TITULO ORIGINAL Volare - La Grande Storia di Domenico Modugno
AÑO 2013
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 200 min.
DIRECCION Riccardo Milani
ARGUMENTO Stefano Rulli, Sandro Petraglia
GUION Stefano Rulli, Sandro Petraglia
MUSICA Andrea Guerra
MONTAJE Patrizia Ceresani
REPARTO
Giuseppe Fiorello (Domenico Modugno)
Kasia Smutniak (Franca Gandolfi)
Alessandro Tiberi (Franco Migliacci)
Antonio D'Ausilio (Riccardo Pazzaglia)
Federica De Cola (Giulia Lazzarini)
Diego D'Elia (Antonio Cifariello)
Massimiliano Gallo (Giuseppe Gramitto)
Roberto De Francesco (Don Antonio)
Gabriele Cirilli (Claudio Villa)
Armando De Razza (Cucaracho)
Anita Zagaria
Antonio Stornaiolo (Padre Domenico)
Cesare Bocci (Raimondo Lanza di Trabia)
Michele Placido (Vittorio De Sica)
Pierluigi Misasi (Fulvio Palmieri)
Alberto Resti (Johnny Dorelli)
PRODUCCION Rai Fiction, Cosmo Production; en colaboración con Europroduzione
GENERO Biografico/comedia/musical
SINOPSIS “Volare. La grande storia di Domenico Modugno” è anche il racconto di un grande amore, di un uomo orgoglioso e prorompente, di un talento caparbio e di una passione inesauribile che hanno fatto di Domenico-Mimmo-Mimì Modugno un’icona del nostro tempo.
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1ª puntata
2ª puntata
“Volare. La grande storia di Domenico Modugno” ripercorre le vicende di un ragazzo del Sud che, nato e cresciuto in un contesto di grande povertà, dalla Puglia si trasferisce a Roma per inseguire i suoi sogni e la sua passione per il cinema e la musica. E che di sogno e passione continuerà a nutrirsi per tutta la vita. Nella capitale si iscrive al Centro Sperimentale, dove conosce la futura moglie Franca Gandolfi, e inizia a cantare e recitare. Fino al 1958, l’anno della consacrazione, in cui Modugno vince il Festival di Sanremo e trionfa anche in America con un brano che lo renderà celebre tutto il mondo e diventerà la canzone simbolo della musica italiana. ‘Nel blu dipinto di blu’, tradotta in tutte le lingue e trasmessa ininterrottamente dagli altoparlanti di Broadway e dalle stazioni radio, rimase infatti per tredici settimane in testa alle classifiche americane, vincendo due Grammy Awards, l’Oscar del Cash Box Billboard per la migliore canzone, e tre dischi d'oro. In totale ha venduto più di 22 milioni di copie nel mondo, 800.000 copie in Italia dove ha portato alla creazione della prima vera industria discografica. Un pezzo di assoluta modernità che rappresenta ancora oggi nel mondo la canzone italiana moderna.
Lunedì 9 gennaio 1928
Nasce Domenico Modugno
• Domenico Modugno nasce a Polignano a Mare, un paesino di pescatori dalle case bianche affacciato sul mare, in provincia di Bari. Tutti lo chiamano “Mimì”. Il padre Cosimo è comandante del Corpo delle Guardie municipali; la madre, Pasqua Lorusso, casalinga originaria di Conversano, è al secondo matrimonio dopo essere rimasta vedova. In famiglia ci sono già due bambini, Vito Antonio detto Tonino (nato nel 1924) e Giovanni detto Giannino (nato nel 1926), e una ragazza, Teresa (nata nel 1910 dal precedente matrimonio di Pasqua).
anno 1935
Il trasferimento a San Pietro Vernotico
• La famiglia Modugno va a vivere a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, quando il capofamiglia vince un concorso per il comando dei vigili urbani. A lui il piccolo Mimmo deve la sua passione per la musica: è il papà che gli insegna a suonare la fisarmonica e la chitarra. Nel frattempo, inizia a frequentare la scuola elementare e impara il dialetto del luogo. È talmente vivace da meritarsi il soprannome di “Attila”.
settembre 1947
La fuga
• Domenico, 19 anni, all’insaputa dei genitori e insoddisfatto della vita di paese, scappa di casa e va a Torino. Arriva nel capoluogo piemontese alle 8.35 di un mattino di settembre alla stazione Porta Nuova, con il “treno del sole”. C’è la nebbia. In valigia ha pochi vestiti, le scarpe della festa ai piedi e in mano una custodia con dentro la fisarmonica che gli ha regalato il padre. Appena arrivato si dirige verso il bar Orfeo, a poco più di un chilometro dalla stazione, gestito dalla famiglia Schilardi, suoi compaesani. In tutto ha quattro mila lire. All’Orfeo inizia come tuttofare, in cambio di vitto, alloggio e mance, ma niente stipendio. Così, di giorno fa il cameriere, di sera suona e canta. All’una, dopo aver sistemato i tavoli, va a dormire nella cameretta al piano superiore che gli è stata messa a disposizione: «Era dura prendere sonno, specialmente su un materasso posato per terra. Il gelo che ho sofferto in quel periodo mi è rimasto nelle ossa. A distanza di anni, quando mi capita di sentire freddo ovunque mi trovi, mi rivedo su quel pagliericcio al primo piano del bar Orfeo». [Ternavasio 2004]
anno 1948
Mariuccia e le altre
• A Torino Domenico frequenta qualche ragazza, con cui va a ballare e manda in fumo tutte le mance della settimana. Si fidanza con Mariuccia Calorio, panettiera.
