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martes, 30 de julio de 2013

L'amore difficile - Sergio Sollima, Luciano Lucignani, Nino Manfredi, Alberto Bonucci (1963)



TITULO ORIGINAL 
L'amore difficile
AÑO  
1962
IDIOMA  
Italiano
SUBTITULOS 
Español (Separados)
DURACION  
105 min.
DIRECCION  
Sergio Sollima, Luciano Lucignani, Nino Manfredi, Alberto Bonucci
ARGUMENTO  
El episodio "Le donne" cuento de Ercole Patti, "L'avaro" cuento de Alberto Moravia, "Avventura di un soldato" cuento de Italo Calvino y "Il serpente" cuento de Mario Soldati
GUION  
Sandro Continenza, Ettore Scola, Giuseppe Orlandini, Fabio Carpi, Nino Manfredi, Guglielmo Santangelo, Renato Mainardi
REPARTO  
Enrico Maria Salerno, Claudia Mori, Catherine Spaak, Vittorio Gassman, Nadja Tiller, Lilla Brignone, Adriano Rimoldi, Nino Manfredi, Fulvia Franco, Bernhard Wicki, Lilli Palmer, Gastone Moschin
FOTOGRAFIA  
Carlo Carlini, Erico Menczer
MONTAJE  
Eraldo Da Roma
MUSICA  
Piero Umiliani
PRODUCCION  
SPA Cinematografica, Eichberg Film, München
GENERO  
Comedia /  Film a episodios

Sinópsis
Quattro episodi per descrivere i mutamenti di costume nell'Italia degli anni Sessanta. Un giornalista potrebbe sposare la figlia di un magnate, ma preferisce la relazione con una donna sposata. Un avvocato rinuncia all'amante per avarizia, mentre un soldato cerca l'approccio in treno con una vedova. Infine, una coppia tedesca in cerca di avventure fallisce l'obiettivo, ma ritrova l'amore.  (Filmtv.it)
 
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Sub 


“Ci si va prima con gli altri, che cambia se ti sposi? 
Anzi, non devi neppure stare attenta ai figli."
C. Spaak parla dell’amore extraconiugale ne L’amore difficile


TRAMA: 
"Le donne" - Una prostituta che sta per sposarsi e dare un taglio definitivo alla sua precedente vita, decide di recarsi un'ultima volta a casa di un abituale cliente. E questi si trova a dover sceglier tra la sua compagnia e una gita al mare con una ninfetta."L'avaro" - Un avvocato scapolo, dopo aver conquistato la moglie di un ricco decaduto abituato a saldare i suoi debiti grazie alle belle forme della consorte, rinuncia a lei per avarizia."Avventura di un soldato" - Un soldato, che sta tornando a casa in licenza, incontra su un treno una vedova. Senza una parola i due cominciano un approccio che li porterà, probabilmente, l'uno nelle braccia dell'altro."Il serpente" - Due coniugi tedeschi in viaggio in Sicilia: la moglie spera in un'avventura con due camionisti e ne rimane delusa, ma ritrova l'affetto del marito.

CRITICA: 
"(...) Il più piacevole è quello di Sollima, divertente aneddoto sull'intraprendenza delle ragazze 1963 (...). Sciupata appare la bravura di Gassman, alle prese con un personaggio per lui abbastanza inedito (...). La sorpresa (...) è l'episodio diretto da Manfredi (...) (che) sa conferire alla vicenduola il piglio e la sobrietà di un brano cinematografico di classe (...). Il più scontato è quello diretto da Bonucci (...)". 
(Vittorio Spinazzola, "Cinemanuovo" 162, marzo/aprile 1963).

"Da quattro racconti, quattro sketch pruriginosi e per l'epoca oltremodo osè, diretti da altrettanti esordienti, che hanno per tema l'amore e le corna. Il migliore è di gran lunga il terzo (Manfredi che dirige un bravissimo se stesso) in una scenettta senza parole divertente e maliziosa."
(Massimo Bertarelli, "Il Giornale", 15 luglio 2003)
 

