TÍTULO ORIGINAL Grazie, zia
AÑO 1968
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 94 min.
DIRECTOR Salvatore Samperi
GUIÓN Salvatore Samperi, Sergio Bazzini, Pier Luigi Murgia
MÚSICA Ennio Morricone
FOTOGRAFÍA Aldo Scavarda
REPARTO Lisa Gastoni, Lou Castel, Gabriele Ferzetti, Luisa De Santis, Massimo Sarchielli, Anita
Dreyer, Nicoletta Rizzi
PRODUCTORA Doria Film
PREMIOS 1967: Premios David di Donatello: Plato dorado (Lisa Gastoni)
GÉNERO Comedia. Drama
SINOPSIS Alvise, es hijo de un rico industrial, que finge ser paralítico y se dedica a cortejar a su
tía Lea. Esta es una bella y provocativa doctora que seducida por su sobrino, abandona a su amante.
Lea enamorada de su sobrino, se deja involucrar en sus turbios juegos, a pesar de no encontrar
ninguna satisfacción. Finalmente Lea, convencida por el mismo Alvise, le mata suministrandole
veneno. (FILMAFFINITY)
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Subtítulos (Español)
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Grazie zia è un film del 1968 diretto da Salvatore Samperi, all'esordio nella regia.
Generalmente associato al filone della commedia erotica all'italiana, tanto che il suo titolo è diventato sinonimo di erotismo pruriginoso, si tratta in realtà di un esempio del cinema arrabbiato della fine degli anni sessanta, un dramma psicologico incentrato su un rapporto incestuoso e autodistruttivo che rappresenta la radicale ribellione al sistema e alla famiglia borghese.
Il film riprende e aggiorna i temi di un'altra opera prima di quegli anni, I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio,[2] di cui ripropone il protagonista, l'enfant maudit Lou Castel, in un analogo ruolo di estremo contestatore. Nel ruolo della sensuale zia, Lisa Gastoni ottenne un grande successo, che rilanciò la sua carriera,imponendola come icona erotica del cinema d'autore.
Per una significativa coincidenza, Grazie zia faceva parte della selezione ufficiale del Festival di Cannes 1968, edizione interrotta dai moti studenteschi del Maggio francese.
Generalmente associato al filone della commedia erotica all'italiana, tanto che il suo titolo è diventato sinonimo di erotismo pruriginoso, si tratta in realtà di un esempio del cinema arrabbiato della fine degli anni sessanta, un dramma psicologico incentrato su un rapporto incestuoso e autodistruttivo che rappresenta la radicale ribellione al sistema e alla famiglia borghese.
Il film riprende e aggiorna i temi di un'altra opera prima di quegli anni, I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio,[2] di cui ripropone il protagonista, l'enfant maudit Lou Castel, in un analogo ruolo di estremo contestatore. Nel ruolo della sensuale zia, Lisa Gastoni ottenne un grande successo, che rilanciò la sua carriera,imponendola come icona erotica del cinema d'autore.
Per una significativa coincidenza, Grazie zia faceva parte della selezione ufficiale del Festival di Cannes 1968, edizione interrotta dai moti studenteschi del Maggio francese.
Il giovane Alvise, figlio di un ricco industriale della provincia veneta, rifiuta di assumere il proprio ruolo prestabilito nella società, sulle orme del padre, fingendo una paralisi alle gambe che i medici credono essere di origine psicosomatica.
A causa di una lunga assenza dei genitori, in viaggio all'estero, viene affidato alle cure della zia materna Lea, medico di professione, con cui il ragazzo ha sempre avuto un buon rapporto, nella speranza che almeno lei riesca ad ottenere qualche miglioramento.
Durante la loro convivenza nella sua isolata villa di campagna, la donna non solo non viene esasperata come gli altri dai comportamenti nevrotici ed imprevedibili del nipote, ma ne viene progressivamente catturata e quello che all'inizio è un comprensibile sentimento protettivo materno scivola progressivamente, stimolato dalle provocazioni del ragazzo, verso un contorto sentimento di attrazione e dipendenza, a danno della relazione di lunga data con il giornalista di sinistra Stefano. Sopraffatta da questo rapporto morboso, Lea finisce per trascurare completamente la sua vita al di fuori di quella casa.
Alvise coinvolge irresistibilmente la zia in un crescendo di giochi sadomasochistici, che culminano, com'era nelle sue intenzioni, non nel sesso, ma nella morte: quando le chiede di ucciderlo, la donna accetta senza alcuna esitazione di iniettargli in vena una sostanza letale.
A causa di una lunga assenza dei genitori, in viaggio all'estero, viene affidato alle cure della zia materna Lea, medico di professione, con cui il ragazzo ha sempre avuto un buon rapporto, nella speranza che almeno lei riesca ad ottenere qualche miglioramento.
Durante la loro convivenza nella sua isolata villa di campagna, la donna non solo non viene esasperata come gli altri dai comportamenti nevrotici ed imprevedibili del nipote, ma ne viene progressivamente catturata e quello che all'inizio è un comprensibile sentimento protettivo materno scivola progressivamente, stimolato dalle provocazioni del ragazzo, verso un contorto sentimento di attrazione e dipendenza, a danno della relazione di lunga data con il giornalista di sinistra Stefano. Sopraffatta da questo rapporto morboso, Lea finisce per trascurare completamente la sua vita al di fuori di quella casa.
