TÍTULO ORIGINAL
Amanti senza amore
AÑO
1948
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Inglés (Separados)
DURACIÓN
73 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Gianni Franciolini
GUIÓN
Gianni Franciolini, Vittorio Nino Novarese, Gianna Manzini, Ivo Perilli, Antonio Pietrangeli, Guido Piovene (Novela: Leo Tolstoy)
MÚSICA
Nino Rota
FOTOGRAFÍA
Carlo Montuori (B&W)
REPARTO
Clara Calamai, Roldano Lupi, Maria Melvin, Jean Servais
PRODUCTORA
Lux Film
GÉNERO
Drama
Piero, giovane medico, s'innamora di Nora, e la sposa. Trascorsa la luna di miele, i due coniugi s'accorgono d'essere perfettamente estranei l'uno all'altra; soltanto la reciproca attrazione dei sensi li ha uniti. In tali condizioni, la vita in comune provoca continui attriti. Neppure la nascita di una bambina può servire a riunirli. Si son stabiliti a San remo, dove il marito dirige una clinica, e dove capita un celebre violinista, venuto a dare concerti. Il suo interesse per Nora desta la gelosia e le ire di Piero. Nora riesce a calmarlo; ma il dissidio latente si manifesta in ogni occasione. La situazione diventa intollerabile per la giovane donna, che tenta di uccidersi. Il marito la salva, ed alla crisi segue un periodo di tranquillità. Piero decide di recarsi a Genova, per il congresso di medicina. A Genova apprende da un giornale che il violinista è di nuovo a San remo, ed egli vi ritorna a precipizio. Giunto inaspettato alla clinica, ne vede partire in fretta il violinista, che ha passato più ore con Nora. La sua risoluzione è presa: affronta il rivale, gli racconta la sua storia, gli grida in faccia il suo disprezzo, poi uccide la moglie e s'uccide.
http://cinematografo.it/cinedatabase/film/amanti-senza-amore/4279/
Quando scopre che il celebre violinista Enrico Miller (Servais) è tornato nella sua città per un concerto, un'insana gelosia spinge il medico Piero Leonardi (Lupi) ad affrontarlo, convinto che si tratti dell'amante di sua moglie Elena (Calamai). In una serie di flashback veniamo a conoscenza degli antefatti: di come il rapporto fra Piero ed Elena si fosse da tempo deteriorato, con i due coniugi uniti più dall'odio o dall'insofferenza che dall'amore, e di come – nonostante questo – l'arrivo di Enrico nella vita di lei avesse suscitato sospetti e rabbia in Piero, incapace di comprenderne l'amicizia (anche perché filtrata da un linguaggio, quello della musica, a lui estraneo). Liberamente tratto dal romanzo breve “La sonata a Kreutzer” di Tolstoj (di cui sposta l'ambientazione sulla riviera ligure, fra Sanremo e Genova), un film su un matrimonio infelice prima ancora che sull'ossessione e sull'ambiguità (come nel racconto originale, non sapremo mai se i due amanti fossero effettivamente tali), con tinte da melodramma e una fotografia espressionista o da noir americano. Alla sceneggiatura hanno collaborato, fra gli altri, Antonio Pietrangeli e Gianna Manzini. La colonna sonora di Nino Rota ingloba temi della “Sonata a Kreutzer” di Beethoven, il brano per pianoforte e violino che Elena ed Enrico suonano insieme.
Christian Alle
http://tomobiki.blogspot.com/2019/01/amanti-senza-amore-gianni-franciolini.html
La sonata a Kreutzer (Крейцерова сонаtа, [Kréitzerova Sonata]) es una novela de León Tolstói, que toma su título de la composición homónima para violín y piano de Ludwig van Beethoven dedicada a Rodolphe Kreutzer.
La obra de Tolstói se publicó en 1889 y fue censurada al poco tiempo por las autoridades rusas. Esta obra constituye un alegato sobre el ideal de la abstinencia sexual y un tratado exhaustivo en primera persona acerca del sentimiento de los celos. En la novela reverberan los celos que experimentó Tolstói por el encaprichamiento de su mujer Sofía Behrs con el compositor Serguéi Tanéyev y su música.