Professione gommista
• Quando il bar Orfeo chiude per scarsi affari, Modugno comincia a lavorare in un’officina della periferia di Torino, occupandosi della vendita di penumatici usati.
Modugno operato di appendicite
• A dicembre, Modugno è operato d’urgenza all’ospedale Molinette di Torino per un attacco di appendicite acuta. Dopo la degenza torna al paese, San Pietro Vernotico. Per pagarsi il biglietto del ritorno è costretto a vendere, per 14 mila lire, la fisarmonica.
anno 1949
Il ritorno a San Pietro Vernotico
• Tornato a San Pietro Vernotico, Domenico si fa crescere i baffi, inizia a suonare la fisarmonica nelle feste di paese e a fare serenate alle ragazze che frequenta. Comincia la sua attività teatrale.
anno 1950
Modugno a Roma
• In primavera, Modugno decide di lasciare San Pietro Vernotico per andare a Roma, attratto dal mondo del cinema per cui aveva già da piccolo dimostrato una passione. Ci va con un amico pittore. La prima notte la passano in stazione, sulle panchine di terza classe. Poi, chiedono aiuto al convento dei frati camaldolesi di San Gregorio al Celio. Dopo qualche giorno, l’amico pittore decide di tornarsene a casa, Domenico invece resiste.
L’esperienza a Cinecittà
• Dopo svariati tentativi dietro i cancelli di Cinecittà, Modugno viene preso come comparsa nel film I pompieri di Viggiù di Mario Mattoli. Gli danno tre mila lire.
Il servizio militare
• Modugno parte per il servizio militare a Bologna, in fanteria: «Non mi disturbava affatto la vita militare. C’era un circolo artistico per i soldati, e io ci andavo per suonare la fisarmonica e per cantare». Smessa la divisa, va a casa per salutare parenti e amici e poi torna a Roma, per ritentare la fortuna nel mondo dello spettacolo. Guadagna qualcosa come cantante nei locali notturni.
anno 1951
L’«elemosina» di De Sica
• Dopo aver saputo che Vittorio De Sica sta girando Umberto D. a Roma, Modugno decide di presentarsi a casa sua per chiedergli una parte. Il regista, vedendolo così dimesso ed emozionato, gli dà 2 mila lire, poi lo congeda con gentilezza.
Modugno al Centro sperimentale di cinematografia
• Modugno si iscrive al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, superando l’esame di ammissione (su 2.000 esaminati ne passano solo 12) e vincendo una borsa di studio da 50 mila lire al mese. Qui conosce l’attrice siciliana Franca Gandolfi, all’anagrafe Guarnaccia, nata a Messina e figlia di un colonnello dell’Aeronautica. All’inizio i due non si colpiscono; si avvicinano con il passare del tempo e poi si fidanzano. La sera, Modugno si esibisce al Circolo Artistico di via Margutta, cantando in dialetto salentino.
Modugno in “Filumena Marturano”
• Domenico Modugno recita in Filumena Marturano, di Edoardo De Filippo.
anno 1952
Modugno attore
• Modugno prende parte al film Carica eroica di Francesco De Robertis, nei panni di un soldato siciliano che canta la Ninna nanna a una bambina.
Modugno al “Trampolino”
• Dopo la partecipazione al film di De Robertis, Domenico Modugno viene chiamato a presentare la trasmissione radiofonica Il trampolino. In quest’occasione è notato da Fulvio Palmieri, direttore del secondo canale della radio, che gli propone di partecipare a una trasmissione in quattro puntate, di cui sarebbe stato voce, autore, regista e rumorista.
Modugno diventa siciliano
• Palmieri pone a Modugno una condizione per partecipare al programma radiofonico, di dichiarare di essere siciliano: «Modù, mi disse, ti offro questa opportunità a condizione che tu nel programma dichiari di essere siciliano, visto che le Puglie non hanno una grossa tradizione musicale. Così per tutti diventai ufficialmente siciliano. Il motivo era sempre la pagnotta, il fatto di poter mangiare e dormire. Accettavo tutto, avrei detto anche che ero americano, se fosse stato necessario» (Domenico Modugno).
anno 1953
Modugno e “Amuri… amuri”
• Domenico Modugno presenta a Franco Palmieri della Rai la sceneggiatura di Amuri… amuri, scritta in collaborazione con Franca Gandolfi. La trasmissione radiofonica va in onda poco prima delle 22, Mimmo canta anche le sue canzoni e ha un buon seguito di ascolti, tant’è che viene rinnovata prima per nove puntate, poi per altre 17.
Modugno ottiene l’attestato al Centro sperimentale di cinematografia
• Domenico Modugno ottiene l’attestato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma.
Modugno e Frank Sinatra
• Frank Sinatra partecipa a una puntata del programma radiofonico Radioclub, condotto da Guido Notari. Durante la trasmissione, Modugno, chiamato erroneamente Salvatore, canta Ninna nanna, scritta da Franco Nebbia e presente anche nel film Carica eroica di Francesco De Robertis (1952). La canzone viene molto apprezzata da Sinatra che gli chiede una registrazione.
