TITULO ORIGINAL Condottieri
AÑO 1937
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
DURACION 87 min.
DIRECCION Luigi Trenker
COLABORACION (Dirección) Giacomo Gentilomo, Anton Giulio Maiano
ASISTENTE DE DIRECCION Alberto Mondadori
ARGUMENTO Luigi Trenker
GUION Kurt Heuser, Mirko Jesulick, Luis (Luigi) Trenker
PRODUCCION ENIC. Consorzio CONDOTTIERI; colaboración Tobis-Cinema-Film, Berlin (Alemania).
DIRECTOR DE PRODUCCION Nino Ottavi
REPARTO Luigi Trenker, Loris Gizzi, Tullia Delle Grazie, Laura Nucci, Maria Salviati, Carla Sveva, Caterina Sforza, Ethel Maggi, Giulio Cirino , Sandro Dani, Mario Ferrari, Tito Gobbi, Augusto Marcacci, Nino Marchesini, Ernesto Nannicini, Umberto Sacripante, Carlo Tamberlani, Gino Viotti, Carlo Duse y unidad de las FUerzas Armadas del Estado (400 infantes y 300 cavalieri)
FOTOGRAFIA Carlo Montuori, Walter Hege, Klaus von Rautenfeld
OPERADOR Ernst Bauman
MUSICA Giuseppe Becce
MONTAJE Giorgio C. Simonelli
ESCENOGRAFIA Virgilio Marchi
VESTUARIO Virgilio Marchi (su bozzetti di Herbert Ploberger)
GENERO Histórico
SINOPSIS Giuliano de’ Medici rientra dall’esilio patito con la madre, Caterina Sforza. Subito dà vita alle Bande Nere e pone i suoi sforzi non più al servizio dello straniero ma della sua idea di una Italia unita. processato e nuovamente esiliato ritorna al seguito del duca di Argentière e marcia su Roma. Qui, si prostra ai piedi del pontefice; D’Argentère e il Malatesta allora, gli muovono guerra. Giuliano li sconfigge sacrificando la vita.
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Subtítulos (Inglés)
Critica
"(....) Questa storia abbastanza complicata, non è narrata con chiarezza e nemmeno con molto vigore. In compenso è espressa attraverso una fotografia splendida che fa il più grande onore al nostro Carlo Montuori. Le masse sono manovrate con abilità e con senso pittorico, lo stesso senso che ha ispirato la scelta di alcuni tipi secondari bellissimi. (...) Lo spartito del maestro Becce è poco indovinato, troppo sentimentale per lo stile del film, è completamente anacronistico col tempo del dramma (...)". (Guglielmina Setti, "Il Lavoro", 5/10/1937).
Note
IL FILM E' STATO PRESENTATO ALLA MOSTRA DI VENEZIA DEL 1937 ED HA VINTO LA COPPA DELLA DIREZIONE GENERALE DELLO SPETTACOLO.
ESISTE ANCHE UNA VERSIONE TEDESCA IN CUI ACCANTO AL TRENKER REGISTA FU AFFIANCATO WERNER KLINGER.
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Trama
Il film prende le mosse dalla discesa del protagonista dalle montagne: ritorna dall'esilio in cui aveva seguito la madre Caterina Sforza e decide di arruolarsi nella milizia del casato Malatesta, per il quale diviene capitano di ventura.
Ma il suo ideale di unità e libertà dell'Italia lo induce a istituire una propria milizia nazionale cui viene dato il nome di Bande Nere. Condannato dai signori di Firenze che lo bollano come traditore e sciolgono le sue bande, Giovanni - divenuto nel frattempo Giovanni dalle Bande Nere - viene liberato da uomini a lui fedeli riuscendo a riparare in Francia.
Rientrato a Firenze al soldo del Duca d'Argentière, riesce a ricostituire le Bande Nere e a marciare su Roma, dove pure si sottometterà al Pontefice, andando poi sposo alla fanciulla amata.
