TITULO ORIGINAL Così è la vita
AÑO 1998
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
DURACION 108 min.
DIRECCION Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti, Massimo Venier
GUION Aldo, Giacomo, Giovanni, Massimo Venier, Gino, Michele, Giorgio Gherarducci
MUSICA Negrita
FOTOGRAFIA Giovanni Fiore Coltellacci
REPARTO Aldo, Giacomo, Giovanni, Marina Massironi, Antonio Catania
PRODUCTORA A.Gi.Di. / Kubla Khan
GENERO Comedia. Aventuras
AÑO 1998
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
DURACION 108 min.
DIRECCION Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti, Massimo Venier
GUION Aldo, Giacomo, Giovanni, Massimo Venier, Gino, Michele, Giorgio Gherarducci
MUSICA Negrita
FOTOGRAFIA Giovanni Fiore Coltellacci
REPARTO Aldo, Giacomo, Giovanni, Marina Massironi, Antonio Catania
PRODUCTORA A.Gi.Di. / Kubla Khan
GENERO Comedia. Aventuras
SINOPSIS Aldo cumple condena por fraude con tarjetas de crédito. Cuando es llevado al juzgado en el coche de policía, se encuentra con una pistola en la guantera y obliga al agente a cambiar el rumbo. Por el camino se encuentran a Giovanni, que detiene el vehículo para denunciar el robo de su coche ignorando la situación, y también es tomado como rehén por Aldo. (FILMAFFINITY)
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Subtítulos (Inglés)
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Aldo (Aldo Baglio) soprannominato Bancomat per la sua abilità nel clonare carte di credito, riesce senza troppa fatica durante un trasporto in tribunale a sequestrare pistola alla mano un ‘auto della polizia con a bordo l’imbranato agente Giacomo (Giacomo Poretti).
Mentre i due attraversano Milano diretti fuori città, un cittadino che è stato appena vittima di un furto d’auto, l’incompreso inventore di giocattoli Giovanni (Giovanni Storti), ferma la volante e ignaro del sequestro in corso sale a bordo diventando così di fatto il secondo ostaggio di Aldo.
Grazie ad un colpo di fortuna Giacomo riesce a comunicare alla centrale quello che sta accadendo, interverranno auto della polizia e persino un elicottero per inseguire il fuggitivo, ma la volante finirà in un burrone incendiandosi, senza a prima vista lasciare alcuno scampo ai tre passeggeri.
In realtà i tre si sono salvati saltando fuori dalla macchina prima dello schianto e dopo la brutta avventura decideranno di tornare in città, Aldo dopo aver incontrato l’amore proverà a consegnarsi alle autorità per pagare il suo debito con la giustizia, mentre Giovanni e Giacomo torneranno dalle rispettive famiglie scoprendo che dopo il loro presunto decesso le cose sono decisamente cambiate.
Dopo un ottimo esordio, per una volta non solo ai botteghini, il trio Aldo, Giovanni e Giacomo bissano il successo tornando a collaborare con Massimo Venier sia alla regia che in fase di scrittura, confezionando una divertente commedia con un finale intrigante e una serie di gag decisamente riuscite tra citazioni tarantiniane e il repertorio classico del terzetto che anche stavolta sembra funzionare a dovere.
Così è la vita fa parte della trilogia di film che hanno segnato le migliori prove su grande schermo del trio insieme al debutto Tre uomini e una gamba e Chiedimi se sono felice, quest’ultimo senza dubbio il migliore dell’intera filmografia del trio prima della crisi creativa che inizierà con l’ambizioso La leggenda di Al, John e Jack, passerà per il ritorno alle suggestioni teatrali di Anplagghed al cinema e culminerà nel mediocre Il cosmo sul comò.