Il contratto con la Rca
• Domenico Modugno ottiene un contratto discografico con la Rca Italiana e inizia a incidere i primi 78 e 45 giri. Sono canzoni soprattutto in dialetto salentino e siciliano.
anno 1954
I genitori di Modugno si separano
• Cosimo e Pasqua, i genitori di Domenico Modugno, si separano. Forse lui ha una relazione con un’altra. Lei lascia la Puglie e si trasferisce a Roma con il figlio Tonino, che inizia a lavorare come manager di Domenico. L’altro figlio, Giannino, rimane a San Pietro Vernotico e apre un autosalone, il primo del paese.
anno 1955
La collaborazione tra Modugno e Walter Chiari
• L’attore Walter Chiari propone a Domenico Modugno di partecipare come cantante di accompagnamento nello spettacolo Controcorrente. «Walter mi aveva raccontato di aver conosciuto Modugno sul set di un film girato in un villaggio di pescatori delle isole Eolie. Si trattava di Vacanze d’amore con Lucia Bosè, prodotto dal principe Alliata, nel quale Chiari faceva la parte di un sommergibilista e Mimmo era uno dei tanti intrattenitori alle prese con le loro canzoni: dopo questa pellicola lo volle con sé a Roma per Controcorrente. Walter mi parlava di lui come di un artista vero e dalla genuina energia poetica, che sino alle soglie del grande successo aveva fatto di tutto per tirare avanti, visto che per anni aveva faticato a mettere insieme il pranzo con la cena» (Tati Sanguineti). [Ternavasio 2004]
Il “Vecchio frac” di Modugno
• Domenico Modugno incide Vecchio frac, una delle sue poche canzoni in italiano del periodo, che gli procura i primi problemi con la censura: essendo vietate all’epoca espressioni che alludessero a contatti fisici, considerati immorali, la frase «Ad un attimo d’amore, che mai più ritornerà» è cambiata in «Ad un abito da sposa, primo ed ultimo suo amor». La canzone è ispirata alla vicenda del principe Raimondo Lanza di Trabia, sposato con l’attrice Olga Villi e suicidatosi nel novembre del 1954, a 39 anni, gettandosi dalla finestra del suo palazzo in via Sistina a Roma.
I primi Lp di Modugno
• L’Lp di debutto di Domenico Modugno è I successi di Domenico Modugno I, seguito da I successi di Domenico Modugno II.
Domenica 26 giugno 1955
Modugno sposa Franca
• Domenico Modugno e Franca Gandolfi si sposano.
anno 1956
Modugno partecipa al Festival come autore
• Modugno cambia casa discografica e dalla Rca passa alla Fonit Cetra, debuttando al Festival di Sanremo come autore con la canzone Musetto, interpretata da Gianni Marzocchi e piazzatasi ottava.
anno 1957
Modugno e la canzone napoletana
• Domenico Modugno scrive con l’amico Riccardo Pazzaglia, conosciuto al Centro sperimentale di cinematografia, Lazzarella, la prima di tante canzoni in napoletano. Il brano è cantato da Modugno in coppia con Aurelio Fierro al Festival di Napoli. Altro successo del periodo: Io, mammeta e tu, portata alla ribalta da Nino Taranto.
Modugno e “Resta cu’mme”
• Domenico Modugno compone le musiche di Mariti in città, di Luigi Comencini. Tra i brani cantati nel film c’è anche Resta cu’mme, che gli provoca nuovi problemi con la censura: il verso «Nu’ me ’mporta dô passato, nu’ me ’mporta ’e chi t’ha avuto» diventa «Nu’ me ’mporta si ’o passato, sulo lagreme m’ha dato».
Giovedì 30 gennaio 1958
Modugno “vola” al Festival di Sanremo
• È la serata inaugurale del Festival di Sanremo. Domenico Modugno, con indosso uno smoking azzurro-carta da zucchero (ma sullo schermo in bianco e nero dà l’impressione di essere grigio chiaro), canta in coppia con Johnny Dorelli. La canzone, scritta da Modugno e Franco Migliacci, s’intitola Nel blu dipinto di blu. È la prima volta nella storia del Festival che un autore di una canzone è anche interprete.
Le braccia di Modugno
• Massimo Scaglione, assistente di studio per le riprese televisive, racconta di quella volta che, durante le prove, le braccia di Modugno, spalancate nel ritornello, davano problemi con le inquadrature: «A differenza degli altri interpreti, che se ne stavano sempre composti, lui era tutto uno slancio. Nel ritornello, poi, muoveva di continuo le braccia verso l’alto. Chi dirigeva le riprese era Vittorio Brignole, un regista napoletano già di una certa età che sopportava a malapena il genere melodico e probabilmente detestava la musica leggera. Il suo atteggiamento nei confronti dell’irruenza di Modugno fu di palese contrarietà. Per di più non era mai pronto a seguire con l’inquadratura il movimento delle braccia. Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, anziché allargare l’inquadratura, mi gridò nelle cuffie: “Scagliò, vada a dire a quel signore di non muovere le braccia, altrimenti escono dallo schermo”. Con l’interfono, per evitare una figuraccia, cercai di traccheggiare: “Modugno ha uno stile profondamento diverso da quello degli altri, non possiamo impedirgli di muoversi come vuole”, gli spiegai invano. (…) Mi tolsi le cuffie e, con l’aria di uno pronto per il martirio, mi avvicinai al cantante che in quel momento si trovava sul palcoscenico davanti al microfono. Con un filo di voce e il tono di chi si scusa per quello che sta per dire, gli sussurrai: “Guardi che il regista vorrebbe che lei stesse un po’ più fermo”. Mentre Modugno mi guardava, probabilmente senza capire del tutto la sciocchezza che ero stato costretto a riferirgli, dalla platea si levarono delle risate. In ogni caso non insistetti, temendo di venire mandato a quel paese. Nella prima serata, al termine dell’esecuzione, dalla platea si levarono applausi a non finire». [Ternavasio 2004]
Le origini del testo
• Nel 1958 Domenico Modugno vinse il Festival di Sanremo con una canzone che era un inno alla fantasia e alla gioia di vivere. Uno squarcio innovativo nel mondo della canzone leggera che ribaltò il modello delle canzoni del periodo, legate in maniera sempre tradizionale ai temi d’amore più stantii, come ad esempio la canzone Edera della «matura» Nilla Pizzi che era un monumento al passato ed era il brano ultrafavorito di quella edizione del Festival. Tuttavia Nel blu dipinto di blu, con la musica di Modugno e le parole di Franco Migliacci, fu un inarrestabile e travolgente mantra che incantò il pubblico in maniera impressiva, e travolse giuria e popolo come un ciclone quasi sciamanico.
