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domingo, 10 de marzo de 2013

Come non detto - Ivan Silvestrini (2012)


TÍTULO ORIGINAL Come non detto
AÑO 2012
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACIÓN 97 min.
DIRECTOR Ivan Silvestrini
GUIÓN Roberto Proia
MÚSICA Leonardo Rosi
FOTOGRAFÍA Rocco Marra
REPARTO Josafat Vagni, Jose Dammert, Monica Guerritore, Francesco Montanari, Antonino Bruschetta, Valeria Bilello, Valentina Correani, Lucia Guzzardi, Andrea Rivera, Alan Cappelli Goetz
PRODUCTORA Mondo Home Entertainment
GÉNERO Comedia | Homosexualidad. Familia

SINOPSIS Mattia vive en Roma con su familia pero está a punto de mudarse a Madrid para vivir con novio español Eduard, quien está convencido de que Mattia está fuera del armario para su familia. Nada más lejos de la realidad. En la víspera del viaje a España, mientras la familia organiza una cena de despedida, Eduard anuncia su llegada sorpresa a Roma para conocer a sus “suegros”. Mattia se verá obligado a decidir entre salir del armario o confesar a su pareja que ha mentido. Cuando todo parece perdido, sus amigos Stefania y Giacomo acuden en su ayuda y Mattia dará in extremis con una posible solución. (FILMAFFINITY)



Mattia, giovane laureato, si sta per trasferire in Spagna. La sua famiglia crede che lì lo aspetti solo un buon lavoro. In realtà Mattia sta per andare a convivere con il suo ragazzo, Eduard. Il problema, che si pone sin dalle primissime immagini e che continua a tormentarlo, è che i suoi non sanno che lui sia gay. E allora come dirglielo? Come non detto, opera prima di Ivan Silvestrini, sceneggiato da Roberto Proia, si confronta con un tema che solo ultimamente il cinema italiano ha iniziato ad affrontare con una certa consapevolezza, molto spesso in commedia, forse perché attraverso la risata è più facile far passare un messaggio o una riflessione. Ma, in fondo, la società italiana si trova ancora lontana dai traguardi raggiunti in un paese progressista, da questo punto di vista, come la Spagna ed è proprio con questi ostacoli che il film si deve necessariamente confrontare. Tuttavia, il film non pontifica in alcun modo su questioni politiche o morali, ma racconta giustamente una storia personale e quotidiana.
Silvestrini abbraccia con uno sguardo coinvolto l'esperienza del protagonista, portando lo spettatore in un viaggio attraverso i suoi ricordi e le sue emozioni in maniera fluida, nel quale i piani temporali si sovrappongono, incrociano, succedono con una logica che corrisponde a quella della mente e della soggettività. Un viaggio che coincide con la scoperta di sé, della propria identità, non solo sessuale, ma come persona in questo mondo, un'identità a volta confusa, non capita neanche dallo stesso Mattia, fino alla finale accettazione di chi è veramente, come fidanzato, come amico e come figlio. La sua è una storia di normalità, che (finalmente) sfugge alla stereotipizzazione a cui spesso il cinema, soprattutto quello nostrano più mainstream, sottopone i personaggi gay, quasi sempre fin troppo sopra le righe. Se proprio di stereotipizzazione si vuole parlare, allora bisogna guardare alla famiglia di Mattia: padre e madre separati, lei casalinga sull'orlo della depressione, lui (presunto) cornificatore cronico, la sorella coatta con marito macho-meccanico, la nonna sui generis. Tuttavia, nonostante la base macchiettistica così tipicamente italiana, questi personaggi riescono a prendere vita vera grazie all'interpretazione degli attori, su tutti una Monica Guerritore finalmente libera da lacrime e drammi e Ninni Bruschetta. È attraverso l'interazione di Mattia con la sua famiglia, senza dimenticare gli amici, Stefania e Giacomo (meglio noto come Alba Paillettes di notte), che passa quella comicità tipica di una commedia degli equivoci, leggera, ma al tempo stesso necessaria, alla quale si accompagnano i momenti più seri. In fondo, sembra dire il film, la vita va presa con un sorriso.
http://www.sentieriselvaggi.it/339/48117/Come_non_detto,_di_Ivan_Silvestrini.htm
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“Come non detto” è il titolo del film del simpatico 30enne regista Ivan Silvestrini: da subito, consiglio a tutti di andarlo a vedere. Il titolo necessita di un’esplicazione linguistica, è come dire: il mio non tanto celato orientamento omosessuale (la scena del bacio tra Mattia ed Eduard si svolge all’interno dello stadio dove ci sono i giocatori di rugby che si allenano, e il padre di Mattia questi possenti machi coi glutei in alto ben torniti allena) è, in realtà, “più che detto”, dal momento che pratico anche all’aperto il mio comportamento affettivo, e tutti possono vederlo, mio padre compreso.
