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martes, 19 de noviembre de 2013

Io so chi sono (y otros cortos) - Simone Massi


«Ho sempre fatto una fatica del diavolo, ho sempre dovuto saper aspettare e armarmi di pazienza, più o meno santa. In animazione in particolare: dopo tanti anni -e a dispetto dei premi- non sono ancora riuscito a far diventare questa mia passione un mestiere. Prima ancora che un disegnatore sono un uomo onesto e questo conta più che l’avere talento, conta più di tutto quando mi guardo allo specchio o vado a dormire. Mi piace prendere le mie colpe e me le prendo: ho un carattere schivo, non vado d’accordo con le persone, detesto spostarmi, mi ostino a fare dei film che richiedono anni e non hanno mercato, più di questo: non so vendere quello che faccio. Non mi propongo, non insisto, non telefono, non sorrido, non stringo mani (men che meno politiche). Una negazione in serie, le mie colpe. Se non dovessero bastare a spiegare perché non mi è mai stata data la possibilità di lavorare nel mio Paese, ebbene in quel caso occorrerebbe rivolgersi altrove. Con le mani mai strette finiscono le mie colpe cominciano quelle degli altri».
Simone Massi

Sigla [CINEMA.DOC] il documentario in sala.
I festival - circuito del documentario di creazione


Sigla realizzata da Simone Massi
Montaggio e musiche Fabrizio Mambro
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TENGO LA POSIZIONE (2001) 
"Non la smette di resistere; sta, in mezzo alla neve e al silenzio, ostinatamente a tenere la posizione". 


Ideazione e realizzazione / Conceived and realized by Simone Massi 
• Colonna sonora / Original soundtrack Stefano Sasso (e S. Massi) 
• Postproduzione / Post-production I.S.A Urbino 
• Produzione / Production Simone Massi 
• 4’00” 
- Matita e gessi su carta / Pencil and chalks on paper - Bianco, nero, rosso


Giorgio Nurisso 2005, Porto San Giorgio, Italy 
E’ ispirato al romanzo La casa in collina di Cesare Pavese, di cui sembra ritrarre il senso di sconfitta e di dolorosa sospensione: il protagonista si rifugia in collina, come molti altri, per sfuggire ai bombardamenti, soddisfacendo cosi la sua personale vocazione alla solitudine, a vivere in disparte, nei boschi, a rifugiarsi nella propria stanza oscurata e nei ricordi d’infanzia. Si consuma cosi il dramma di un intellettuale che asseconda le sue aspirazioni ma nello stesso tempo si colpevolizza, in preda al rimorso, intrappolato nell’impossibilita di gettarsi nell’azione. 
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PICCOLA MARE  (2003)
"Stanotte non si riesce a dormire, immaginerò del mare" 

Ideazione e realizzazione / Conceived and realized by Simone Massi 
• Musica originale / Original music Nik Phelps 
• Voce narrante / Voice over Marco Paolini 
• Postproduzione / Post-production Metis Film 
• Produzione / Production Simone Massi 
• 4’00” 
- Carboncini colorati su carta 


