girotti ai musicarelli) mai stampato su pellicola di acetato, mai passato in televisione e per lungo tempo creduto scomparso, Quel fantasma di mio marito finisce in un cassetto della Briguglio film di Ferdinando Briguglio poco dopo la sua fugace comparsa nelle sale e solo recentemente scoperto dal figlio di Briguglio, Pietro. La Cineteca nazionale di Milano decide di finanziarne il restauro, eseguito presso L’immagine ritrovata di Bologna, ed ecco quindi che il film può fare ritorno sullo schermo, dopo il rapido passaggio – nemmeno un mese – risalente alla sua uscita nel 1950.
Il film è una commedia curiosa per più aspetti: innanzitutto per la firma di Antonio Pietrangeli, allora alle prime armi come sceneggiatore e presto attivo anche come grande regista capace di regalare capolavori come Io la conoscevo bene e Adua e le compagne. Ma non solo: anche per un già bravissimo Walter Chiari alle prime armi (l’anno successivo sarà in Bellissima di Visconti), qui protagonista ma, soprattutto, per il fatto che si tratta di una commedia inusuale, che non gioca con i regionalismi, che ha voglia di percorrere altre strade – sfiorando addirittura il tema della Palestina – in un racconto su ambizione che non trascura di ridicolizzare alcune ossessioni non solo dell’epoca.
Walter Chiari è già bravissimo anima un film che rappresenta un modo diverso per l’epoca di fare commedia.
Un film che fa piacere poter rivedere sullo schermo e che presto sarà disponibile in DVD.
Roberto Rippa
https://www.rapportoconfidenziale.org/?p=2454

Si rivela preziosa l’uscita home video di un film per troppo tempo ignorato dalla cinematografia nostrana e per di più dimenticato: stiamo parlando di Quel fantasma di mio marito, diretto da uno dei più prolifici registi nostrani, specializzandosi nel genere comico: Marcello Mastrocinque.

A distribuire l’uscita del film non poteva non essere CG Entertainment, da sempre attenta, tra le altre cose, alla valorizzazione, recupero e promozione di film dimenticati nel tempo o sottoposti ad una lunga e riuscita opera di restauro. Quel fantasma di mio marito, infatti, è stato sottoposto ad una operazione di restauro partendo proprio dal negativo d’epoca, grazie all’intervento della Fondazione Cineteca di Milano. Proprio i dettagli sul recupero del film sono al centro dei contenuti extra, e sono rivelati dal direttore della Fondazione, Matteo Pavesi.

A produrre e distribuire il film, che uscirà nelle sale nel 1950, è la Briguglio Film, fondata nel 1947 da Ferdinando Briguglio, messinese di nascita. La società non avrà lunga vita, ma riuscirà, nonostante tutto, a ritrovare un posto nell’industria cinematografica, proponendo piccoli capolavori come Anni difficili di Luigi Zampa tratto dalla novella di Vitaliano Brancati.

Quel fantasma di mio marito fu ritirato quasi subito dalle sale cinematografiche, eppure il film aveva tutte le carte per imporsi. Ironia british e genere fantastico si uniscono, amalgamandosi, in un film la cui sceneggiatura è firmata da Mastrocinque con Gino De Santis, sceneggiatore pugliese che per il cinema aveva firmato un altro film fantastico, L’imperatore di Capri, diretto dal maestro Comencini.

Il film ci introduce nel mondo del fantastico in un secondo momento, sorprendendo lo spettatore, che fino a quale momento era abituato a vedere lo sfortunato giornalista Gianni [Walter Chiari] girare per la città in cerca di un lavoro e alle prese con una moglie, Vivia [Medy Saint Michel], troppo attenta al suo lavoro di stilista per dedicarsi interamente al rapporto di coppia. Gianni risulta subito simpatico, fin dalla sequenza iniziale, quando lo vediamo scherzare con sua moglie e interpretare mille volti.

Gianni non potrà mai essere un giornalista di cronaca nera, perché la sua sensibilità e delicatezza lo portano a divincolarsi dalla ricerca della notizia e a mostrare rispetto per i protagonisti delle vicende, come fa con la fidanzata del criminale finito sulle pagine di tutti i giornali, che lascia partire sul treno per sfuggire ai giornalisti, non prima di averle offerto un gelato. Se sua moglie sta vivendo un periodo molto positivo, tanto da aprire una casa di moda, Gianni è invece non solo disoccupato, ma anche in crisi con sé stesso: a pesare è anche la relazione con Vivia, che ama ma dalla quale si sente trascurato.

Sarà proprio Vivia, sfruttando le sue conoscenze politiche, a ridare una opportunità a Gianni, che viene riassunto in redazione e che si ritroverà a vestire i panni di inviato nientemeno che in Palestina, segnata dagli scontri tra israeliani e palestinesi. Qui Gianni si ritroverà a dover temere le avances di una megera, pronto a mettere in atto un piano che gli darà piena visibilità e che stupirà la stessa Vivia, con la quale lo aveva progettato…

Il binomio realtà fantasia si interseca perfettamente per poi rompersi nel finale, che riporta Gianni alla realtà e toglie Vivia dagli ambienti del manicomio nei quali era entrata per una serie di equivoci con lo stesso marito. Commedia gradevole e ben recitata, Quel fantasma di mio marito nasconde una sottile amarezza: dalle insoddisfazioni lavorative e personali di Gianni alla mancanza di umanità della società qui raccontata fino ai compromessi a cui si è disposti a scendere per evitare di toccare il fondo.

Oltre all’intervista a Pavesi, negli extra troviamo anche una analisi dei critici Sanguineti e Mereghetti sul film e sulla carriera di Chiari, fino alla interessante intervista Pietro Briguglio, figlio dell’imprenditore Briguglio, dedicata proprio alla genesi della società cinematografica e poi alla storia del film.

Gilda Signoretti
https://www.ingenerecinema.com/2016/02/24/quel-fantasma-di-mio-marito-di-camillo-mastrocinque/ 


 

1 comentario:

  1. ¿Bud Spencer también aparece en este Mastrocinque? Qui buina...
    Gracias amigo!

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