TITULO ORIGINAL
I fuorilegge del matrimonio
AÑO
AÑO
1963
IDIOMA
IDIOMA
Italiano
SUBTITULOS
SUBTITULOS
Español (Separados)
DURACION
DURACION
100 min.
DIRECCION
DIRECCION
Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Valentino Orsini
GUION
GUION
Lucio Manlio Battistrada, Giuliani G. De Negri, Renato Nicolai, Valentino Orsini, Paolo Taviani, Vittorio Taviani
REPARTO
REPARTO
Ugo Tognazzi, Annie Girardot, Romolo Valli, Marina Malfatti, Scilla Gabel, Didi Perego, Isa Crescenzi, Gabriella Giorgelli, Armando Bertuccioli, Riccardo Ricci, Luigi Scavran, Sandro Vignocchi, Lionello Zanchi, Renato Nicolai, Emy Eco, Enzo Robutti, Nando Angelini, Carlo Maria Badini, Alberto Masini, Mariangela Matteuzzi
FOTOGRAFIA
FOTOGRAFIA
Erico Menczer
MONTAJE
MONTAJE
Lionello Massobrio
MUSICA
MUSICA
Giovanni Fusco
PRODUCCION
PRODUCCION
Giuliani G. de Negripara Ager Film, Film Coop, D'Errico Film
GENERO
GENERO
Comedia
Sinópsis
Un prologo e 5 episodi per illustrare gli articoli di una proposta di legge (presentata dal senatore socialista Renato Sansone) sul piccolo divorzio che contemplava la necessità di uno scioglimento del matrimonio almeno in sei casi. Al loro 2° film gli autori hanno scelto la chiave del grottesco, articolandolo su modi diversi e con varie angolazioni, tenendo d'occhio la lezione di Bertolt Brecht, con risultati ora felici (la novella boccaccesca con la Gabel, l'episodio di Tognazzi), ora discutibili, ma sempre stimolanti. (Il Morandini)
TRAMA:
Un uomo, benché abbia la moglie in manicomio, non può risposarsi. Una donna, il cui marito, essendo straniero, ha ottenuto il divorzio nel suo paese, non può risposarsi perché la Sacra Rota è incapace di comprendere il suo caso. Una donna, il cui marito è all'ergastolo, non potendo risposarsi ma ha una relazione con un uomo; il cognato la costringe a rimanere nuda sul terrazzo di casa per un giorno e una notte. Una donna il cui marito ha tentato di ucciderla, si è messa a convivere con un uomo; ma allorché il marito esce di carcere, la donna deve soggiacere al suoi ricatti. Un uomo ed una donna ambedue sposati hanno una relazione che, se resa pubblica, minaccia di rovinare la loro reputazione. Un uomo rimasto prigioniero in Africa per quindici anni, ritorna in Italia e non può convivere con la moglie perché questa si è fatta suora, né può risposarsi perché risulta già sposato.
SOGGETTO:
ispirato alla proposta di legge sul "piccolo divorzio" del senatore Renato Luigi Sansone e al suo libro "Fuorilegge del matrimonio: testimonianze" (ed. Avanti! 1956)
CRITICA:
"Forse i tre registi hanno commesso un errore di prospettiva quando sono stati spinti eccessivamente proprio da quel che rifiutavano, cioè dall'ansia di essere brillanti, di divertire. [...] Al contrario tutto l'episodio fondato sulla Sacra Rota [...] si muta in franco e scintillante divertimento [...]. Quando (i registi) attingono al mondo minimo dei piccoli sociologismi [...] inciampano [...]". (Tommaso Chiaretti, 'Mondo Nuovo', 26 gennaio 1964)
NOTE:
- MUSICHE DIRETTE DA PIER LUIGI URBINI.- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 12 MARZO 2008 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI MINORI DI 18 ANNI.
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=16826&film=I-fuorilegge-del-matrimonio
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=16826&film=I-fuorilegge-del-matrimonio
Il film, uscito nel 1963, è il secondo con i fratelli Taviani dietro la macchina da presa, al fianco di Valentino Orsini.
Pellicola graffiante a metà tra denuncia sociale e satira, come andava di moda nei primi anni '60, "I fuorilegge del matrimonio" si ispira a una proposta di legge sul "piccolo divorzio", cioè la dichiarazione di scioglimento del matrimonio in caso di gravi motivazioni.
Partendo da casi reali, si analizzano differenti storie girate con tono e stile diversi alla stregua dei film ad episodi popolarissimi all'epoca.
Il prologo, con una bravissima e giovanissima Marina Malfatti, narra di una povera donna che ha perso il ben dell'intelletto; vive in manicomio e non riconosce suo marito che però sarà costretto a restarle legato a vita.
Seguono i cinque episodi ognuno di taglio diverso: il primo, uno dei più lunghi, interpretato da Didi Perego, narra di un'operaia sposatasi giovanissima a un soldato statunitense che, tornato nel suo paese, ottiene il divorzio e mette su felicemente una nuova famiglia allietata da prole.
Alla poverina la Sacra Rota nega l'annullamento. Le scene del processo sono grottesche , a metà tra il futuro Fellini di "Roma" e il Tinto Brass de "Il disco volante", a tratti noiose, un po' sopra le righe, ma calzanti.