Note di produzione: alla sceneggiatura collaborano anche la coppia di autori televisivi e teatrali Gino & Michele, le musiche sono della rock-band italiana dei Negrita, il film costato in totale 11 miliardi promozione compresa ne incasserà oltre 60.
http://www.ilcinemaniaco.com/cosi-e-la-vita-recensione/
Mentre i due attraversano Milano diretti fuori città, un cittadino che è stato appena vittima di un furto d’auto, l’incompreso inventore di giocattoli Giovanni (Giovanni Storti), ferma la volante e ignaro del sequestro in corso sale a bordo diventando così di fatto il secondo ostaggio di Aldo.
Grazie ad un colpo di fortuna Giacomo riesce a comunicare alla centrale quello che sta accadendo, interverranno auto della polizia e persino un elicottero per inseguire il fuggitivo, ma la volante finirà in un burrone incendiandosi, senza a prima vista lasciare alcuno scampo ai tre passeggeri.
In realtà i tre si sono salvati saltando fuori dalla macchina prima dello schianto e dopo la brutta avventura decideranno di tornare in città, Aldo dopo aver incontrato l’amore proverà a consegnarsi alle autorità per pagare il suo debito con la giustizia, mentre Giovanni e Giacomo torneranno dalle rispettive famiglie scoprendo che dopo il loro presunto decesso le cose sono decisamente cambiate.
Dopo un ottimo esordio, per una volta non solo ai botteghini, il trio Aldo, Giovanni e Giacomo bissano il successo tornando a collaborare con Massimo Venier sia alla regia che in fase di scrittura, confezionando una divertente commedia con un finale intrigante e una serie di gag decisamente riuscite tra citazioni tarantiniane e il repertorio classico del terzetto che anche stavolta sembra funzionare a dovere.
Così è la vita fa parte della trilogia di film che hanno segnato le migliori prove su grande schermo del trio insieme al debutto Tre uomini e una gamba e Chiedimi se sono felice, quest’ultimo senza dubbio il migliore dell’intera filmografia del trio prima della crisi creativa che inizierà con l’ambizioso La leggenda di Al, John e Jack, passerà per il ritorno alle suggestioni teatrali di Anplagghed al cinema e culminerà nel mediocre Il cosmo sul comò.
Note di produzione: alla sceneggiatura collaborano anche la coppia di autori televisivi e teatrali Gino & Michele, le musiche sono della rock-band italiana dei Negrita, il film costato in totale 11 miliardi promozione compresa ne incasserà oltre 60.
http://www.ilcinemaniaco.com/cosi-e-la-vita-recensione/
TRAMA:
A Milano Aldo, un detenuto di mezza tacca, deve essere scortato in tribunale. L'incarico è affidato al poliziotto Giacomo che si ritrova in macchina solo perché il collega Catania aveva qualcosa di più urgente da fare. Giacomo ha lasciato la pistola d'ordinanza nel portaoggetti, cosicché Aldo se ne impossessa e prende il sopravvento. Per strada Giovanni, un inventore di giocattoli che ha appena subito il furto dell'auto, chiede aiuto alla macchina della polizia, viene fatto salire e si ritrova preso come ostaggio. I tre cominciano una fuga senza meta, lungo la strada aiutano una donna a partorire, scampano per miracolo all'esplosione della loro macchina, sono dati per morti, passano la notte in un cimitero, incontrano Clara, ragazza bella e misteriosa, di cui Aldo si innamora. Tornati a Milano, si salutano, ma Aldo non sa dove andare, Giacomo è stato lasciato fuori di casa e Giovanni trova la moglie a letto con Catania. Con l'aiuto di Clara si vendicano, si sentono soddisfatti, ma l'ultima sorpresa la rivela loro proprio Clara: i tre in realtà sono morti nell'incidente della macchina, in Paradiso c'è posto solo per Aldo, ma i tre amici non si separano. O tutti o nessuno.