En la novela, el protagonista, Pózdnyshev, refiere los acontecimientos que provocaron que él diera muerte a su esposa, y en su exposición alega que la causa fundamental de esa muerte de su esposa fue el amor carnal y desenfrenado que acostumbra a regir las relaciones sexuales.
https://es.linkfang.org/wiki/La_Sonata_Kreutzer_(novela)#Filmes
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Nel gennaio 1948 esce anche la riduzione cinematografica del romanzo Sonata a Kreutzer (1889) di Tolstoi firmata da Gianni Franciolini ovvero Amanti senza amore (99 min). Pellicola poco nota o peggio genericamente liquidata come lavoro opaco e senza interesse, in realtà offre una lettura moderna e avvincente del testo assai moralistico e poco condivisibile del famoso scrittore russo. Paolo, il protagonista, rivive come un sonnambulo la sua paranoica esperienza di marito dapprima passionale, poi infelice ed infine divorato dalla gelosia fino ad uccidere Nora, la moglie fedifraga ed a suicidarsi (nel romanzo invece sopravvive ed anzi racconta con distacco e commenta con puntiglio analitico tutta la vicenda durante un viaggio in treno). Come in un noir americano, l'uomo impersonato da un Roldano Lupi dalla mimica facciale bloccata in una smorfia dolorosa, vaga senza meta tra le vie di una Genova grigia ed indaffarata, prigioniero di un ossessivo monologo interiore (l'onnipresente voce fuoricampo, ottima trasformazione del più ovvio dialogo "ferroviario") fasciato dallo stralunato commento musicale di Nino Rota che lo isola da tutto ciò che lo circonda ed anzi rende il fondale (la città ritratta in esterni reali, come in un film "neorealista") qualcosa di lontano ed assente.
La narrazione filmica, memore dei classici americani dei primi anni quaranta (tra tutti Double Indemnity [La fiamma del peccato, 1944] di Billy Wilder), e' organizzata in una serie di lunghi flashback che si incastrano l'uno nell'altro, spingendo il racconto sempre piu' indietro nel tempo, con un inconsueto moto "retrogrado" (assente nel romanzo, nel quale la rievocazione del protagonista avviene secondo un regolare andamento cronologico) che finisce con il mascherare l'omicidio della donna, avvenuto nelle prime sequenze e reso noto solo nel tragico finale (al contrario rivelato fin dall'inizio dal personaggio in viaggio sul treno russo).
La tematica tolstoiana abbastanza assurda (un attacco generalizzato all'atto sessuale quale depravazione ed un elogio innaturale della castità, anche all'interno dell'istituto matrimoniale) viene dunque abilmente riadattata e calata in uno schema narrativo noventesco da una schiera di sette sceneggiatori (tra cui Guido Piovene e Antonio Pietrangeli): alla soffocante invettiva globale si sostituisce il dramma particolare di due individui che hanno confuso attrazione erotica e duraturo amore coniugale (come bene recita il titolo della pellicola) con esiti drammatici di crescente disagio ed ostilità fino alla ricerca disperata di una via di fuga.
Il racconto si concentra su Paolo: la vicenda è raccontata "in soggettiva", dal suo punto di vista. Così lo spettatore è portato ad identificarsi con la frenesia malsana che lo scuote ed a rivivere con lui il sentimento di una gelosia totalizzante. Il monologo interiore del protagonista configura un inesausto e tormentoso flusso di coscienza che si placa solo nel gesto finale del suicidio. Il parallelo discorso musicale è condotto con rara raffinatezza poiché configura nella tenerezza e nella demoniaca passione insiti nell'universo sonoro beethoveniano un'esatta proiezione del desiderio amoroso. L'amante di Nora e' infatti un famoso violinista e la loro intesa passa anzitutto attraverso il loro amoroso duettare nell'esecuzione prima privata e poi pubblica della Sonata a Kreutzer [1803]: si pensi in tal senso al soave attacco dell'andante con variazioni, citato durante il concerto di beneficenza, ove il delicato tema viene esposto prima dal pianoforte e subito dopo dal violino; si pensi inoltre alla colonna sonora di Rota che accompagna il monologo interiore del marito e nella quale compare a tratti l'ascendente secondo tema del primo movimento della sonata il cui andamento esuberante suona beffardo e persecutorio nei confronti del protagonista. L'antimusicale Paolo comprende, meglio di tutti, il significato intimo del dialogo musicale posto in essere dagli amanti sotto la maschera di un innocuo concerto pubblico e ne e' annichilito. L'arte dunque diviene l'ambiguo e inquietante luogo di celate e spesso illecite passioni (nel romanzo il personaggio dichiara cosi' sua avversione per la musica: "Dicono che la musica abbia per effetto di elevare l'anima...stupidaggini! Non è vero. ....non ha per effetto di elevare ne' di abbassare l'anima ma di esasperarla. Come dire? La musica mi costringe a dimenticarmi di me, della mia reale situazione, mi trasporta in qualcos'altro che non e' il mio stato...") e come tale essa, da tradizionale dispensatrice di gioia e serenita', si tramuta in fenomeno "passionale" che amplifica a dismisura l'angoscia e il senso di perdita che attanagliano il protagonista, relegandolo in una dolorosa, emarginata solitudine. In questa indagine intorno al senso di vertigine che sconvolge una vita ordinaria, Amanti senza amore e' un saggio tutt'altro che secondario.
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http://www.giusepperausa.it/i_miserabili__il_cavaliere_mis.html
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