E, infatti, la scena del bacio fra i due giovani amanti maschi il padre l’ha proprio vista, non visto dal figlio. L’ha poi riferita a casa, in famiglia, dove tutti hanno fatto una scelta matura: aspettare che fosse Mattia a parlare della sua omosessualità, per poi sostenerlo e approvare il suo coraggioso “coming out”.  Mattia, toltasi l’ipocrita maschera, alla fine del film, rende felice un’intera famiglia: persino la nonna vecchietta (la bravissima Lucia Guzzardi) viene assunta e finisce per ironizzare sull’età della sua pensione.
Alla sorella di Mattia (Samantha interpretata dalla 30enne Valentina Correani) ben presto arriva la tanto desiderata figlia femmina, e suo cognato Bernardo, detto Pistone, (interpretato da  Andrea Rivera: vi ricordate? è quel bel giovane che il Primo Maggio 2007 disse che “la chiesa non si è mai evoluta”) si abbandona in giochi erotici assai prolifici (e così la riproduzione della specie in famiglia è garantita!); la mamma (la bravissima e leopardata Monica Guerritore) prende coscienza di sé, del suo orgoglio di donna e nel tagliare l’arrosto nel corso dell’ “ultima cena” (cena della sofferta rivelazione di Mattia) usa  assai bene il coltello e vuole  comunicare la seguente forza emotiva con parole non dette: questo ferro sono ormai capace di conficcarlo fra le carni del mio macho marito Rodolfo (il 60enne messinese Ninni Bruschetta)  che ama abbandonarsi anche ad improvvise scappatelle extraconiugali; e lo stesso Mattia, prima di partire per la Spagna, sferra  -finalmente!-  un meritato cazzotto liberatorio sull’omofobica gota di  Christian (il bel 25enne Alan Cappelli Goetz), suo ex compagno di scuola che da sempre generava aggressività ingiustificata nei confronti dell’impaurito Mattia.
Sì, “Come non detto” è davvero un gioiello da non perdere, una delicata commedia che fa riflettere. Il film è un perfetto documento educativo per tutte quelle famiglie intontite che, in questa Italietta governata da Napolitano/Monti (perfettamente sordi ai diritti civili delle persone omosessuali, nonostante le numerose deliberazioni a loro favore emanate dalle principali Istituzioni europee), fanno finta di non sapere di avere a casa figli gay. O almeno così amano recitare. Il film di Ivan Silvestrini vale più di un messaggio alle Camere!
Il bel 26enne attore Josafat Vagni nel ruolo di Mattia è semplicemente credibile, essenziale, bravo. Si è calato nel ruolo del gay sincero con gli amici (ma bugiardo coi famigliari e con lo stesso amante Eduard, interpretato da uno splendido e smagliante José Dammert) con una convinzione tale da sorprendere coloro che ancora oggi “recitano” (o meglio si contorcono) in ben falsi comportamenti accuratamente descritti dalla macchina da presa. Tutti i personaggi sono stati creati con intelligenza e gli attori meritano il nostro bacio in fronte.  Anche Valeria Bilello, nel ruolo di Stefania, e Francesco Montanari  -nel ruolo di Giacomo- entrambi amici di Mattia, si esprimono in modo impeccabile.
Ma perché non dire che la vera forza comunicativa del film sta proprio nel suo essere “politicizzato”, “impegnato”? Forse l’impegno civile non è un valore? E fare “coming out” non significa avere acquisito coscienza politica di sé? Non erano gay e transgender liberati che davano la carica umana a Mattia? E la visione dello squallido Christian non lo spingeva a ribellarsi contro la violenza omofobica da tempo subita? Il “coming out” è coscienza civile collettiva, anche se esso  parte da milioni di singoli gay; è dunque alta politica davvero democratica. Significa spezzare pubblicamente i legami infelici con una politica e con una morale storicamente violente e repressive. Come non prendere coscienza di ciò? Negarlo è come esprimersi coi giochi linguistici tanto cari a Ratzinger: autodeterminarsi, invece,  è affermare a testa alta il proprio valore, l’unico davvero non negoziabile! Il film è molto bello: si ride, ci si commuove. E ora sù!, muovetevi anche voi che leggete. Andate a vederlo! Merita applausi, quelli sinceri che si fanno ai capolavori.