A Milano Aldo, un detenuto di mezza tacca, deve essere scortato in tribunale. L'incarico è affidato al poliziotto Giacomo che si ritrova in macchina solo perché il collega Catania aveva qualcosa di più urgente da fare. Giacomo ha lasciato la pistola d'ordinanza nel portaoggetti, cosicché Aldo se ne impossessa e prende il sopravvento. Per strada Giovanni, un inventore di giocattoli che ha appena subito il furto dell'auto, chiede aiuto alla macchina della polizia, viene fatto salire e si ritrova preso come ostaggio. I tre cominciano una fuga senza meta, lungo la strada aiutano una donna a partorire, scampano per miracolo all'esplosione della loro macchina, sono dati per morti, passano la notte in un cimitero, incontrano Clara, ragazza bella e misteriosa, di cui Aldo si innamora. Tornati a Milano, si salutano, ma Aldo non sa dove andare, Giacomo è stato lasciato fuori di casa e Giovanni trova la moglie a letto con Catania. Con l'aiuto di Clara si vendicano, si sentono soddisfatti, ma l'ultima sorpresa la rivela loro proprio Clara: i tre in realtà sono morti nell'incidente della macchina, in Paradiso c'è posto solo per Aldo, ma i tre amici non si separano. O tutti o nessuno.
CRITICA:
"Film molto scritto, pensato al millimetro, dove ogni battuta segue uno schema di gioco. Ma non si dovrebbe fare così. Bisogna confondere sempre un po' le acque, dare aria, lasciare segnali impropri, aprire piste false, sprecare qualcosa: qui non si butta via mai nulla, tutto serve, come alla "casalinga modello". 'Però Così è la vita' film secondo di firmato Aldo Giovanni e Giacomo, resta una piacevole conferma. Gestualmente il meccanismo non stride (ottimi gli attori, anche Antonio Catania e Marina Massironi) e la strategia emozionale funziona, e commuove perfino. Chi ha più il coraggio di profanare 'Easy rider', inebriandosi al cimitero di Vieri e Del Piero invece che di Lsd rosa e blu? O di citare Jerry Lewis, come nella scena della mancia anticipata ai camerieri?" (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 17 dicembre 1998)
"Film molto scritto, pensato al millimetro, dove ogni battuta segue uno schema di gioco. Ma non si dovrebbe fare così. Bisogna confondere sempre un po' le acque, dare aria, lasciare segnali impropri, aprire piste false, sprecare qualcosa: qui non si butta via mai nulla, tutto serve, come alla "casalinga modello". 'Però Così è la vita' film secondo di firmato Aldo Giovanni e Giacomo, resta una piacevole conferma. Gestualmente il meccanismo non stride (ottimi gli attori, anche Antonio Catania e Marina Massironi) e la strategia emozionale funziona, e commuove perfino. Chi ha più il coraggio di profanare 'Easy rider', inebriandosi al cimitero di Vieri e Del Piero invece che di Lsd rosa e blu? O di citare Jerry Lewis, come nella scena della mancia anticipata ai camerieri?" (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 17 dicembre 1998)
"Diretto a 8 mani, da non dimenticare quelle di Massimo Venier, e scritto a 16 (con Gino e Michele, Gherarducci, Ferrari), 'Così è la vita' conferma che Aldo, Giovanni e Giacomo hanno un talento esplosivo di comunicazione ed esprimono con un copyright, la sintesi delle follie quotidiane: aspettano Godot che tarda, basterebbe un nulla, un tocco in più di pessimismo e nonsense, per trovarsi nelle lande di Beckett, come accadde a Paolo Rossi. I difetti del secondo film (qualche lentezza, prevedibilità, manierismo, i tre si vogliono bene) sono veniali rispetto alle qualità, anche potenziali, di cui il terzetto si fa portatore sano nel nostro cinema comico: Aldo, Giovanni e Giacomo trasportano immutato il loro copyright dal cabaret al cinema. Ed è sempre amabile il gioco degli stereotipi, che inizia con una sequenza carceraria tipo 'Papillon' e finisce con un foglietto vagante come la piuma di 'Forrest Gump'. Non c'è dubbio che qui si mira un poco più in alto: ma per fortuna tenendo presente che il primo comandamento del pubblico di A.G.G. è la risata, anche grassa, anche folle, anche futile, del gioco di parole: ma sfido chiunque a non uscire da questo film con un dubbio in più sul mestieraccio di vivere. (Maurizio Porro, 'Il Corriere della sera', 19 dicembre 1998)
