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domingo, 25 de julio de 2021

Il giovane normale - Dino Risi (1969)


TÍTULO ORIGINAL
Il giovane normale
AÑO
1969
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Italiano (Separados)
DURACIÓN
98 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Dino Risi
GUIÓN
Dino Risi, Ruggero Maccari (Novela: Umberto Simonetta)
MÚSICA
Armando Trovajoli
FOTOGRAFÍA
Alessandro D'Eva
REPARTO
Janet Agren, Lino Capolicchio, Umberto D'Orsi, Pippo Franco, Dana Ghia, Jeff Morrow, Gino Santercole, Sergio Serafini, Claudio Trionfi, Eugene Walter
PRODUCTORA
Vides Cinematografica, Dean Film, Italnoleggio
GÉNERO
Comedia. Drama

Sinopsis
Un joven milanés, hijo de un taxista, se suma a un trío de norteamericanos (una pareja "abierta" y un homosexual) en un viaje a Túnez, España y la Costa Azul. (FILMAFFINITY)
 
2 

Una visione critica dei cambiamenti nei costumi

Generalmente considerato un film “minore” della produzione di Dino Risi è ispirato all’omonimo romanzo di Umberto Simonetta e si avvale di una sceneggiatura in cui, oltre alle firma del regista, spiccano quelle di Maurizio Costanzo e Ruggero Maccari. In questo road movie la visione critica di Risi nei confronti dei cambiamenti dei costumi, soprattutto nelle relazioni erotico sentimentali, di quel periodo perde le caratteristiche umoristiche e leggere di Vedo nudo per assumere contorni cinico-malinconici. Giordano, il “giovane normale” interpretato da Lino Capolicchio vive con imbarazzo crescente le situazioni in cui si trova coinvolto fin dal momento in cui ha incontrato il singolare terzetto “americano” formato dal corpulento omosessuale Nelson, da Sid e dalla sua giovanissima moglie interpretata da un’acerba e stuzzicante Janet Agren. Appare quasi sempre fuori posto rispetto alla disinvoltura e all’emancipata gestione dei rapporti umani e delle relazioni da parte dei suoi compagni di viaggio evidenziando l’atteggiamento sospettoso e conservatore di Risi rispetto alla cosiddetta “modernità”. Giordano fatica a comprendere il nuovo orizzonte di valori che caratterizza il terzetto, resta sconcertato di fronte alla libertà sessuale, si vergogna della propria timidezza e ritrova per un breve momento le sue sicurezze soltanto quando in Tunisia incontra un gruppetto di altri giovani italiani con i quali finisce in un bordello. Il finale è amaro. Rimasto solo torna a casa con la consapevolezza di essere stato usato e poi abbandonato mentre il regista sceglie di chiudere il film con un nero totale, senza alcuna sfumatura che riempie lo schermo dopo l’ingresso in galleria dell’auto che lo sta portando a casa.
Gianni Lucini
https://www.mymovies.it/pubblico/articolo/?id=641550


A Giordano Sangalli, giovane figlio di un tassista milanese, lasciato a Genova l'amico Mariolino, col quale era partito per qualche giorno di vacanza, viene offerta ospitalità da tre americani (Sid, insegnante di storia dell'arte, sua moglie Diana e un loro amico, lo scrittore Nelson) diretti con la loro auto in Tunisia, da dove poi, attraverso la Spagna e la Costa Azzurra, faranno ritorno in Italia. Giordano accoglie volentieri il loro invito tanto più che si è accorto dell'interesse che ha per lui Diana e ha saputo da Nelson (incline invece alle amicizie maschili) che Sid, più anziano della moglie, le lascia, quanto a rapporti sentimentali, tutta la libertà possibile. Una volta in Africa, Giordano, complice Nelson, ha presto modo di apprezzare la liberalità della coppia, salvo ingelosirsi quando Diana, a parer suo, sembra attratta da un giovane autostoppista francese. Il viaggio, intanto, prosegue e i quattro raggiungono la Costa Azzurra, con la prospettiva, per Giordano, di poter andare addirittura America. Ma si è trattato solo di una breve illusione: una volta in Italia, infatti, gli americani, stanchi di lui, se ne liberano subito.

"Fra bei paesaggi, tutto ciò è raccontato da Dino Risi sul filo di un'ironia un po' superficiale, fonte di un troppo facile divertimento." (Domenico Meccoli, 'Epoca', 18 gennaio 1970)
https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/il-giovane-normale/22391/

Aneddoto

''Durante la lavorazione del film che ho girato con Dino Risi, Il giovane normale (nel 1969, ndr) ho tentato il suicidio, mi ha salvato lo scenografo, Luciano Ricceri''. Lo rivela Lino Capolicchio nella conversazione seguita alla proiezione al Maxxi, di Dino Risi Forever, il documentario di Fabrizio Corallo, presentato tra gli Omaggi, in occasione dei 100 anni dalla nascita del cineasta, alla Festa del Cinema di Roma.

''Arrivai a girare quel film sull'isola di Gerba, in Tunisia con una depressione terribile - spiega l'attore- Risi era molto preoccupato e mise a dormire con me lo scenografo, Ricceri. Un giorno arrivò la notizia che avevo vinto la Grolla d'oro per 'Metti una sera a cena', ma vista la difficoltà dei trasporti dall'isola, non avevo modo di andare a ritirarla. Già non stavo bene e tutto questo mi fece avere una specie di blackout. A un tratto mi buttai verso la finestra, Ricceri, non so come, se ne accorse e mi bloccò''.
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2016/10/23/capolicchio-tentai-suicidio-su-set-risi_87c70936-3989-4ddb-9c63-5ed6a95886d7.html




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