Bagheria, 09/09/2012
Giuseppe Di Salvo
http://giuseppedisalvo.blog.tiscali.it/2012/09/09/giuseppe-di-salvo-il-film-%E2%80%9Ccome-non-detto%E2%80%9D-di-ivan-silvestrini-grande-commedia-educativa-per-tutte-le-famiglie-che-desiderano-evolve/


Come non detto è un film di prime volte: un giovane regista esordiente, uno sceneggiatore alla sua prima prova (il direttore marketing della Moviemax Roberto Proia), un protagonista bravissimo ma sconosciuto, debutti o utilizzi inconsueti per gli altri membri del cast, tutti in palla: Ninni Bruschetta, Monica Guerritore, Valeria Bilillo, Valentina Correani, Andrea Rivera, Lucia Guzzardi, e “il Libanese” Francesco Montanari nei panni della drag queen. Tutti insieme appassionatamente hanno presentato alla stampa il film, che verrà distribuito nelle sale dal 7 settembre in oltre 150 copie.
Roberto Proia così racconta la genesi del progetto: “Nasce da un'idea di 4 o 5 anni fa, ed è ispirato alla mia storia personale. Leggendo sceneggiature per lavoro mi è capitato di leggerne anche di brutte, e ho pensato che una sarei stato capace di scriverla anch'io. Il tema del coming out è quasi sempre stato affrontato dal cinema in modo tragico, ma io ho pensato che sarebbe stato possibile raccontarlo anche in forma comica. Ci sono tanti film indipendenti americani, ad esempio quelli della Fox Searchlight, che parlano di temi anche seri in modo leggero. Nel caso del ragazzo del film, come a volte succede nella vita, si fa tanto rumore per nulla. Essere se stessi non deve essere un atto eroico. Detto questo, inizialmente avevo proposto il film ad Andrea Occhipinti, che conosco da anni, e mi disse che era carino ma che ce n'era uno simile in uscita, Mine vaganti, in cui il discorso invece è affrontato in modo diverso, visto che lì i personaggi affermano senza problemi e anche in modo aggressivo la loro omosessualità, al contrario di Mattia”. A una domanda “militante” sulla mancanza nel film dello stigma che nella società italiana ancora accompagna e perseguita l'omosessualità, Proia risponde “E' vero, non c'è nessun j'accuse alla società, perché quello che mi premeva raccontare è che al di là di come può reagire o cosa può pensare il tuo vicino di casa, la responsabilità è tua: parti da te e comincia a volerti bene. E' questo per me il messaggio del film”.
Spiritosissima, Monica Guerritore, ormai a suo perfetto agio nella commedia, interpreta la mamma del ragazzo che ha difficoltà a dire ai suoi di essere gay, sia in versione “sottomessa madre italiana” che in un esplosivo rovesciamento finale, per il quale, racconta, si è ispirata “a Kathleen Turner, in film come La signora ammazzatutti. Anch'io nel film faccio il mio personale coming out che mi porta a liberarmi in modo un po' disordinato e primitivo ma autentico, anche così (l'attrice si alza in piedi e mostra il vestitino leopardato che indossa per l'occasione, ndr). (…) Nel caso del mio personaggio, da perfetta moglie di un uomo virile e maschile, rimasta sola, single e separata, comincia una ricerca di sé coi suoi piccoli mezzi molto poco eroici: quindi vede la televisione, con pillole di Crepet a La vita in diretta, sente per caso che c'è lo yoga che calma, scopre l'esistenza dei punti chakra che non sa neanche dove stanno, di Om che per lei diventa On, ma a modo suo tenta in maniera molto disordinata di trovare la sua strada, tanto che alla fine potrebbe tirar fuori il coltello e uccidere. E alla fine è così: leopardata. Mi piace l'idea del coltello dell'arrosto, che rappresenta la famiglia riunita, e che lei estrae dalla carne e forse vorrebbe piantare nel cuore del marito”.
