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martes, 15 de mayo de 2012

Piede di Dio - Luigi Sardiello (2009)


TITULO ORIGINAL Piedi di Dio
AÑO 2009
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 100 min.
DIRECCION Luigi Sardiello
GUION Luigi Sardiello
REPARTO Emilio Solfrizzi, Rosaria Russo, Filippo Pucillo, Paolo Gasparini, Guido Quintozzi, Luis Molteni, Antonio Stornaiolo, Antonio Catania, Elena Bouryka, Matteo Girardi, Daniele Mancini, Angelo Argentina, Giannicola Resta, Antonio Covatta
MONTAJE Bruno Sarandrea
PRODUCCION Achab Film, Ripley'S Film
GENERO Comedia

SINOPSIS Michele (Emilio Solfrizzi) è una ex speranza del calcio che, dopo essersi infortunato da giovane, ha dovuto chiudere anzitempo la sua carriera; adesso fa l'osservatore di giovani talenti ed un giorno nota Elia (Filippo Puccillo), diciottenne con un piede fatato e specializzato per i calci di rigore. Elia è però un ragazzo molto più immaturo rispetto alla propria età a causa di problemi familiari, ma Michele tenterà lo stesso di farlo sfondare nel mondo del calcio. (Wikipedia)


Trama 
Elia ha un talento. Non ha mai sbagliato un rigore in vita sua. E ha un piede fatato, in pochi calciano il pallone come lui. Ma Elia ha un problema. Ha diciotto anni con un cervello da dodicenne: l'età in cui il padre, per paura, abbandonò lui e la madre per tornarsene a fare il manager, a Roma. Michele ha un problema. Un incidente gli ha impedito, da ragazzo, di coronare il suo sogno di diventare calciatore. E' rimasto nel giro: fa l'osservatore per piccole squadre di provincia, gira, chiacchiera, intrallazza, vive al di sopra delle sue possibilità, mente a se stesso e agli altri. Ma Michele ha un talento. Riconoscere le qualità dei giovani calciatori, tirar fuori il campione che è in loro. Quando, in uno dei suoi viaggi al sud ad osservare giovani calciatori, Michele si imbatte per caso, su una spiaggia, nel talento di Elia, ne resta folgorato. Vede in lui, cinicamente, la soluzione di tutti i suoi problemi. Con le strategie persuasive che non gli mancano riesce a convincere la madre ad affidargli il ragazzo: Michele diventerà il suo manager e lo avvierà ad una grande carriera. Per questa strana coppia inizia così un viaggio della speranza nella grande città, nel mondo del calcio, ad affrontare procuratori prepotenti e direttori sportivi onnipotenti, fino all'occasione del provino con una grande squadra...
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=47511&film=Piede-di-Dio
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La storia è a tratti poetica, ma non sostenuta adeguatamente da dialoghi convincenti. Il film alterna momenti molto belli a cadute di stile clamorose. Inoltre qualche banalità e qualche volgarità non giustificata dallo sviluppo narrativo fanno un po' storcere il naso. Il finale precipitoso e troppo aperto poi lascia un po' di amaro in bocca. A salvare il film sono gli interpreti. In primis un molto convincente Emilio Solfrizzi, che dà il meglio nei suoi “monologhi” al cellulare

Se fosse una partita di calcio, sarebbe una di quelle perse ai rigori.
E' il debutto alla regia del critico cinematografico Luigi Sardiello, intitolato Piede di Dio e uscito in sordina a fine agosto sui nostri schermi.
Interpretato egregiamente da Emilio Solfrizzi e Filippo Pucillo (scoperto da Crialese e visto recentemente in Nuovo Mondo), il film narra le peripezie di una strana coppia, formatasi ai bordi dei campi di calcio.
Solfrizzi è uno di quelli che da piccino sognava la serie A e che da grande sguazza negli stagni dei procuratori calcistici, a caccia di un talento che possa farlo finalmente vivere al di sopra delle sue possibilità. Uno di quelli, per intenderci, che ha per suoneria del telefonino il mitico grido “Campioni del mondo!” di Nando Martellini nell'82 e a casa una fidanzata bionda e inconsistente con la lacrima facile.
Assediato da genitori che prendono il calcio più seriamente dei propri figli, da ragazzetti triturati da improbabili scuole calcio, Solfrizzi si trova in Salento, in cerca di un nuovo talento da avviare alla carriera calcistica. Sfilano davanti a lui ragazzini tutti uguali e parenti disposti a tutto pur di lanciare il proprio pargolo nel dorato mondo del calcio. E' già pronto a rientrare a casa, senza aver trovato il nuovo fenomeno, quando  su una spiaggia salentina l'uomo si imbatte in un ragazzino che ha tutte le carte in regola per essere un fuoriclasse.
Del resto Maradona o il mitico Garrincha non furono scoperti in qualche scuola calcio di provincia? Così conosce Elia (Filippo Pucillo), diciottenne molto dotato, ma purtroppo ritardato a causa di un trauma subito qualche anno addietro.
Solfrizzi, convinto che il ragazzo sia il passaporto per una vita di agi, convince la madre a firmare la liberatoria e ad affidargli il ragazzo per portarlo a Roma a fare un provino. Comincia così l'avventura molto umana di questi due emarginati, sullo sfondo di un mondo calcistico in cui il talento non è un dettaglio poi così importante. Un mondo in cui per sfondare sembra più utile avere gli agganci giusti. Ogni tanto irrompono in scena immagini di repertorio, quelle dei bomber del passato e quelle di calciopoli, non sempre legate al contesto narrativo. 
Elia è davvero dotato, ma al provino non rende come dovrebbe. In fondo diventare un vero calciatore non è poi in cima alle sue priorità. Elia vuole rivedere il suo vero padre che vive a Roma e che anni prima lo ha abbandonato. L'incontro avverrà ma non sarà di quelli alla "Carramba che sorpresa" . E il ragazzino si lascia andare allo sconforto. La storia è molto bella e a tratti poetica, ma non sostenuta adeguatamente da dialoghi convincenti. Il film alterna momenti molto belli a cadute di stile clamorose. Inoltre qualche banalità (il solito accostamento sesso/gol in rete) e qualche volgarità non giustificata dallo sviluppo narrativo fanno un po' storcere il naso. Il finale precipitoso e troppo aperto poi lascia un po' di amaro in bocca, senza contare che la pellicola è girata con una certa sciatteria con microfoni che spesso fanno irruzione in campo.
A salvare il film sono gli interpreti. In primis un molto convincente Emilio Solfrizzi, che dà il meglio nei suoi “monologhi” al cellulare. E in una particina fa capolino anche Antonio Catania, nei panni di un muratore saggio e molto erudito.
http://www.sentieriselvaggi.it/articolo.asp?sez0=2&sez1=248&art=33593
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Una favola amara ma banale sul mondo del calcio e l'umanità che lo circonda 
          