Ma la sua vita eroica è destinata a concludersi tragicamente: Malatesta e il Duca d'Argentière gli dichiarano guerra. Nello scontro decisivo il condottiero riuscirà con un gesto d'eroismo a conquistare la vittoria, sia pure a prezzo della vita.
Caratteristiche
Diverse sono le spettacolari sequenze d'azione, con utilizzo di masse sceniche e soldati a cavallo in quantità, particolarmente in apertura e chiusura della pellicola. Per seguire una coerenza stilistica e storica che non fosse solo formale la produzione si avvalse della consulenza militare del tenente colonnello Enrico Pezzi il quale poté contare per l'organizzazione delle scene belliche su unità delle Forze Armate di Stato.
Girato in pieno ventennio, il film viene annoverato nel cinema di propaganda fascista: oltre al contributo dello stato nella sua realizzazione tecnica, contiene infatti espliciti riferimenti - quasi un palese omaggio - allo squadrismo di Benito Mussolini e alla mitologia delle camicie nere della rivoluzione fascista.
Primo film frutto della collaborazione italo-tedesca, venne presentato alla 5ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia dove si aggiudicò la Coppa della Direzione Generale riservata, riconoscimento riservato al film "a soggetto, che abbia meglio interpretato bellezze naturali e artistiche".
Luoghi delle riprese
Le riprese si svolsero dal 3 agosto 1936 al febbraio 1937 e la prima italiana del film si ebbe a Roma il 30 giugno 1937; il 15 agosto seguente fu presentato alla Biennale di Venezia.
Il film ebbe diverse location: gli interni furono girati negli studi della Cines, a Roma, e in quelli della Tobis Cinema-Film A.G., a Berlino, Germania, mentre per gli esterni vennero scelte diverse ambientazioni: al castello di Torrechiara, a Torrechiara, frazione di Langhirano (provincia di Parma), e al castello di Gradara (provincia di Pesaro e Urbino), a Sassolungo, Gruppo del Sella e Marmolada (Dolomiti), Colle Santa Lucia (provincia di Belluno), Arco e Riva del Garda, (lago di Garda, provincia di Trento), Verona, San Gimignano, Firenze, Venezia, Padova.
Note
1. La consulenza militare é del tenente colonnello Enrico Pezzi. Il film é stato realizzato con il concorso di unità delle Forze Armate di Stato.
2. Interni: studi Cines, Roma; studi Tobis, Berlino-Grunewald; studi Ufa, Neubabelsberg
Esterni: Sassolungo, Gruppo del Sella e Marmolada (Dolomiti), Colle Santa Lucia (Belluno), Arco e Riva del Garda, (lago di Garda), castello di Gradara (Pesaro), castello di Torrechiara (Parma), Verona, San Giminiano, Firenze, Venezia, Padova, Roma
3. Questo é il primo film frutto “ufficiale” della collaborazione italo-tedesca. Presentato a Venezia nello stesso anno, vince la Coppa della Direzione Generale riservata al film ” a soggetto, che abbia meglio interpretato bellezze naturali e artistiche”. Per l’edizione tedesca, Werner Klinger firma la regia con Trenker.
4. Prima rappresentazione: 30 giugno 1937, Supercinema-Galapreview Roma; 15 agosto 1937, Biennale di Venezia.
5. Dalla critica dell’epoca: “ L’interesse che Trenker porta alle singole riprese, gli fa perdere di vista l’unità assoluta che deve presiedere al film. E la storia di Giovanni appare qui più un mosaico di bei episodi che non una vera storia. Fra questi episodi alcuni sono di grande effetto. Citiamo quello della chiamata alle armi del popolo e quello della carica di cavalleria nella battaglia finale (…) indubbiamente superiore per intensità emotiva e per profondo contenuto spettacolare a quelle ìpiù famose anche degli ultimi tempi. Anche le scene dell’assedio sono perfettamente riuscite sia per movimento che per efficacia espressiva. ” (Anonimo, dalla Mostra di Venezia, in Bianco e Nero , settembre 1937).
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