Molti si resero conto della forza interna del testo e della musica della canzone; tutti furono impressionati dall’energia espressiva dell’interpretazione del cantante: una specie di furor estatico che lo prese sul palco dell’Ariston e contagiò vecchi e giovani. È rimasto celebre il gesto dell’apertura delle braccia da parte di Modugno sul ritornello del brano.
Comunque, la struttura della canzone (a parte il testo) era ancora piuttosto tradizionale, e la vera novità stava nell’arrangiamento ideato dal maestro Alberto Semprini (che non ha mai avuto il giusto riconoscimento del successo della canzone) perché proprio lui gli aveva dato quell’incedere swing che ne decretava un ragguardevole e positivo straniamento per un pezzo che veniva presentato nel tempio dell’ortodossia musicale nazional-popolare.
Accanto al cantante pugliese, sul palco del Teatro Ariston, in quell’ormai lontano 1958, c’era il milanese Johnny Dorelli, perché a quei tempi il Festival della canzone italiana prevedeva due interpreti per ogni canzone. Modugno e Dorelli erano due bravi cantanti, il primo era sanguigno ed emotivo (capostipite della corrente dei cosiddetti “urlatori”), il secondo più confidenziale e composto. Entrambi seppero dare qualcosa alla canzone che diventò subito famosa, anche se l’esuberanza di Modugno ebbe il sopravvento. I due cantanti che vinsero quel Sanremo del 1958 in maniera inaspettata decisero (anche su suggerimento delle loro case discografiche e dei rispettivi consiglieri e agenti) di tornare a Sanremo l’anno dopo, forti del grande successo di Nel blu dipinto di blu. La canzone del 1959 che Modugno e Dorelli portarono al festival era Piove, e non aveva certo la qualità della precedente, ma nonostante tutto, forse ancora sulla scia entusiastica dell’anno prima, i due vinsero di nuovo Sanremo.
A questo punto, all’avvio degli anni Sessanta, sembrava che anche al Festival della canzone la melodia tradizionale italiana fosse messa da parte, se non addirittura sepolta per sempre, col suo profumo di amido e di merletti, con le sue attempate Nille Pizzi e i colonnelli come Claudio Villa. Ma non fu così. Nel blu dipinto di blu ebbe ragione di una vecchia Sanremo, ma vinse soltanto una battaglia e non l’intera guerra, perché negli anni successivi furono molti i brani che riportavano temi e musiche indietro nel tempo, con atteggiamenti compromissori e inossidabili. In sostanza erano in strepitosa maggioranza performance rassicuranti come Non ho l’età, interpretata da una giovanissima Gigliola Cinquetti o Finché la barca va di Orietta Berti, invece che episodi di prorompente novità come Volare.
Il testo della canzone non ha un’origine precisa e documentata, perché pur essendo stato scritto da Migliacci, anche Modugno sosteneva di aver contribuito alla sua ideazione, attribuendosi la paternità del passaggio più famoso, quel «Volare oh, oh». Modugno raccontava di aver avuto idea di quel ritornello guardando il cielo azzurro insieme alla moglie dalla finestra della casa romana. Franco Migliacci, invece, diceva che aveva avuto l’idea del ritornello dopo aver visto un quadro del pittore russo Chagall, che rappresentava un gallo rosso di fronte a una finestra spalancata su un cielo giallo. In seguito Modugno confessò che mentre con Migliacci stavano attraversando il Tevere a Ponte Milvio ebbe la folgorazione di un verso «di blu m’ero dipinto» da cui cominciò tutto. Invece Migliacci disse che il volo poetico che gli stimolò il testo della canzone arrivò dopo una notte da incubo dovuta a una sofferenza amorosa.
Qualunque sia stata la molla primigenia che fece scattare l’idea e la realizzazione del testo è certo che nessuno dei due autori si sarebbe mai aspettato un tale successo planetario. Conosciuta con due titoli, appunto l’originale Nel blu dipinto di blu e il successivo Volare, la canzone vendette dischi per cifre da capogiro soltanto nell’anno di edizione, mentre complessivamente sembra abbia venduto circa 22 milioni di copie in tutto il mondo. Vinse anche due Grammy Award nel 1958 sia come canzone che come disco dell’anno, e rimase in testa alla classifica americana del 45 giri per tredici settimane, risultato unico per una canzone cantata in italiano.