Iasujiro Ozu Festival (giuria) 26.10.2004, Sassuolo, Italy 
Non è secondo la celebre accezione pasoliniana che l’animazione di Simone Massi può definirsi “cinema di poesia”- Anzitutto perché di animazione si tratta, e non di giunzioni tra porzioni filmate di realtà. Per cui, non si dà montaggio né inquadratura, nel sendo tradizionale e pieno richiamato da questa terminologia. Non può esserci cioè l’arbitraria (e poetica in tal senso) rimodulazione autoriale di unità spazio-temporali filmate, ovvero non ha senso parlare di giunte e di analisi riferendoci ad immagini che non intrattengono un rapporto di analogia con uno spazio naturale e una durata determinata antecedenti ed esterni all’opera. L’immagine animata procede dall’uniformità ritmica dell’avvicendarsi dei quadri. Ecco allora che una prima intenzione stilistica dell’autore, in questo caso, risulta evidente: mostrare la traccia del lavoro sull’immagine, se non è possibile che questa ci informi del suo essere stata nella durata. Il lavoro del disegno eminemente superficiale, può diventare leggibile mediante l’inquietudine del tratto a carboncino, l’esposizione massima della sua arbitraria (poetica) irregolarità – più o meno incisivo, spesso, lineare. Il tratto non delimita ma va a riempire: emerge, prende corpo, si instaura come esplosione di senso sul fondo uniformemente nero. Il colore non è campitura stabile ma, ma sempre concorre al progredente metamorfosarsi delle forme. 
Abbiamo allora l’omogeneità del passo di scorrimento e la superficie nera come fondamento e supporto percepibile in quanto tale; e in questo spazio-tempo sintetico, immaginario, l’avventura del tratto desiderante. 
La poeticità può darsi come allusione, carattere, intenzione, sentimento, difetto che chiama un complemento di materia e d’esperienza, simile al libero e desiderante gioco del sogno, cui allude il testo recitato. Più che con la parola che l’accompagna però, il quadro intrattiene uno stretto rapporto con la colonna sonora, ovvero con il linguaggio musicale (armonia, melodia, ritmo). La straordinaria varietà ed armonia dei codici utilizzati rendono l’opera compatta e potente, là dove delle dolcezza espressiva si fa manifesto. Ancora l’intenzione desiderante sembra determinare la struttura sequenziale: l’avvicendarsi delle forme è nel senso della finzione prospettica, e guida l’occhio dello spettatore lungo le traiettorie di un travelling (sognato, mai dato) tra paesaggi aperti delle stesse fluttuazioni del punto di fuga (aperti soprattutto a memorie pittoriche: chagall, magritte, l’aerodinamismo futurista, la narrativa illustrata infantile…) e nell’aperto di uno spazio occasionale, finto/infinito, che chiede d’essere attraversato, vivificato, abitato dall’intenzione creativa, traduzione visiva di piccole nostalgie.  
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IO SO CHI SONO (2004)
"Su per le schine dei miei avi, su: fino a casa" 

Ideazione e realizzazione / Conceived and realized by Simone Massi 
• Riprese / Camera Simone Massi 
• Colonna sonora / Original soundtrack Marcello Fiorini 
• Voce narrante / Voice over Alberto Ricci 
• Postproduzione / Post-production Roberto Carluccio, Cineteca Milano 
• Produzione / Production Simone Massi 
• 3’00” 
- Matita su carta / Pencil on paper - Bianco, nero e rosso


Animation Blog 8.7.2008, London, UK - Ian Lumsden
"Io so chi sono", afferma il narratore nel film omonimo splendidamente disegnato a mano di un Simone Massi alla ricerca di sé stesso. Dalle braccia della madre all'uomo vecchio, il film piuttosto malinconicamente si apre insieme a una valigia su una vita piena di momenti vibranti - l'uccisione di un maiale, un pettirosso morto, salire dalla scaletta su per il tetto, distendersi su un marciapiede della stazione ferroviaria con la valigia come un cuscino, annusare l'odore di un proiettile, dolci colline italiane, la finestra aperta della camera, fino ad andare via con la valigia. Mai del tutto spiegato, ma malinconica e memorabile, la narrazione Alberto Ricci e la musica della fisarmonica di Marcello Fiorini sono perfetti. E' una storia di viaggio, di viaggi su strade e in treno, e la dichiarazione di identità sembra solo un po' difficile da accettare con certezza. 
Certo, l'identità è formata da momenti come questi, ma l'effetto complessivo è qui di transitorietà. Il movimento è sontuoso: un momento un semplice pasto non consumato si trova su una sedia rustica che si sposta su un uomo che passa la mano sulle rughe della fronte e i capelli che a sua volta diventano collina sulla quale si trova una idilliaca città italiana attraverso la quali si viaggia a velocità crescente, prima di scendere nella mano di un bambino in braccio alla nonna. Simone ha 38 anni e ha conseguito il diploma in Cinema d'animazione presso l'Istituto Statale d’Arte di Urbino. La sua animazione è stata originariamente creata nel 1998 anche se, come Simone mi ha spiegato: "Ho iniziato l'animazione dieci anni fa ma a quel tempo era lungo soltanto 1'00" e senza chiaroscuro. Finalmente nel 2004 ho finito l'animazione (la versione che hai visto (con il chiaroscuro e la musica di Marcello Fiorini 3'00)". Le parole formano una poesia tradotta per me da Simone (il cui inglese non è certamente "non così buono" come ha spiegato, ma in realtà piuttosto buono)! "Io so chi sono: sono mio nonno e mio padre, ogni faccia che ho visto, pensato o baciato. Io so chi sono: sono la casa dove sono nato, i posti che ho letto, sognato ... (io sono) le strade, i tetti e la terra chiusa dentro la valigia mia, dentro le nuvole della pipa mia, nel bicchiere del vino mio. Io so chi sono". 
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LA MEMORIA DEI CANI (2006)
"Sfioro le guance sui sassi, m’affaccio da una tregua del muro". 