Elia gioca a calcio sulla spiaggia e sui campi terrosi di uno sperduto paesino della Sicilia dove un giorno capita Michele, talent scout per la serie A. Il suo obiettivo dovrebbero essere alcuni ragazzi della scuola calcio locale che gli vengono mostrati e raccomandati in modi più o meno leciti, l'attenzione però è subito rapita dall'abilità innata del 18enne dal cervello di un 12enne Elia. È l'estate del 2006 quando i due si incontrano, il calcio italiano da una parte è scosso dallo scandalo Moggi mentre dall'altra è esaltato dalla vittoria ai mondiali di Germania. La vita del ragazzo potrebbe essere pronta ad un cambio ma anche quella di Michele che nonostante l'aria da grande professionista non se la passa benissimo.
Talent scout e giovane promessa o maestro e pupillo la dialettica tra i due ruoli (quello di pseudo padre e di pseudo figlio, il primo in cerca di un riscatto e il secondo di un modello) è sempre la medesima: quella tra istinto e ragione, tra mente e braccio. Se Elia, pieno di talento calcistico e abituato ad una vita semplice nel meridione d'Italia è l'emblema dell'autenticità, Michele è invece il simbolo della sofisticatezza senza basi, e il film stesso nel raccontare il rapporto tra i due cerca più in generale di operare una riflessione sullo stato di queste istanze nella società italiana (calcistica e non).
Lo scontro però non produce scintille ma solo banali attriti. L'attaccamento di Elia all'essenza delle cose si manifesta senza nessuna fantasia nel rifiuto del traffico, quando intrappolato nelle macchine sogna di volare come un uccello (!!), nel disinteresse verso il cibo confezionato ma anche verso quello eccessivamente elaborato a favore dei semplici sapori della sua terra e poi più di tutti nel rifiuto istintivo di rinunciare al piacere del gioco per ottenere quei privilegi di cui Michele vive. Macchine, donne, soldi, orologi, telefoni e via dicendo, la simbologia che dovrebbe fare di Michele la controparte inutilmente sofisticata è tutta qua.
Piede di Dio opera una riflessione abusata, cioè che i veri valori del calcio stanno nei campetti polverosi dove i ragazzi giocano con passione, e lo fa senza nessuna idea estetica o filmica (Sardiello del resto ammette di non essere mai stato un regista nonostante diriga importanti riviste di settore e abbia un curriculum da sceneggiatore) e a questo affianca una visione del calcio come liberazione da qualsiasi gabbia (mentale, spirituale o fisica) senza però supporto di scene, idee o anche solo parole efficaci. Non c'è nessuna espressività e alla fine il compito di mostrare la poesia è lasciato alle immagini di repertorio di Garrincha, Maradona, Roberto Baggio e vi dicendo.
Cavalcando le opinioni più popolari Sardiello conferma e porta su schermo tutto ciò che già si pensa e si dice nei mercati rionali, nei baretti e nelle discussioni da salotto buono. La modernità è male mentre un ritorno all'origine e alla semplicità potrebbe essere la vera soluzione contro il moderno mondo malato e corrotto. Come al solito però il perchè non è dato saperlo.
Le sole sorprese sono la mimica facciale e corporale sempre più completa e complessa di Filippo Pucillo e Elena Bouryka, decisamente migliore del ruolo che interpreta.
Gabriele Niola
http://www.mymovies.it/film/2009/ilpiededidio/