Anche l’etichetta discografica Fonit cercò di fare cassa con la canzone, subito dopo il Sanremo del 1958, incidendone ben quattro versioni, con altrettanti lati B, e in un caso colorando il vinile di blu, come recitava il testo della canzone.
Sembra che questo brano abbia avuto una fortuna davvero superiore alle aspettative e si fatica a comprendere la sua fama internazionale, ma forse questa diffusione si deve anche al fatto che in quegli anni di boom economico l’Italia era il paese europeo più rispettato all’estero e il suo mercato economico era il più appetibile anche per una certa solidità della moneta, della lira, che ne decretava una stabilità invidiabile. Forse anche per questi motivi gli occhi del mondo erano interessati anche ai fenomeni del costume della penisola. Nel blu dipinto di blu ha avuto oltre 113 interpretazioni e cover differenti, eseguita da cantanti, gruppi, e orchestre di tutto il mondo. David Bowie la fece inserire nella colonna sonora del film Absolute Beginners, che era ambientato proprio nel 1958. Barry White la cantò in un suo album del 1991. E Paul McCartney la cantò dal vivo in occasione dei suoi ultimi concerti del 2003 a Roma. (Alessandro Agostinelli e Maria Gloria Roselli)
Le sorelle Fasano commentano “Nel blu dipinto di blu”
• Delfina Fasano, che insieme alla sorella Dina forma il duo della canzone italiana, racconta di quando conobbero Modugno e della prima impressione nel sentire la canzone Nel blu dipinto di blu: «Ci siamo conosciuti nei primi giorni del gennaio del ’58 in una sala d’incisione di Milano. Tornate dal pranzo assistemmo per caso alle prove di Nel blu dipinto di blu e restammo senza fiato. La canzone era davvero bella e nuova. Dina e io concordammo sul fatto che quasi certamente avrebbe vinto il festival anche se per noi, habituées della rassegna sanremese, Modugno era un illustre sconosciuto. Ciò che più ci colpì fu l’interpretazione piena di impeto e di grinta. Era la prima volta che ascoltavamo un brano proposto con tanta personalità: Modugno aveva un qualcosa di indefinibile che lo rendeva unico nel panorama della musica leggera, una voce particolare, diversa dalle altre, comunque non paragonabile a quella di Gigli o di Caruso. Rimanemmo favorevolmente impressionate anche dal testo: ci piaceva l’originalità e l’azzardo, nonostante noi fossimo esponenti di tutt’altro genere». [Ternavasio 2004]
Sabato 1 febbraio 1958
“Nel blu dipinto di blu” vince il Festival di Sanremo
• Nel blu dipinto di blu, cantata da Domenico Modugno e Johnny Dorelli, vince l’ottavo Festival di Sanremo. «Nel corso della serata finale, dietro le quinte, Domenico Modugno sembra uno studente prima di un esame e si rivolge a tutti chiedendo conferme sulla sua canzone. Modugno prende a pugni il giovanissimo Johnny Dorelli per fargli vincere la paura del palcoscenico. Sovraeccitato e sopra le righe, l’autore del motivo vincente salta un’intera strofa, costringendo il maestro Alberto Semprini a inseguirlo forzando a sua volta il ritmo della canzone. Dopo l’esibizione, la membrana del microfono salta e i tecnici della Rai sono costretti a interrompere il collegamento per qualche minuto. Dopo la vittoria, Domenico Modugno riceve una vera e propria standing ovation dal pubblico del Casinò. A telecamere spente, alcuni spettatori salgono sul palcoscenico e cantano in coro “volare, oh oh”. (…) Il grande protagonista del Festival, Domenico Modugno, rivoluziona il modo di cantare e di esibirsi sul palcoscenico, frantumando lo stereotipo del cantante rigoroso e contenuto e proponendo al pubblico modi e gesti innovativi. Quando è sul palco, Modugno apre le braccia anziché portarle al cuore secondo le consuetudini dei cantanti dell’epoca. Il vincitore di Sanremo rappresenta un fenomeno insolito nel panorama musicale italiano. Cantante e autore, vicino alla scuola francese, non si mostra insensibile ai ritmi d’oltreoceano né alla tradizione napoletana. Ben inserito in un filone popolare come quello del Festival, sembra incarnare una felice sintesi di tutti i generi presenti nel panorama musicale leggero italiano. Innovativa è anche la sua canzone, giocata su un testo che evoca immagini alla Chagall e impreziosita dall’arrangiamento di Alberto Semprini, che propone atmosfere rarefatte seguite da un ritmo terzinato, nello stile fatto conoscere dagli americani Platters». [Anselmi 2010]
«Un giovanottone zazzeruto» trionfa al Festival di Sanremo
• «Domenico Modugno e sua moglie, la bella Franca Gandolfi, scorrazzano instancabili e felici le strade della Riviera, in uno stridore di gomme e di frenate inconsulte. Ormai anche i più apatici tra gli abitanti di Sanremo sanno chi siano quei due scatenati, e il perché del pazzo andirivieni di quella macchina da corsa, su e giù per la città. Domenico Modugno e Franca Gandolfi sono la coppia più felice del Festival». [Gigi Ghirotti, Sta. 2/2/1958]
In quel blu dipinto da Modugno e Chagall
• «Nel 1958 Domenico Modugno vinse il Festival di Sanremo con una canzone che era un inno alla fantasia e alla gioia di vivere. Uno squarcio innovativo nel mondo della canzone leggera che ribaltò il modello delle canzoni del periodo, legate in maniera sempre tradizionale ai temi d’amore più stantii, come ad esempio la canzone Edera della “matura” Nilla Pizzi che era un monumento al passato ed era il brano ultrafavorito di quella edizione del Festival. Tuttavia Nel blu dipinto di blu, con la musica di Modugno e le parole di Franco Migliacci, fu un inarrestabile e travolgente mantra che incantò il pubblico in maniera impressiva, e travolse giuria e popolo come un ciclone quasi sciamanico». [Alessandro Agostinelli e Maria Gloria Roselli, Rif. 4/3/2011]
Domenica 2 febbraio 1958
“Nel blu dipinto di blu” allo stadio
• La canzone vincitrice dell’ottavo Festival di Sanremo, Nel blu dipinto di blu, cantata da Domenico Modugno e Johnny Dorelli, è intonata dalle tifoserie nell’intervallo delle partite di calcio.