Ideazione e realizzazione / Conceived and realized by Simone Massi 
• Riprese / Camera Julia Gromskaya 
• Colonna sonora / Original soundtrack MusicFeel - Stefano Sasso 
• Postproduzione / Post-production Istituto d'Arte di Urbino 
• Produzione / Production Simone Massi 
• Con la partecipazione di / With the participation of Arte France - Sacrebleu 
• 8’00” 
- Pastelli a olio su carta / Oil pastels on paper - Bianco, nero e rosso 


Eesti Ekspress 11.2006, Tallinn, Estonia 
L'ultimo film di Simone Massi, "La memoria dei cani", racconta l'esperienza traumatica di un ragazzo. 
Disegnati molto elegantemente a penna, i fotogrammi ripresi in bianco e nero ci portano attraverso i pensieri del ragazzo che corre, fino all'esecuzione del suo migliore amico, il cane. Il film ha molti passaggi interessanti e cambi di scena. Non c'è fretta, è tutto un lento movimento, che nello stesso tempo porta lo spettatore alla sensazione di essere il ragazzo e gli fa provare le emozioni. A sentire l'odore familiare della terra, dove ci sono le donne che lavorano nel campo, e un toro bianco in piedi su un fondo nero. A sentire la pietra del muro sulla guancia nel momento in cui sul cane si posa il freddo della canna. Nella percezione dei sensi un ruolo molto importante è giocato dai suoni e dalla musica. Quali sono i tuoi ricordi di odori e sapori?
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DELL’AMMAZZARE IL MAIALE (2011)
"Mentre viene trascinato fuori dalla stalla il maiale ha modo di vedere il cielo". 


Ideazione e realizzazione Simone Massi 
• Riprese / Camera Julia Gromskaya 
• Colonna sonora / Original soundtrack Stefano Sasso 
• Soundtrack consultant Larry Sider 
• Postproduzione / Post-production Lola Capote Ortiz 
• Produzione / Production Simone Massi 
• 6’20” 
Pastelli a olio su carta / Oil pastels on paper - Bianco, nero e rosso 


Camilla Cacciari 23.1.2012, Pisa, Italy 
Il percorso che compie il maiale nella tradizione marchigiana per andare al macello diventa percorso di iniziazione per il bambino, che attraverso lo spettacolo della morte straziante dell’animale si confronta con la morte e con il dolore, e con la vita dei campi. Vite e persone collegate da una scia di sangue, un filo rosso che tiene insieme una comunità artefice di morte, avvezza a riti, a sacrifici per il preservamento della vita della comunità stessa. 
L’ultimo film di Simone Massi mi ha scioccata, letteralmente. Continuavo a guardare e riguardare il momento in cui il ragazzo lascia cadere il coltello sul tavolo. E' incredibile. Pochi autori al mondo riescono a creare personaggi disegnati e a farli recitare come se si trovassero davanti allo spettatore in carne e ossa, hanno una forza espressiva che ritrovi solo a teatro, quando gli attori sono molto bravi, e nella vita vera. Grandioso poi il lavoro sul suono. Bravo Massi. 


Simone Massi nasce a Pergola (Pesaro-Urbino) nel maggio 1970. Ex-operaio, di origine contadina, ha studiato Cinema di Animazione alla Scuola d’Arte di Urbino. Animatore indipendente, da 17 anni sta cercando -in maniera pulita- di fare diventare la sua passione per il disegno un mestiere. Nonostante le difficoltà ha ideato e realizzato (da solo e interamente a mano) una decina di piccoli film di animazione che sono stati mostrati in 57 Paesi dei 5 Continenti ed hanno raccolto oltre 200 premi. Rimbocchiamoci le maniche e dopo andiamo avanti.