"Se 'Così è la vita' fosse durato, che so, un'ora e venti, sarebbe stato divertente: i loro tre caratteri in fuga funzionano, certe battute strappano la risata, certi personaggi di contorno sono azzeccati. Ma, dilatato a quasi due ore, più che un film, sembra un abbozzo di sceneggiatura di due o tre film, che non riescono a fondersi, si aprono alla noia e si concludono sul terreno scivolosissimo della 'commedia fantastica'. Tutto tentenna e oscilla tra lo sketch e ambizioni narrative più complesse, tra i caratteri tipici dei tre comici e l'articolazione di personaggi nuovi. soprattutto, tutto si diluisce e annacqua, perdendo completamente di vista la scansione dei tempi cinematografici (purtroppo, anche di quelli comici). Un cedimento tipico del cinema di serie B, quando all'improvviso cerca di reinventarsi e ampliarsi per la serie A". (Emanuela Martini, 'Film Tv', 22 dicembre 1998)
Diciamo che è un film troppo lungo (108 minuti) che inizia mezz'ora dopo e finisce mezz'ora prima. Ha un lungo prologo in cui i tre giocano a fare i galeotti in una prigione dell'Arizona, stile 48 ore. E ha quel finale di cui sopra, francamente attaccato coi cerotti. Il problema è il solito: geniali nelle gag, i tre non hanno respiro narrativo e nessuno dei numerosi sceneggiatori ha saputo darglielo. Vanno avanti per citazioni cinefile, per tormentoni teatral-televisivi e per situazioni (strepitoso Aldo nella scena del ristorante). Ma il film, spesso, gira a vuoto. Aldo, Giovanni & Giacomo come Totò? Nel senso che fanno crepar dal ridere anche all'interno di film modesti? Sì, con il piccolo dettaglio che Totò non era regista di se stesso. La sensazione è che si sia andati di corsa per sfruttare il traino del primo successo. Il film è tirato via ma certo i fans possono accomodarsi, le risate sono garantite. Sperando in un terzo film più meditato. Magari fra due anni, senza stress?". (Alberto Crespi, 'l'Unità', 18 dicembre 1998)
"Aldo, Giovanni & Giacomo hanno incassato troppo con Tre uomini e una gamba per non rifare lo stesso film, intitolato ora Così è la vita. Incasseranno ancora, quindi rifaranno un'altra volta lo stesso film, intitolandolo o Tre gambe e un uomo o La vita è così. La serialità affligge chi ha un repertorio limitato e viene dalla tv. (?) Benché prevedibile, Così è la vita non fa venire voglia di piantarlo a metà. Ma a tre quarti sì. Sarebbe opportuno cedere alla tentazione, perché la trovata finale è meglio perderla. Comunque un film italiano di un'ora e cinquanta, che si lasci vedere per oltre un'ora, è notevole". (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 19 dicembre 1998)
"L'aldilà e il di qua sono per il terzetto (ma anche per chi sta dietro la cinepresa, tra cui il co-regista Massimo Venier e i co-sceneggiatori Gino e Michele) un canovaccio su cui muovere i rispettivi personaggi. Che, appunto, sono divertenti, ben scritti, simpatici, anche un po' amarognoli. Ma, a rischio di venir bacchettata in futuro, al pari di coloro che non hanno capito Totò, dico che il cinema non c'è ancora: c'è un cabaret su celluloide". (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 21 dicembre 1998)
NOTE:
- N.B. ALDO BAGLIO - GIOVANNI STORTI - GIACOMO PORETTI- IL TITOLO DEL FILM VIENE DAL ROMANZO SCRITTO DA GIACOMO E CHE LUI TIENE NEL CASSETTO- MARINA MASSIRONI, PARTNER ABITUALE DEL TRIO, NELL'85 AVEVA FONDATO INSIEME A GIACOMO, IL DUO "HANSEL & STRUDEL"
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=35398
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Il film inizia con l'incipit dei tre gangster Al, Jonh e Jack.