E Ninni Bruschetta, che al padre omofobo e macho presta la sua arte, ci racconta poi che quello che lo ha attratto del film è proprio “l'idea di mettermi in un ruolo che non solo non mi appartiene, ma che non ho mai conosciuto. Anche se potrebbe sembrare una cosa campanilistica, chi conosce la letteratura siciliana, soprattutto Brancati e molti altri scrittori e pensatori, sa che c'è un luogo in cui i costumi sono liberi, questo è proprio la Sicilia (…). Tra l'altro proprio nella letteratura brancatiana l'uomo è vittima della donna, è succube della figura femminile. Proprio per questo io ho avuto un padre straordinario sotto molto aspetti, ma soprattutto in questo senso. Non ho mai sentito mio padre fare battute su una donna e io non ho mai fatto battute su una donna, e questo non significa una chiusura, un'inibizione, ma semplicemente un rispetto che secondo me esiste anche nei confronti dell'omosessualità”.
Mattia è l'esordiente Josafat Vagni, davvero ammirevole per come risulta spontaneo e sicuro di sé in un ruolo non certo facile che lo vede sempre al centro dell'azione e che ci ha detto che “al contrario di me, che non mi sento mai a disagio in nessun posto, e su questo sto lavorando, Mattia è uno che ha sempre paura di quello che fa, di quello che dice, di essere notato e giudicato, e si trincera dietro questa paura, che diventa per lui come una droga. Mattia in fondo è un ragazzetto normalissimo, sempre pronto però a sentirsi fuori posto, per qualsiasi motivo, non solo per la sua sessualità. Non so se lavorerò di nuovo, ma essendo stato scelto da Ivan piuttosto presto, ho fatto da sparring-partner per tutti gli attori che venivano ai provini. Per tutte le mamme, le nonne, i fidanzati, i padri... questo mi ha aiutato a trovare Mattia strada facendo. Come esperienza è stata fantastica. Rispetto agli altri attori sul set, io ero come il ragazzo che porta i caffé, stavo lì a guardarli recitare, loro che fanno questo lavoro da più tempo di me.”
Francesco Montanari, smessi i panni del malavitoso di Romanzo Criminale, veste piume e paillettes, tacco 14 e calze a rete per dare vita alla Priscilla del Tiburtino, alias Alba Paillettes, MC del Muccassassina, nella vita Giacomo. Dopo aver dichiarato che “dopo questa esperienza non chiederò mai più alla mia compagna di fare la ceretta e mettere i tacchi”, torna serio parlando del ruolo; “siamo stati in questo locale a studiare questo mondo affascinante e teatrale nel vero senso della parola, dove c'è un canovaccio, e il resto viene dall'improvvisazione, con una meticolosità incredibile per tutti gli aspetti. Potrebbe sembrare uno stereotipo, ma non lo è, perché una drag-queen va volutamente sopra le righe, quella che rappresenta non è la donna, è l'estremizzazione della figura femminile vista attraverso uno sguardo maschile. E' Jessica Rabbit. E Alba ha il microfono, dunque è quella che conduce e organizza la serata, il deus ex machina”.
Il regista Ivan Silvestrini, 28 anni, ha tutto il diritto di essere definito “un giovane esordiente italiano”. Giustamente emozionato per la sua opera prima, racconta: “sono stato molto felice di esser stato ritenuto il regista giusto per questo film. Roberto mi ha scelto dopo aver visto il mio saggio di diploma al centro sperimentale e abbiamo lavorato insieme per quasi un anno alla rifinitura della sceneggiatura. E' stato un progetto pieno di cuore, da tutti i punti di vista, che ha portato a questo risultato che sposo totalmente. Sono molto felice di aver coinvolto questo cast che reputo perfetto, e che tutti abbiano accettato di partecipare”. A una domanda sull'estetica del film, risponde: “Con Rocco Marra, il direttore della fotografia, abbiamo deciso subito, dopo aver letto la sceneggiatura, di fare un film pop e di usare i colori a tutto spiano quasi senza ritegno. Questo lo ha reso felice, perché veniva da una serie di film d'autore molto cupi, e quindi insieme abbiamo dato sfogo alla nostra fame cromatica”.
Il risultato di questi entusiastici sforzi congiunti lo vedremo al cinema dal 7 settembre, e potrebbe rivelarsi una delle piacevoli sorprese della prossima stagione cinematografica.
http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Interviste/Page/?Key=16078

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