Il calcio per raccontare l'Italia

Credo sia nostro dovere cercare di raccontare quanto più possibile il nostro paese e mi sembra che il calcio sia una delle lenti più forti per farlo", parlare di calcio per raccontare l'Italia e le sue contraddizioni. Ci prova Luigi Sardiello, un passato da sceneggiatore e un presente da direttore di Filmaker's Magazine e professore di scrittura alla facoltà di Scienze della Comunicazione, che ha scelto di esordire alla regia con una storia che cerca di riscoprire l'autenticità del mondo del calcio e quindi l'umanità delle persone.
"Sì, sono un appassionato ma del calcio sulla spiaggia o di quello giocato con una patata dentro casa" dichiara il regista "Il calcio ha in sè il male e il bene, è gran parte de marciume della società contemporanea ma allo stesso tempo capacità di riscatto". Anche per questo Piede di Dio è ambientato nei primi mesi dell'estate del 2006, quando in Italia si scoprivano le magagne legate allo scandalo Moggi mentre in Germania la nazionale vinceva nonostante tutto.
Calcio ma non solo
Piede di Dio è la storia di due outsider messi a confronto dalle necessità: "Avevo il desiderio di raccontare una storia semplice, non tanto un film che fosse sul calcio quanto una storia tra due persone e mi serviva un contesto per ambientare il viaggio della speranza di questi due esseri marginali". Ecco allora l'idea funzionale del mondo del calcio con tutte le sue figure archetipe, dai procuratori ai selezionatori, dalle veline agli ex-campioni ecc. ecc.
A confermare il fatto che lo scheletro del film è una storia di diverse umanità schiacciate dal sistema e che il calcio è solo uno dei possibili contesti arriva anche il protagonista Emilio Solfrizzi il quale dichiara di non essersi ispirato ai veri talent scout o ai procuratori per il suo ruolo ma "ai moti incattiviti con la vita che esistono, quelle persone avvelenate perchè non sono diventati quello che volevano". I cacciati, gli scartati, gli sfortunati e via dicendo.
E una scartata è anche Elena Bouryka, che interpreta la ragazza del protagonista aspirante attrice/velina/conduttrice o quant'altro, che invece si ritrova al pari del proprio uomo con un nulla di fatto, tagliata fuori dall'industria ma senza nessuna passione a scaldarle il cuore: "I nostri due personaggi sono due perdenti" ha detto l'attrice "tanto che lei ha anche i capelli arancioni. Un elemento apparentemente marginale ma in realtà molto importante per capire il personaggio. È stata la cosa che più mi è piaciuta."
Calciatori davanti e dietro lo schermo
Come raramente capita Piede di Dio ha ricevuto una serie di importanti sponsorizzazioni dal mondo del calcio ufficiale. Prima Gianfranco Zola che ci ha visto dentro "la magia che consente il superamento di ogni limite" e poi anche Luca Marchegiani. L'ex portiere era presente alla conferenza stampa di presentazione e non ha mancato di rimarcare come il film faccia riflettere "sulle dinamiche del mondo del calcio, tutte cose conosciute ma che poi non vediamo mai in profondità. Bisogna sempre tenere presente la diversità tra il sogno e la passione di un ragazzo che si avvicina a questo sport. Egli non ha tutte quelle aspettative che invece le persone intorno a lui hanno pensando di poter sfruttare le sue capacità. E questa è una cosa che purtroppo si vede sempre più spesso. I ragazzi che giocano dovrebbe poter sognare da soli ed essere liberi di portare avanti il proprio sogno secondo le loro possibilità".
Non solo il calcio ufficiale però. Gran parte della documentazione sul mondo che vive ed esiste a margine dei piccoli aspiranti campioni viene dall'esperienza diretta del regista, il cui figlio ad un certo punto ha provato a diventare giocatore professionista "ho conosciuto questo mondo e lentamente ho cominciato a riflettere su queste cose", ha infatti dichiarato Sardiello.
Per Solfrizzi invece un classico passato da giocatore di campetti, strade e vicoli di Bari: "Il mio rapporto con il calcio si è purtroppo dovuto interrompere a causa di una frattura che mi ha impedito di continuare ma ero più che altro un giocatore di strada. La mia generazione è quella di Gigi Riva, mancino come me, per questo giocavo come ala sinistra senza nessun talento".
Mentre il giovane Filippo Pucillo (già visto in Respiro e Nuovomondo di Crialese), che nel film interpreta il talentuoso Elia è un vero giocatore, tanto da girare sul serio alcune parti di palleggio e dribbling (per le più complesse però ci si è affidati ad una controfigura): "Gioco mediano destro nel Lampedusa ma non ho mai avuto a che fare con procuratori come quelli del film. Abbiamo iniziato con 5 sconfitte ma poi ci siamo ripresi alla grande perchè le prime hanno tutte perso".
Gabriele Niola 
http://www.mymovies.it/film/2009/ilpiededidio/news/ragazzoconpiededidio/

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