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domingo, 16 de mayo de 2021

Bambini in città - Luigi Comencini (1946)

 

TÍTULO ORIGINAL
Bambini in città
AÑO
1946
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
15 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Luigi Comencini
GUIÓN
Luigi Comencini
FOTOGRAFÍA
Pino Novelli (B&W)
REPARTO
Documentary
PRODUCTORA
Fondazione Cineteca Italiana
GÉNERO
Documental | Cortometraje

Sinopsis
Los niños de Milán encuentran el modo de seguir siendo niños en una ciudad devastada por la guerra y por la especulación inmobiliaria alentada por la reconstrucción. (FILMAFFINITY)
 
Sub 

Bambini in città di Luigi Comencini (1946, 15’)

«Un mio amico, Gigi Martello, mise a disposizione a me e a Risi una certa somma, […], per fare documentari, e durante la stessa estate facemmo io Bambini in città e Risi Barboni. Bambini in città fu presentato alla prima mostra di Venezia del dopoguerra ed anche a Cannes ed ebbe molto successo. […] Bambini in città descriveva come una città distrutta può sembrare bella a dei bambini, coi suoi spazi aperti, i suoi angoli misteriosi, le sue zone tutte da scoprire, le sue caverne e i suoi buchi. Il cortometraggio mostrava come i ragazzi s’ingegnavano a creare un mondo fantastico in una città che, in fondo, è per loro ostile» (Comencini).
http://www.casadelcinema.it/?event=bambini-in-citta-i-proibito-rubare-di-luigi-comencini

"Un amigo mio, Gigi Martello, puso a disposición mía y de Risi (Dino) cierta suma de dinero, (...), para hacer unos documentales; en el mismo verano yo filmé "Bambini in città" y Risi "Barboni". "Bambini in città" fue presentada en la primer muestra de Venecia después de la guerra y también en Cannes teniendo mucho suceso. (...) "Bambini in città" describía como una ciudad destruida puede parecer bonita a los niños, con sus espacios abiertos, sus esquinas misteriosas, las zonas a descubrir, sus cuevas y sus agujeros. El cortometraje mostraba como los niños se las ingeniaban para crear un mundo fantástico en una ciudad que para ellos, en el fondo, les resultaba hostil"
(Luigi Comencini)

...
Nel 1946, quando con Sciuscià, Zavattini e De Sica rendono noto al pubblico italiano e straniero come il cinema possa contribuire alla ricostruzione morale e civile dell’Italia, Comencini gira il suo primo film, il documentario Bambini in città, ambientato nella Milano nell’immediato dopoguerra.
Il film offre uno spaccato di vite mutilate dall’avvento della guerra. La camera si poggia sulle macerie delle città distrutte dove vivono donne che hanno affrontano da sole lutti familiari, e bambini orfani, testimoni della distruzione fisica e morale del Paese. Essi sono però allo stesso tempo portatori di
una disposizione “libertaria” che li conduce a sperare di abitare/esperire altri spazi5. In questo primo film sono già in nuce i rimandi tematici comuni a tutta la produzione cinematografica di Comencini dedicata all’infanzia: la
coesistenza nel bambino di una necessità di dipendenza e distacco dall’adulto e l’esplorazione del rapporto padre/figlio. Il regista propone sullo schermo con realistica chiarezza questa duplicità infantile: la distaccata rappresentazione di un’esistenza “between,” a metà tra dipendenza dall’adulto
e desiderio di indipendenza e autosufficienza. Il critico francese Jean Gili così interpreta questo aspetto:

"Comencini si è impegnato a mostrare la profonda dualità del bambino: la sua dipendenza e la sua autonomia. Il bambino ha avuto a volte bisogno dell’adulto, del padre e della madre, ed è allo stesso tempo portatore di un’indipendenza vitale, di una capacità di affrontare la vita intuitivamente senza
l’apprendistato al quale vogliono sistematicamente sottometterlo gli adulti." (Jean Gili, Luigi Comencini, 89)
...
Giovanna De Luca, "I  BAMBINI E NOI: L’INFANZIA NEL CINEMA DI LUIGI COMENCINI"

 

 

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