In questa sequenza i tre si ritrovano in un carcere federale dove lavorano in una cava di pietra. Jack uccide accidentalmente un cuneista e lo sceriffo chiede di fare il medesimo lavoro a uno dei tre visto che sono esauriti tutti i cuneisti, Jonh e Al scelgono Jack come cuneista.
Nel momento in cui Al batte con il martello suona la campanella.
Durante la pausa, Al vuole raccontare una barzelletta ma viene continuamente interrotto dai due.
Nel pomeriggio, Al escogita l'idea di evadere, riuscendo nell'intento.
Per nascondersi, i tre si immergono in acqua con delle canne in bocca per respirare, ma vengono subito scoperti dagli agenti e dallo sceriffo che, per eliminarli, fanno uscire dalla gabbia un alligatore.
Durante tale scena, si aggancia la scena al carcere di San Vittore dove veniva proiettato il film che viene interrotto all'improvviso.
Aldo spiega ai detenuti che si tratta di un film nel film.
Aldo, per gli amici "Bancomat", è detenuto da due anni al carcere di San Vittore, dove ha un amico, Crapanzano, suo compagno di cella.
Giacomo è un maldestro agente di polizia che convive assieme alla sorella, al rozzo marito di quest'ultima e al figlio della coppia.
Giovanni è un inventore di giocattoli un po' sfortunato.
Il 27 giugno 1998, Aldo deve essere scortato in tribunale e Giacomo è alla guida della volante che deve trasferire il detenuto. Aldo riesce a sottrarre la pistola all'agente ed a farlo diventare suo ostaggio.
Contemporaneamente a Giovanni viene rubata l'auto e, vedendo passare di lì una volante della polizia, decide di chiedere aiuto.
Sfortunatamente l'uomo incappa nell'auto in cui ci sono Giacomo e Aldo e diventando così il secondo ostaggio.
Con un espediente, Giacomo riesce ad avvertire il comando di polizia del sequestro, ma quando sopraggiungono le volanti ed un elicottero, Aldo costringe Giacomo ad un folle inseguimento al termine del quale riesce a seminare le volanti in un bosco.
Una volta al sicuro, Aldo ordina a Giacomo di uscire dal nascondiglio, ma a causa di un'errata manovra l'automobile precipita in uno strapiombo; i tre però saltano dall'auto evitando la caduta. I tre uomini sono costretti a proseguire senza l'ausilio dell'auto e durante il cammino incontrano una ragazza di nome Clara, della quale Aldo si innamora perdutamente. Aldo, Giovanni e Giacomo ritornano a Milano, e una volta lì Aldo decide di tornare in carcere per saldare il suo debito con la giustizia, mentre Giovanni e Giacomo tornano alle loro case, scoprendo tuttavia che i loro cari li hanno già dimenticati avendoli creduti morti.
Giovanni trova sua moglie a letto con il collega poliziotto di Giacomo, Catanìa; Giacomo trova la biografia della sua vita e tutte le sue cose nell'immondizia e la sua camera messa in affitto.
Aldo, però, cambia idea decidendo di non ritornare in carcere e incontra in un parco i due amici completamente demoralizzati, così Aldo, con l'aiuto di Clara, convince i due a vendicarsi dei propri cari.
Prima di tutto, grazie ad un tranello realizzato da Clara e Aldo, i quattro rubano il tir al cognato di Giacomo.