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Ritroviamo Nino Manfredi, nella doppia veste di protagonista e regista (al proprio felice esordio) ne L’amore difficile (dic. 1962; 120 min.), una serie di quattro episodi ispirati a racconti letterari.
In quello diretto dall’attore ciociaro - L’avventura di un soldato (da un racconto di Italo Calvino) - si mette in scena il lungo, silenzioso e fortunato corteggiamento di un soldato nei confronti di una vedova (Fulvia Franco) in un vagone ferroviario. Quano lo scompartimento si svuota, l’uomo potrà amoreggiare con la donna senza che i due si siano scambiati una sola parola. 
Riuscito appare anche l’episodio Le donne (da un raccono di Ercole Patti) in cui sergio Sollima descrive una domenica di un intellettuale (Enrico maria Salerno) molto fortunato con l’altro sesso: dapprimasi ritrova in casa una ex amante (Caludia Mori), neomaritata, che gli si offre lo stesso; poi va al mare con una giovane amica (Catherine Spaak) che, a sua volta, vorrebbe far l’amore con lui ma l’uomo, di fatto già “sazio”, rifiuta allorché la scopre vergine. 
Più prevedibile e monocorde è invece L’avaro (da un racconto di Moravia) , diretto da Lucignani, in cui uno strepitoso Gassman, seduce la bella moglie (Nadja Tiller) di un conoscente, ma quando quest’ultima gli si propone, l’uom, intimorito dalle numerose spese in cui l’avventura amorosa lo precipiterà (la donna è fuggita dal marito ed è senza soldi), la rifiuta. 
Originale e complesso appare invece Il serpente (da un racconto di Mario Soldati), diretto da Alberto Bonucci, in cui una moglie (Lilli Palmer) avanti con gli anni, stanca del marito professore, cerca nei dintonrni di Segesta l’occasione per sentirsi ancora giovane e deisderabile. Quando due impetuosi siciliani le danno un passaggio, lei spera che succeda qualcosa; indispettita dall’indifferenza dei due, li denuncia per violenza carnale. Nella stazione dei carabinieri il comandante (Gastone Moschin) però intuisce la verità e, interpellato il marito, cestina il fantasioso racconto della donna. 
Quattro registi, tutti esordienti, raccontano il nuovo pianeta femminile disinibito e intraprendente, mettendo in scena le fantasie “progressiste” di quattro scrittori. L’intellettuale, il soldato e il professore sono oggetto delle attenzioni di donne che sanno ottenere, senza troppa fatica, quello che desiderano dai loro partner, spesso indecisi o smarriti. Solo Nadja Tiller fallisce poiché si scontra con un uomo che ama più il denaro delle donne, vive in un appartamento grigio con la madre e considera l’altro sesso come foriero di pericolose dilapidazioni pecuniarie.
La regia di Sollima è abile e sicura, quelle di Lucignani e Bonucci sono piuttosto statiche mentre lo stile di Manfredi, il quale gira un film semimuto, pieno di piccoli dettagli descrittivi indovinati e originali, è la vera sorpresa del film. L’attore ebbe addirittura problemi con unos cettico e impaurito produttore il quale non comprendeva l’intento dell’esordiente di cimentars con una scelta tanto stravagante, insolita e poco comemrciale, non lontana dal cinema neorealista più radicale.
Il film ebbe notevole successo e generò una sorta di ironica imitazione con L’amore facile (Puccini, 1963).
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Curiosità
L'episodio, quasi senza parole, girato da Nino Manfredi è la scena ricordata da Erica Jong nel suo best seller Paura di volare come il prototipo perfetto della scopata senza cerniera. (Wikipedia)

4 episodi per raccontare come è tutto dannatamente complicato e semplice tra uomo e donna. nel primo episodio l'uomo si ritrova ad avere due donne nello stesso giorno e viene "scandalizzato" dalla naturalezza con cui claudia mori gli si conceda nonostante le prossime nozze e soprattutto dalla ninfetta catherine spaak, disinibita e cinica ragazzetta che vorrebbe usarlo per scrollarsi di dosso l'ingombrante marchio della verginità. nel secondo, il più deboluccio, un insolito gassman avaro che vive con la madre, si ritrova inorridito a scaricare una probabilissima amante solo per il terrore di doverla mantenere ai lussi cui era abituata prima. nel terzo invece, il migliore, si svolge tutto su un vagone di un caldissimo treno in viaggio nel sud dell'italia. una procace vedova si siede proprio nello scompartimento di un arrapatissimo nino manfredi. il gioco della seduzione, non di certo leggero, avviene tra i due "amanti" nella perfetta non partecipazione da parte della donna. il soldato s'appoggia, sfiora, tocca, annusa, guarda e fissa in un'atmosfera che diventa tanto più bollente quanto anche assurda. l'avventura termina su un incandescente binario simile a quello dove era cominciato. a me è piaciuto anche il quarto, intitolato il serpente con protagonisti due turisti stranieri non più giovani in viaggio di piacere in sicilia. lui professore distante coi piedi ben piantati per terra e nelle realtà della storia documentata, lei una moglie disillusa che si rintana nelle sue fantasie. nel prendere una scorciatoia non asfaltata, l'auto si rompe e sono costretti a chiedere un passaggio a due cammionisti che però possono caricare solo una persona. il viaggio della donna tra i due giovani guerrieri di questa sconosciuta tribù, si trasforma in una meravigliosa avventura se(n)(s)suale affascinata da una storiella raccontata dai due su di una fantomatica fontana dell'amore. la fantasia della donna parte in quarta e quando invece si accorge che i due ragazzi la depositano davanti ai carabinieri "sana e salva" scatta in lei la delusione della frustrazione. certo niente di epocale, ma il segmento di manfredi diventa man mano anche misterico, con questa matrona vestita di nero che sembra una dea o una sacerdotessa dei sensi che può essere fatale corteggiare e che invece fa solo mancare la propria stazione. mentre il quarto, IL SERPENTE, affascina per come sono riusciti a rendere viva la personalità di questa donna del nord, non più giovane, che freme di arrivare al tempio di afrodite per ritrovare quell'amore smarrito e che invece gioiosa per un istante crede di ritrovare tra le braccia dei giovani che le stanno facendo un piacere.
zombi

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