TÍTULO ORIGINAL
Col cuore in gola
AÑO
AÑO
1967
IDIOMA
IDIOMA
Italiano
SUBTITULOS
SUBTITULOS
Español e Inglés (Separados)
DURACIÓN
DURACIÓN
107 min.
DIRECTOR
DIRECTOR
Tinto Brass
GUIÓN
GUIÓN
Tinto Brass, Pierre Lévy, Francesca Longo (Novela: Sergio Donati)
MÚSICA
MÚSICA
Armando Trovajoli
FOTOGRAFÍA
FOTOGRAFÍA
Silvano Ippoliti
REPARTO
REPARTO
Jean-Louis Trintignant, Ewa Aulin, Roberto Bisacco, Charles Kohler, Luigi Bellini, Monique Scoazec, Enzo Consoli, Vira Silenti
PRODUCTORA
PRODUCTORA
Coproducción Italia-Francia
GÉNERO
GÉNERO
Thriller
Sinópsis
En Inglaterra un actor francés (Jean-Louis Trintignant) conoce a una fascinante joven (Ewa Aulin), aparentemente culpable de un asesinato. Sin embargo, queda prisionero de su belleza, y tratará de demostrar que ella es inocente a toda costa. Mientras intenta descubrir la naturaleza del crimen, será perseguido por la policía, que lo cree culpable, y por la mafia, que buscaba unas fotos robadas de la escena del crimen. (FILMAFFINITY)
Trama
Bernard, un attore francese che si trova a Londra per lavoro, una notte trova una ragazza, Jane, inorridita davanti al cadavere di un uomo, un certo Prescott, proprietario di un night club. Bernard sente immediatamente il desiderio di aiutare la ragazza; per prima cosa bisogna ritrovare una fotografia compromettente per il fratello di Jane. Bernard, cercando la foto, uccide un sicario che l'ha sorpreso in casa di Prescott, compromettendosi così pericolosamente, ma per Jane è disposto a tutto. Ma alla fine, dopo alterne vicende, Bernard scopre che è stata proprio Jane a uccidere Prescott e altre persone che sono morte nel corso delle indagini. Jane, accusata apertamente da Bernard, confessa di aver ammazzato Prescott perché questi la ricattava. Quindi estrae la pistola e spara su Bernard, in quanto egli è l'unico a conoscere la verità e anche perché la ragazza si accorge che si sta innamorando di lui.
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=20137
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Tinto Brass (che MyMovies definisce “un grande e insuperato poeta della carne”) da decenni è famoso per i suoi film altamente erotici. Ma nel suo curriculum troviamo opere del tutto diverse.
Allievo di Rossellini e con una forte influenza della Nouvelle Vague, realizzò una decina di lavori, profondamente diversi l’uno dall’altro, evidenziando spesso una accesa critica sociale, ma soprattutto “Tinto Brass è stato un grande regista di straordinari film surreali, psichedelici e fortemente Pop. Quella Art, però. Un cinema forte, ribelle e profondamente laico; nel senso d’intelligente” (Roberto Giannotti): Col cuore in gola -miscellanea di thriller e noir tratto da un romanzo di Sergio Donati, tra i più celebrati giallisti italiani- è un tipico esempio di questa fase del regista milanese… ma non dei più riusciti.
“La trama è confusa e poco interessante” sostiene giustamente il Morandini: spesso non è spiegato come e perché avvenga una certa cosa, a volte non si comprende chi siano i vari personaggi che ci vengono presentati. Ma è chiaro che a Brass la sceneggiatura interessa poco. L’attenzione è tutta rivolta all’aspetto formale (si sente molto la consulenza artistica di Guido Crepax) e da questo punto di vista Col cuore in gola può risultare godibile e costituire una valida testimonianza degli anni Sessanta e della «swinging London» allora massimamente in auge. Evidente omaggio al Blow Up di Antonioni, il film si caratterizza per il ritmo che si vorrebbe vorticoso (ma il tutto è talmente farraginoso che la nostra partecipazione latita e la noia e l’irritazione a volte non esitano ad apparire), per gli sperimentalismi vari, per l’uso particolare della fotografia-del montaggio-delle inquadrature. Coerente e appropriata (ma troppo invasiva) la musica di Armando Trovaioli.
Purtroppo Col cuore in gola si caratterizza anche per l’insolita pessima prestazione di uno dei migliori attori che il cinema europeo possa vantare nella sua storia. Jean-Louis Trintignant (appena reduce dai trionfi de Il sorpasso e di Un uomo, una donna, ma prima di Z – L’orgia del potere e de Il conformista) sembra, giustamente, non credere molto nel suo personaggio né nella storia che viene raccontata: il risultato è un interpretazione poco convinta, monocorde e svogliata.
Allievo di Rossellini e con una forte influenza della Nouvelle Vague, realizzò una decina di lavori, profondamente diversi l’uno dall’altro, evidenziando spesso una accesa critica sociale, ma soprattutto “Tinto Brass è stato un grande regista di straordinari film surreali, psichedelici e fortemente Pop. Quella Art, però. Un cinema forte, ribelle e profondamente laico; nel senso d’intelligente” (Roberto Giannotti): Col cuore in gola -miscellanea di thriller e noir tratto da un romanzo di Sergio Donati, tra i più celebrati giallisti italiani- è un tipico esempio di questa fase del regista milanese… ma non dei più riusciti.
“La trama è confusa e poco interessante” sostiene giustamente il Morandini: spesso non è spiegato come e perché avvenga una certa cosa, a volte non si comprende chi siano i vari personaggi che ci vengono presentati. Ma è chiaro che a Brass la sceneggiatura interessa poco. L’attenzione è tutta rivolta all’aspetto formale (si sente molto la consulenza artistica di Guido Crepax) e da questo punto di vista Col cuore in gola può risultare godibile e costituire una valida testimonianza degli anni Sessanta e della «swinging London» allora massimamente in auge. Evidente omaggio al Blow Up di Antonioni, il film si caratterizza per il ritmo che si vorrebbe vorticoso (ma il tutto è talmente farraginoso che la nostra partecipazione latita e la noia e l’irritazione a volte non esitano ad apparire), per gli sperimentalismi vari, per l’uso particolare della fotografia-del montaggio-delle inquadrature. Coerente e appropriata (ma troppo invasiva) la musica di Armando Trovaioli.
Purtroppo Col cuore in gola si caratterizza anche per l’insolita pessima prestazione di uno dei migliori attori che il cinema europeo possa vantare nella sua storia. Jean-Louis Trintignant (appena reduce dai trionfi de Il sorpasso e di Un uomo, una donna, ma prima di Z – L’orgia del potere e de Il conformista) sembra, giustamente, non credere molto nel suo personaggio né nella storia che viene raccontata: il risultato è un interpretazione poco convinta, monocorde e svogliata.
p.s.
Girovagando su Internet si ha conferma della non encomiabile abitudine di molti a riferire troppo in dettaglio la trama dei film recensiti: da il Morandini a Wikipedia abbiamo anche il finale della storia (rivelarlo in un thriller mi sembra un peccato non veniale).
http://cinemaleo.wordpress.com/2011/05/09/%E2%80%9Ccol-cuore-in-gola%E2%80%9D-di-tinto-brass/
http://cinemaleo.wordpress.com/2011/05/09/%E2%80%9Ccol-cuore-in-gola%E2%80%9D-di-tinto-brass/
Quando hai tempo, potresti ricaricarlo? I link non sono più attivi. Grazie mille
ResponderEliminarModificati tutti i link
EliminarGrazie mille :-D
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