Giacomo fa trovare alla sorella un suo testamento, in cui è scritto che l'appartamento in cui lei vive, di proprietà di Giacomo, dev'essere ceduto alla famiglia di africani suoi amici.
Poi i quattro rubano degli elettrodomestici dal magazzino di Crapanzano, che è uscito di galera da poco.
Successivamente Aldo e Giacomo, travestiti da fattorini, si presentano a casa di Giovanni e dicono alla moglie che si tratta della vincita ad un concorso a cui Giovanni aveva partecipato: la merce è gratuita.
La moglie accetta la consegna.
Clara, con una telefonata anonima, informa Crapanzano del fatto che gli elettrodomestici che gli sono stati rubati sono a casa di Giovanni, dove Crapanzano si presenterà assieme ad alcuni suoi amici armati di mazze da baseball.
Gli apre la moglie di Giovanni e alle sue spalle si vede Catanìa circondato dalla "refurtiva".
Fatta giustizia, Clara dice di dover mostrare loro una cosa e porta i tre in una camera ardente, dove scoperchiano le tre bare presenti e vedono dentro i loro cadaveri.
Dopo ciò, Clara mostra ai tre il luogo dove è avvenuto l'incidente.
Giovanni e Giacomo capiscono solo allora di non essere riusciti a scappare in tempo dall'auto e di essere realmente morti.
Clara, rivelatasi un angelo, li accompagna in una landa desolata, che viene fatto capire essere la strada per il Paradiso.
I tre arrivano di fronte ad un ingresso (tipo passaggio a livello) che si apre tramite badge, ma solo Aldo ne possiede uno, mentre a Giacomo e Giovanni non è permesso oltrepassare la sbarra, a dimostrazione del fatto che hanno ancora dei peccati da scontare.
Fortunatamente, Aldo grazie alle sue doti di contraffattore tira fuori dalla tasca due badge falsificati, permettendo l'ingresso anche di Giacomo e Giovanni.
Il film finisce con il foglio del progetto di Giovanni, che aveva lasciato portare via dal vento, che cade in un prato proprio dove una mucca si accinge a fare i suoi bisogni.
http://italiabenetti.blogspot.com.ar/2012/10/cosi-e-la-vita.html
In questa sequenza i tre si ritrovano in un carcere federale dove lavorano in una cava di pietra. Jack uccide accidentalmente un cuneista e lo sceriffo chiede di fare il medesimo lavoro a uno dei tre visto che sono esauriti tutti i cuneisti, Jonh e Al scelgono Jack come cuneista.
Nel momento in cui Al batte con il martello suona la campanella.
Durante la pausa, Al vuole raccontare una barzelletta ma viene continuamente interrotto dai due.
Nel pomeriggio, Al escogita l'idea di evadere, riuscendo nell'intento.
Per nascondersi, i tre si immergono in acqua con delle canne in bocca per respirare, ma vengono subito scoperti dagli agenti e dallo sceriffo che, per eliminarli, fanno uscire dalla gabbia un alligatore.
Durante tale scena, si aggancia la scena al carcere di San Vittore dove veniva proiettato il film che viene interrotto all'improvviso.
Aldo spiega ai detenuti che si tratta di un film nel film.
Aldo, per gli amici "Bancomat", è detenuto da due anni al carcere di San Vittore, dove ha un amico, Crapanzano, suo compagno di cella.
Giacomo è un maldestro agente di polizia che convive assieme alla sorella, al rozzo marito di quest'ultima e al figlio della coppia.
Giovanni è un inventore di giocattoli un po' sfortunato.
Il 27 giugno 1998, Aldo deve essere scortato in tribunale e Giacomo è alla guida della volante che deve trasferire il detenuto. Aldo riesce a sottrarre la pistola all'agente ed a farlo diventare suo ostaggio.