agosto 1958
Modugno sbarca a Londra
• Il disco Volare viene lanciato in Inghilterra, a 45,78 e 33 giri, in nove versioni diverse.
settembre 1958
Il successo oltreoceano
• Domenico Modugno sbarca negli Stati Uniti: «In una stazione radio del Michigan o dell’Indiana, chi si ricorda, arrivò un signore con il disco mio e lo mandò in onda: il giorno dopo si ebbero duemila telefonate di gente che voleva risentirlo. Lo rimandò in onda: il giorno appresso altre duemila telefonate. L’exploit di Volare nacque così». [Domenico Modugno a Vincenzo Mollica, in Domenico Modugno, 1981] La canzone vince tre Grammy Awards (come disco dell’anno, come canzone dell’anno e come miglior interprete dell’anno); il Cash Box Bilboard gli conferisce l’Oscar per la migliore canzone dell’anno e riceve in dono dalle industrie musicali tre dischi d’oro (per il migliore cantante, per la migliore canzone e per il disco più venduto). Inizia il tour che vede Modugno toccare Boston, Los Angeles, New York, Buffalo e altre città. Gli vengono offerte le chiavi di Washington e la stella di sceriffo di Atlantic City. Con 50-60.000 copie al giorno, in poco più di un mese Modugno vende negli Stati Uniti quasi due milioni di dischi. Gli americani lo soprannominano Mr. Volare, la sua canzone diventa nota con questo titolo e il 45 giri rimane primo nella hit parade americana per 13 settimane consecutive.
Giovedì 18 settembre 1958
Modugno alla Carnergie Hall
• Domenico Modugno si esibisce alla Carnegie Hall. È in questo periodo che la moglie Franca Gandolfi dà alla luce il loro primogenito, Marco. Dopo poco tempo, il cantante decide di rientrare in Italia.
Sabato 31 gennaio 1959
Modugno vince il Festival di Sanremo
• Per la seconda volta consecutiva, Domenico Modugno vince il Festival di Sanremo numero nove con la canzone Piove [leggi qui il testo], scritta dal cantante con Dino Verde e cantata anche da Johnny Dorelli.
«Ciao, ciao “pampina”»
• «(…) Parliamo ancora di Domenico Modugno, perché il Festival ha ruotato intorno a lui ed egli è stato comodo come un bel pavone a guardarsi la coda lucente. La sua canzone è gracilina e scoppietta soltanto se la interpreta lui, in quel particolare modo che può anche non piacere. In bocca ad un altro cantante diventa un modesto motivetto per il repertorio di orchestrine impegnate in sale di ballo periferiche. I competenti dicono che avrà successo, e quasi certamente vedono giusto, ma ciò non toglie che Piove sia la canzone meno riuscita di Modugno. A sentirla cantata da lui si rimane inizialmente perplessi, ma alla fine si scopre il trucco, e vien fuori il personaggio, non la canzone, un Modugno dartagnanesco che gioca sugli sbilanci del corpo per accompagnare un ritmo appena accennato, lancia lontano le braccia e subito le raccoglie sul petto con sapienti dosaggi istrionici che lo rendono simpatico. Storpia le parole, muta le consonanti, tronca la frase vocale per creare un effetto, ma ciò non serve ad aumentare il valore di Piove. Dice, ad esempio: “Ciao, ciao pampina”, anziché “bambina”, perché già pensa al lancio sul mercato americano ed alla inevitabile storpiatura cui sarà sottoposta quella parola. In sala, appena accennava a quel “Ciao, bambina”, il pubblico pareva toccato dalla corrente elettrica, e si abbandonava a scene di scomposto entusiasmo con urla ed applausi da arena. Un signore dall’apparenza molto distinta è venuto in sala con un ombrello che al termine dell’esecuzione data da Modugno ha spalancato e agitato con gesti frenetici. Una nota di Modugno ha il potere di scatenare le folle, quel suo gestire legnoso, da marionetta, affascina i milioni di suoi ammiratori che scorgono in esso, chissà perché, un lume d’arte. Ma il fenomeno Modugno sta assumendo proporzioni imponenti, ancora due canzoni e lo zazzeruto cantante-chitarrista-musichiere caccerà non solo Claudio Villa, ma anche Giuseppe Verdi dal cielo della patria lirica». [Francesco Rosso, Sta. 1/2/1959]
luglio 1959
La tournée in Argentina
• Durante la tournée in Argentina, Domenico Modugno dichiara di aver guadagnato, l’anno prima, un miliardo di lire circa. I compensi di Modugno: 700.000 lire circa per una serata; 2.000 dollari per i concerti all’estero.
