ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




viernes, 14 de mayo de 2021

Una moglie americana - Gian Luigi Polidoro (1964)

TÍTULO ORIGINAL
Una moglie americana
AÑO
1965
IDIOMA
Italiano e Inglés
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
115 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Gian Luigi Polidoro
GUIÓN
Gian Luigi Polidoro, Rafael Azcona, Ennio Flaiano (Argumento: Rodolfo Sonego)
MÚSICA
Nino Oliviero
FOTOGRAFÍA
Benito Frattari, Marcello Gatti, Enzo Serafin
REPARTO
Ugo Tognazzi, Marina Vlady, Rhonda Fleming, Juliet Prowse, Graziella Granata, Carlo Mazzone, Ruth Laney, Sharon Obeck, Cherie Latimer, Louisette Rousseau
PRODUCTORA
Co-production Italia-Francia; Compagnie Industrielle et Commerciale Cinématographique (CICC), Films Borderie, Sancro Film
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
Riccardo Vanzi (Ugo Tognazzi) trabaja en una empresa de zapatos en Italia cuando recibe el encargo de viajar a Nueva York. Al llegar a la Gran Manzana quedará maravillado con el confortable nivel de vida y con el famoso Sueño Americano, por lo que decidirá conseguir la ciudadanía a toda costa. Su primera idea es lograrla mediante un matrimonio, pero parece que el sex appeal del hombre latino está en decaída… (FILMAFFINITY)
 
2 

TRAMA UNA MOGLIE AMERICANA
Riccardo, dipendente d'un calzaturificio di Magenta poco rassegnato, è risoluto a sfruttare l'occasione d'un viaggio d'affari a New York per dare una svolta definitiva alla propria vita. Egli intende, infatti, sposare una qualsiasi donna americana pur di sistemarsi negli Stati Uniti, come ha fatto un suo più intraprendente amico. Inizia quindi per Riccardo la ricerca affannosa della donna che gli consenta di realizzare il suo proposito. Una galleria di sconcertanti ed inconsueti personaggi femminili sfila così al suo fianco; dalla spregiudicata moglie di un tecnico missilistico alla pluridivorzata miliardaria texana, dalla disinvolta minorenne che traffica droga all'amorale hostess di origine italiana, fino all'ultima casuale conoscenza: una giovane divorziata piena di qualità e di equilibrio, che sarebbe propensa al matrimonio con Riccardo se costui, inavvedutamente, non esaltasse troppo i meriti dell'ex moglie agli occhi dell'ancor innamorato marito, favorendo così, involontariamente, il loro riavvicinamento. Il tempo stringe e Riccardo, ormai provato da tante delusioni, ma ancora deciso nel suo proposito, si adatterebbe a sposare una ragazza di facili costumi se costei non avesse dei piani ben differenti. Sconfitto, Riccardo tornerà in Italia dove lo attende una grigia esistenza.

CRITICA DI UNA MOGLIE AMERICANA
"Anche qui, sostituendo Sordi con Tognazzi e la Svezia con gli Stati Uniti, abbiamo l'Italiano che va all'estero con la convinzione di poterla fare da Rodolfo Valentino. [...] Si direbbe che Polidoro intenda specializzarsi in questo genere, con particolare riguardo a quei due o tre luoghi comuni in cui si esauriscono tutte le informazioni e le conoscenze della maggior parte degli uomini italiani sulle donne di altri paesi" [...]". (Sandro Zambetti, "Cineforum, 49, novembre 1965).

CURIOSITÀ SU UNA MOGLIE AMERICANA

- ESTERNI A NEW YORK, MIAMI, DALLAS, NEW ORLEANS. - PRESENTATO AL XVIII FESTIVAL DI LOCARNO (1965).- MARCELLO GATTI HA CURATO LA FOTOGRAFIA DELLE RIPRESE A NEW ORLEANS.
https://www.comingsoon.it/film/una-moglie-americana/9122/scheda/