Contemporaneamente a Giovanni viene rubata l'auto e, vedendo passare di lì una volante della polizia, decide di chiedere aiuto.
Sfortunatamente l'uomo incappa nell'auto in cui ci sono Giacomo e Aldo e diventando così il secondo ostaggio.
Con un espediente, Giacomo riesce ad avvertire il comando di polizia del sequestro, ma quando sopraggiungono le volanti ed un elicottero, Aldo costringe Giacomo ad un folle inseguimento al termine del quale riesce a seminare le volanti in un bosco.
Una volta al sicuro, Aldo ordina a Giacomo di uscire dal nascondiglio, ma a causa di un'errata manovra l'automobile precipita in uno strapiombo; i tre però saltano dall'auto evitando la caduta. I tre uomini sono costretti a proseguire senza l'ausilio dell'auto e durante il cammino incontrano una ragazza di nome Clara, della quale Aldo si innamora perdutamente. Aldo, Giovanni e Giacomo ritornano a Milano, e una volta lì Aldo decide di tornare in carcere per saldare il suo debito con la giustizia, mentre Giovanni e Giacomo tornano alle loro case, scoprendo tuttavia che i loro cari li hanno già dimenticati avendoli creduti morti.
Giovanni trova sua moglie a letto con il collega poliziotto di Giacomo, Catanìa; Giacomo trova la biografia della sua vita e tutte le sue cose nell'immondizia e la sua camera messa in affitto.
Aldo, però, cambia idea decidendo di non ritornare in carcere e incontra in un parco i due amici completamente demoralizzati, così Aldo, con l'aiuto di Clara, convince i due a vendicarsi dei propri cari.
Prima di tutto, grazie ad un tranello realizzato da Clara e Aldo, i quattro rubano il tir al cognato di Giacomo.
Giacomo fa trovare alla sorella un suo testamento, in cui è scritto che l'appartamento in cui lei vive, di proprietà di Giacomo, dev'essere ceduto alla famiglia di africani suoi amici.
Poi i quattro rubano degli elettrodomestici dal magazzino di Crapanzano, che è uscito di galera da poco.
Successivamente Aldo e Giacomo, travestiti da fattorini, si presentano a casa di Giovanni e dicono alla moglie che si tratta della vincita ad un concorso a cui Giovanni aveva partecipato: la merce è gratuita.
La moglie accetta la consegna.
Clara, con una telefonata anonima, informa Crapanzano del fatto che gli elettrodomestici che gli sono stati rubati sono a casa di Giovanni, dove Crapanzano si presenterà assieme ad alcuni suoi amici armati di mazze da baseball.
Gli apre la moglie di Giovanni e alle sue spalle si vede Catanìa circondato dalla "refurtiva".
Fatta giustizia, Clara dice di dover mostrare loro una cosa e porta i tre in una camera ardente, dove scoperchiano le tre bare presenti e vedono dentro i loro cadaveri.
Dopo ciò, Clara mostra ai tre il luogo dove è avvenuto l'incidente.
Giovanni e Giacomo capiscono solo allora di non essere riusciti a scappare in tempo dall'auto e di essere realmente morti.
Clara, rivelatasi un angelo, li accompagna in una landa desolata, che viene fatto capire essere la strada per il Paradiso.
I tre arrivano di fronte ad un ingresso (tipo passaggio a livello) che si apre tramite badge, ma solo Aldo ne possiede uno, mentre a Giacomo e Giovanni non è permesso oltrepassare la sbarra, a dimostrazione del fatto che hanno ancora dei peccati da scontare.
Fortunatamente, Aldo grazie alle sue doti di contraffattore tira fuori dalla tasca due badge falsificati, permettendo l'ingresso anche di Giacomo e Giovanni.
Il film finisce con il foglio del progetto di Giovanni, che aveva lasciato portare via dal vento, che cade in un prato proprio dove una mucca si accinge a fare i suoi bisogni.
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