Sabato 30 gennaio 1960
Modugno arriva secondo al Festival e si addormenta
• Domenico Modugno, in gara al Festival di Sanremo con la canzone Libero, scritta da lui e Franco Migliacci e cantata con Teddy Reno, si piazza secondo. Ma alla serata finale Mimmo non si presenta: si è addormentato dopo aver preso un calmante. [festival.vivasanremo.com]
Martedì 12 settembre 1961
Modugno, grande successo a teatro
• Al teatro Alfieri di Torino, per festeggiare i 100 anni dell’unità d’Italia, debutta la commedia musicale Rinaldo in campo, di Garinei e Giovannini, in cui Domenico Modugno è il protagonista. Il cantante, rimasto qualche tempo fermo in seguito alla frattura di una gamba avvenuta in teatro, è anche autore delle musiche dello spettacolo. Si registra il record di incassi.
Sabato 10 febbraio 1962
Modugno si arrabbia al Festival
• Domenico Modugno, in gara al Festival di Sanremo con la canzone Addio… Addio…, cantata con Claudio Villa, è nervoso a causa del meccanismo di voto, che non permette di conoscere subito il vincitore. Gli hanno rubato lo smoking e non vuole cantare. In più, ha perso una grossa somma di denaro al Casinò. Il suo editore risolverà il problema, rifondendolo. [Vesigna 2010]
Domenica 18 febbraio 1962
Modugno e Villa trionfano al Festival
• Domenico Modugno e Claudio Villa trionfano al dodicesimo Festival di Sanremo con la canzone Addio… Addio, scritta da Modugno e Franco Migliacci. «Per le fortune di Addio… Addio si registra una tregua cortese tra Modugno e Villa. I due signori della canzonetta non cessano di manifestarsi reciproca simpatia e stima. “Se la canzone è vivace, il merito sarà di Claudio”, dice Domenico Modugno. “Io sono solo un cantante, lui è un genio”, gli fa eco Claudio Villa. Nessuno se lo aspettava, men che meno i sostenitori dell’uno o dell’altro cantante. Se oggi i due leader non si abbracciassero e baciassero con tanto impegno, i fan più intransigenti potrebbero storcere il naso. Ma la somma dei voti dei villiani e dei modugnani dovrebbe regalare ai due artisti una vittoria certa». [Anselmi 2010]
anno 1964
Modugno vince il Festival di Napoli
• Domenico Modugno partecipa e vince il Festival di Napoli con Ornella Vanoni presentando la canzone Tu si’ na cosa grande.
anno 1965
Il suicidio di Cosimo Modugno
• Cosimo Modugno, il padre di Domenico, malato da tempo, muore suicida.
Modugno è Scaramouche in tv
• Domenico Modugno interpreta il personaggio di Scaramouche nell’omonimo sceneggiato televisivo per la regia di Daniele D’Anza. Ne compone anche le musiche, tra cui la sigla, L’avventura.
Sabato 29 gennaio 1966
Quarta vittoria per Modugno al Festival
• Domenico Modugno vince per la quarta volta il Festival di Sanremo, giunto alla sedicesima edizione, con il brano Dio, come ti amo, scritto da lui e cantato con Gigliola Cinquetti. È la prima canzone nella storia del Festival di cui Modugno firma da solo il testo e la musica, nonché la prima vincente opera di un solo autore che ne sia anche l’interprete. [Anselmi 2010]
anno 1968
L’esclusione di “Meraviglioso” dal Festival
• La giuria selezionatrice del Festival di Sanremo, di cui fa parte anche Renzo Arbore, esclude il brano Meraviglioso di Domenico Modugno dalla gara canora: «(…) Facevo parte della commissione selezionatrice nel 1968, nell’anno successivo al suicidio del mio amico Luigi Tenco. E quell’evento aveva segnato profondamente il Festival, al punto che eravamo divisi sulla decisione di continuare. Quella tragedia aveva fatto una grandissima impressione su noi musicofili e musicanti dell’epoca. E quando scoprimmo che Modugno e Pazzaglia avevano presentato, appena un anno dopo, una canzone nella quale condannavano il suicidio come soluzione dei problemi, questa cosa lasciò tutti noi molto perplessi». [Renzo Arbore, tratto da C. Minervini, Volere è volare: Domenico Modugno cantante, poeta, rivoluzionario, Arcana Edizioni 2008]
anno 1977
Il concerto di Modugno a Viareggio
• Domenico Modugno tiene un concerto a Viareggio, davanti a oltre 5.000 spettatori. Dall’evento è tratto il disco Dal vivo alla Bussoladomani.
anno 1978
Modugno è Cyrano
• Domenico Modugno interpreta a teatro la commedia musicale Cyrano, per la regia di Daniele D’Anza, accanto a Catherine Spaak nei panni di Rossana, poi sostituita da Alida Chelli.
anno 1981
Modugno e i problemi con il Cile
• Domenico Modugno è coinvolto nelle vicende politiche del Cile. Mentre sta per prendere l’aereo a Roma per recarsi alla televisione di stato cilena per partecipare al programma Vamos A Ver, è avvisato telefonicamente di sospendere il viaggio: le autorità di Santiago non gli consentono di entrare in Cile. Il divieto è dovuto alle dichiarazioni che Modugno ha fatto in precedenza sulla situazione politica cilena e sulla dittatura di Augusto Pinochet.