Alvise coinvolge irresistibilmente la zia in un crescendo di giochi sadomasochistici, che culminano, com'era nelle sue intenzioni, non nel sesso, ma nella morte: quando le chiede di ucciderlo, la donna accetta senza alcuna esitazione di iniettargli in vena una sostanza letale.
Per il ruolo di protagonista era stata inizialmente individuata l'attrice francese Annie Girardot che però rifiutò la parte, poi accettata da Lisa Gastoni.
« Io sono convinta che ciascuno di noi ha una sua età(...) Ci sono dei momenti fisici - perché nel cinema è soprattutto questione di momenti fisici - che ci sono più adatti, più giusti. In genere si chiamano "incontro col personaggio". In fondo il mio vero incontro col personaggio è avvenuto quando avevo ventinove anni, girando Grazie zia. All'età quindi di una donna nella sua pienezza, alla soglia della trentina. Non ero vecchia ma neppure giovane. Però ero fisicamente ed emotivamente giusta per il ruolo » (Lisa Gastoni)
« Io sono convinta che ciascuno di noi ha una sua età(...) Ci sono dei momenti fisici - perché nel cinema è soprattutto questione di momenti fisici - che ci sono più adatti, più giusti. In genere si chiamano "incontro col personaggio". In fondo il mio vero incontro col personaggio è avvenuto quando avevo ventinove anni, girando Grazie zia. All'età quindi di una donna nella sua pienezza, alla soglia della trentina. Non ero vecchia ma neppure giovane. Però ero fisicamente ed emotivamente giusta per il ruolo » (Lisa Gastoni)
Uno degli elementi più particolari del film è la beffarda colonna sonora realizzata da Ennio Morricone, che comprende l'impegnata Filastrocca vietnamita, cantata da Sergio Endrigo, e il cantilenante tema musicale Guerra e pace Pollo e brace che punteggia l'intero film.
Parallelamente a Grazie zia nel 1968 uscì un'altra opera prima debitrice dell'esempio di I pugni in tasca, Escalation di Roberto Faenza, che come il film di Samperi mette in scena il rapporto tra una donna, psicoterapeuta (Claudine Auger), e il giovane figlio di un industriale (Lino Capolicchio), che dovrebbe curare e con cui stringe invece un rapporto amoroso, in questo caso con esito tragico però per la donna.
http://it.wikipedia.org/wiki/Grazie_zia
http://it.wikipedia.org/wiki/Grazie_zia
«Grazie zia» , un Samperi dal rivalutare Eros e thanatos nel Veneto del 1968
Pochi l' hanno rivisto dal 1968, e il suo titolo è diventato sinonimo di erotismo pruriginoso. È un grave torto quello che è stato fatto al primo e miglior film di Samperi. Il suo modello, è evidente, è « I pugni in tasca » di Bellocchio, di cui riprende il protagonista Lou Castel, trasformandolo in un giovane borghese veneto, che si finge paralitico per non integrarsi. Segue rapporto autodistruttivo con la zia del titolo, all' insegna di eros e thanatos. A Lisa Gastoni il ruolo portò fortuna, e rilanciò la sua carriera: negli extra del dvd ( realizzati da Mario Sesti, e finalmente all' altezza di una collana spesso avara) parla con franchezza del suo rapporto con personaggi e registi. Samperi allora era un ventiquattrenne arrabbiato, ma non gratuito nelle provocazioni: un' altra intervista è un punto di partenza per riscoprire una carriera altalenante ma inspiegabilmente rimossa. ( Alberto Pezzotta )
http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/17/Grazie_zia_Samperi_dal_rivalutare_co_7_050617012.s
http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/17/Grazie_zia_Samperi_dal_rivalutare_co_7_050617012.s
html
Has vuelto!! :) Bravo!!
ResponderEliminarBentornato!
ResponderEliminar;-)
Evviva!! Ben tornato!
ResponderEliminarSei bravo, un abrazo, no sabes como te extrañaba, grazie mille.- Que buen comienzo de lunes!!!
ResponderEliminar¡Salud! El cine italiano nos une.
ResponderEliminarq alegria!!! lo sabia! sabia q no t rendirias!se te agradece enormemente!!!
ResponderEliminarBentornato! lo has hecho muy bien. Tu blog es una delizia.
ResponderEliminarY poquito a poco ir resubiendo las otras, para los que descubrimos este blog un poco tarde y no pudimos bajarnos todo el material, sería un lujo, porque las pelis que tenías eran un auténtico lujo.
Abrazos
Gracias por continuar con la difusión de este gran cine, yo también descubrí el blog recientemente, pero de primera entrada pude apreciar el esfuerzo por reunir y conservar para la posteridad todo un siglo de buen cine.
ResponderEliminarQue gran noticia que continues publicando entradas.
ResponderEliminarAvanti amici !!
Bellissima sorpresa! Un ritorno alla grande di Amarcord!!
ResponderEliminarGrazie di non esserti arreso e di continuare a tener in vita questo inconparabile cine blog !!
;)
I've just seen that El Cine Italiano is back. You know what? Mediafire is dead, long live zippyshare!
ResponderEliminarBRAVO AMARCORD!!! Ya me parecía muy extraño que lograran vencerte!
ResponderEliminarBuen gusto y amor al arte y a la humanidad para todos!!!!
Una vez mas...y van....TODO MI AGRADECIMIENTO Y ADMIRACION!
yooopeee! la fenice risorge dalle ceneri!
ResponderEliminarGracias por volver a la circulación, un abrazo fraterno de otro cienfilo
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