 ...
Gian Luigi Polidoro, esperto documentarista, firma Una moglie americana (lug. 1965; 105 min.), una pellicola in cui il soggetto è un mero pretesto per girare un documentario in terra Usa.
Riccardo (Ugo Tognazzi), in viaggio per lavoro a New York, rimane colpito dal benessere americano e decide di cercarsi una moglie statunitense qualunque per poter restare oltreoceano. Tenta con numerose candidate (Rhonda Fleming, Marina Vlady, Graziella Granata), giovani e meno giovani, tutte disponibili ad ascoltarlo, dargli ospitalità, spesso anche ad avere rapporti sessuali, ma non a unirsi in matrimonio. Deluso, scandalizzato e sconcertato dalla differente realtà americana, Riccardo rientra in Italia.
Polidoro fotografa con sensibilità e fantasia il paesaggio americano: dai paesaggi urbani di New York e New Orleans, alle distese desolate del Texas petrolifero, al celebre sottopassaggio di Dallas dove morì Kennedy, alle rampe di lancio di Cape Canaveral il film offre squarci variegati di una realtà spesso molto lontana dall’immaginario europeo, formatosi esclusivamente sui prodotti di esportazione hollywoodiani. Il paesaggio umano è altrettanto inquietante per un italiano conservatore, cattolico e provinciale che arriva da una terra dove il matrimonio è indissolubile e la verginità ancora (in certe zone del paese) un valore. Le americane appaiono libere ed autonome, pronte a rapporti sessuali di semplice divertimento (secondo un’ottica che Riccardo pensava solo maschile), spesso già pluridivorziate: insomma una realtà fatta di perenne movimento ed anche di solitudine, una solitudine in qualche modo resa plasticamente ed esaltata dai grandi paesaggi americani nei quali la figura umana tende a perdersi. La visione odierna del film ci mostra una realtà sociale diventata, nei decenni successivi, ordinaria all’interno della quale una sorta di personaggio arcaico (tra l’altro sempre in giacca e cravatta), con rigide e sorpassate idee morali, si muove in modo goffo; al contrario lo spettatore italiano medio dell’epoca osservava un italiano come lui alle prese con una realtà il cui dinamismo amorale suonava alquanto minaccioso e destabilizzante (non a caso Riccardo esibisce più volte il proprio cattolicesimo come un fattore tradizionale rassicurante) e non poteva certo immaginare che quella realtà americana sarebbe, in breve tempo, divenuta anche realtà italiana (snodo fondamentale saranno le leggi permissive su divorzio ed aborto) ed europea. L’immagine Usa inoltre mostra una sorta di paese dominato dalle donne e dai loro capricci, una specie di blando matriarcato al quale l’unverso maschile si è assoggettato.
Seppur ripetitivo e a tratti noiosetto, il film di Polidoro è di grande interesse, un documentario americano che è anche un’inconsapevole anticipazione del futuro italiano. La magnifica colonna sonora di Nino Oliviero, dotata di un paio di motivi sinuosi e realmente ben disegnati, accompagna le numerose riprese paesaggistiche. C’è anche un valzer triste (nel finale dell’episodio texano) che, con lievi modifiche, diverrà il motivo portante del soundtrack di Amici miei, firmato da Rustichelli (1975).
Gli incassi furono modesti.
...
http://www.giusepperausa.it/signore_e_signori.html

L’immagine creata dallo stile grafico di Sandro Symeoni, è composta da tre figure in primo piano e a figura intera: un uomo che regge dei pacchi ed una donna che tiene al guinzaglio un cane, mentre sullo sfondo è stilizzato il profilo di una città costituito da grattacieli. La figura femminile viene illuminata da una luce proveniente da sinistra mentre la sua gonna viene gonfiata da una brezza che soffia da destra. La figura maschile ha solo il volto illuminato, mentre il resto del corpo appare leggermente in penombra. La figura femminile è raffigurata di spalle, disinvolta mentre cammina con la borsa portata a braccio, in abiti estivi ed attillati che riprendono il motivo iconografico della bandiera degli Stati Uniti, la testa girata verso destra mentre rivolge lo sguardo al cane al guinzaglio che la guarda a sua volta. A sinistra c’è la figura di un uomo, vestito con abiti pesanti e un leggermente sproporzionati che regge una pila di pacchi e tiene una borsa voluminosa. La bandiera americana disegnata sui vestiti della donna e il profilo all’orizzonte, contestualizzano il titolo del film e l’ambientazione della vicenda. La differenza d’abbigliamento tra le due figure testimonia la differenza di costumi: la donna è disinvolta e a suo agio nei suoi abiti attillati e sensuali mentre l’uomo raffigurato in piedi impacciato ed insicuro, indossa un giacca realizzata con un tessuto fantasia poco elegante e incongruo per la sua taglia, è carico di pacchi e borse, quasi fosse un facchino. Tale divario è rafforzato dall’espressione dimessa di Ugo Tognazzi, mentre volge lo sguardo ai pacchi preoccupato che possano cadere, rendendo così chiaramente l’idea della disperata ricerca di Tognazzi di una “moglie americana”. La parte dei crediti è costituita dal titolo scritto con un carattere maiuscolo rosa, preceduto dal nome dell’attore principale Ugo Tognazzi, scritto sotto con carattere un maiuscolo piuttosto sottile di colore azzurro. Dopo il titolo sono inseriti i nomi dei protagonisti secondari scritti in maiuscolo nero tra i quali spicca il nome di Marina Vlady per il quale viene utilizzato un carattere di grandezza maggiore rispetto agli altri (presumibilmente perché era l’attrice più conosciuta e aveva già interpretato con Tognazzi un altro film di successo). Il nome del regista è inserito in basso a destra mentre sul fondo del manifesto si trovano i dati della produzione e della distribuzione.

Sandro Symeoni, nome d’arte di Alessandro Simeoni (Ferrara, 1928 – Roma, 2007), è stato un illustratore italiano che si è dedicato principalmente alla cartellonistica cinematografica, realizzandole sue opere per le maggiori case cinematografiche, sia italiane che americane, tra le quali Paramount, Warner Bros, Columbia, Cineriz, Titanus. Un artista sempre in evoluzione, che ha saputo trasformare il suo stile nel corso degli anni. Tra le sue realizzazioni più famose troviamo Un americano a Roma, Per un pugno di dollari, La dolce vita, Profondo rosso, La grande abbuffata, Brutti, sporchi e cattivi.
Chiara Merlo
https://www.museofermoimmagine.it/moglie-americana-1965-g-l-polidoro/

No hay comentarios:

Publicar un comentario