Simone Massi (Pergola, 23 maggio 1970) è un animatore, regista e illustratore italiano.
Dopo un passato da operaio si è diplomato in Cinema di Animazione all'Istituto Statale d'Arte di Urbino ha svolto uno stage presso lo Studio Bozzetto. È oggi considerato uno dei principali autori di cortometraggi di animazione italiani e uno degli ultimi pionieri dell'animazione "a passo uno", con all'attivo oltre 200 premi vinti nei principali festival nazionali e stranieri è ritenuto uno dei più grandi animatori a livello internazionale.
Per i suoi lavori non si serve dell'uso del computer ma fa tutto a mano "su carta, come un secolo fa ... attraverso l'uso di matite, carboncini, gessetti, pastelli, grafite e china" . Ha inoltre messo a punto una tecnica "fatta di pastelli a olio stesi su carta e poi graffiati con puntesecche e altri strumenti incisori".
Nel 2003, a seguito del decimo lavoro Piccola mare, con voce narrante di Marco Paolini, inizia l'attività internazionale con le produzioni francesi.
La memoria dei cani e Nuvole, Mani, suoi successivi lavori, sono per la produzione di Arte-France e della casa d'oltralpe "Sacrebleu", con un positivo consenso di critica e pubblico.
La memoria dei cani ottiene 33 riconoscimenti, fra cui la menzione speciale allo Zagreb Animafest, il "Renzo Kinoshita Prize" all'International Animation Festival di Hiroshima, il Grand Prix come migliore film all'International Trick film di Stoccarda.
Nuvole Mani viene premiato come miglior film italiano al "21º Fano Film Festival", menzione speciale all'edizione 2010 dei Nastri d'Argento nella sezione animazione, il Premio Onda Curta al "Festival Monstra 2010" di Lisbona ed il Premio Speciale attribuito dalla rivista Duellanti al Milazzo Film Festival.
L'opera è stata inoltre selezionata e presentata nella sezione "Corto, cortissimo" alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia ed è rientrata fra le cinque finaliste come miglior cortometraggio ai David di Donatello 2010.
Nel mese di febbraio dello stesso anno è stato pubblicato il libro, corredato da un dvd con suoi 13 corti, Poesia Bianca. Il cinema di Simone Massi a cura di Roberto Della Torre, per la Fondazione Cineteca Italiana.
Una sua animazione, proiettata sulla montagna, è stata utilizzata come sfondo nello spettacolo Uomini e Cani (tratto da un racconto di Jack London) di Marco Paolini.
Nel 2011, ha illustrato il libro di Nino De Vita La casa sull'altura edito da Orecchio Acerbo, con la postfazione di Goffredo Fofi. Il libro ha riscosso un grande successo di critica ed è stato inserito nella terna dei finalisti della XXX edizione del premio Andersen per la sezione "Miglior albo illustrato". Il libro è stato tradotto e pubblicato dalla casa editrice Kompasgid di Mosca. Fra il 2011 e il 2012 ha illustrato la trilogia dedicata da Edmondo De Amicis alle capitali d'Italia "Torino", "Roma" e "Firenze" e il volume "Le Marche", tratto da Viaggio in Italia di Guido Piovene, editi da Ecra.
Nel mese di novembre 2011 è uscito il cortometraggio, Dell'ammazzare il maiale, ottenendo la menzione speciale della giuria alla 29ª edizione del Torino Film Festival che lo ha definito "Una freccia dolorosa e bellissima che squarcia la nostra memoria" e, fra le altre, la selezione alla 41 edizione dell'International film festival di Rotterdam. Nell'aprile 2012 il film ha vinto il David di Donatello come miglior cortometraggio.
Il 10 dicembre 2011, in occasione della "Giornata delle Marche" il Resto del Carlino lo ha selezionato fra quei talenti che "tengono alto il nome della regione".
In un'intervista di inizio 2012 il celebre critico di cinema di animazione Giannalberto Bendazzi ha definito Simone Massi "Il miglior ambasciatore dell’animazione italiana all’estero, sia per apprezzamento sia per premi" e Dell'ammazzare il maiale "in assoluto il suo miglior lavoro".
Assieme ai registi Pappi Corsicato, Edoardo Winspeare, Davide Marengo e Gianluca Arcopinto, per la sezione celebrativa "Un minuto al termine" della ventesima (e ultima) edizione del festival romano di cortometraggi Arcipelago, ha realizzato il corto Lieve, dilaga.
È l'autore della sigla della 69ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e della 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per le quali ha realizzato anche il manifesto. Il cortometraggio, della durata di trenta secondi e realizzato con 300 disegni fatti a mano, è un tributo a Fellini, Angelopoulos, Wenders, Olmi, Tarkovskij, Dovženko. Nell'edizione del 2012 del festival è stato omaggiato con una proiezione speciale di diciassette suoi lavori.

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