Nel secondo episodio di natura boccaccesca ( e qualche scena di nudo a cui l'italica platea era decisamente poco avvezza) la consorte fedifraga di un ergastolo è abbandonata nei panni di Eva su un terrazzo a patire il gelo e il cocente sole: storia ironica, buoni i comprimari.
Minori gli episodi successivi: un uomo che ha tentato di uccidere la moglie esce di galera e ritrova la consorte accasata con due bambini. Al giorno d'oggi sarebbe stato colpevole di stalking, all'epoca perseguita e sconvolge i piccoli. L'episodio è il più noioso, i bambini poco credibili, gli adulti sfuggenti.
Decisamente di stampo teatrale il penultimo episodio interpretato da Romolo Valli e Annie Girardot, tutti e due con un matrimonio alle spalle, alle prese con i mille dubbi di una scelta difficile. L'episodio si regge, più che sulla narrazione degli eventi, sui monologhi (anzi sugli interior monologues, per usare un termine caro al mondo della narrativa) dei due protagonisti.
Buffonesco l'ultimo episodio con mattatore a tutto tondo Ugo Tognazzi, reduce dall'Africa e in procinto di convolare a giuste nozze che scopre che la prima moglie, da lui creduta defunta, è in realtà chiusa in un convento di clausura.
Al giorno d'oggi, con una legge sul divorzio pienamente attiva da quasi quarant'anni, i casi umani presentati dal film fanno decisamente sorridere, ma all'epoca del film l'intento di registi e sceneggiatori era di smuovere le coscienze ottuse della popolazione prigioniera del pregiudizio.
Un esempio di cinematografia sociale girata con un piglio da commedia, proprio per seguire l'intento a questa consono ossia "castigare ridendo mores".
peucezia
http://www.filmscoop.it/cgi-bin/recensioni/ifuorileggedelmatrimonio.asp
Pellicola graffiante a metà tra denuncia sociale e satira, come andava di moda nei primi anni '60, "I fuorilegge del matrimonio" si ispira a una proposta di legge sul "piccolo divorzio", cioè la dichiarazione di scioglimento del matrimonio in caso di gravi motivazioni.
Partendo da casi reali, si analizzano differenti storie girate con tono e stile diversi alla stregua dei film ad episodi popolarissimi all'epoca.
Il prologo, con una bravissima e giovanissima Marina Malfatti, narra di una povera donna che ha perso il ben dell'intelletto; vive in manicomio e non riconosce suo marito che però sarà costretto a restarle legato a vita.
Seguono i cinque episodi ognuno di taglio diverso: il primo, uno dei più lunghi, interpretato da Didi Perego, narra di un'operaia sposatasi giovanissima a un soldato statunitense che, tornato nel suo paese, ottiene il divorzio e mette su felicemente una nuova famiglia allietata da prole.
Alla poverina la Sacra Rota nega l'annullamento. Le scene del processo sono grottesche , a metà tra il futuro Fellini di "Roma" e il Tinto Brass de "Il disco volante", a tratti noiose, un po' sopra le righe, ma calzanti.
Nel secondo episodio di natura boccaccesca ( e qualche scena di nudo a cui l'italica platea era decisamente poco avvezza) la consorte fedifraga di un ergastolo è abbandonata nei panni di Eva su un terrazzo a patire il gelo e il cocente sole: storia ironica, buoni i comprimari.
Minori gli episodi successivi: un uomo che ha tentato di uccidere la moglie esce di galera e ritrova la consorte accasata con due bambini. Al giorno d'oggi sarebbe stato colpevole di stalking, all'epoca perseguita e sconvolge i piccoli. L'episodio è il più noioso, i bambini poco credibili, gli adulti sfuggenti.
Decisamente di stampo teatrale il penultimo episodio interpretato da Romolo Valli e Annie Girardot, tutti e due con un matrimonio alle spalle, alle prese con i mille dubbi di una scelta difficile. L'episodio si regge, più che sulla narrazione degli eventi, sui monologhi (anzi sugli interior monologues, per usare un termine caro al mondo della narrativa) dei due protagonisti.
Buffonesco l'ultimo episodio con mattatore a tutto tondo Ugo Tognazzi, reduce dall'Africa e in procinto di convolare a giuste nozze che scopre che la prima moglie, da lui creduta defunta, è in realtà chiusa in un convento di clausura.
Al giorno d'oggi, con una legge sul divorzio pienamente attiva da quasi quarant'anni, i casi umani presentati dal film fanno decisamente sorridere, ma all'epoca del film l'intento di registi e sceneggiatori era di smuovere le coscienze ottuse della popolazione prigioniera del pregiudizio.
Un esempio di cinematografia sociale girata con un piglio da commedia, proprio per seguire l'intento a questa consono ossia "castigare ridendo mores".
peucezia
http://www.filmscoop.it/cgi-bin/recensioni/ifuorileggedelmatrimonio.asp
¿Sería posible cargar de nuevo los enlaces de esta película?
ResponderEliminarmaskbauta
Cambiados los enlaces.
EliminarMuchísimas gracias!!!!!!!!!
Eliminarmaskbauta
Potresti ricaricare anche questo film, per favore? Grazie mille
ResponderEliminarGrazie mille :-D
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