Lunedì 11 giugno 1984
Un cantante che non stecca da oltre vent’anni
• «Vi sono musicisti che alla fine del loro lavoro appaiono come una stonatura. L’immagine di Domenico Modugno invece non “stecca” da oltre vent’anni». [Nevio Boni, Sta. 11/6/1984]
Martedì 12 giugno 1984
Modugno colpito da un ictus
• Durante la registrazione della trasmissione La Luna del Pozzo, di Canale 5, Domenico Modugno è colpito da un ictus. Il medico di servizio non si accorge inizialmente della gravità della situazione e lo manda a casa con un’aspirina. Nella notte si aggrava e viene ricoverato d’urgenza in ospedale. Ne riporta menomazioni nella parola e paralisi di un lato del corpo.
anno 1986
Modugno si iscrive al Partito radicale
• Domenico Modugno si iscrive al Partito radicale.
Lunedì 15 giugno 1987
Modugno eletto deputato
• Domenico Modugno è eletto deputato con il Partito radicale nella circoscrizione di Torino Novara Vercelli.
anno 1989
Modugno si batte per l’ospedale psichiatrico di Agrigento
• Domenico Modugno si batte contro le condizioni disumane dei pazienti dell’ospedale psichiatrico di Agrigento, dedicando ai ricoverati il “Concerto per non dimenticare”, il primo dopo la malattia che lo colpì il 12 giugno 1984.
anno 1990
Modugno eletto consigliere ad Agrigento
• Domenico Modugno è eletto consigliere comunale ad Agrigento.
luglio 1991
Modugno e il concerto a Caracalla
• Domenico Modugno tiene un concerto alle Terme di Caracalla, a Roma. Appoggiandosi a un bastone canta le sue canzoni più famose.
ottobre 1991
Modugno colpito da un attacco di cuore
• Domenico Modugno è colpito da un attacco di cuore, ma senza conseguenze rilevanti.
maggio 1992
Il concerto di Modugno a Torino
• Domenico Modugno tiene un concerto gratuito in piazza San Carlo a Torino. Rimane seduto per la maggior parte del tempo, alzandosi solo nei bis.
Sabato 28 agosto 1993
Il concerto di Modugno a Polignano
• Domenico Modugno tiene un concerto a Polignano a Mare, in provincia di Bari, il suo paese di origine. L’evento è anche un modo per il cantante per riappacificarsi con i concittadini per essersi sempre dichiarato siciliano. Ad assistere ci sono 70.000 persone. La manifestazione, chiamata “Modugno torna a casa”, è durata tre giorni, ha visto il cantante sfilare a bordo di una barca, con un piccolo seguito, per la costa di Polignano e in paese a bordo della Lancia Aurelia del film Il sorpasso, di Dino Risi.
Mimmo profeta in patria
• «“Eccolo, di lì, da quel mare meraviglioso sono nate le mie canzoni”. Domenico Modugno, dopo 40 anni, torna nella sua patria, Polignano a Mare, e si prepara al concerto più impegnativo della sua vita. Canterà stasera davanti alla sua gente che lo ama e lo odia, che lo porta in trionfo come il conoscente che lo guarda estasiato o lo respinge come una sua vecchia zia disposta solo a dire “Che gli venisse un colpo” con un’appendice di improperi intraducibili. Modugno, Mimì come lo chiama il suo amico Anselmo Galluzzi, qui è una leggenda, anche se adesso ha i capelli canuti, non più i baffetti malandrini, ma una barba incolta da Ulisse che torni alla sua Itaca». [s. t., Sta. 28/8/1993]
Sabato 6 agosto 1994
Muore Domenico Modugno
• Domenico Modugno muore nella sua casa di Lampedusa alle 20.30, colpito da un infarto mentre si trova in giardino. Ha 66 anni. Nel pomeriggio ha partecipato con alcuni operatori del Wwf alla rimessa in mare di una tartaruga che era stata curata giorni prima. [Sta. 7/8/1994]
Lunedì 8 agosto 1994
I funerali di Domenico Modugno
• Alle cinque del pomeriggio a Roma, nella chiesa di San Sebastiano fuori le mura, si svolgono i funerali di Domenico Modugno. Accanto alla moglie Franca Gandolfi e ai tre figli sono presenti le autorità e diversi volti noti: Massimo Ranieri, Mara Venier, Tony Renis, Jo Squillo, Luciano De Crescenzo, Pietro Garinei, Lino Banfi, Marisa Laurito, Achille Togliani ecc. I romani, giunti per dare l’ultimo saluto al cantante, intonano «Nel blu dipinto di blu…». [Maria Corbi, Sta. 9/8/1994]
Lunedì 18 febbraio 2013
Una fiction su Modugno
• Va in onda stasera su Raiuno la prima delle due puntate della fiction dedicata a Domenico Modugno Volare. La grande storia di Domenico Modugno, per la regia di Riccardo Milani. Nei panni del cantante Beppe Fiorello, in quelli della moglie Franca Gandolfi Kasia Smutniak.
Fonti: la cronologia è tratta da Ternavasio Maurizio, La leggenda di mister volare. Domenico Modugno, Giunti Editore, Firenze-Milano 2004; e da: www.domenicomodugno.it, sito ufficiale di Domenico Modugno
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